“Tutti gli amori imperfetti” - Intervista a Grazia Gironella

 

Foto di Quang Nguyen Vinh (Pexels)

Anche questa settimana ho il piacere di ospitare qui su Anima di carta un'autrice che stimo molto, si tratta di Grazia Gironella. Ho da poco letto il suo ultimo romanzo, Tutti gli amori imperfetti, e ho pensato che fosse una buona occasione per una chiacchierata sull'argomento.

Vi dico subito che sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo romanzo, che ti avvince mano mano che vai avanti. All'inizio ho provato un po' di distacco per i personaggi, lontani per età da me, eppure più leggevo più entravo in empatia con le loro vite, le loro emozioni, in compagnia dei due punti di vista alternati di Mac e Viola. Ho apprezzato molto la capacità dell'autrice di intrecciare le giovani vite, fatte di normalità e problemi tipici di quell'età, con temi importanti e riflessioni degne di attenzione, oltre che molto attuali. Credo che per far ciò nel giusto modo, serva una sensibilità speciale che si incontra di rado. Proprio per questo, Tutti gli amori imperfetti è uno di quei romanzi che ti lascia un'eco profonda anche quando lo hai terminato. 

Prima di lasciarvi alla chiacchierata con l'autrice, vi segnalo la sua presentazione del romanzo: Grazia Gironella presenta “Tutti gli amori imperfetti”

E altre interviste che ho avuto il piacere di farle: 

* * *

Bentornata su Anima di carta, Grazia!

“Tutti gli amori imperfetti” è il tuo ultimo romanzo pubblicato, vorrei partire chiedendoti proprio qualcosa sul titolo. A cosa si riferisce?

Grazie dell’invito, Maria Teresa, è un piacere essere di nuovo qui. Di solito i miei titoli nascono insieme all’idea della storia e mi accompagnano lungo tutta la stesura. Nel caso di “Tutti gli amori imperfetti”, per la prima volta il titolo è stato aggiunto alla fine. Credo sia successo perché avevo tra le mani degli ingredienti, ma non capivo bene quale fosse il tema più profondo. Soltanto a revisione quasi terminata mi sono accorta di quanti amori si intrecciassero nella storia, sani e malati, semplici e complicati. Qualche esempio tra i tanti: l’amore di Mac per la natura, quello del professor Orlando per i suoi allievi, quello dei genitori di Jamila per la figlia. In pratica gli eventi del romanzo sono la palestra che affina la capacità di amare dei personaggi.

Come ti è venuta l'idea per la storia, in particolare riguardo alle vicende di Jamila?

Avevo due spunti in mente, del tutto estranei l’uno all’altro: l’“anomalia” per cui alcune persone amano più gli animali degli esseri umani – può suonare strano, ma non lo è per me! – e le difficoltà che nascono quando due culture entrano in contrasto all’interno della stessa famiglia. Qualche anno fa una ragazza di origini marocchine che viveva a pochi chilometri da casa mia è stata uccisa dal padre, contrario a scelte che considerava in contrasto con la religione islamica. Mi ha dato da pensare il fatto che drammi del genere possano accadere non per mancanza di amore, ma per l’incapacità di amare in modo equilibrato e rispettoso dell’altro. Nei personaggi di Mac e Jamila i due spunti si sono incontrati.

La storia si snoda intorno a due protagonisti, Mac e Viola, ragazzi alle prese con problemi “importanti”. Com'è stato calarti nei panni di personaggi così giovani? Una sfida vera e propria, l'immedesimazione è stato un processo naturale?

Mi è sempre piaciuto scrivere (e leggere) di personaggi adolescenti. Vedo l’adolescenza come un periodo ricco di possibilità, in cui ancora si ha la percezione di questa ricchezza, e mi affascina la capacità dei ragazzi di vedere la realtà a tinte forti, lontane dalle tonalità di grigio cui talvolta ci si adegua nell’età adulta.

Questo è il tuo secondo romanzo che racconta le vicende di personaggi molto giovani, infatti anche “Veronica c'è” ha come protagonista una giovanissima. Hai segnato dunque una sorta di cambio di rotta rispetto al passato, posso chiederti come mai?

In realtà non si tratta di un vero cambio di rotta, ma del mio vagare naturale tra i diversi tipi di storie che mi piace scrivere. Mi domando spesso se sia opportuno scegliere un genere e/o una tipologia definita di lettori cui rivolgermi, ma la verità è che non desidero farlo, anche se capisco che i miei cambiamenti di rotta, come li hai giustamente definiti, rendono più difficile crearmi un pubblico che mi segua di romanzo in romanzo. Però ho già in mente storie da raccontare così diverse per il futuro... no, non credo di essere pronta a mettere la testa a posto!         

“Tutti gli amori imperfetti” è una storia delicata, ricca di sensibilità per i temi che affronta. Primo tra tutti, quello dell'integrazione. Jamila è una ragazza di origini marocchine che si ritrova a fronteggiare una famiglia d'origine molto rigida. Un argomento impegnativo, dunque, soprattutto perché ricco di sfumature...

L’ho affrontato con un certo timore, infatti. Non volevo esprimere giudizi. La storia in fondo parla delle difficoltà implicite in ogni forma di amore, perciò non avevo intenzione di creare personaggi “buoni” da amare e personaggi “cattivi” da detestare. Spero di avere usato sufficiente delicatezza. 

Un altro tema molto attuale (e doloroso) è quello del maltrattamento degli animali negli allevamenti. Mi è piaciuto che dei ragazzi così giovani se ne interessassero e cercassero a loro modo di fare qualcosa per sensibilizzare le persone. Secondo te, nel nostro piccolo, come possiamo far sì che sempre più persone comprendano la gravità del problema?

Credo che parlarne sia la chiave. A mio parere le persone veramente insensibili alle sofferenze degli animali sono una minoranza. Al di là di questo, ormai è noto che gli allevamenti intensivi producono danni all’ambiente, sottraggono importanti risorse all’alimentazione umana e creano gravi problemi alla salute umana. Chiunque può muoversi nella direzione giusta, anche senza scelte drastiche. Non c’è bisogno di diventare vegetariani o vegani per migliorare il mondo, insomma, come racconto in questo articolo Elogio della via di mezzo: ovvero anche i riduzionisti cambieranno il mondo che ho scritto per Veggie Channel.  

Non solo Mac, Viola e Jamila, ma anche tutti gli altri personaggi che ruotano intorno al romanzo sembrano cercare la loro strada in un mondo che si rivela spesso ostile. Personalmente credi che i giovani d'oggi siano più svantaggiati o avvantaggiati rispetto alla nostra generazione?

È facile, a volte, giudicare sulla base dei propri presupposti e delle proprie esperienze, ma in questo modo non si ha una visione realistica del presente, né del futuro. Come mi ha detto mio figlio Enrico qualche giorno fa, noi non abbiamo idea di come sarà il mondo quando loro avranno quarant’anni. Gli strumenti a disposizione delle nuove generazioni possono valicare i confini e creare unione e conoscenza dove fino a oggi ci sono state ostilità e ignoranza. Già questo è sufficiente a farmi pensare che il miglioramento sia possibile e possa andare ben al di là delle nostre aspettative limitate. Adesso siamo anche noi con i ragazzi in questo processo di evoluzione.     

Devo dirti che mi sono piaciute molto le descrizioni ambientali, mi è sembrato più volte di essere proprio lì, insieme ai tuoi protagonisti. Come hai scelto quei luoghi per fare da sfondo alla tua storia?

Questo complimento, che ho ricevuto altre volte, mi rende sempre felice. Non amo legare le mie storie a luoghi e momenti storici precisi, perciò covo sempre il timore di avere tratteggiato le ambientazioni in modo troppo sommario. Quando si parla di ambiente naturale, però, sono a casa mia. Mi basta ricordare le mie impressioni e la descrizione c’è.

So che stai lavorando a un romanzo molto particolare, perché tratto da una storia vera. Vuoi darci qualche piccolo spoiler?

Sono impegnata nella stesura della storia di Amela, una ragazza bosniaca quadriplegica che ho conosciuto qualche tempo fa. Per me ascoltarla raccontare la sua vita è stata un’esperienza importante ed emozionante allo stesso tempo. Spero che la forza del suo racconto, combinata con la mia voce, possa regalare le stesse impressioni ai lettori.

Prima di salutarci, ti va di lasciarci una citazione da “Tutti gli amori imperfetti”, magari un brano che ti è particolarmente caro?

Non ci sono passaggi del romanzo cui mi sono affezionata in particolare, ma questo mi sembra un bel momento tra Mac e suo nonno Enzo. Laila, per la cronaca, è un cucciolo di cinghiale. 

È pomeriggio inoltrato quando arrivo a sedermi sulla panca calda di sole.
«Non puoi salire, Laila. Giù, da brava.»
Il tempo di pensare a come utilizzare le ore che ho ancora a disposizione, ed Enzo viene a sedersi al mio fianco. Restiamo qualche minuto tranquilli, in silenzio.
«Ho fatto due cose di cui non vado orgoglioso, Enzo.»
Si volta verso di me, senza dire niente.
«Una l’ho fatta oggi per l’ultima volta. L’altra l’ho fatta due giorni fa, ma continuo a pensarci.»
Con la coda dell’occhio vedo che dondola la testa, come fa quando riflette prima di parlare.
«Quella che hai fatto per l’ultima volta, è già finita. Chiedi scusa, se devi, e poi lasciala andare.»
«E l’altra, che mi dà ancora da pensare?»
«Quella… deve essere importante, se non se ne va.»
Grazie per aver risposto alle mie domande, in bocca al lupo per questo romanzo e per quello che stai scrivendo.

Grazie a te per l’ospitalità, Maria Teresa. Ricambio di cuore l’augurio! 


TUTTI GLI AMORI IMPERFETTI

C'è una cosa che voglio fare, se devo morire. Se non ho più niente da perdere.

Viola arranca in una vita che non la soddisfa, con amici che non sono più tali. Ha bisogno di ritrovare se stessa, dopo l’episodio destabilizzante avvenuto con Corinna, sua amica d’infanzia. Mac è un ragazzo introverso, in guerra con la famiglia, disposto a compiere scelte difficili per rispettare i valori in cui crede.
Il loro è più uno scontro che un incontro, finché non compare Jamila, una ragazza di origini marocchine fuggita di casa, che si nasconde in un capanno alla foce del fiume.
Viola e Marco, sempre più coinvolti in una situazione che va oltre le loro possibilità, per aiutarla corrono dei rischi imprevisti. Perché ad amare si impara, ma non c’è niente di più pericoloso dell’amore.

In vendita (ebook o cartaceo) su: Amazon.

Blog dell'autrice: Scrivere Vivere

Commenti

  1. Tutti i romanzi che ho letto e apprezzato di Grazia mi hanno colpito per la capacità di coinvolgere, per i temi trattati e gli spunti di riflessione che comportavano, quest'ultimo romanzo mi incuriosisce molto e prima o poi arrivo anch'io...

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    1. Dici bene, è molto brava a coinvolgere lasciando spunti di riflessione interessanti. Penso proprio che anche questo romanzo ti piacerebbe, Giulia :)

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  2. Ho appena terminato anch'io di leggere questo romanzo - o meglio, di rileggerlo ;) - e concordo con i passaggi dell'intervista di Maria Teresa. Non è facile immedesimarsi in un'età lontana dalla nostra, l'adolescenza spesso viene tratteggiata dagli scrittori con molti luoghi comuni: o un periodo paradisiaco o di infelicità assoluta. Credo che non sia né l'uno né l'altro, ma una fase molto complessa e nello stesso tempo ricca di potenzialità ed energia. Esattamente come accade per i bambini, spesso gli adolescenti sono scandalizzati dai compromessi e dalle ipocrisie degli adulti, dai loro aggiustamenti strada facendo. A me era piaciuto molto anche "Veronica c'è".
    Concordo che le descrizioni ambientali nel romanzo permettano di immergersi a fondo nella natura: a me hanno colpito molto le descrizioni del mare, per esempio. Il passaggio che hai scelto con il cinghiale, Grazia, è emblematico! Poi Laila è un autentico personaggio, potrebbe essere l'eroina di un libro illustrato per bambini. :)

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    1. Grazie, Cristina! Laila piace molto anche a me... e mi piacerebbe anche scrivere libri per bambini. Ogni tanto ci penso. :)

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    2. Credo infatti che non sia facile scrivere un romanzo realistico e allo stesso tempo accattivante sull'adolescenza, proprio per la complessità e i tanti luoghi comuni. Non ho ancora letto Veronica c'è, ma a questo punto sono molto curiosa.

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  3. Non ho problemi a calarmi nell'adolescenza, forse non ne sono mai uscita e penso continuerò a leggerne anche con l'artrite! :D
    Questo nuovo romanzo non l'ho ancora letto, ma non credo avrò difficoltà nel cambiare genere, come non credo ci sia un pubblico sempre definito per genere, ci sono anche altri autori che cambiano, mantenendo sempre pieno l'interesse del lettore, indipendentemente dalla storia. Penso alla Rowling che ha scritto anche la serie noir a firma Galbraith, o Sophie Kinsella che oltre al chick-lit ha scritto una storia per teenagers. Anzi potrebbe essere l'occasione per i lettori "adulti" coinvolgere nella lettura i loro stessi figli o nipoti, no? ;)

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    1. Ottima idea! Mi piace molto il tuo istinto esplorativo. :)

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