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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

La mia bussola per arrivare (viva) al finale

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A volte ci si riduce proprio male a scrivere... C'è molta saggezza nel detto che sostiene che “la coda è la più dura da scorticare”. Gli ultimi capitoli di un romanzo sono secondo me i più difficili da scrivere, così come la loro revisione. Ma più ti avvicini alla meta, più senti crescere l'eccitazione. A dire il vero non credevo che avrei provato alcuna euforia questa volta, tanto che qualche giorno fa, commentando un post di Sandra , le dicevo di sentire soprattutto stanchezza. Invece ieri ho messo la parola fine con un senso di gioia mista a malinconia. Malinconia perché la storia mi ha talmente assorbita che già ne sento la mancanza.

Viaggio alla scoperta dei generi letterari #2

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Seconda tappa dei post dedicati alle tipologie della narrativa. Oggi  Veronica Possenti ci porta a conoscere attraverso le sue simpatiche slide  i romanzi di fantascienza .

I love writing #5 - Lo scrittore secchione

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Lo scrittore secchione davanti alle “d” eufoniche. ( Sheldon Cooper non è uno scrittore, ma spero renda l'idea). È il più diligente della schiera dei fissati con la scrittura. Tutti vorremmo averlo accanto far farci correggere (gratis) i nostri scritti, se non fosse che lui non ama affatto occuparsi dei testi altrui, anzi di norma guarda con un pizzico di diffidenza ciò che non ha partorito personalmente. Ecco a voi lo scrittore secchione.

Ciò che conta davvero in una storia (secondo la scienza)

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Ci sono tanti motivi che ci portano ad amare la lettura e più in generale le storie, alcuni condivisibili, quasi universali, altri personali che magari affondano le radici nell'infanzia o nel nostro personale modo di essere. Tuttavia, secondo la scienza sembra che la cosa davvero importante abbia a che fare con l'empatia che proviamo nei confronti dei personaggi. Secondo una ricerca (che potete leggere in modo più approfondito in  quest'articolo ), il motivo per cui amiamo le storie è legato alle reazioni che esse scatenano (o in alcuni casi non scatenano) nel nostro cervello. Due fattori, in particolare, sono stati individuati, quando si segue una storia con interesse: l'attenzione e l'empatia.

Viaggio alla scoperta dei generi letterari #1

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Mi ha sempre affascinato il concetto di “genere letterario ” , anzi non molto tempo fa – spinta dalla necessità di inquadrare i miei romanzi  –  ho cercato una mappa di orientamento che ne illustrasse le caratteristiche, senza trovare niente di soddisfacente.  Veronica Possenti , autrice di questo articolo, ha realizzato il mio desiderio creandone una.  Dopo la presentazione che segue dunque vi invito a cliccare sul riquadro di Prezi per scoprire tutto del romanzo storico .  Ma restate sintonizzati, perché questa è solo la prima tappa del viaggio.  Buona lettura!

Questa NON è una casa editrice

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Quella del titolo vi sembra una precisazione inutile? Anche a me lo sembrerebbe se non fosse che qualche giorno fa ho ricevuto la quarta proposta di pubblicazione. Sì, avete capito bene. E non era per uno dei miei romanzi (è più facile che ghiacci l'Inferno...), ma chiedevano proprio a me di pubblicarne uno. Finito di ridere?

Quando usare il discorso indiretto nei dialoghi?

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Diretto o indiretto,  a volte il discorso si fa noioso comunque... Rieccomi dopo una piccola pausa tutt'altro che vacanziera, anzi piuttosto caotica. Tra le brutte notizie c'è che il lettore e-book è in agonia e che si è cancellato tutto il contenuto... una tragedia! Ma bando alle ciance e passiamo al post di oggi. I dialoghi  hanno assunto nella narrativa un posto di primo piano, tanto che nei romanzi se ne fa un uso molto più ampio che in passato. Sbirciare nelle conversazioni tra i personaggi è piacevole e coinvolgente, credo non ci siano dubbi su questo. Ed è proprio per questo motivo che nei manuali di scrittura o affini viene raccomandato l'uso del discorso diretto rispetto a quello indiretto.