“La sottile linea del male” - Intervista a Giulia Mancini
Foto di Bologna di Anastasia Zhenina (Pexels) |
Si tratta del secondo che leggo della serie dedicata al commissario Sorace e anche questa volta ne sono rimasta positivamente colpita. Come nel primo, l'autrice si è rivelata abile a scandagliare l'animo umano e le motivazioni psicologiche che si trovano dietro all'omicidio di un professore universitario. In particolare, è stato interessante scoprire il profilo della vittima tracciato dall'autrice, con una condanna per alcune tipologie di persone che si arrogano il diritto di fare quello che vogliono. Ho molto apprezzato anche il finale (che ovviamente non vi svelerò!) ricco di sfumature e non privo di una certa comprensione per l'assassino.
Sorace e l'ispettrice Castelli anche questa volta lavorano fianco a fianco per risolvere il caso e non mancano gli sviluppi nella loro storia. Un giallo decisamente promosso!
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Ciao Giulia, bentornata su Anima di carta!
Hai da poco pubblicato il quarto romanzo dedicato al commissario Sorace intitolata “Il respiro dell'alba”. Si direbbe che questa serie stia procedendo a gonfie vele e ho anche l'impressione che ti appassioni molto scriverla, è così?
Ciao Maria Teresa, ti ringrazio per accogliermi ancora nel tuo bellissimo blog!
Scrivere i romanzi di questa serie mi sta davvero appassionando, non lo avrei mai creduto, ma Saverio Sorace è diventato un caro amico, infatti come scrivo nelle note finali dell’ultimo episodio:
“certi personaggi sono come vecchi amici, puoi lasciarli andare per un po’, ma poi ritornano nella tua vita con lo stesso entusiasmo di sempre. Così, nel periodo di isolamento forzato dovuto alla pandemia, Saverio Sorace mi ha fatto compagnia con la sua indagine, facendomi viaggiare dentro e fuori le mura di Bologna e perfino più lontano, fuori da quei confini regionali che, in qualche modo, ci erano preclusi.”
Quando hai cominciato il primo episodio, avresti detto che saresti arrivata fin qui? In pratica, avevi già in mente una serie vera e propria?
Quando ho scritto il primo episodio, sognavo di scrivere una serie, ma non ero neanche sicura di portare a termine il primo romanzo, però quando ho finito di scrivere Fragile come il silenzio ho pensato che la storia non potesse lì, avevo ancora tanto da raccontare della vita dei personaggi e, anche, mi intrigava la possibilità di parlare di alcuni crimini. Il genere thriller consente di affrontare determinati argomenti in una forma più libera rispetto ad altre forme di narrativa.
Sono curiosa di sapere qual è il tuo rapporto personale di autrice con il commissario Sorace e come si è evoluto nel tempo...
È un rapporto di amicizia e comprensione. Saverio Sorace è un personaggio che amo molto, è nato in me all’improvviso in un pomeriggio d’estate e ho subito immaginato la sua storia, sembrava quasi già scritta nella mia testa. Con il tempo il rapporto è diventato sempre più stretto, è diventato come un caro amico.
E invece il personaggio, com'è cambiato strada facendo? Hai in mente ulteriori sviluppi per lui?
Il personaggio è cresciuto in questo periodo, sono passati quattro anni dal primo episodio e lui è diventato più giudizioso, più maturo, anche più intuitivo e attento nelle indagini. Questa almeno è la mia impressione, chissà se coincide con quella dei lettori?
Ho in mente nuovi sviluppi nella sua vita, sono pensieri che mi sfiorano come brevi flash e non sono sicura possano realizzarsi, lo scoprirò scrivendo…
Veniamo al romanzo che io ho appena letto, ovvero “La sottile linea del male”, ambientato nel mondo universitario. Come mai hai scelto proprio questo tipo di realtà per fare da sfondo alla storia?
Ho scelto questo ambiente perché lo conosco bene, per lavoro ho molti rapporti con il mondo universitario dove il potere è molto forte, è un potere che ha notevoli influenze nel mondo delle imprese, grazie alla ricerca, e nella società in generale grazie alla didattica e ai rapporti accademici. In questo romanzo ho quindi giocato facile, parlando di un ambiente conosciuto, anzi ho dovuto evitare di farmi influenzare troppo dalla realtà.
Devo dirti che mi è piaciuto molto in questo romanzo l'aspetto psicologico. Tutto ruota intorno alla vittima, il cui ritratto emerge capitolo dopo capitolo, soprattutto grazie alle intuizioni del commissario ma anche della collega Sara Castelli. Ci racconti come è nata questa figura e come ha preso poi corpo nella tua mente? Ho letto nelle tue note, che l'intento era tratteggiare un ben preciso tipo di persona...
Come affermavo prima, nel mio lavoro mi capita spesso di aver a che fare con persone che detengono il potere, sia nell’ambiente aziendale che universitario; due mondi strettamente connessi nel territorio emiliano-romagnolo, dove le realtà industriali nate a livello locale hanno un grande impatto anche internazionale.
Conoscere queste persone mi ha spesso fatto riflettere su quanto la realtà sia diversa da come appare e come certi giochi di potere possano seminare odio e rancore. In particolare, uno di questi, un uomo di potere affascinante e ambiguo ha colpito la mia fantasia creativa e mi ha fatto scattare la molla per scriverne. Così una sera, dopo una giornata di lavoro particolarmente pesante, sono tornata a casa e ho scritto di getto la sinossi, anche se poi ho iniziato a scrivere la storia qualche mese dopo.
Il male fa da filo conduttore all'intera serie, ma qui hai voluto tracciare un confine meno netto tra bene e male, tanto da aver intitolato il romanzo proprio “La sottile linea del male”. Non voglio fare spoiler, quindi dico semplicemente che ho apprezzato le sfumature psicologiche e la sensibilità con cui hai trattato la scoperta dell'assassino. Avevi in mente fin dal principio questo tipo di conclusione?
È proprio così, il confine tra bene e male può essere davvero sottile, ammetto che in questo romanzo avevo ben chiara la trama fin dal principio compresa la conclusione e le motivazioni che muovevano l’assassino. Ma la perfidia della vittima mi ha permesso di giocare con tante sfumature e tanti possibili moventi.
Uno dei temi portanti del libro è il lavoro, o meglio l'ambiente lavorativo, che spesso dipingi come un luogo soffocante, pieno di ambiguità e insidie, spesso terreno di lotte di potere. Secondo te è un male tipico del nostri tempi e come tale destinato a peggiorare? C'è un modo di vivere tutto questo senza farsene sopraffare, per tuo parere personale?
Sai Maria Teresa, quando ho iniziato a lavorare diversi anni fa, il mondo del lavoro era molto diverso, non c’era la competizione che esiste oggi, i diritti dei dipendenti, duramente conquistati da anni di lotte, non venivano messi in discussione e venivano garantiti. Il lavoro era impegnativo ma i ritmi erano umani e l’ambiente lavorativo era quasi familiare.
Oggi invece è una vera giungla, c’è molto precariato e spesso il lavoratore è ricattabile proprio per questo. I tempi moderni hanno portato molte storture che impattano soprattutto sui più deboli.
Vivere questa situazione senza farsi sopraffare è possibile solo se hai un carattere forte, oppure una valvola di sfogo, come è per me la scrittura.
Sei già alle prese con la scrittura del quinto episodio? Se sì, puoi darci qualche piccola anticipazione?
Non ho ancora cominciato a scrivere il quinto episodio, dopo Il respiro dell’alba ho avuto bisogno di staccare un po’ dalla scrittura perché ero arrivata esausta alla pubblicazione, anche perché nonostante la pandemia non ho mai smesso di lavorare, quindi per ora sono ferma, se tutto va bene riprenderò a scrivere ad autunno inoltrato.
Ti chiedo, se ti va prima di chiudere, di lasciarci una citazione che ti è particolarmente cara di questo romanzo.
Una citazione che mi è cara perché la sento molto vera è la seguente:
“Ogni uomo è un mistero, non mostra mai la sua vera essenza, tiene i suoi pensieri più veri spesso chiusi in una cantina dell’anima e li mostra solo a pochi”.
Ti ringrazio per aver risposto alle mie domande e per averci fatto compagnia! In bocca al lupo per tutti i tuoi romanzi.
Grazie a te Maria Teresa e viva il lupo!
LA SOTTILE LINEA DEL MALE
Un professore universitario viene assassinato brutalmente, il suo cadavere viene ritrovato lungo il sentiero di collina dove lui abitualmente andava a correre. Il corpo e il viso massacrato a colpi di pietra. Era un uomo benvoluto da tutti e, apparentemente, senza nessuna ombra nella vita. Chi lo ha ucciso? Il professore, un uomo pieno di fascino, considerato, nel lavoro e nella vita, un maestro dalla mente eccelsa e una guida dalla volontà granitica, nascondeva però aspetti sconosciuti e ambigui. Il Commissario capo Saverio Sorace, combattuto tra le inquietudini del suo recente passato e le ansie di un amore latente, è costretto a indagare entrando nelle dinamiche sotterranee del mondo accademico, scoprendo intrighi segreti di potere di cui nessuno si accorge o finge di non vedere.
Quanto male esiste nella vita di tutti i giorni? Esistono situazioni in cui i più deboli soffrono e vengono schiacciati. Ed è tutto perfettamente legale, nessun omicidio, nessuna infrazione, solo il potere che gioca con la vita delle persone e provoca una lenta morte. E, troppo spesso, gli artefici di tutto restano impuniti nella loro gabbia di potere.
Il male può ingannare con le sue lusinghe e farci dimenticare che Lucifero era l’angelo più bello del paradiso.
In vendita (ebook o cartaceo) su: Amazon, Kobo, IBS. Disponibile anche su Apple e negli altri store online.
Tutti gli episodi della serie (Fragile come il silenzio, La linea sottile del male, L'ombra della sera, Il respiro dell'alba) sono disponibili su Amazon e negli altri store online.
Blog dell'autrice: Liberamente Giulia
grazie Maria Teresa per questa bella intervista, sono davvero felice che il romanzo ti sia piaciuto!
RispondiEliminaGrazie a te per l'approfondimento, è sempre un piacere parlare dei tuoi libri ^_^
EliminaE come si dice in questi casi: ad maiora!
RispondiEliminaGrazie di cuore Ariano!
EliminaGrazie per aver letto l'intervista, Ariano!
EliminaComplimenti a entrambe, una bella intervista che sottolinea l'importanza dell'aspetto psicologico nei libri di Giulia.
RispondiEliminaGrazie Renato, so che apprezzi molto questo aspetto!
EliminaGrazie, Renato. Io amo i romanzi che approfondiscono l'aspetto psicologico. Anche se non ho ancora letto gli altri della serie, ho l'impressione che Giulia si stia dirigendo sempre più verso questa tipologia...
EliminaSorace cresce, cresce e si moltiplica! :D
RispondiEliminaNon faccio in tempo a girarmi un attimo che Giulia esce con un nuovo romanzo, e siamo già a 4 di questa serie. Il quinto lo ambienterai negli oscuri canali sotterranei di Bologna? Secondo me, là sotto, ci si può trovare di tutto... ;)
Potrebbe essere un'idea Barbara, il problema è che soffro di claustrofobia e la sotto non ci sono mai andata...potrei sacrificarmi per la causa, se poi sopravvivo scrivo il romanzo 😉
EliminaEh, sì, Barbara, Giulia sembra essersi proprio appassionata a questa serie! Mi sa che Bologna offre parecchi spunti... ;)
EliminaMi permetto di fornire un consiglio letterario riguardo ai sotterranei di Bologna: un libro di Loriano Macchiavelli che si chiama proprio "I sotterranei di Bologna". L'ho letto un po' di tempo fa, la recensione è su Goodreads https://www.goodreads.com/review/show/1158008527 e leggendolo potrebbe dare degli spunti, ma Giulia non so se può evitarti di scendere lì sotto. Poi ci farai sapere ;-)
Elimina@mariateresa vero Maria Teresa Bologna è una città misteriosa che offre davvero molti spunti e io, ovviamente, ne approfitto!
Elimina@Renato grazie del suggerimento, ho scoperto da poco Loriano Macchiavelli, adesso sto leggendo "Strage"...andrò a leggere la tua recensione, magari mi convinco a fare un giro la sotto :)
L'attenzione alle sfumature psicologiche dei tuoi personaggi è uno dei tuoi tratti distintivi. Nei due tuoi romanzi che ho letto non ho trovato, per esempio, il Cattivo cliché, quello che compie il male soltanto per il gusto di farlo. Quando si parla di crimini, può succedere che l'assassino diventi di cartone, ma nei tuoi romanzi non è così. Complimenti, quindi! :)
RispondiEliminaTi ringrazio, mi piace molto questa tua affermazione cara Grazia. Effettivamente io non credo che il cattivo sia il male puro, ma credo abbia sempre delle sfumature che spieghino - in qualche modo- l'origine di quel male, non so se sia solo una mia illusione ma se fosse così ci sarebbe almeno una speranza per l'umanità...
EliminaCom'è vera la frase sul personaggio che è come un amico: in effetti si arriva a conoscerli talmente bene che sembrano assumere una vera consistenza, ed è bello anche quando dici che Sorace è cresciuto con te.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'ambiente accademico come set ideale per un giallo, sai che ho pensato la stessa cosa per l'Università Statale di Milano ? Si tratta di un edificio molto antico, anche se non quanto l'università di Bologna. Forse saprai che originariamente era un ospedale cinquecentesco, ed è pieno di cortili, aule, corridoi, angolini, camminamenti e raccordi moderni, dove spesso mi perdevo nel cercare un'aula o un ufficio, e non ero nemmeno l'unica! Ho pensato anche che sarebbe l'ideale per una caccia al tesoro.
Purtroppo il lavoro è diventato la sede di tutte le maggiori nevrosi, va molto male per i nostri giovani che oggi devono mendicare per fare uno stage sottopagato, mentre quando avevamo iniziato noi era tutto diverso.
Un grazie anche a Maria Teresa che ospita questo angolo letterario! :)
L'ambiente universitario è talmente variegato che può costituire il set ideale in molti ambiti, i palazzi antichi poi si prestano bene alle ambientazioni misteriose (c'è un episodio dell'ispettore Coliandro della che è ambientato nelle sale della biblioteca universitaria di Bologna).
EliminaDa quello che descrivi anche la Statale di Milano non è da meno. Purtroppo il mondo del lavoro è peggiorato sempre più negli anni, credo sia non solo a causa della crisi economica, ma proprio a una gestione poco illuminata da parte dei vertici industriali e politici, si è pensato troppo al profitto concreto senza pensare che anche il benessere di una società nel suo complesso diventa un enorme costo; ci sono state aziende che hanno delocalizzato solo per guadagnare di più, impoverendo il sistema industriale italiano per esempio, oppure aziende che hanno preferito inquinare piuttosto che investire per non farlo. Tutto questo si traduce in atteggiamenti vessatori nei confronti dei lavoratori. Esistono anche aziende illuminate, ma non sono la regola...
Grazie a te Cristina per essere passata a commentare ^_^
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