Decalogo dello scrittore felice
Foto di Alice Donovan (Unsplash) |
Scriviamo perché ci piace farlo, per la maggior parte di noi non è un lavoro ma una fonte di piacere. Eppure, non sempre la scrittura riesce a restituirci gioia, anzi a volte ci sono aspetti collegati a questa attività che ci fanno soffrire. Oltre tre anni fa scrissi questo post Voglio essere una scrittrice felice. Da allora mi sono chiesta più volte cosa significasse nel concreto per me essere felice in ambito scrittorio. Mi sono data diverse risposte che in verità sono soprattutto dei propositi, delle intenzioni, più che dei punti fermi.
Comunque, negli ultimi giorni sono tornata a pormi il problema. Scrivere mi rende felice? E soprattutto è sempre così o posso fare di meglio? Oggi vorrei condividere con voi alcuni punti che secondo me possono renderci felici (o ameno non infelici!) in questo ambito.
1) Scrivi per il piacere di raccontare
Sono sicura che tutti noi ricordiamo bene la gioia che che ci ha dato scrivere la nostra prima storia. Non è una sensazione che si possa dimenticare. Era la felicità di scrivere in modo puro, non condizionato da nulla e nessuno. Quel bisogno interiore che preme per uscire. Dovremmo tenere sempre presente questa sensazione, perché è così che dovrebbe sempre essere. Ovvero dovremmo scrivere solo per il benessere che sentiamo mentre lo facciamo.
2) Non rincorrere il successo
Ho visto nel corso degli anni passati molti autori smettere di scrivere perché delusi rispetto alle aspettative ambiziose che avevano. Si sognavano scrittori di successo e quando i riconoscimenti non sono stati all'altezza dei desideri, la scrittura ha perso slancio fino a spegnersi del tutto. Essere ambiziosi non è un male, ma dovremmo scollegare la felicità che ci dà raccontare storie e il successo dei nostri libri. Il rischio è di perdere qualcosa di molto prezioso.
Ci sarebbe poi da chiedersi cos'è il successo in questo ambito... ma magari lo farò in un'altra occasione.
3) Gioisci delle piccole soddisfazioni
4) Distaccati dall'opinione dei lettori
Desiderare dei feedback positivi è normale. Come dicevo poco tempo fa, si scrive per se stessi, si pubblica per i lettori. Eppure, dipendere dall'opinione dei lettori è un male, influenza in positivo o in negativo il nostro umore, ci distoglie dal piacere puro della scrittura.
Personalmente, per esempio, vedo che le critiche hanno un peso eccessivo rispetto ai complimenti. Ovvero non importa quante belle recensioni riceverò, perché a restarmi impressa sarà solo quella piccola recensione negativa tra le tante positive. Così non va. Vorrei mantenere la stessa distanza emotiva (di distacco) tanto dalle opinioni incoraggianti quanto da quelle demotivanti. Facile a dirsi, molto difficile a farsi.
5) Evita i confronti con altri autori
Il successo o l'insuccesso degli altri non dovrebbe condizionarci. Quante volte invece accade di sentirci depressi facendo dei confronti? Anche questa è una tendenza pericolosa, a mio avviso. Ogni autore è diverso, con una storia personale alle spalle diversa dalla nostra e un approccio differente. Non dovremmo guardare troppo ai risultati altrui né a quello che fanno gli altri, per esempio nella promozione. Dobbiamo trovare la nostra strada.
6) Non tormentarti per la pirateria
Stare a dannarsi l'anima perché ci hanno piratato il libro è una delle cose più insensate che si possa fare. Prima di tutto sono situazioni al di fuori del nostro controllo. In secondo luogo, la maggior parte di quella che chiamiamo pirateria, è in realtà un'operazione di phishing, ovvero una truffa informatica: i siti che dicono di avere un libro in realtà non ce l'hanno. Ma anche se parlassimo di reale pirateria, ovvero se il nostro ebook è davvero scaricabile gratis da qualche parte, non abbiamo alcun motivo di tormentarci per questo. Anzi, guardiamo il positivo: ci saranno più lettori in giro. E siate fieri di essere stati piratati perché non tutti lo sono.
7) Renditi impermeabile alla cattiveria e all'invidia di altri autori
8) Non fare affidamento sugli altri
Meno che mai su amici, parenti, conoscenti. Non badate alle promesse (fatte sicuramente in buona fede) di chi dice che vi leggerà, comprerà il vostro libro, vi farà pubblicità. Se ciò accadrà bene, ma non c'è davvero da rimanerci male in caso contrario.
Imparate a contare prima di tutto su voi stessi in ogni fase della scrittura e non fare troppo affidamento su nessuno.
9) Fai sempre del tuo meglio in ogni ambito della pubblicazione
Sentirci a posto con la coscienza di aver fatto il massimo che potevamo è importante nella strada per la felicità. Forse ciò che abbiamo creato non piacerà a tutti (è impossibile), ma almeno sapremo che non abbiamo trascurato nulla per renderlo un prodotto di qualità.
10) Non ossessionarti con i social
Vedo tanti autori essere iper presenti sui social, cercare in modo ossessivo di far conoscere se stessi o i propri libri. Tutto questo alla lunga è sfiancante e poco produttivo, soprattutto se questa presenza social non viene spontanea. Da tempo ho abbandonato tutti i gruppi (ne seguo con costanza solo un paio) perché mi portavano via tante di quelle energie che finivo con l'odiare Facebook. Ho tagliato molte attività e non me ne sono mai pentita. Ci sono state conseguenze sulle vendite? Nessuna. Penso che nessun autore possa essere felice con un peso sulle spalle, là dove per peso intendo sentirsi in dovere di fare qualcosa che non sentiamo nelle nostre corde.
In conclusione, come dicevo, sono ancora lontana dalla pace interiore a cui aspiro, ma spero con il tempo di ottenere tutto ciò.
E voi che ne pensate? Qual è la vostre ricetta per essere scrittori felici?
Mentre leggevo il tuo post riflettevo su cosa è stata per me la scrittura. In un certo senso mi ha salvato un po’ la vita, anche se può sembrare un’affermazione esagerata…potrei scriverci un post
RispondiEliminaQuando ho deciso di pubblicare il mio primo romanzo con Streetlib mi erano sconosciute molte dinamiche del mondo della scrittura, dei blog, dei social, lentamente ho imparato tante piccole cose.
Ho anche migliorato il mio modo di scrivere, infatti i miei primi due romanzi li ho revisionati due volte (una volta per sistemare la punteggiatura e un’altra volta per sistemare i caporali).
Scrivere dona gioia soprattutto quando da un’idea prende forma una storia intera e compiuta che va anche oltre quello che ti aspettavi. Quindi questo è molto importante ed è già un motivo sufficiente per continuare a scrivere.
Riguardo al successo, anch’io ogni tanto “sogno” di vendere tantissime copie e diventare ricca, stile Rowling, poi mi sveglio e mi faccio una risata. Diciamo che sono già contenta di vendere un po’ di copie e di avere un riscontro positivo tra i lettori.
Penso che le vendite dipendano soprattutto dal marketing che si riesce a fare, io faccio il minimo con le promo Facebook quando ho il tempo e la voglia di farlo, ma mi rendo conto che se non faccio niente i libri non si vendono da soli…
Per me è importante scrivere una bella storia (nel senso che mi fa sentire soddisfatta) e di aver dato il meglio. Poi è vero che non si può piacere a tutti.
Ultimamente mi sono staccata anch’io dai social, interagisco al minimo, solo con gli amici e con un paio di gruppi, quando ho tempo, altrimenti il rischio è proprio quello di disperdere le energie e di stressarsi e perdere il piacere della scrittura
Condivido il tuo punto di vista, Giulia. Anche per me è importante scrivere una storia che mi faccia sentire soddisfatta e cercare di concentrarmi soprattutto sul piacere di creare. I risultati in termini di vendite come dici tu dipendono sopratutto dall'impegno che ci si mette a fare promozione, fa parte del gioco. Penso anche che si siano fattori difficili da guidare, quindi alla fine l'importante è fare (come hai detto) del nostro meglio.
EliminaLa tua domanda è difficile, il tuo post interessante. Sono una scrittrice felice?
RispondiEliminaBOH.
Diciamo che l'essermi sganciata da alcuni pensieri che gravavano intorno "ai tizi che scrivono" (vedi il riuscire a definirsi scrittori, l'autopubblicarsi e via dicendo) ha cambiato le carte in tavola. Ciò che mi preme è amare ciò che scrivo, e che ciò che scrivo sia amato. Da pochi? Che peccato. Ma quei pochi ci sono, e per me è abbastanza. Scrivo, sono una scrittrice, e amo autopubblicarmi e definirmi indie (anche se prima di ogni uscita entro nel panico). Non tutti devono farselo andare bene, basta che lo facciamo io e chi mi legge. ;)
Senza dubbio è la cosa migliore da fare. A un certo punto ti rendi conto tanti discorsi non servono a nulla, se non a distoglierti dal piacere di scrivere. E quindi bisogna aggiungere un undicesimo punto nella lista: tirarsi fuori dalle polemiche (e affini) intorno a chi scrive e si autopubblica.
EliminaOttimi consigli da guru della scrittura. Me li terrò bene a mente. Sono d'accordo sull'importanza di decidere cosa sia importante oppure no, ognuno sceglie i suoi traguardi e se li raggiunge ottiene il successo, grande o piccolo che sia.
RispondiEliminaI social, per carità... io evito i commenti come la peste.
Sento sempre più parlare di questa pirateria ma non ne so proprio niente.
Fai bene a evitare i commenti sui social come la peste. Ogni tanto io cado nella trappola e incappo in polemiche assurde che mi rovinano la giornata.
EliminaSono più che d'accordo sul discorso dei traguardi, è importante porsi degli obiettivi realistici senza farci condizionare da un'idea di successo vaga.
I tuoi suggerimenti sono saggi e condivisibili, grazie Maria Teresa! Sono una scrittrice felice, anche se non scrivo quanto vorrei. Credo che il trucco stia nel non crearsi nessun genere di aspettative e di godere della scrittura per quello che è, una forma di espressione. Nient'altro. Insomma, non è difficile essere felici se ami e accetti i limiti di ciò che fai...
RispondiEliminaDici cose giustissime, Elena, senz'altro il tuo punto di vista è molto equilibrato.
EliminaNon scrivere quanto si vorrebbe è un problema purtroppo condiviso da tutti...
Brava, concordo su tutti i punti. Del resto, scrivere deve essere un piacere, così come tutti gli hobby, non un motivo per avvelenarsi la giornata.
RispondiEliminaL'unica cosa che non mi rende felice è che non scrivo quanto vorrei ( o, meglio, non scrivo narrativa quanto vorrei, in realtà per lavoro scrivo tutto il giorno), ma quello è solo colpa mia. ;)
Grazie Silvia. Esatto, trattandosi di un hobby, deve essere un piacere e non fonte di stress. Purtroppo quando si lavora con la scrittura, poi dedicarsi alla narrativa non è così facile. Anche io ho avuto il tuo problema quando scrivevo articoli, dopo non avevo più voglia di scrivere neppure una riga di altro genere...
EliminaConsigli molto saggi, che vale la pena di portare con sé e usare come faro, quando realizzarli si rivela troppo difficile. Mi hai fatto ridere con il punto dedicato alla paura della pirateria. C'è stato un periodo in cui ci pensavo anch'io, come se dietro l'angolo ci fosse davvero il cattivone pronto a rubare la mia preziosa opera d'arte... per fortuna si cresce! XD
RispondiEliminaGrazie, Grazia ^_^ Eh sì, la pirateria sembra un grosso spauracchio all'inizio. Di fatto poi pure se ci piratano a livello serio, il danno non è così grande come sembra. Alla fin fine, quello che importa è essere letti!
EliminaNon ricordo la gioia della prima storia, più che altro, qual era la prima storia? Non me lo ricordo più. Però ricordo bene la gioia dell'ultima, sabato scorso, circa ore 19.50 quando ho finalmente riletto tutto e consegnato al beta (preallertato di attendersi un testo veloce di sabato sera, ma tanto, chiusi in casa stiamo). Ho riguardato il testo, mi sono fermata bene sulla mia scena preferita, ho sospirato con gli occhi a cuoricino. Direi che ci siamo.
RispondiElimina"Il successo fa rima con cesso" diceva un mio ex collega! XD
Ci sono opinioni dei lettori e confronti con altri autori che fanno crescere, altrimenti si rischia di non migliorarsi mai, ma ovviamente dipendere dalla qualità di quello scambio. Se sono recensioni false di finti lettori-concorrenti o sono opinioni soggettive (non mi è piaciuto ma non è il mio genere... eh bravo!) o sono autori morsi dalla tarantola dell'invidia, la discussione non porta proprio a nulla, è una perdita di energia. "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
Sui social, partecipo solo a due gruppi, il NaNoWriMo Italia perché si inventano delle cose interessanti, e Peaker Writers, per avere un punto di vista differente dagli altri mercati editoriali. Ce n'era un terzo ma mi sembra un progetto arenato, era stato aperto da un professionista dell'editoria, ma affidato poi a collaboratrice esterna che non ne ha né competenze né voglia.
So che ci sono molti altri gruppi, di beta lettori, di scambio tra autori, di pubblicità delle proprie opere, e tutti a dirmi "dovresti iscriverti qui, anche lì, leggere questo, e pure quello", ma sono davvero utili? Il tempo speso torna indietro come? Quanti lettori "puri" si incontrano?
Sì, direi che puoi definirti una scrittrice felice se concludere una storia ti regala emozioni positive ^_^ Che c'è di meglio?!
EliminaSui gruppi, hai pienamente ragione. Lo scambio esiste solo in determinati gruppi dove c'è la volontà precisa di confronto e non la semplice smania di farsi pubblicità. Senz'altro i due gruppi che hai citato sono seri e vale la pena di seguirli. Per il resto, è una grande babele. Come dicevo, io ne seguo alla fin fine pochissimi con regolarità e mai per fare promozione.