Arsenio Siani presenta “I diari fasciocomunisti”
Buona domenica! Il libro protagonista della presentazione di quest'oggi è un giallo scritto da Arsenio Siani. Come sempre sarà l'autore stesso a parlarcene qui di seguito.
I diari fasciocomunisti è il mio primo giallo. Finora non avevo mai affrontato il genere come scrittore, sebbene sia un accanito lettore di libri gialli. Li adoro, per il semplice fatto di essere in grado di scavare nell'animo umano, fino a farne emergere le pulsioni e i sentimenti più nascosti come pochi altri generi.
Quando ho deciso di confrontarmi con una storia mistery come scrittore, ero indeciso su come procedere. Per tendenza caratteriale sono un esploratore e uno sperimentatore, mi piace scovare nuovi espedienti narrativi, per me la scrittura è arricchimento, innovazione, calpestare territori finora rimasti immacolati. Con i miei romanzi e i miei racconti precedenti è andata così. Ho scritto una trilogia fantasy, un romanzo di formazione, due libri dedicati al tema della violenza sulle donne, tre manuali di scrittura creativa e innumerevoli racconti. In ognuno di questi scritti ho voluto lasciare la mia inequivocabile impronta, ricercando un linguaggio e uno stile che fossero indiscutibilmente “miei”. Anche il mio primo giallo doveva essere così. “Il giallo di Arsenio”.
Mi misi al lavoro ma il mio entusiasmo fu stroncato quasi sul nascere dalle difficoltà immediatamente incontrate in ragione di cimentarsi con un genere che ha delle regole ben precise. Il giallo, forse più di ogni altro genere, rende estremamente difficoltoso per lo scrittore il compito di costruire una struttura narrativa solida e credibile che presenti al tempo stesso i canoni dell'innovazione. Per questo è molto più semplice scrivere un giallo classico, “all'inglese”. Seguendo poche e semplici regole, si può realizzare un prodotto commerciale, standard, assolutamente dignitoso. Ma non era ciò che cercavo.
Avevo in mente la storia, che ruotava sul ritrovamento, sul luogo di due delitti, di due diari, uno fascista e uno comunista, la cui interpretazione avrebbe fornito la chiave per risolvere il mistero sugli omicidi. Ma come narrarla?
Un giorno, mentre ero in libreria alla ricerca di qualcosa che mi fornisse uno spunto interessante per il mio romanzo, iniziai a sfogliare distrattamente le pagine di un libro, riposto tra gli scaffali della sezione giallo-thriller. Il titolo non mi convinceva, e il nome dell'autore era per me sconosciuto. Si trattava di “la teologia del cinghiale” di Gesuino Nemus, un autore sardo.
Ne lessi l'incipit e rimasi folgorato. Lo acquistai e mi fiondai a casa, divorai le pagine avidamente nel giro di un giorno. Avevo trovato ciò che cercavo. Una narrazione originale, che confonde fantasia e realtà.
Sulla spinta dell'intuizione regalatami da quel libro, ripresi a scrivere. Sapevo dove andare a parare. Introdussi il personaggio di uno scrittore emergente e docente di scrittura creativa che collabora alle indagini per risolvere il caso, introducendo così elementi metanarrativi e anche autobiografici (sono uno scrittore emergente e sì, anch'io sono un docente di scrittura creativa), così da poter spiazzare il lettore a ogni pagina. Colpi di scena, intrighi, le pagine che si animano come se fossero parte del vero e i fatti narrati riuscissero addirittura a trascenderla quella realtà.
Credo che “i diari fasciocomunisti” sia questo: un giallo “spiazzante”, che forse farà storcere il naso ai puristi del genere, che sarà senz'altro gradito da chi ama stupirsi e farsi stupire.
Arsenio Siani
Interessante il tema della contrapposizione politica. Continuo ad essere affascinata dalla stesura di un romanzo di genere giallo, ma non saprei come trovare quella chiave di volta che l'autore ha raccontato. Congratulazioni
RispondiEliminaIl consiglio che ti dò è di leggere il maggior numero di libri possibile, fin quando non troverai quello che ti ispirerà per iniziare la tua storia, un po' come ho fatto io.
EliminaGrazie per i complimenti
Penso che Arsenio ti abbia dato un ottimo suggerimento, Elena. Per scrivere un giallo bisogna leggerne davvero tanti, sia per acquisire alcuni meccanismi, sia perché nasca l'ispirazione giusta. Ma del resto vale per qualsiasi genere.
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