Anima di carta 13 anni dopo

 

Immagine creata con https://placeit.net/

Ben ritrovati a tutti!

Come ogni anno, di ritorno dalla pausa estiva sono qui per ricordare l'anniversario della nascita di questo blog che in questo 2022 compie 13 anni. Devo dire che essendo reduce da una estate faticosa e troppo lunga (per me, si intende), non sono in vena di riflessioni memorabili, ma sento comunque il desiderio di fare qualche considerazione.

Tredici anni fa ho scritto il mio primo post su Anima di carta e se guardo indietro a quei giorni non posso fare a meno di notare i tanti cambiamenti che ci sono stati in questo arco di tempo. Il blog mi ha dato tanto, anzi direi che sono stati i lettori a darmi moltissimo: le persone che ho incontrato strada facendo, le occasioni che si sono presentate, così come il sostegno che ho ricevuto. Nonostante tutto questo, però devo guardare la realtà, e la realtà è che sono in una fase di stanchezza e che non riesco più a vedere questo spazio con la stessa freschezza di un tempo, tanto meno con lo stesso entusiasmo. Cos'è cambiato nel frattempo?

L'entusiasmo è morto, pace all'anima sua

Se ripenso all'entusiasmo che mi animava ai tempi dei primi post, confesso che mi viene un certo magone. Perché quella passione non c'è più da tempo. Il mondo della blogosfera mi ha stancato e deluso in un modo difficile da esprimere. Se un tempo frequentavo, leggevo e commentavo centinaia di blog, oggi la maggior parte dei post mi annoia (non prendetelo subito sul personale, ho detto la maggior parte, non tutti!). Sono cambiata io? O forse è cambiato qualcosa anche nel modo in cui si blogga? Secondo me entrambe le cose. Senz'altro l'interesse da parte mia è venuto meno e ormai seguo con regolarità solo una decina di blogger, ma è anche vero che nella blogosfera ci sono stati grossi cambiamenti e che viene un po' da chiedersi se la mia stanchezza non sia più diffusa di quanto ci piaccia credere. Basti pensare ai tanti che hanno chiuso o abbandonato le loro casette virtuali...

Basta con i post tecnici!

Anima di carta è un blog nato per condividere pensieri sulla scrittura. Grazie ai post su argomenti di scrittura creativa e alle discussioni che ne seguivano con i lettori, ho elaborato moltissimi concetti e li ho fatti miei. Per me è stato davvero utile e importante. Eppure oggi quando sfioro con gli occhi da qualche parte un articolo che parla di infodump, show don't tell o tecniche varie, mi viene la nausea e passo subito oltre. Anche qui c'è stato un importante cambiamento. Oggi decisamente preferisco dedicarmi a scrivere e revisionare un romanzo invece di parlarne.

Un blog non fa acquistare lettori

C'è un altro aspetto importante di cui ho preso atto negli ultimissimi anni. Avete presente quei guru che dicono quanto sia fondamentale per un autore avere un blog o una newsletter? Ebbene, sappiate che non è così, non almeno al fine di guadagnare lettori nuovi. Un blog non fa vendere libri, se succede è un'eccezione e non la regola. Ai lettori di romanzi per esempio non interessa leggere questioni sulla scrittura, né i fatti vostri. E non hanno interesse per le newsletter (a meno che non siano davvero utili). I lettori veri acquistano e leggono un romanzo perché sono incuriositi dalla trama e se il libro è stato di loro gradimento ne comprano altri dello stesso autore. Punto. Fatevene una ragione.

In fondo, poi questa è la ragione per cui tanti blog sono abbandonati: vengono aperti con l'illusione di ricavarne tante vendite per i propri libri, per poi rendersi conto che i lettori conquistati sono una manciata. Ebbene, la verità è appunto che questo non è un buon motivo per scrivere un blog.

I lettori sono altrove

Come corollario del punto sopra, c'è da dire che in quanto autori dovremmo andare dove sono i lettori potenziali. Per esempio i social. A patto però di capire che anche lì non troverete possibili acquirenti dei vostri libri in cerchie dedicate alla scrittura, né in gruppi dove si fa spam. Anche quella (da questo punto di vista, ci tengo a precisarlo) è una perdita di tempo. Ma esistono anche gruppi dove si parla davvero di libri, dove l'interesse è autentico. E ci sono comunque le inserzioni pubblicitarie che possono raggiungere un pubblico che altrimenti non riuscireste a incontrare.

Vita vera vs vita virtuale

Sono stata una grande fan della rete e delle sue potenzialità, fin dagli esordi. Mi piaceva scambiare e-mail, chat, messaggi, ho avuto altri siti prima di questo. Ma anche per questo aspetto è cambiato molto. Dopo tanti anni è arrivata la saturazione e ho cominciato a trovare faticosi i rapporti virtuali. Spesso li ho trovati deludenti. Non vi nascondo che tante persone si sono rivelate all'occasione diverse da come me le ero figurate. Ci sono state situazioni dove la sincerità da parte mia ha fatto da filtro. Diciamocelo, in rete le persone fanno di tutto per mostrare il meglio di sé. Finché poi la maschera cade e le vedi per ciò che sono. E dunque, sto apprezzando sempre di più i rapporti veri, la vita vera. 

E poi ci sono le mille polemiche di cui sono infarciti i social (ma anche i blog). Quanto sono stancanti! Insomma, la vita è breve, io quest'anno compirò ben 53 anni e non ho proprio voglia di perdere tempo dietro cose inutili.

Ingenuità, addio

Tra i tanti cambiamenti di questi tredici anni, forse il più importante è aver perso una certa ingenuità e conseguente disponibilità. Nell'arco di questo lungo periodo ho sbattuto tante volte la testa contro situazioni che mi hanno portato molta amarezza. Troppo spesso i lettori si sono trasformati in haters. Qui ve ne potrei raccontare tante e forse un giorno lo farò. Il punto è che sono parecchio stanca di dare tutta la mia disponibilità e il mio appoggio a chi poi alla prima occasione, per invidia o chissà cosa, mi pugnala alle spalle. O se ne approfitta per i propri comodi per poi sparire allegramente. 

Il 14° anno di Anima di carta

Detto questo, sembra quasi che io voglia chiudere il blog. Ma non è così. Semplicemente non voglio più negare a me stessa il cambiamento, facendo finta di essere solo in una fase di stanchezza passeggera. La verità è che voglio dedicare più tempo alla scrittura, alla lettura, ai lettori dei miei libri, alla vita di tutti i giorni. 

Probabilmente terrò in piedi le varie rubriche per gli autori, così come i post dedicati alla promozione e ai consigli di lettura. Ogni tanto farò riflessioni su ciò che scrivo, se mi va. Ma senz'altro abbandonerò l'idea di un aggiornamento regolare a favore di una maggiore libertà.

E ora raccontatemi di voi. Siete contenti del vostro modo di vivere il blog (se ne avete uno) e la blogosfera in generale? Credete ci sia stato davvero un cambiamento generale o è solo una mia impressione?

Commenti

  1. Io sono tra quelli che hanno abbandonato il blog. La mia impressione è che i blog, in generale, siano un po' morti e che ora vadano altri tipi di scambi virtuali, forse più veloci e meno approfonditi, ahimè, ma anche questo fa parte del cambiamento. Antonella.

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    1. Sì, penso anche io che si stia andando verso altre forme di comunicazione. E' un po' triste perché un blog implica un approfondimento diverso ma temo dovremo farcene una ragione.

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  2. Intanto auguri per il compleanno del blog.
    Condivido comunque le tue impressioni. Sui post tecnici anche, non ne scrivo neanche io, anche perché alla fine finiscono gli argomenti tecnici. Mi sto buttando su riflessioni e considerazioni, e anche su un po' di polemica, perché no?
    Il blog non fa guadagnare lettori del tuo libro, è vero, ma diciamo che rappresenta un punto di incontro coi lettori potenziali e con quelli che acquisisci pubblicando.
    L'entusiasmo anche per me è andato scemando, anche perché sono nati nel frattempo altri progetti che mi hanno preso.
    Sui social il discorso è più complesso: quali social? E cosa dovresti scriverci per acquisire lettori?

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    1. Grazie, Daniele. Sì, idealmente un blog rappresenta un punto di incontro con i lettori, ma vedo che in pratica lo è solo con chi scrive a sua volta, oppure altri blogger. Per il resto (una fetta molto più grande) l'unico punto di incontro sono i social. Negli ultimi anni i lettori dei miei libri è lì che mi cercano, non qui. E neanche più di tanto sulla pagine FB, per esempio, ma mi chiedono direttamente l'amicizia sul profilo privato. Del resto conosco diversi autori che non hanno un blog e se la cavano alla grande.
      Per quanto riguarda cosa scrivere o quali social usare, in effetti il discorso è complesso. Ci rifletterò meglio e vediamo cosa ne tiro fuori...

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  3. Il cambiamento è sempre in corso, e prenderne atto con onestà, prima di tutto con se stessi, è l'unica cosa giusta da fare. Il percorso dei blogger e dei loro blog indica una tendenza precisa, anche se non priva di eccezioni. Probabilmente chi aveva meno aspettative sul blogging e/o ha scelto fin dall'inizio di dedicare al blogging un tempo limitato ha accusato meno il colpo. Anch'io sono diventata abbastanza allergica agli articoli sulle tecniche di scrittura, e cerco la massima libertà. Se però ci unisci il fatto che il tempo è limitato e l'utilità del blog quasi nulla dal punto di vista pratico, è normale fare un passo (o due) indietro. Rimane solo il fatto che il blog è una porta, o una finestra, sul mondo e sulle persone. Sono ben contenta di averti conosciuta in questo modo! Chiedere di più al blog mi sembra fuori luogo.

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    1. Sono pienamente d'accordo su tutto quello che dici, Grazia. E' importante essere consapevoli di cosa ci si aspetta e di cosa si può realisticamente ottenere. Ne va della nostra serenità. Poi una volta preso atto del cambiamento, forse si vive anche con più leggerezza il rapporto con il blog (o almeno è quello che sembra stia capitando a me).
      E comunque sì, anche io sono molto felice che i blog ci abbiano dato l'occasione per conoscerci, non è affatto poco!

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  4. Sono d'accordo sul fatto che un blog non serva ad aumentare il numero dei lettori, poiché si tratta di due tipologie di pubblico completamente differenti.
    Forse i social network possono aiutare, ma dipende.
    Ad esempio, il mio autore contemporaneo preferito, Matteo Bussola, scrive ogni giorno su Fb brevi riflessioni o cartoline di vita vissuta, che hanno un seguito enorme.
    E tanti suoi amici virtuali hanno cominciato a leggere i suoi liberi proprio incuriositi da questo.

    Comunque, buon tredicesimo compleanno al tuo blog e a ciò che verrà.

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    1. Eccomi, scusa ancora per il commento nello spam!
      Grazie di cuore per gli auguri. Sì, in effetti bisogna proprio considerare che ci sono tipologie di pubblico diverse, probabilmente non vanno mai confuse.
      Come dicevo su a Daniele, i social sono un discorso complicato e anche lì non si può mai dare nulla per scontato. Forse ognuno dovrebbe sforzarsi di trovare una sua strada.

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  5. Ciao Maria Teresa,
    tredici anni sono un grande traguardo per un blog, auguri.
    Come sai, sono un tipo poco incline al mondo virtuale e più propenso ai rapporti veri. Sarà per quello che ci troviamo bene a dialogare insieme ;-)
    Il cambiamento c'è stato, la stanchezza è ormai dilagante, ci sono troppe informazioni in rete.
    Quindi non mi riesce tanto stare sui social o nel blog, diciamo che preferisco dare giusto un mio piccolo contributo: recensioni di libri che leggo e informazioni sulle pubblicazioni delle mie storie. I lettori sono capacissimi di scovare le storie che gli interessano, chissà che prima o poi io e i miei lettori ci ritroveremo a metà strada.
    Per il resto, ogni cosa evolve, è normale che all'entusiasmo subentri una serenità d'animo.
    Normale anche che dopo aver dato nozioni e consigli di scrittura, gli "allievi" vadano per la loro strada e trovino da sé le nozioni che gli servono, magari nei propri errori.
    Quindi ti capisco, vai avanti con il blog come meglio credi, sarà comunque interessante.
    Ciao,
    Renato

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    1. Grazie per gli auguri, Renato. Immagino che sia proprio come dici, c'è troppo in rete e molti di noi sono saturi. Io sono stanca da un po' ma faticavo a prenderne coscienza. Ora posso solo sperare che paradossalmente concedermi una maggiore libertà nel bloggare mi porti anche più voglia di farlo.

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  6. Cara MT, intanto buon compleanno al tuo blog, che nonostante gli anni è fresco come un fiore! Da tempo emergono nei tuoi post la stanchezza e la disillusione che qui hai ben delineato, facendo peraltro un'analisi assolutamente condivisibile sulla noia, le persone che vanno e vengono e deludono i social ecc. Sui post tecnici credo facciano parte anche loro di una evoluzione che ci ha riguardato come scrittrici: quando smetti di parlare di qualcosa significa che l'hai assimilata e la stai utilizzando. Anche io tempo fa ho cominciato questo percorso di riflessione e consapevolezza e ho deciso di leggere e scrivere di più. Gli ultimi post sul blog sono riflessioni su di me e sul mondo che vedo. Non suscitano l'interesse dei più, le visite sono calate, ma rendono il mio rapporto con il web più autentico e sostenibile.
    Sarò felice di leggerti anche se sporadicamente. La stanchezza passa, l'entusiasmo può tornare. Magari su altri lidi e altre sponde. Chissà. Ce le racconterai? Un caro saluto

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    1. Cara Maria Teresa 13 anni sono parecchi e posso ben capire il fatto che negli anni sia scemato molto l'entusiasmo, soprattutto con le esperienze negative che hai attraversato con i lettori diventati hater o altre casistiche. Tu sei una persona disponibile e hai dato tanto attraverso il blog, io stessa ho usufruito dei tuoi preziosi consigli, ma in giro c'è gente che non ha rispetto degli altri (e approfitta della disponibilità degli altri senza contraccambiare o almeno riconoscerne il valore)oppure cova invidie e veleno. I social sono poi un covo di serpi, bisogna stare molto attenti, io limito al minimo i miei post, perché c'è sempre qualcuno pronto a fare commenti cattivi.
      Ho smesso da tempo di fare spam nei gruppi Facebook presa anch'io dalla stanchezza, mi limito ai post sulla mia pagina, uno ogni tanto, meglio non esagerare e, hai ragione, i lettori sono altrove.
      Il tempo è prezioso e bisogna dedicarlo alla vita e alle relazioni vere.
      Io vivo il blog come una sorta di vetrina sul mio mondo intimo, scrivo prevalentemente le mie riflessioni, parlo di letture, quando capita, della scrittura e del mio rapporto con essa, qualche volta anche dei miei romanzi, ma perché anch'essi fanno parte di me, non mi aspetto di vendere grazie al blog, ma se capita sono contenta ovviamente.

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    2. Grazie Elena per gli auguri e le tue parole. Mi piacerebbe compiere un percorso come il tuo, si percepisce che il tuo rapporto con il blog è molto sereno. Spero di riuscirci prima o poi. Una parte di me sente ancora il bisogno di condivisione, quindi sono sicura che avremo ancora modo di confrontarci su tante cose.

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  7. Ho scritto il mio commento in risposta a Elena...sorry

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    1. Cara Giulia, ti rispondo qui! Come anche per il blog di Elena, anche il tuo è secondo me il modo perfetto di vivere questo cambiamento. Di fatto siamo tutti stanchi delle solite cose, ma è anche bello riuscire ancora a raccontarsi e ad avere un contatto più profondo rispetto ai social.
      Per il resto, sono d'accordo con te, c'è un sacco di gente in giro che non vede l'ora di pugnalarti alle spalle. A volte mi capita di leggere certi commenti nei gruppi (non di scrittura, ma tanto cambia poco) che danno i brividi per l'acidità e la cattiveria.

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  8. Ciao MT, d'accordo su praticamente tutto...solo che per me questa fase è arrivata dopo sei anni. Vabbè.
    Al di là della scarsa utilità (ops...NULLA utilità) nell'acquisire nuovi lettori - e qui ti do ragione in pieno - ogni tanto mi va di scrivere qualche articolo su argomenti che penso possano essere d'interesse, anche se si tratta di un'illusione, viste le reazioni pressoché inesistenti.
    Ma per adesso va bene anche così, quando la vecchiaia (e ho più dei tuoi 53 anni!) me lo imporrà chiuderò la porta e spegnerò la luce.
    Ciao!

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    1. Eh, si vede che io ci sono arrivata tardi! Comunque, sì, una volta presa coscienza della vera "utilità" di questo spazio, non resta che prenderlo per ciò che è e ciò che ci dà.

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  9. Innanzitutto, buon compleblog! Tredici anni sono tanti, un premio alla perseveranza visto che, come hai osservato tu, ci sono blogger che chiudono in fretta e anche blogger, aggiungo io, che aprono blog su blog a intermittenza, senza mai proseguire almeno con uno solo.
    Ad Anima di carta io sono affezionata, è il primo blog che ho cominciato a leggere quando ho deciso di prendere sul serio la scrittura. In questi sette anni di cambiamenti ce ne sono stati, la vita è continuo cambiamento, inutile negarlo. Però io li osservo come cambiamenti personali, più che sul mondo dei blog. Sono connessa in rete dal 1996, i blog ci sono sempre stati e continueranno ad esserci. Sono migliorate le piattaforme, è aumentata la connettività globale, si sono aggiunti gli smartphone, sono arrivati i social e già ce ne stiamo allontanando. Mentre i blog, dati per morti ogni stagione, continuano ad esserci. Quella grande rivoluzione che doveva essere Second Life nel 2003 non se l'è filato nessuno. La stessa fine potrebbe fare il tanto decantato Meta. Ma sospetto che i blog saranno ancora qua.
    Poi tutto dipende dalla motivazione per cui si apre un blog, cosa si va cercando. Ci ho messo un po' ad aprire il mio, proprio perché osservano chi ne apriva uno nuovo, scriveva per qualche mese e poi scompariva nel nulla, lasciando là una narrazione a metà. No, un blog non fa "acquistare" lettori, questo l'ho capito ancora prima di aprire il mio di blog. Però un blog consente di intrecciare relazioni, meglio di quanto non si riesca via mail, via forum o via social. Se le relazioni sono buone, quelle persone diventeranno lettori, continueranno ad esserlo e diffonderanno positivamente il nome del blog. Poi non si può piacere a tutti, né nella vita reale né nella vita virtuale. Anche se io non la distinguo, per me la vita è vita e basta, e su Instagram trovate foto col mio viso struccato e sfinito dopo allenamento, senza filtri.
    Questi due anni sono stati uno spartiacque per molte persone, a livello personale e relazionale. L'ho visto non tanto sui blog di scrittura, nemmeno sui social, ma nella community internazionale che seguo, dove ho amicizie non solo virtuali (spostamenti permettendo) di diversa nazionalità, lingua, tradizione, cultura. Molte persone, per lo spavento del lockdown, per le difficoltà economiche, per il colpo psicologico avuto, hanno stravolto la loro esistenza, volontariamente. Fuori dai social per mesi, lasciato un lavoro sicuro, cambiato casa se non nazione, relazioni amorose dissolte, altre rinsaldate di colpo, amicizie ritenute solidissime svanite nel nulla. L'importanza di seguire i propri sogni.
    Del resto lo scrivi anche tu qui: "io quest'anno compirò ben 53 anni e non ho proprio voglia di perdere tempo dietro cose inutili." Quindi probabilmente hai rivisto le tue priorità, non sono più le stesse e agirai di conseguenza.
    Per conto mio, ti auguro, e mi auguro, di essere qui a leggerti tra altri tredici anni. :)

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    1. Cara Barbara perdona il ritardo, la segnalazione del tuo commento si era persa tra le mail.
      Non posso che essere felice per il tuo affetto per Anima di carta e ti ringrazio di cuore per gli auguri.
      Capisco molto bene quello che intendi, sembra proprio che i blog in qualche modo riescano a sopravvivere alle mode di Internet, magari evolvendosi. E sì, non si può negare i pregi che hanno sulla comunicazione rispetto al caos dei social o di altre strade. Anche le polemiche se vogliamo sono meno presenti. Alla fin fine è questo il motivo per cui sono ancora qui e non ho ceduto alla crisi. Per il resto, è esattamente come dici: ho rivisto le mie priorità e più che chiudere il blog (che nel bene e nel male è una parte di me) intendo tagliare via alcune dinamiche che portano via solo tempo ed energie, per poi restare con un pugno di mosche. Vedremo cosa ci riserva il futuro, speriamo di poter festeggiare il quattordicesimo anno ;) Un abbraccio e grazie ancora

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  10. Auguri per il blog! E... che dire. Non ho mai avuto un target preciso e l'ho sempre usato un po' come diario di bordo della mia vita da scrittrice, talvolta da lettrice. Sono affezionata al mio spazio ma non lo vivo con la stessa gioia dei primi tempi. Aggiorno se c'è bisogno o se ho del veleno scrittorio da sfogare. Il tuo è uno dei pochi che leggo con piacere!

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    1. Grazie Monica! Anche io sono affezionata al mio spazio, ma non è più come un tempo, proprio come te. Forse però il tuo modo è l'unico per vivere in serenità il rapporto con il blog, spero di adottare anche io questo approccio da "diario".

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