Andrea Raguzzino presenta “Un amico nei guai per Jack Rubino”

  



Buona domenica! Quest'oggi per la consueta rubrica dedicata agli autori vi propongo il romanzo giallo “Un amico nei guai per Jack Rubino”. Ci racconta di più l'autore Andrea Raguzzino.


Sinossi

New York, Hell's Kitchen, primavera del 1982.
Jack Rubino ha finalmente avviato la sua agenzia di investigazioni private, ma le cose non sono facili come si aspettava, tra squallidi incarichi a caccia di mariti fedifraghi e sensi di colpa per come è finito il rapporto con il suo mentore Pietro Camaleone.
Ma quando proprio Pietro viene arrestato per l'omicidio del rampollo di una delle più importanti famiglie di Manhattan, un omicidio che ha effettivamente commesso, solo Jack potrà aiutarlo ad uscire dai guai.
Cominciano così due giorni di serrate indagini, in cui Jack, suo malgrado, si troverà incastrato in un gioco più grande di lui, tra gangster troppo potenti per essere incriminati, poliziotti corrotti, procuratori ambiziosi e avvocati senza scrupoli.
Per pagare un debito di riconoscenza che sente di non avere ed armato solo della sua strafottenza, Jack rischierà il collo per sfidare i potenti di New York; con dalla sua parte solo un gigante tanto buono quanto violento e una giovanissima avvocata, Rubino sarà costretto a lottare per la salvezza di un vecchio amico e per l'anima di una femme fatale in un mondo corrotto e pericoloso dove i buoni non vincono mai.


“Un amico nei guai per Jack Rubino” è il mio primo romanzo; il protagonista, un detective italoamericano di New York, era però già apparso nel racconto “La grande occasione di Jack Rubino” che apriva l’antologia di racconti noir “La cattiva strada” edita nel 2020 per i tipi di Filigrana.

Ho inventato il personaggio di Jack Rubino come omaggio ai grandi autori americani del genere noir classico, da Dashiell Hammet a Raymond Chandler, aspirando a fare tesoro della loro imprescindibile lezione miscelandola con un po' di sana ironia mediterranea. Ma quel che rende Jack un personaggio a suo modo unico è il suo essere, sostanzialmente, un “buono a nulla”. Jack non ha nulla di eccezionale: è tutto fuorché un eccellente investigatore, non ha particolari doti da duro né un innato senso di giustizia né, tantomeno, un particolare rigore morale. La sua caratteristica che considero predominante è la pigrizia: ha lasciato il college perché studiare gli pesava troppo; non è riuscito a entrare in polizia perché, il giorno dell'esame, non si è svegliato in tempo. Le sue uniche doti, se così vogliamo chiamarle, sono la sfacciataggine e quel senso di sicurezza che gli deriva dall'aver vissuto una vita tutto sommato facile e dalla certezza che, comunque vadano le cose, nella villa dei genitori nel New Jersey troverà sempre un letto caldo, una piscina fresca e un pasto delizioso che lo attendono. 

Intorno al protagonista si muovono una serie di personaggi che corrispondono, chi più chi meno, a figure classiche del genere poliziesco: il poliziotto corrotto, il duro un po' tonto, l'avvocato senza scrupoli con la sua assistente ingenua, il giovane procuratore ambizioso e così via. In ognuno di loro, però, ho tentato di inserire almeno un elemento “fuori cliché” che lo rendesse, in qualche modo, sorprendete. In particolare, ho cercato di costruire personaggi femminili intensi e sfaccettati, tutti dotati di quella che considero la principale caratteristica delle donne: quella forte, incrollabile determinazione che rende le “ragazze” capaci di fare tutto quel che facciamo noi uomini, e molto di più, benché siano sottoposte a pressioni, preconcetti e difficoltà spesso molto maggiori.

La storia si svolge nella primavera del 1982 per una specifica necessità narrativa; ho infatti ritenuto che Jack dovesse muoversi in un contesto sostanzialmente pre-digitale, così da non offrirgli la possibilità di assumere le informazioni tramite la rete informatica. Volevo che Jack dovesse “consumare le suole delle scarpe” nelle sue indagini, senza avere la possibilità di trarre informazioni semplicemente “chiedendole a Google”. Mi è poi sembrato necessario ambientare la storia in un'epoca in cui fosse possibile fumare all'interno dei locali e degli uffici pubblici. Jack ha sempre una “bionda” in bocca o a portata di mano, e sia lui che gli altri personaggi fumano in ogni dove e in ogni situazione.
La New York in cui si muovono i personaggi del romanzo è sostanzialmente fittizia. Benché frutto della mia fantasia, deve molto a due fonti principali: i fumetti di Devil scritti e disegnati da Frank Miller e David Mazzucchelli e la Manhattan di quel caposaldo della serialità televisiva che è Law & Order.

Andrea Raguzzino


Incipit

Martedì 25 maggio 1982. 11:45 a. m.

Mentre quel mattino si faceva la barba, Jack Rubino si rese conto, non senza un pizzico di sollievo, che il volto che vedeva nello specchio gli suscitava solo un moderato disprezzo.
Ebbe il tempo di pensare a quanto pare è vero che il tempo aggiusta tutto, prima che il trillo del telefono lo costringesse a sciacquarsi la faccia.
«Pronto?», rispose burbero.
Era sua madre. Come sarebbe bello il mondo se prima di rispondere si potesse sapere chi è che chiama, pensò Jack già rassegnato a una lunga conversazione.

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