Come evitare gli spiegoni finali?

Foto di Andrea Piacquadio (Pexels)

Nelle ultime settimane ho latitato più del solito in rete, sia su questo blog che nella blogosfera in generale. La verità è che oltre alle mille cose di cui mi sto occupando, a tenermi impegnatissima ci sono soprattutto i capitoli finali del nuovo romanzo. Benché ogni storia abbia le sue difficoltà, devo dire che questa in particolare mi ha creato un sacco di problemi sul finale. Ho messo in campo così tanti elementi che riuscire a sbrogliarli tutti non è stato affatto facile.

A questo proposito, mi sono sorte molte riflessioni sui cosiddetti spiegoni finali, che secondo me sono un vero tallone d'Achille per chi scrive gialli e thriller. 

Cos'è uno spiegone?

Ce lo spiega molto bene il sito Una parola al giorno, chiarendo che...

Quando si racconta, spiegare può essere pericoloso: spiegazioni troppo esplicite, didascaliche, che spiattellano ciò che dovrebbe con naturalezza emergere dalle vicende e dagli scambi, così come spiegazioni che interrompono la dinamica dell’intreccio per rifare il punto, per presentare qualcosa ricaduto fuori dalla trama narrata, rompono l’incantesimo. E tali sono gli spiegoni.

Ho sempre letto moltissimi gialli e thriller e la parte che ho sempre detestato di più è proprio quella dei capitoli finali in cui l'autore si sente in dovere di spiegare in modo esageratamente dettagliato il piano criminoso del cattivo o tutto ciò che è successo nella trama, nel caso il lettore non l'avesse capito. Sono parti lunghe e noiose, che spesso tolgono ogni voglia di leggere e mettono una gran fretta di arrivare all'ultima pagina.

Il problema contrario

Se la prolissità delle spiegazioni risulta pesante, d'altra parte è altrettanto antipatico lasciare il lettore nella totale incertezza o nell'ambiguità. Dopo capitoli e capitoli in cui la tensione è stata alta e ci siamo identificati con i protagonisti, è più che lecito aspettarsi un chiarimento sui fatti. Mi vengono in mente alcuni romanzi in cui questo chiarimento non c'è mai stato e sono rimasta lì all'ultima pagina a chiedermi cosa fosse successo.

Capita anche di leggere romanzi lunghetti, in cui molti punti interrogativi non vengono nemmeno risolti o in cui strada facendo vengono dimenticati alcuni elementi, così da lasciare irrisolti diversi aspetti. Anche questo mi sembra fortemente sbagliato, benché un pizzico di ambiguità secondo me sia auspicabile.

Non dare spiegazioni in momenti cruciali

La prima cosa da evitare secondo me è dare spiegazioni durante il climax. Avete presente la classica scena dell'antagonista che con una risata malvagia espone tutto il suo piano? Ecco, oltre a essere ormai un escamotage super abusato per fare informazioni al lettore, è anche un esempio di come si interrompe la suspense proprio là dove dovrebbe essere altissima. 

Nella realtà, non succederebbe di sicuro! Quindi, innanzi tutto manteniamo un po' di realismo evitando di affidare ai cattivi le spiegazioni o di smorzare la tensione in momenti in cui dovrebbe essere altissima.

La scelta del momento delle spiegazioni è fondamentale. Prima del climax toglierebbe tensione, dopo è senz'altro meglio, ovvero nella fase dello scioglimento, la più adatta.

Ridurre al minimo le spiegazioni

Credo che sia fondamentale spiegare sì, ma riducendo al minimo questa parte. Ovvero cercare di capire cosa è davvero necessario per non lasciare il lettore confuso. Non è facile, anzi spesso è una vera sfida. Di sicuro per evitare di scivolare nello spiegone di cui sopra, si deve dare fiducia al lettore, evitare di considerarlo un bambino un po' tonto a cui ripetere le cose mille volte. I lettori di oggi sono molto smaliziati, non hanno bisogno che serviamo loro tutto su un piatto d'argento.

Seminare indizi

Una cosa su cui ho riflettuto mentre scrivevo il mio finale è questo: se abbiamo bisogno di così tante spiegazioni forse la trama non contiene abbastanza indizi disseminati lungo i capitoli per portare il lettore a capire da solo determinati fatti. Il giusto bilanciamento del dire e non dire, dovrebbe condurre chi legge a farsi domande, a intuire fatti, a essere depistato, ma comunque a trovare poi le spiegazioni finali logiche e credibili.

I dubbi mi sono venuti soprattutto perché di recente ho letto un romanzo che pur essendo scorrevole e accattivante, inciampa proprio su questo punto. Il thriller in questione è Il tormento del diavolo di Mark Edwards. Proprio durante il climax l'autore si affannava a convincere il lettore delle motivazioni dell'antagonista, in un modo che ho trovato ridicolo. Il tutto probabilmente per sorprendere il lettore con un improbabile colpevole. Davvero da evitare una mossa del genere, a mio avviso.

Come vi rapportate con le spiegazioni finali? Odiate gli spiegoni quanto me? Come li evitate?

Commenti

  1. Credo anch’io che sia necessario seminare degli “indizi” nel corso del romanzo, in modo che il lettore si diverta a provare a individuare il colpevole. Alla fine la spiegazione deve essere data in modo “soft” senza un eccesso di dettagli per non annoiare il lettore.
    Per quanto mi riguarda sono facilitata dal fatto che nei miei romanzi gialli c’è un poliziotto o un profiler che spiega il perché di certe dinamiche (dopo il climax) e quindi è un po’ più semplice inserire la spiegazione di quello che era rimasto in sospeso o era potenzialmente poco chiaro…

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    1. In effetti la polizia che dà spiegazioni dopo il climax è un ottimo modo per dare informazioni senza risultare pedanti. Per il resto, è sempre una sfida riuscire a dire e non dire durante lo sviluppo, con la paura che il lettore capisca troppo presto o che al contrario si confonda. Ma è il bello di scrivere gialli ;)

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  2. sono d'accordo con te, non è mai facile ma... ci sono alcuni autori come Jeffery Deaver, che ogni tot di pagine... si mette a fare elenco di tutto... quando lo leggo e arrivo in queste pagine, le salto e proseguo lettura...

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    1. Mamma mia, davvero? Non conosco questo autore ma non sembra una buona idea fare l'elenco di tutto. La tentazione di riassumere però la capisco, ce l'ho anche io spesso...

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  3. Un classico sempreverde è il protagonista che ad un certo punto della vicenda rinviene un diario, una lettera oppure più di recente un video nel quale vengono raccontati i punti ancora oscuri. Ma alla fine anche questo è una sorta di spiego e.

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    1. Vero, anche questo è un buon escamotage. La verità è che il momento delle spiegazioni è proprio inevitabile :)

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  4. Lo spiegone finale di solito guasta il sapore che rimane in bocca per un po' dopo che hai letto una buona storia. Davvero conviene fare di tutto per evitarlo il più possibile, e forse, come dici tu, equilibrare bene le informazioni fornite in precedenza è la soluzione.

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    1. Sì, sembra incredibile ma basta poco per guastare il sapore di una storia. E' una faccenda delicata ma vale la pena di prestare molta attenzione ed evitare scivoloni.

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  5. Adoro questo tipo di post! E' sempre interessante vedere cosa si nasconde dietro un libro e le tecniche di scrittura più utilizzate :)

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    1. Mi fa piacere, Nicole, grazie per il tuo apprezzamento! Un caro saluto :)

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  6. Peggio dello spiegone finale, c'è lo spiegone finale che non regge. :D
    Ho letto un romanzo erotico pseudo thriller simil fantasy (non so che altra definizione dargli) poco tempo fa e per tutta la lettura continuavo a chiedermi "dove vuole andare a parare??" formulando le ipotesi più assurde sulla base degli indizi. Quando è arrivato lo spiegone finale, una perdita di memoria settoriale, solo di alcuni mesi e alcune persone della propria esistenza, con la colpa di parenti e amici nel mantenere il segreto, non mi ha convinto. In un paese piccolo una tale bugia non potrebbe reggere per anni, prima o poi un estraneo al cerchio della menzogna tira fuori la verità, specie poi se il personaggio lavora in un luogo pubblico. Uno spiegone finale che non regge, ma che ha convinto un editore big... eh!

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  7. (Argh, avevo commentato dal cell stamattina ma non è entrato...)
    Peggio degli spiegoni finali, ci sono gli spiegoni finali che non reggono. Ho letto poco tempo fa un romanzo erotico pseudo thriller forse fantasy (non so che altra definizione dargli) e per tutto il tempo, cercando di mettere insieme gli indizi discordanti, non ho fatto altro che chiedermi dove volesse andare a parare l'autrice. Poteva essere un thriller, con questo uomo misterioso spuntato dal nulla, ma anche un fantasy, se era un altro angelo "caduto" e disperato. Quando sono giunta allo spiegone finale, un'amnesia settoriale del personaggio mantenuta con il sotterfugio da amici e parenti tutti, non mi ha convinto per niente. Specie perché l'ambientazione era in un paese piccolo e il personaggio lavorava in un luogo pubblico, dove è impossibile che per anni non ci sia nessuno che spiffera l'arcano. Però ha convinto un editore big, e poi di conseguenza anche i lettori...

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    1. Non so spiegarmi perché entrambi i commenti erano finiti nello spam!
      Anche a me è capitato di leggere spiegoni finali che non spiegavano proprio niente. Mi danno l'idea che l'autore non avesse la minima idea di come giustificare la trama e quindi tirasse in ballo assurdità che non reggevano. Non è per niente facile far quadrare tutto ed evitare questi penosi finali.
      La trama che hai descritto mi ha ricordato un romanzo letto tempo fa, ma non ricordo neanche il titolo. Chissà che non fosse lo stesso!

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  8. Il problema forse sta nel fatto che se si seminano certi indizi c'è il rischio che vengano recepiti fin troppo e quindi alla fine non c'è la sorpresa. Oppure gli indizi sono così subdoli che non vengono recepiti e dunque è come se non ci fossero e alla fine devono essere spiegati. Ma forse il problema alla base di tutto è proprio la necessità di stupire, per cui più arzigogolato è il piano criminoso e più sarà la sorpresa sull'identità. Però è una cosa fastidiosa. L'ho sempre poco sopportata anche nei classiconni alla Agatha Christie, dove l'assassino è quello che meno si ipotizzava perché per quella persona sarebbe stato troppo difficile compiere il delitto e dunque il delitto stesso diventa di una macchinazione assurda!

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    1. Sono pienamente d'accordo con te. Devo dire che pur avendo letto quasi l'intera produzione di A. Christie, non ho mai amato quei finali contorti con macchinazioni al limite del ridicolo. Tipo gemelli che spuntano fuori all'improvviso. E senza dubbio dici il vero, quando parli di una necessità di stupire a tutti i costi. Il fatto è che i lettori di oggi sono piuttosto smaliziati e intuitivi, quindi l'autore cerca in ogni modo il colpo di scena, con pessimi risultati. Alla fine, la sfida è trovare un giusto equilibrio tra il seminare troppi indizi e non farlo per niente.

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