Si può scrivere più velocemente?

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Hai finito questo romanzo a tempo di record!

Qualche giorno fa mi hanno detto questa frase, a proposito della mia ultima creatura (che ora è passata nelle mani dei beta reader), e devo dire che era un'osservazione molto azzeccata. Contrariamente al solito, infatti, non mi sono serviti tempi tempi biblici per partorire questa storia, ma circa nove mesi. Forse per qualche autore potrà sembrare tanto, ma considerate che per Come un dio immortale ci sono voluti quindici anni, per Bagliori nel buio quattro anni, per Tra l'ombra e l'anima circa due anni, e per Sarò il nostro segreto un annetto. Quindi i miei tempi di scrittura stanno in effetti migliorando in maniera graduale.

Nel notare questo progresso, mi sono anche chiesta se è possibile fare di meglio, ovvero dare un'ulteriore accelerata alla mia scrittura. Vi siete mai posti questa domanda, ovvero: potrei scrivere più velocemente, rispetto ai miei standard?

Il tempo fisiologico per scrivere una storia

Vedo in giro tanti autori prolifici, che sfornano romanzi a ripetizione. Ammiro questa capacità, però sono anche consapevole che non tutto si può scrivere in poco tempo. 

Prima di tutto, va considerato il lavoro di documentazione indispensabile per alcuni generi. Nel mio caso specifico, non arrivo alla mole di ricerche obbligatoria per i romanzi storici, ma comunque mi servono parecchie informazioni per garantire una certa precisione. Per esempio nel mio ultimo romanzo ho fatto parecchie ricerche nell'ambito della psichiatra e altre ancora sulle procedure di polizia. Anche se alla fine ho inserito solo una piccola parte di ciò che ho appreso, è servito molto tempo per questo lavoro.

Ancora, c'è un tempo perché la storia si sviluppi nella testa, affinché la trama maturi nel modo appropriato e i personaggi prendano forma. Un tempo di gestazione, per così dire, che varia di volta in volta, anche a seconda della complessità dell'intreccio e dei passaggi che servono per renderlo sulla carta. Non credo si possa ridurre questo tempo, a meno di peggiorare la qualità del prodotto finale (cosa che non voglio).

Come accelerare i tempi della scrittura?

Facendo riferimento alla mia esperienza, posso elencare alcuni fattori che mi sono stati utili per ridurre i tempi della creazione di un romanzo. Probabilmente si tratta di elementi relativi, ma chissà che non siano validi anche per altri.

Recuperare tempo durante la giornata

Non ho tempo per scrivere! Lo sento dire in continuazione da aspiranti autori. Senz'altro il fattore tempo è fondamentale per scrivere un romanzo. I miei miglioramenti sono dovuti tra l'altro al fatto che all'epoca della mia scrittura biblica (nel senso che ci mettevo anni e anni per completare un libro), lavoravo a tempo pieno, e ora non più. Quindi sì, ho oggettivamente più ore da dedicare a quest'attività, però in realtà non basta. Quanto tempo si perde durante la giornata? Lo si spreca in modi di cui non siamo neppure coscienti.

Se vogliamo dedicare più tempo alla scrittura, abbiamo bisogno di individuare questi sprechi ed eventualmente sacrificare qualche attività che ci interessa di meno. Il modo per ritagliarsi del tempo c'è, basta volerlo.

Costanza nel dedicarsi alla storia

Rispetto al passato, in cui mi prendevo molte pause dalla scrittura, negli ultimi anni ho imparato a non lasciare mai andare del tutto la storia, a non perdere la connessione con i personaggi. In pratica questo significa che a parte qualche sporadica giornata in cui non scrivo, il resto dei giorni dedico sempre un minimo di spazio al romanzo che sto scrivendo. Magari non si tratta sempre di scrivere concretamente il testo, ma solo di pensarci. Questo è utilissimo, perché se ci stacca troppo, riprendere il filo è faticoso e comporta una perdita di tempo. A volte, per farlo occorre vincere la pigrizia o la tendenza a rimandare, ma vale la pena di adottare una certa disciplina.

Avere un metodo di lavoro

Non importa quale, tanto meno importa se è un metodo ortodosso (ovvero di quelli suggeriti da editor e manuali di scrittura creativa). L'importante è aver un proprio metodo per creare la storia. Io per esempio non sono una pianificatrice, la mia storia procede passo passo mentre la scrivo. Questo potrebbe essere uno svantaggio rispetto alla velocità di scrittura, ma di recente ho capito che se adotto un mio sistema per procedere, non ho bisogno di una progettazione a monte. Parte di questo mio metodo è fare degli schemi cronologici e tanto, tantissimo brainstorming. Si tratta alla fine di un metodo come un altro, che però per me funziona. Penso che sia davvero fondamentale trovare delle procedure che ci aiutino a sviluppare un romanzo, perché scrivere in modo disorganizzato comporta un enorme spreco di tempo (ed energie).

Eliminare le distrazioni

Questo è un aspetto su cui ho ancora molto da lavorare. Le distrazioni durante le sessioni di scrittura sono ancora troppe, a cominciare dai social e dalla rete in generale. Però so che è un fattore importante per ridurre i tempi della scrittura. Quanti minuti buttiamo scorrendo la home di Facebook? Troppi in ogni caso.

Coltivare l'esperienza

Infine, ma non ultima in importanza, è l'esperienza. Se per me c'è stato un progresso, lo devo soprattutto al fatto di aver già scritto altri libri. Acquistare dimestichezza con la creazione di trame e personaggi, aiuta tantissimo, così come la pratica nella scrittura dei testi e nelle correzioni. L'esperienza non si può rimpiazzare in alcun modo, questa è la verità. In fondo, è come l'allenamento fisico negli sport. Quindi scrivere, scrivere, scrivere per velocizzare la scrittura.

Si può fare di meglio?

Ora però mi chiedo se è possibile ridurre ulteriormente i tempi e come farlo. Di fatto, non posso tagliare determinate attività (come documentazione, schemi, ecc.) né dedicare più tempo alla scrittura di quanto faccio attualmente, a meno di sacrificare cose necessarie. E quindi? Come scrivere un romanzo in tempi più rapidi?

Giro la domanda a voi.

Commenti

  1. Intanto complimenti per la tua nuova fatica! Io come te ho tempi lunghi di gestazione, a volte sento proprio che la testa non ce la fa e mi viene un rifiuto alla scrittura, una sorta di blocco dello scrittore. È dura da togliere e a volte nemmeno la costanza fa qualcosa. Penso però che chi voglia scrivere davvero, il tempo lo trova. Bastano anche due pagine al giorno tutti i giorni. A fine anno qualcosa esce :)

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    1. Grazie, Emanuela!
      Capisco quello che vuoi dire, ci sono anche per me dei periodi in cui provo un vero e proprio rifiuto. Forse è la stanchezza in problema, soprattutto quando si scrive a pieno ritmo. In questi casi l'unica cosa da fare è fermarsi e portare pazienza :)

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  2. Mi ritrovo in diversi tuoi punti, per me uno dei cardini è la costanza, credo sia proprio importante non staccarsi mai troppo dalla storia. Mi è capitato di recente di concedermi una lunga pausa dopo la scrittura dell'ultimo romanzo ed è stato molto più faticoso riprendere a scrivere. Altra questione importante le distrazioni, i social sono una vera croce, negli ultimi tempi ho ridotto molto il tempo che vi dedico, ho quasi smesso di pubblicare post nei gruppi di facebook, mi sono resa conto che era un'attività che mi toglieva tante energie, quindi se posso evito, mi limito al minimo indispensabile come leggere e commentare i post dei miei amici più stretti (i tuoi per esempio ci sono). Avere un metodo è importante, io ho il mio che è abbastanza improvvisato ma funziona per me (non ci crederai ma ogni volta scrivo le idee su dei post it e fogli sparsi che consulto al momento prima di riprendere a scrivere...se le metto in ordine non funziona, mah...). Comunque ogni romanzo ha i suoi tempi, se è necessario documentarsi quel tempo è fondamentale, pero a volte ho iniziato a scrivere mentre la storia era ancora in incubazione e qualche volta ho accelerato i tempi, altre volte invece mi sono fermata per riprendere dopo un po' di necessario rodaggio.
    L'esperienza però aiuta parecchio

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    1. Ma lo sai che hai io ho l'abitudine di prendere appunti su fogli sparsi? è una specie di mania anche per me! Quindi sì, ognuno ha i suoi metodi e anche i suoi tempi.
      Il discorso dei social lo capisco bene, ahimè si perde tanto di quel tempo anche solo a scorrere i post... ma è difficile non farsi fagocitare e così le distrazioni sono sempre dietro l'angolo.

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  3. I tuoi progressi dicono già che l'esperienza ti sta guidando nella giusta direzione. Forse è quella la chiave, anche per la velocità: restare sul sentiero e lasciare che tutto si ottimizzi per gradi. L'interruzione è sicuramente un danno, anche se ci sono periodi in cui non si riesce davvero a scrivere. Quando si riprende la storia la si trova "fredda"; a volte mi serve rileggere tutto il già scritto prima di proseguire.

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    1. Esatto, vale anche per me. E' fin troppo facile che la storia si raffreddi e poi per riprendere confidenza serve rileggere, ripensarci e così via. D'altra parte ogni tanto è pure necessario fare delle pause...

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  4. Di sicuro l'esperienza aiuta, più scrivi - e più romanzi scrivi - e più aumenta la sicurezza e la scioltezza anche. Ma credo non possa essere una legge, perché la velocità di dipende da troppi fattori: magari una storia ti impegna di più per vari motivi, magari la scrivi quando vivi periodi che non ti permettono molta concentrazione.
    Io quindi dico che si può scrivere più velocemente solo dal punto di vista della padronanza dell'arte della scrittura e delle aumentate capacità organizzative.

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    1. Vero, tutto dipende anche dalla storia e da altri fattori. Riuscire ad organizzarsi aiuta molto, ma poi bisogna anche vedere quanto rapidamente si riesca a sviluppare una specifica trama.

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  5. Si può scrivere più velocemente lasciando perdere altro.
    Vale la legge della Fisica "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" anche per l'uso del proprio tempo. Per cui si può scrivere più velocemente, impegnando più tempo condensato alla scrittura, senza riprendere continuamente il lavoro dopo lunghi periodi di stacco, proprio come hai detto tu. Poi se è vero che hai scritto velocemente un romanzo, è anche vero che sul blog hai scritto di meno, lasciando più spazio alle presentazioni dei romanzi di altri e, di fatto, riducendo lo scambio con i lettori.
    Sono scelte, del resto ci sono anche scrittori che non hanno affatto un blog e vivono lo stesso (beati loro! XD )
    Personalmente pago lo scotto di aver cambiato lavoro, e con il nuovo contratto CCNL Commercio, essere senza permessi per i primi 4 anni. Una bella tegola, perché non mi si concedono nemmeno permessi non retribuiti (ne ho fatto richiesta eh, ma niente). Il risultato è che ho tagliato qualsiasi spreco, shopping per primo, telefonate per seconde (con le email si fa prima), sui social solo per motivi di blog o di allenamento, progetti in partenza rifiutati, un sacco di no a molte persone che non comprendono il mio affanno. Quasi quasi devo ringraziare la pandemia, perché certi no li hanno dettati i vari DPCM, togliendomi dall'imbarazzo.
    Temo che per la scrittura dovrò attendere altri 3 anni, o un nuovo lavoro... Nel frattempo cerco di non perdere l'allenamento con i racconti.

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    1. Certo, è sempre una questione di priorità. Sul blog ho scritto di meno ma non perché volessi dedicare più tempo alla scrittura per una scelta consapevole. La verità è che da almeno due anni non sento più il trasporto di un tempo e di questo ne ho parlato varie volte con rammarico.
      D'altra parte, lo scambio con i lettori (dei miei libri) si è spostato altrove e per ora mi va bene così. Questo blog ha avuto altre funzioni, visto che è rivolto soprattutto a chi scrive e non a chi legge.
      Il lavoro invece può essere un vero ostacolo per una scrittura costante, non solo per una questione di tempo ma soprattutto di energie mentali che porta via. Ti auguro comunque di poter trovare sempre uno spazio per allenarti, almeno con i racconti.

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