Roberto Conti presenta “Benvenuti a Morascone”



Roberto Conti è l'autore della settimana per la rubrica dedicata alle presentazioni di libri. Il romanzo che ci propone si intitola “Benvenuti a Morascone”. Vediamo insieme di cosa si tratta. 


Sinossi

Un piccolo paese di campagna, i suoi abitanti ed un'improbabile combinazione di eventi. Dodici storie tragicomiche che si intrecciano a formare un'unica trama; una singolare analisi del quotidiano destinata a cambiare regolarmente il suo punto di vista. Una storia che non risparmia nessuno, che non fa distinzione di genere ed accetta il medesimo trattamento da parte del lettore.

“C’è sempre un modo alternativo di vedere le cose, farsi un’idea ben precisa su qualcuno o qualcosa non ci permette comunque di escludere un diverso punto di vista. L’opinione altrui, anche se radicalmente in contrasto con la nostra, non è detto che sia sbagliata.” 


“Benvenuti a Morascone” è un romanzo ambientato nella Pianura Padana. Lo scenario che ho scelto è quello del tipico paesello da cento anime, abbandonato in qualche modo a sé stesso, tra risaie, nebbia, campi e boschi. I personaggi sono apparentemente molti, anche se in realtà, con lo scorrere delle pagine e come del resto accade in tutti i piccoli paesi, ci si rende conto siano sempre gli stessi. Il risultato che ho voluto ottenere è quello di una sorta di crescente familiarità che rende al lettore il quadro generale, capitolo dopo capitolo, sempre più chiaro. Ho quindi pensato che focalizzare l’intero scenario all’interno di un ristretto arco temporale sarebbe stato più efficace, più diretto e quindi più d’impatto; tutto ruota infatti intorno alla medesima giornata, intervallata da sporadici flashback più o meno distanti nel tempo. L’anima di questo romanzo prende vita dalla mia instancabile passione per l’immaginare improbabili meccanismi e combinazioni capaci di dominare celatamente la scena quotidiana; le situazioni proposte spaziano quindi dallo statico, al dinamico, al prevedibile sino all’estremamente improbabile, ma sempre e comunque possibili e reali. 
Questo romanzo rappresenta in realtà per me tante cose. Innanzitutto è un singolare gioco d’incastri che si snoda in una linea temporale mai diritta, così come la si potrebbe immaginare. Vuole essere anche divertente, sì perché l’obiettivo comprende l’affrontare temi per lo più scomodi ed in questo caso la nota ironica si rivela di grande aiuto ed efficacia. È un umorismo nero il mio, che “va giù con l’accetta”, come si suol dire, che non risparmia nessuno e non fa alcuna distinzione di genere. È sufficiente osservarne la copertina per farsi un’idea, il titolo ironicamente accogliente è completamente in contrasto con l’immagine di un posto in cui nessuno vorrebbe mai andare. L’idea mi è sembrata sposarsi quindi bene con una realtà disagiata, come potrebbe essere quella di un paese localizzato in mezzo al nulla, in cui la vita quotidiana non riserva grandi gentilezze né opportunità ed in cui troppo spesso la realtà si presenta come un muro sbattuto in faccia. Da qui la terza sfida, la scelta di un lessico crudo, rapido, anche volgare, qualcosa in grado di filare via diritto come uno sparo. È chiaro che al contempo non si possano ignorare completamente le principali regole di grammatica, ortografia e registro; l’equilibrio è inevitabilmente sottile perché il risultato deve essere infatti anche leggibile ed apprezzabile per la maggior parte dei destinatari. Non da ultimo ho cercato di far riflettere il lettore sull’eventualità di un diverso punto di vista, puntando ancora una volta sul quotidiano, all’interno di situazioni che apparentemente non meritano importanza. Trasmettere questo messaggio è stato per me un esercizio estremamente stimolante, così come l’idea di poter smontare un’opinione semplicemente mostrando al lettore il medesimo avvenimento da un’angolazione completamente nuova ed imprevedibile. Le persone sono diverse, diverso è il loro ruolo sociale, così come diverse sono le loro priorità, i loro valori, i loro obiettivi ed i loro desideri. Mai come in questo periodo storico ci si può rendere conto di come inconsciamente si abbia la presunzione di stare dalla parte della ragione, dando all’opinione altrui un’importanza di fatto minore. Tecnicamente il romanzo si sviluppa in dodici principali storie, apparentemente slegate tra loro, ma di fatto facenti parte di un’unica trama. Ogni storia ha un suo protagonista, a volte più di uno, il quale è inevitabilmente destinato a raccontare il medesimo scenario attraverso i suoi occhi. Il lessico quindi cambia, così come le prese di posizione, le azioni e le conclusioni che se ne traggono. Quando ho steso la prima bozza del testo, mi sono reso conto che sarei stato molto più efficace se fossi riuscito in qualche modo a fotografare i tanti aspetti che danno vita ad una realtà ostica, semplice, ma anche complicata come quella di Morascone. La somma delle tante istantanee mi ha portato ad ottenere il risultato che volevo, una generale e soddisfacente visione d’insieme, in grado di mostrare al contempo una zoomata fedele del particolare. Credo fortemente nel valore del dettaglio, volevo che ogni piccolo particolare, ogni personaggio, ogni situazione, rappresentasse in qualche modo l’accesso ad un altro mondo.

Roberto Conti

Incipit

Nella bassa c’è una nebbia che pare la Transilvania. 
Del resto si sa, a novembre il tempo fa schifo.
“Pronto? Prontoo!? Oh, Chendo ...mi senti!?”
Cinque secondi di silenzio, poi la risposta secca dall’altra parte della cornetta.
“Sì.”
“Allora? Esci o no stasera?”
Serve qualche altro istante per ricevere la medesima risposta. Identica, monotona, priva di interpretazione. Sembra un messaggio registrato.


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Commenti

  1. Il testo, così presentato dall'autore, mi sembra già una buona garanzia di qualità. Inserisco in lista letture e vi ringrazio.

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    1. Mi fa piacere che hai trovato qualcosa di tuo interesse! Grazie per essere passata ^_^

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