Emanuele Marconi presenta “Il sette di cuori”

 


Buona domenica, amici! Oggi è mio ospite lo scrittore Emanuele Marconi per presentare il suo romanzo “Il sette di cuori”.


Sinossi

Un ragazzo psicopatico che urla frasi rivoluzionarie inneggianti la libertà a Milano Centrale, il cadavere di un giovane ritrovato nei pressi dei binari di una ferrovia toscana, un misterioso treno che viaggia per l’Italia. L’astuto giornalista Marco Ledogli intuisce che la realtà è diversa da come appare, ma non sa quanto oscure possano essere le trame – economiche, politiche, societarie – di chi agisce nell’ombra. Un thriller avvincente, un mystery, un gioco letterario che scorre a doppio binario tra passato e futuro, in una riflessione sul tempo, sui grandi cambiamenti, sulla libertà, sulla manipolazione mediatica, sul confine tra reale e illusorio, in un confronto tra tutto quello che si può cambiare e quello che, invece, deve rimanere immutabile: la verità dei sentimenti.

Agosto 2027, Milano Centrale, piazza Duca d’Aosta. Un capannello di persone si forma attorno a un giovane squilibrato che urla a squarciagola frasi apparentemente senza senso, inneggianti la libertà e la necessità di una rivoluzione contro la schiavitù moderna, contro i poteri forti, contro gli oscuri cospiratori e manipolatori di menti. Sembrano le assurde grida di uno psicopatico, ma l’ultima frase che pronuncia prima di essere trascinato via dalla Polizia non lascia indifferente un giornalista che assiste fortuitamente all’episodio.

Marco Ledogli, persona dall’inattaccabile senso etico e dall’indomabile sete di verità, occasionalmente a Milano per seguire un fatto di cronaca nera circa la misteriosa morte di una studentessa in gita scolastica, intuisce che dietro le parole folli del ragazzo si nasconde una conoscenza storica approfondita: sono infatti frasi appartenenti a esponenti politici del periodo della Rivoluzione francese.

Spinto dall’intuito, si mette sulle tracce del giovane e comincia a indagare, ma è quando viene trovato il cadavere di un ragazzo nei pressi dei binari di una ferrovia toscana che i dubbi diventano tormento: i due fatti sono inevitabilmente correlati. A unirli, un misterioso treno…

Spalleggiato dal nipote Leonardo, incuriosito e sentimentalmente legato al caso per via di un amore sfuggito e di un passato immodificabile, si inoltrerà quindi in un’inchiesta che lo porterà a insinuarsi nelle pieghe del reale e a confrontarsi con le oscure trame – economiche, politiche, societarie – di chi agisce nell’ombra, protetto dalla luce accecante dell’illusorietà.

Il Sette di Cuori – La carta rivolta è un’indagine giornalistica, un mystery, più propriamente un thriller, ambientato in un futuro che, ancor più che prossimo, appare imminente, o forse già in transito. È un’avvincente storia di finzione che trae le sue mosse dalla realtà che tutti i giorni viviamo per spingersi fino a un avvenire possibile quanto inquietante. Soprattutto, è un gioco letterario che intende far riflettere sul concetto di libertà, sul senso delle rivoluzioni – tra spinta al cambiamento e violenta autodistruzione –, sulla manipolazione mediatica, sulla ricerca della verità nascosta dietro l’apparenza, sulla differenza tra ciò che è reale e ciò che è finto, sul fascino pericoloso della tecnologia, sullo scorrere del tempo – tra rimpianti del passato e sguardo al futuro –, sui grandi punti di svolta nella Storia e sulla possibilità di incidere nel nostro tempo presente. In sostanza, su tutto ciò che riguarda il cambiamento e su ciò che, invece, deve rimanere immutabile: la verità dei sentimenti.

Emanuele Marconi

Incipit

La linea gialla era lì, ferma, immobile, rassicurante e disturbatrice allo stesso tempo.
Rassicurante perché, arretrando e mantenendone la distanza – come la voce programmata e un po’ metallica diffusa tramite gli amplificatori sonori della stazione aveva appena raccomandato – permetteva di porsi al sicuro e di attendere l’arrivo del treno con la dovuta cautela e la tranquillità che naturalmente scaturisce dalla riduzione dei rischi.
Disturbatrice perché, prima o poi, va scavalcata, calpestata, superata. Una volta giunto in banchina il treno, è inutile, perfino assurdo, mantenere le distanze e stare fermi.
O si procede o ci si allontana.
Avanti o indietro.

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Commenti

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