Come cerco di vincere la crisi di fine libro

Foto di Andrea Piacquadio (Pexels)


Accade ogni volta, quando scrivo una storia: arrivata a un certo punto, arriva una crisi. Per qualche misterioso motivo, più o meno prima del climax comincio ad arrancare fino a chiedermi se riuscirò davvero a finire di scrivere quel romanzo. 

E infatti è accaduto anche questa volta con il libro che sto scrivendo. Ero partita in quarta pochi giorni dopo aver terminato il precedente, per proseguire senza interruzioni. I personaggi avevano tanto da dire, la trama scorreva liscia. Ma arrivata al momento di tirare le fila e approdare ai capitoli più importanti, ovvero climax e conclusione, sono ripiombata nell'incertezza e nella paura di non farcela a dare un degno finale al tutto. 

Il fatto che non sia nuova a questo problema, che come dicevo all'inizio si verifica puntuale a ogni romanzo, non mi ha aiutato affatto. Ovvero, si potrebbe pensare che dopo cinque libri portati a termine, al sesto sia più facile superare gli intoppi, ma non è stato così. Ricordo di aver scritto anche altri post in proposito, in cui mi lamentavo della stessa crisi, in particolare 20 motivi per cui non riesci a finire il tuo romanzo

Credo che in tutto questo entrino in gioco soprattutto fattori emotivi, come la  paura di non farcela, di non essere all'altezza, l'ansia per il dopo, nonché il fatto che scrivere i capitoli più importanti di un romanzo sia oggettivamente impegnativo.

Come venirne fuori? Diciamo che nel corso del tempo ho messo a punto alcune strategie per superare questa fase difficile, strategie che sto usando anche questa volta.

Rileggere tutto quello che ho scritto

Sono convinta che questo metodo dia dei risultati solo se ci si immerge nella lettura in un tempo breve, senza soffermarsi sulle correzioni del testo (se poi saltano all'occhio...) ma cercando di rileggere pagina dopo pagina in pochi giorni o anche meno se possibile (ovviamente dipende dagli impegni e dalla lunghezza del romanzo). Occorre rileggere la storia con un occhio da lettore, un po' come si fa nella prima fase della revisione, per farsi un'idea d'insieme della trama e recuperare lo slancio per riprendere a scrivere i capitoli più importanti.

Stilare una cronologia temporale degli eventi

Se non lo avete ancora fatto, può essere il momento giusto per mettersi a tavolino e ripercorrere le fila degli eventi raccontati nel corso del romanzo. A me aiuta fare tutto questo mentre scrivo. Ovvero compilo un elenco di ciò che accade nel libro, sia nell'ordine con cui presento le scene, sia in quello temporale, cioè una timeline vera e propria. Perché farlo? Trovo che sia un modo utile per arrivare ai capitoli finali con le idee ben chiare, senza disperdersi in fatti irrilevanti.

Compilare un elenco di domande

Un altro elenco davvero molto utile in questa fase finale è secondo me quello delle domande che sono venute fuori nel corso del romanzo. Soprattutto è importante verificare se ci sono questioni  a cui non abbiamo dato risposta e di cui dovremo ricordarci nei capitoli finali. Questo per quanto mi riguarda è un sistema infallibile per individuare i punti chiave che vanno ripresi. Dal climax in poi è infatti necessario riannodare tutti i fili, ma sopratutto far sì che i personaggi affrontino le questioni che hanno dato il via al conflitto principale. Se non è stato fatto prima (chi pianifica capitolo per capitolo forse non ha questo problema), è arrivato il momento di mettere a fuoco questo aspetto prima di metterlo nero su bianco.

Parlarne con qualcuno

In passato, ho avuto modo di chiacchierare con alcune persone mentre ero in crisi da finale. Non parlo solo di scrittori o editor, ma anche semplici lettori. A volte questo confronto aiuta a schiarirsi le idee o semplicemente a riprendere fiducia. Devo ammettere però che non lo faccio spesso, perché non mi piace dare anticipazioni a chi poi leggerà il libro. Ma se non siete troppo riservati con le vostre storie, può essere un ottimo metodo.

Chiedere ai personaggi

Non prendetemi per matta. A me è capitato nei momenti di crisi nera, quando proprio non sapevo come andare avanti con una storia, di immaginare un colloquio con i personaggi del romanzo, durante il quale chiedevo loro di spiegarmi le motivazioni delle loro azioni, i loro scopi, cosa temevano e così via. Una specie di intervista di approfondimento. Ebbene, di solito i personaggi sanno molto bene come stanno le cose e possono darci una spinta notevole a terminare un libro. Provare per credere!

Altre cose importanti per arrivare alla fine

Qualcuno sostiene che se si è in un'impasse con la scrittura, sarebbe meglio pensare ad altro per un po', prendersi una pausa. Io invece credo che durante la delicata fase del finale, sospendere la scrittura sia deleterio, perché ci allontana dall'atmosfera del romanzo. Oltre tutto, non serve allo scopo. Dunque, consiglio di non smettere di occuparsi del libro, anzi cercare di restare sintonizzati sulla storia. Non è detto che dobbiamo scrivere per forza tutti i giorni, può essere sufficiente anche solo pensarci.

Inoltre, leggere altri romanzi può aiutare per darci la giusta spinta a completare il nostro. C'è chi dice di avere poco tempo quando scrive il finale di una storia e quindi smette di leggere altri libri, ma nutrire la scrittura è quanto mai importante proprio in questa fase.

Infine, riguardo alla paura di non essere all'altezza, tutto quello che possiamo fare è auto infonderci un po' di fiducia, non smettere di credere nella storia e nella nostra capacità di darle una degna conclusione. Bisogna poi prendere atto che i capitoli che conducono alla fine sono difficili da scrivere e che occorre molta più concentrazione rispetto al resto. Prendiamoci dunque tutto il tempo che serve. 
Magari ne occorrerà di più di quanto avevamo preventivato, ma non è proprio il momento di arrendersi.

Soffrite anche voi della crisi di fine libro? Raccontatemi come la superate!

Commenti

  1. Ne soffro anch'io e, in genere, la supero rileggendo tutto il pregresso e stilando una scaletta, per punti, dei capitoli che rimangono.
    Poi lascio che il tempo faccia il resto... In genere, in 2 o 3 settimane la crisi passa e arrivo alla fine senza intoppi.

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    1. Allora hai più o meno il mio stesso metodo ^_^
      Sto cercando anche io di rileggere tutto e capire quanti capitoli mi servono per arrivare al finale. Ma ancora non mi sento molto sicura, forse serve effettivamente che il tempo faccia il suo corso.

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  2. In un certo senso no, perché di solito parto dalla scena finale e poi mi chiedo come fare per arrivarci (più o meno il contrario del tuo caso). In caso di crisi, lascio passare del tempo e poi - siccome la mente lavora anche quando sei a riposo - poi arriva la soluzione. Insomma, niente di tragico, solo dare tempo a i neuroni di mettersi d'accordo!

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    1. Sì, capisco che vuoi dire, a volte l'inconscio lavora al posto nostro. Io in realtà conosco già la scena finale (almeno in questo caso), ma come arrivarci non mi è ancora tanto chiaro, purtroppo :(

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  3. Mi é capitato un paio di volte e ho risolto rileggendo tutto e leggendo altri libri, in effetti anche per me leggere aiuta molto a scrivere.
    Ho avuto meno problemi quando partivo già con una chiara idea del finale fin dalle prime righe, è molto più semplice perché so già dove voglio arrivare.
    In questo momento però ho la crisi di inizio libro, ho ripreso a scrivere una storia ma sono un po’ bloccata, troppe idee e nessuna mi convince davvero...

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    1. Eh sì, le crisi possono capitare anche all'inizio. Penso che il problema sia proprio che nessuna idea ti convince davvero, vedrai che appena scatta l'idea giusta poi andrai liscia come l'olio.

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  4. Anche se non vivo la difficoltà allo stesso modo, ne soffro anch'io. Non rallento, però; invece mi affretto... ed è peggio. Non è volontario, solo quando arrivo nei pressi del climax mi viene da far precipitare tutto in poche pagine, tentazione cui non soccombo più come una volta, perché poi si fa più complicata la revisione; del resto la revisione serve anche a questo. Sospendere il lavoro, assolutamente no. La pietanza si raffredda, e non arrivano illuminazioni dal nulla, in quella fase.

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    1. Grazia scusami, ti avevo risposto ma vedo solo ora che il blog si è mangiato il commento.
      Ti dicevo che la tentazione di accelerare la scrittura sul finale ce l'ho anche io, arrivo a un punto che vorrei chiudere e passare ad altro, soprattutto quando un romanzo mi ha portato via molto tempo. Senza dubbio la revisione poi aiuta a capire dove abbiamo velocizzato troppo. Mi sa che è un problema che hanno in tanti, a giudicare da tanti finali affrettati che leggo in giro (non i tuoi, eh!).

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  5. Ho avuto problemi in uno dei capitoli del climax, perché avevo una traccia vaga di cosa avrebbe dovuto accadere, ma di fatto non riuscivo ad andare oltre le due pagine che avevo scritto. Sono stato fermo quasi 3 mesi.
    Infine ho avuto un'intuizione, ci ho ragionato sopra, ho creato una scaletta e alla fine ho scritto il capitolo.
    Anche per me è deleterio sospendere la scrittura. Nei capitoli precedenti, quando li ho riletti per riflettere su come continuare la storia, ho inserito qualche commento a lato ogni volta che trovavo lacune o passi da ampliare e approfondire.

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    1. In effetti il problema spesso è proprio quello che hai descritto, ovvero la traccia è troppo vaga. Menomale che poi ti è arrivata un'intuizione, benedette intuizioni!
      Anche io faccio come te, prendo appunti al lato quando rileggo. Secondo me è fondamentale non smettere di riflettere sulla storia, anche senza scrivere nulla.

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  6. Mi succede spesso, il finale è una delle cose più complesse, non tanto perché non sono sicura di saper raccontare cosa succede ma perché vorrei che quelle ultime parole rimanessero impresse e facessero scendere l'eventuale lacrimuccia o un sorriso nel lettore. A volte mi blocco e lo lascio lì, in attesa che arrivino i vocali giusti, altre lo butto giù e poi lo rilavoro fino a che le emozioni non sbocciano.
    Tosta, tostissima, in entrambi i casi.

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    1. Sì, è davvero un momento tosto. A volte tocca tornarci più volte finché l'effetto è proprio quello giusto, come hai detto te bisognerebbe lasciare un'emozione nel lettore. E niente, ci vuole pazienza ^_^

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  7. Ecco perché scrivo (ancora) racconti! Almeno questa fase dura di meno! :D
    Quando ho di questi blocchi, io mi alleno. Non qualcosa di complicato che mi impegni il cervello a seguire e capire l'allenamento in sé, ma una camminata veloce, una mezz'oretta in cyclette, una corsetta. Ossigeno il cervello, scarico lo stress e mentre vado sto già elaborando delle soluzioni.
    E torno alla scrivania un po' più rilassata.

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    1. Allenarsi fisicamente è di sicuro un metodo ottimo! Immagino che qualsiasi attività che svuoti la mente sia utilissima in questa fase, soprattutto per evitare di ossessionarsi senza alcun risultato. Io devo ancora trovare un'attività che faccia altrettanto, ma ci sto provando ^_^

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  8. La parte finale di un libro é un po' come l'ultimo miglio di un maratoneta: sai che il traguardo è vicino, ma la mente rischia di essere appannata e senti che le forze ti stanno abbandonando, mentre tu vorresti tagliarlo in pompa magna, magari con un bello sprint. Potresti fermarti, riprendere fiato e riacquistare lucidità, ma temi di non ritrovare più il ritmo, oppure costringi il tuo fisico ad andare avanti per completare la tua corsa prima possibile, anche se arriverai stremato e sulle ginocchia. La scelta è personale, ma sinceramente ho verificato che tutte le volte che ho affrettato un capitolo non ne è uscito nulla di buono, tanto più il finale (e io lavoro suddividendo i capitoli...). Se l'ho fatto è stato più per fermare un'idea, su cui poi ho dovuto tornare a lavorare. L'importante è cogliere l'ispirazione quando passa, capire che è quella giusta, non lasciarcela sfuggire. Non deve fare paura il tempo. Stai realizzando un'opera che qualcuno leggerà, uno o mille non importa. Il tuo lettore non saprà mai quanta fatica hai fatto per concludere il romanzo, ma giudicherà quello che legge per come è. E io voglio che lui veda la fine del romanzo come il maratoneta che arriva al traguardo con bella andatura e le braccia al cielo, anche se per riuscirci dovessi avere fatto il percorso più volte.

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    1. Grazie per la tua testimonianza, Luciano. Concordo in pieno con il tuo paragone che è molto appropriato per descrivere ciò che si prova in questa fase. E soprattutto sono d'accordo sul fatto che affrettare i tempi non è utile, anzi. Anche a me in passato è capitato di smaniare dalla voglia di tagliare il traguardo, per poi accorgermi che il finale era da rifare!

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