Blog tour: Un giorno, sempre – “I personaggi e il punto di vista” di Giovanni Venturi
Oggi per la prima volta ospito qui su Anima di carta un blog tour e ne sono molto felice.
L'occasione mi è data dal nuovissimo romanzo di Giovanni Venturi, scrittore e blogger, che ha iniziato da poco un giro di presentazioni per la rete per la sua ultima creatura (che ho in corso di lettura proprio in questi giorni). Sentiamo insieme cosa ha da raccontarci su Un giorno, sempre e sulla serie di romanzi di cui fa parte.
I personaggi e il punto di vista
Scrivendo, durante le varie fasi che permettono a un romanzo di passare da una bozza a un testo pronto per essere pubblicato, irrimediabilmente ci si affeziona al protagonista.
La cosa che mi piace, raccontando di Andrea, Giulia, Francesco, Gianluca, è che diventa come un grande film, dove una telecamera si sposta da un punto all’altro dello spazio e del tempo e dove l’obiettivo riprende i personaggi da una angolazione diversa in ogni libro e, per quanto si creda di conoscerli bene, accade sempre di aggiungere un pezzo, piccolo o grande che sia, che li rende unici e li fa scoprire ancora di più, magari mettendo anche in discussione se stessi e la propria storia pregressa agli occhi del lettore.
Nel primo volume de “Le parole confondono” ho presentato Andrea Marini attraverso le vicende che lo portano da Napoli a Milano. Andrea è un ragazzo insicuro che ha bisogno di qualcuno che gli faccia strada, che lo consigli, e trova questa persona nel suo migliore amico Francesco, ma nel loro rapporto ci sono cose che Andrea non ha detto a Francesco e viceversa. Sono cose anche gravi che possono mettere in discussione il loro rapporto di amicizia dopo anni.
Nel secondo volume, “Certe incertezze”, la famosa telecamera col suo diverso obiettivo per ogni personaggio diventa Francesco Sacco, un ragazzo anche troppo sicuro di sé, un po’ spaccone, ma che nasconde molti segreti nella sua anima, ha una storia travagliata che lo ha spinto a crescere molto in fretta.
Questa telecamera ha il pregio di entrare nella testa del personaggio narrante, ma ha l’ovvia limitazione che tutto viene filtrato da quel punto di vista.
La percezione che si ha di Francesco quando è Andrea che ce ne parla nel primo volume è quasi errata, molto diversa da quella del Francesco reale che si vede nel secondo volume, e Andrea e Francesco sono ancora da scoprire quando è Giulia che ce ne parla ne “I motivi segreti dell’amore” dove i rapporti tra i tre amici si infittiscono, dove ci sono i ricordi della protagonista del terzo volume, i ricordi e gli eventi del presente.
E la percezione di Francesco viene ulteriormente corretta in “Un giorno, sempre”, dove sarà Gianluca a parlare di sé e di Francesco, mostrandoci un Francesco ancora diverso rispetto a quanto si ricordava rispetto al volume tre. Francesco, un amico che Gianluca non vede da quattro anni, ma a cui è sempre stato molto legato.
E la percezione di Francesco viene ulteriormente corretta in “Un giorno, sempre”, dove sarà Gianluca a parlare di sé e di Francesco, mostrandoci un Francesco ancora diverso rispetto a quanto si ricordava rispetto al volume tre. Francesco, un amico che Gianluca non vede da quattro anni, ma a cui è sempre stato molto legato.
È in questo modo che mi sono spinto a creare i vari testi, buttando basi solide su quella che è la storia personale di chi racconta i fatti in quel momento – e ramificando sempre di più i legami con quelli che sono stati i protagonisti degli altri libri, chiaramente con l’idea di non creare ripetizioni, ma di esplorare sempre di più l’animo umano e le possibilità illimitate che il cambio del punto di vista offre nella narrativa.
In effetti ho legato molto con ciascun personaggio al punto che quando ogni storia termina li conosco sempre meglio e mi pare di avere ancora tante cose da dire, nascono idee su come rimetterli insieme in un nuovo capitolo de “Le parole confondono”.
Se pensate che tutto termini col quarto volume, non è così. Abbiamo ancora qualcuno che ci racconterà di Andrea, Giulia e Francesco, con eventi inediti della loro vita. Nel quinto, al momento in corso di scrittura, sono tornato al principio. Sono partito dal personaggio fulcro di tutto, ovvero Andrea Marini, ma non l’Andrea Marini del primo volume, per quanto presente in quel libro, quanto piuttosto da suo nonno. In modo che la prospettiva cambia ancora una volta e, stavolta, tantissimo.
Non riesco a immaginare di mettere la parola fine a “Le parole confondono”, per quanto un giorno sarà proprio così. Eppure non so nemmeno se il quinto volume sarà mai pubblicato, potrei anche continuare a scrivere ma rinunciare del tutto a pubblicare.
E tu hai letto almeno uno dei libri de “Le parole confondono”?
Giovanni Venturi
Sinossi
L’estate a Napoli è la stagione delle stagioni: giunge sempre prima, le giornate diventano ricche di colori, di luce, di sogni e di sorprese. È in un giorno troppo caldo di maggio che Gianluca incontra Francesco; non si vedono da quattro anni ma lui ricorda bene il periodo in cui l’amico lo ha aiutato.
Tornano le forti sensazioni di allora, e i sentimenti d’amore per Francesco, quelli che ha sempre represso, riprendono a invadergli il cuore. È spaventato come lo era allora: non vuole permettere al dolore di riemergere, e non può perdere la preziosa amicizia ritrovata dopo così tanto, perché l’emozione che Gianluca credeva sopita torna ancora una volta a chiedere attenzione, un’attenzione che stavolta dovrà essere assoluta. Quarto volume della serie “Le parole confondono”, può leggersi come romanzo a sé stante, anche se si consiglia la lettura di “Un giorno, sempre” dopo “Le parole confondono”, “Certe incertezze” e “I motivi segreti dell’amore”. |
L'autore
Ingegnere Informatico che usa/ama/odia Linux. Windows lo ha abbandonato 15 anni fa, una notte che era stanco di soffrire per vedere un banale DVD mentre il sistema si riavviava di continuo sempre nella stessa scena del film. Esprime emozioni viscerali, forti, molto emotive, cambia spesso idea, vorrebbe pubblicare per un grande editore, ma dati i fatti che si verificano quotidianamente crede che la miglior cosa sia scrivere per non pubblicare, come il pittore pazzo del film “Il mistero di Bellavista”, di Luciano De Crescenzo, l’arte non si vende, ma si distrugge. Dice continuamente di voler smettere di scrivere e di lasciarlo fare a chi lo sa fare meglio, ma poi si imbatte in pessime storie trovate in libreria e si redime, torna a scrivere e poi se ne pente di nuovo. In bilico tra amore e odio per la scrittura ha pubblicato 8 racconti per un editore romano, senza pagare nulla, e un capitolo di un romanzo a più mani. E, a luglio del 2012, pochi mesi prima della fine del mondo, il suo primo e-book indipendente. Sarà l’ultimo? Provate a chiederglielo ;)
Sito: Giovanni Venturi
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Io ho letto Certe incertezze, ma di Giovanni ho letto anche Sai correre forte, il suo sguardo sul mondo è sempre molto di impatto.
RispondiEliminaMi sembra un modo interessante e originale per strutturare la storia e svilupparla in una serie. Prendo nota dei titoli, non si sa mai. :)
RispondiElimina@Giulia e @Grazia
RispondiEliminaGrazie per aver letto il post anche da parte di Giovanni che ha problemi a commentare.
Posso confermarvi che Giovanni scrive benissimo e ha una grande capacità di creare un intero mondo con i suoi personaggi, sempre molti accurati e sfaccettati a livello psicologico.
Ma guarda guarda, è il momento dei blog tour! Molto interessante questa presentazione, mi piace la trama e soprattutto adoro il modo in cui l'autore si è presentato.
RispondiEliminaOriginale. Bravi a entrambi
Grazie Elena, anche da parte di Giovanni che ha problemi con i commenti. Vero, è proprio il momento dei blog tour, evviva! :D
EliminaQuindi ogni romanzo della serie è scritto in prima persona di un personaggio, e spostandoci da un romanzo all'altro riusciamo a vederne le diverse sfaccettature, pur rimanendo all'interno della stessa "corale". Mi vengono in mente alcune fiction di fine anni '90, dove ogni puntata era proprio dedicata ad un personaggio, pur andando avanti nella storia complessiva ("Il bello delle donne" era uno di quelli preferiti da mia madre, se ben ricordo) :)
RispondiEliminaMi ricordo pure io "Il bello delle donne", accidenti sono proprio vecchia allora :O
EliminaIn effetti l'idea di spostare la prospettiva è intrigante e permette un certo approfondimento psicologico.