Consigli di lettura - Blackout e All clear di Connie Willis


Quest'oggi il mio consiglio di lettura raccoglie insieme due libri che in realtà costituiscono un unico romanzo. Per volere dell'autrice infatti la storia è stata suddivisa in due parti. Una scelta che personalmente non mi fa impazzire, anche perché alla fine del primo tomo c'è una troncatura secca, ma capisco che si tratta di un romanzo poderoso per numero di pagine che avrebbe potuto spaventare i lettori. Tra primo e secondo libro sono infatti circa 1500 pagine.

Vi dico subito che aspettavo con molta trepidazione questo romanzo, praticamente erano anni che volevo leggerlo (in Italia non si decidevano a farlo uscire) e avevo anche accarezzato l'idea di acquistare l'edizione inglese, ma già dando un'occhiata all'anteprima mi sono resa conto che era impensabile dato il mio livello della lingua. Perché tanta ansia? Ebbene, dovete sapere che Blackout e All clear sono l'ideale continuazione di L'anno del contagio della stessa autrice, libro quest'ultimo che ho amato moltissimo, tanto da leggerlo due volte. Ne ho parlato un paio di anni fa in questo post: La perfezione non è tutto in un romanzo.

Blackout e All clear sono le due parti un romanzo a metà tra fantascienza e romanzo storico che affronta il tema dei viaggi nel tempo (tema che io ho sempre adorato), ma mentre in L'anno del contagio si parlava di Medioevo e in particolare degli anni della peste nera, in questo altro romanzo viene affrontato il periodo storico della seconda guerra mondiale in Inghilterra.

È il 2060 e i viaggi del tempo sono una realtà. Nell'università di Oxford vengono organizzati con regolarità spedizioni nel passato in cui gli storici vanno in osservazione di specifici periodi, a patto che non apportino cambiamenti tali da sconvolgere e alterare gli eventi. In particolare, tre storici partono per esplorare momenti della seconda guerra mondiale in Inghilterra ma per una serie di imprevisti e complicazioni non riescono più a fare ritorno nel loro tempo. La storia riguarda essenzialmente questi tre personaggi (prima singolarmente poi insieme) che cercano disperatamente di trovare un modo per tornare al presente e allo stesso tempo di non creare scompigli nel tempo che stanno visitando, soprattutto interagendo con i contemporanei. (Per la trama più dettagliata, guardate il box in fondo).

Come mi era successo già per L'anno del contagio (e per altre opere di Connie Willis), anche questo romanzo mi ha provocato emozioni contrastanti. Da una parte infatti è impossibile non rilevare i tanti difetti del romanzo, a cominciare dal numero esorbitante di pagine. Tante, troppe rispetto alla trama. Ci sono poi ripetizioni infinite degli stessi concetti, i personaggi ribadiscono mille volte le stesse idee e impressioni. Direi che c'è una prolissità generale fastidiosa, anche nel comportamento ossessivo dei personaggi, che corrono a destra e a manca in preda a preoccupazioni varie, senza in realtà fare nulla rispetto alla loro missione. In altri casi poi si comportano in modo irritante nascondendo informazioni cruciali agli altri personaggi o arrivando a mentire in modo infantile. 

Altro difetto è forse che in tantissime pagine l'autrice non ha mai approfondito psicologicamente  nessuno dei protagonisti, che rimangono in sostanza figure con personalità un po' superficiali. Il loro unico stato d'animo infatti sembra essere l'ansia.

C'è da dire che tanti aspetti di questo romanzo non si capiscono fino alla fine (per esempio alcuni capitoli lì per lì sembrano messi per caso), ma vale la pena di arrivare in fondo per avere un quadro generale. Negli ultimi capitoli tutto si riallaccia e assume un senso.

Nonostante le pecche oggettive, è un romanzo che ti assorbe completamente, lo cominci a leggere e non puoi evitare di divorarlo quasi in modo compulsivo. Almeno per me è stato così. Di fatto pur parlando di guerra, bombardamenti, distruzione, razionamento, rifugi antiaerei e così via, il romanzo è molto scorrevole e mai pesante. Ti sembra di immergerti in quegli anni, di vivere in pieno quella realtà.

Di fantascienza in verità c'è molto poco, si tratta in fin dei conti sopratutto di un romanzo storico sugli anni Quaranta, ma questo in verità non è un difetto, anzi. Nonostante io non impazzisca per i romanzi storici, ho trovato affascinante lo spirito dell'epoca che trapela in tutto il romanzo. Siamo in un momento difficilissimo, gli inglesi si ritrovano a fronteggiare l'assalto di Hitler, ma lo fanno con coraggio, determinazione, capacità di adattamento, qualità che si respirano in maniera tangibile in ogni pagina. Ho apprezzato tanto lo spirito combattivo dei contemporanei (più che degli storici) e ci sono stati passaggi del libro che mi hanno davvero emozionato.

Aggiungo che questo romanzo ha vinto ben due premi prestigiosi, il Nebula e l'Hugo. E il motivo c'è, credetemi.

In conclusione, pur nei suoi oggettivi difetti, Blackout e All clear di Connie Willis sono pienamente promossi. A patto che leggiate di seguito i due libri, perché non sono separabili. E a patto che non vi facciate spaventare dalla mole di pagine!


Trama

Blackout (parte I)
Oxford, Inghilterra 2060. Tre esperti di viaggi nel tempo si preparano a tornare in momenti diversi della Seconda guerra mondiale. La missione: osservare, da un punto di vista "sicuro", la vita quotidiana in un periodo storico critico. Quindi dall'evacuazione di Dunkerque agli orrori del blitz su Londra. Peccato che qualcosa vada storto e gli osservatori si trovino intrappolati nel flusso della storia, costretti a partecipare agli eventi che determineranno un'intera epoca e tutto il nostro futuro.
All Clear (parte II)
Michael Davies, Merope Ward e Polly Churchill sono i tre storici di Oxford che dal 2060 sono rimasti intrappolati nell'Inghilterra della Seconda guerra mondiale. Tornando nel 1940 dovevano essere semplici osservatori della storia, invece piccole discrepanze nella documentazione sembrano indicare che in qualche modo hanno influenzato il passato, cambiando l'esito della guerra e smentendo la convinzione che il passato possa essere osservato ma mai alterato. Nel frattempo a Oxford, nel 2060, il supervisore del progetto cerca di ritrovare i tre aghi nel pagliaio della Storia...
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Commenti

  1. È un periodo che faccio fatica a tollerare i romanzi lunghi, questo poi che é diviso in due parti mi creerebbe qualche ulteriore problema, chissà magari più avanti, tra l’altro un romanzo che parla di guerra in questo momento mi crea un po’ di angoscia...Giulia Mancini (non riesco a commentare con il mio account Google, ultimamente non so cosa succede 😧)

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    1. Guarda, la parte della guerra non è affatto angosciante. Anzi, ti sembrerà assurdo ma io ho trovato molto rasserenante (proprio perché viviamo questi tempi) leggere come gli inglesi hanno affrontato con coraggio certe situazioni. Le persone nonostante i bombardamenti continui, si sforzavano di vivere normalmente, le ragazze andavano a ballare, per esempio, e ognuno prendeva ciò che c'era di buono da ogni giorno e cercava di aiutare gli altri. Magari è tutta fiction, però è una lezione che a me ha rincuorato molto.

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    2. Allora potrei pensarci, vediamo se riesco. Sono alle prese con un paio di letture difficili poi vedrò.

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  2. Però prendo nota chissà 😀 Giulia

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  3. Oh, lo segnalo ad un amico appassionato di Urania (se per caso si è perso l'uscita, in genere però lui prende i cartacei in edicola, questi sono solo digitali?) Al di là della trama - nemmeno io impazzisco per i romanzi storici e Outlander è l'unica eccezione che conferma la regola - è importante quello che sottolinei: nonostante i difetti che tu hai evidenziato, riconoscendoli, questo romanzo ti ha preso e non sei riuscita a smettere di leggere. Ecco, secondo me è proprio questo il segnale che la storia funziona, che il romanzo è stato scritto bene. Nonostante i difetti. :)

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    1. Io ho cercato a lungo il cartaceo ma non l'ho trovato, evidentemente c'è solo al momento dell'uscita e poi se lo perdi lo compri usato o in ebook.
      Comunque sì, hai pienamente ragione. Una storia funziona quando non puoi smettere di leggere. Altre volte mi è capitato di incontrare romanzi magari scritti bene, ma che di fatto faticavo a leggere. Pure vero che tutto è molto soggettivo!

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