Sono sempre stato un vorace lettore, il libro ha rappresentato per me una forma di svago, di apprendimento, un mondo nel quale tuffarsi per uscirne più completi e arricchiti. Il libro è sempre stato un fedele compagno di viaggio.
Ai tempi dell'università, complici i lunghi viaggi in treno, un libro mi aiutava a rilassarmi e proiettarmi in mondi, tempi e situazioni diverse. Una volta a casa poi, altri libri, stavolta universitari, deputati all'acquisizione del sapere.
Ho sempre avuto questa duplice visione del libro: pillola di cultura ma anche grande forma di evasione grazie alla fantasia, alle storie di cui innamorarsi.
E così nel tempo ho fuso questi due aspetti e ho alternato alle letture dei grandi classici quello delle biografie e autobiografie, soddisfacendo così la curiosità sulla psicologia in generale e quella dei grandi uomini in particolare, oltre a periodi storici ben definiti.
Non nomino autori preferiti perché l'elenco sarebbe lunghissimo.
Da qualche anno al piacere delle lettura si è accompagnato anche quello della scrittura. Prima con brevi racconti che, a mano a mano, si sono estesi per dare più ampio respiro alle storie e finendo quindi con i romanzi.
Attualmente ho pubblicato tre libri e quello di cui parlo qui è il mio primo romanzo, ora ripubblicato sul Kindle di Amazon.
Il giorno prima delle nozze:la gelosia della stabilità, è a metà strada tra un saggio e un romanzo.
Analizzo, infatti, i cambiamenti degli ultimi trent'anni visti attraverso gli occhi di due fratelli che sono in lite tra loro, non si vedono da anni, ma giocoforza si rincontrano alla vigilia delle nozze del maggiore.
I due fratelli, oltre a essere molto differenti tra loro, rispecchiano due modi opposti di vivere nella nostra società. Uno infatti, il futuro marito, cura l'agriturismo e azienda vinicola di famiglia, con modi e tempi sconosciuti al fratello che, invece, vive sempre in fretta, gira il mondo e ha “fame” di vita.
Due concezioni differenti, due tempi biologici differenti.
Nasce così una riflessione sulla nostra vita, sui valori davvero importanti: una presa di coscienza sul tempo che ormai non ci basta più, come una sostenibilità ambientale che scricchiola ed evidenzia i limiti di un sistema che è giunto al suo massimo grado di espansione.
“Viviamo un periodo storico di transizione” dice uno dei fratelli, ed è quello che ho voluto sottolineare nel libro. L'ho sempre definito una fotografia dei nostri tempi, dove i veri protagonisti siamo noi, tutti quanti noi. In ognuno dei due protagonisti il lettore potrà trovare qualcosa di sé.
E così, tra passeggiate nel verde parco della tenuta, tra calici di vino e un matrimonio sullo sfondo, si delinea una disamina su questa società che esige un cambiamento che è sottolineato dai tanti movimenti di protesta.
Una veranda, un cielo stellato, l'ennesimo bicchiere di vino e l'ultima sigaretta per compagnia. Così i due fratelli prenderanno le loro decisioni che sono anche un po' le nostre.
Ciao Gabriele,
RispondiEliminami fa piacere trovarti qui e devo dire che questo libro, come anche gli altri scritti da te, ha una trama interessante, che stimola a riflettere. Aggiungo quindi anche questo alla mia lunga lista di libri da leggere. 😊 Mi chiedevo poi se il tema della vinicoltura fosse legato a una tua passione personale, o se invece avessi scelto l'ambientazione guidato da altri stimoli.
Un saluto,
Francesca
Ciao Francesca, grazie del tuo interesse.
RispondiEliminaIn effetti io cerco sempre di mettere nei miei libri alcuni spunti di riflessione, in quanto mi piace l'idea che un testo stimoli non solo la fantasia, ma anche che lasci qualcosa su cui pensare. Lo faccio in tutti i miei testi, anche quelli di pura fantasia.
Per rispondere alla tua domanda: è la seconda volta che uso il vino e la vite per simboleggiare delle “radici” forti e ben salde nel terreno, che rappresentano l'attaccamento a valori intrinsechi alla terra, ai suoi ritmi. In più un calice vino crea quella convivialità essenziale a un'armonia familiare. Erano quindi due elementi funzionali e forti per la narrazione.
Personalmente non produco vino, però sono un produttore di olio e le due cose si assomigliano molto.
Ti auguro una buona lettura.
Gabriele