Tre anni fa veniva alla luce questa storia. Molto di ciò che conosciamo oggi, all'epoca ignoravamo. “Storia di un numero” nasce dalla scrittura di un racconto per un concorso letterario. Quando iniziai a scrivere il testo non avevo la minima intenzione di fare un romanzo, anzi. Ai tempi stavo promuovendo il mio primo libro, “E alla fine c’è la vita”, e non avevo programmato nulla. Durante la stesura di quel racconto, mentre facevo la ricerca su internet e sui quotidiani sui flussi migratori, argomento del bando, raccolsi una mole tale di materiale, idee e storie che non potevo limitarmi a scrivere un racconto di 7000 caratteri. In quel preciso istante è nato il romanzo.
Un’opera dalla mille facce e dalla lettura multipla, edita da Rossini Editore. Un libro contemporaneo, che tratta un tema più che mai attuale e tremendo: l'emigrazione. L'ho realizzato con la tecnica del “cut up”, il testo segue la nascita e la maturazione di un'idea, e degli ideali, che conducono alla consapevolezza di un essere umano, determinato a osare, nonostante rischi e pericoli.
Ambientato in uno stato africano, il romanzo racconta le vicende di un ragazzo, dalla sua infanzia fino all'età post adolescenziale, in cui la scelta della partenza sembra l'unica soluzione, visto l'ambiente che lo circonda. Da qui si snoderà un viaggio che lo porterà ad attraversare tutto il continente nero, fra amore e scene di tarantiniana memoria, amicizia e terrorismo, con un unico obbiettivo: il continente europeo, l'Italia.
Il romanzo riprende il filone dell'esistenza, che ho già trattato nel primo scritto di “E alla fine c'è la vita”, ma se in quel caso c'erano degli studenti alle prese con la crescita, il futuro e l’amore, in cui droga, alcool, sesso ed eccessi la facevano da padroni, qui la sopravvivenza e l'istinto di conservazione, oltre che la conoscenza, accompagnano il protagonista lungo tutto il percorso.
Provate allora farvi trasportare con l'immaginazione a quegli ambienti, ascoltando un album di Bombino, magari “Agadez”, sotto il sole di una primavera ancora chiusi in casa, ma con il cervello libero di viaggiare ovunque, anche oltre il mare, quello che separa la nostra difficile normalità, a una tremenda. Buon viaggio in Africa!
Grazie!
RispondiEliminaArgomento impegnativo e interessante
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