Raccontare il passato in modo accattivante: come fare?

 

Fonte foto Pixabay

Nelle ultime settimane ho iniziato a scrivere un nuovo romanzo. In verità è un'attività che sto facendo a tempo perso, nel senso che per ora ho scritto un paio di capitoli e buttato giù una serie di appunti sulla storia. Diciamo che ci sto lavorando in modo incostante, sia perché la mia attenzione è ancora rivolta al romanzo neo-nato, sia perché trovo davvero difficile riuscire a fare progetti in questo periodo così fragile. 

Comunque, scrivendo i primi capitoli si è già posta una sfida che riguarda l'intero romanzo, o meglio il modo in cui intendo raccontare la storia. E di questo vorrei parlarvi oggi, confidando in un vostro consiglio.

I punti di vista che ho scelto sono due, entrambi secondo me utili per dare al lettore una prospettiva valida dei fatti. Semplificando, uno dei due indaga su un evento accaduto molti anni prima, mentre l'altro lo ha vissuto in prima persona. La trama dovrebbe snodarsi proprio intorno a questo passato, che genera una serie di conseguenze.

Ora, il problema è questo: vorrei evitare di inserire intere scene del passato. Questa soluzione è praticamente presente in ogni mio romanzo scritto finora, dove spesso si inframmezzavano capitoli riguardanti cose già accadute di una certa rilevanza. Diciamo che questo modo di raccontare mi ha un po' stancato e vorrei trovare un modo alternativo per far conoscere i fatti al lettore.

Tra l'altro, scene intere di flashback possono risultare pesanti nel corso della lettura, perché interrompono il flusso e rallentano il ritmo. Un problema impossibile da ignorare quando si scrive un thriller.

Un mezzo potrebbe essere quello di svelare il passato attraverso la prospettiva del personaggio che sta indagando. Ovvero, mano mano che scopre qualcosa, lo scopre anche il lettore. Questo però comporterebbe che quando la palla passa all'altro personaggio (a conoscenza dei fatti), non potrei scendere molto a fondo, ma sarei costretta a restare sul vago o fare allusioni criptiche. Mi domando: il lettore riuscirebbe a immedesimarsi con quest'ultimo personaggio senza sapere quasi nulla? Basterebbero delle allusioni a tener vivo l'interesse?

La soluzione più semplice sarebbe inserire qualche ricordo qua e là, non vere e proprie scene del passato, ma solo flash rapidi. Sarebbe come un puzzle da ricostruire, pezzo dopo pezzo. In questo caso però, ho paura di confondere il lettore, di non riuscire a fornire un quadro abbastanza ordinato di ciò che è successo.

Ci sarebbe anche la possibilità di raccontare l'accaduto tutto insieme, magari in un capitolo centrale. Però in questo modo verrebbe a mancare quella suspense di scoprire le vicende piano piano, la tensione di farsi domande capitolo dopo capitolo.

Attualmente non mi vengono in mente altri modi per svelare il passato. D'altra parte, per come ho concepito questa storia, è necessario che ciò che è accaduto molto prima venga fuori, altrimenti non avrei modo giustificare il presente e lo sviluppo successivo.

Voi cosa ne pensate? Esistono soluzioni ottimali per raccontare una serie di eventi accaduti in passato?

Commenti

  1. Mentre leggevo, pensavo al modo in cui ho affrontato io situazioni scrittorie analoghe. Qunado ho scritto L'amore che ci manca ci sono alcuni capitoli con vicende dei protagonisti al passato e chi ha letto la storia l'ha apprezzato, perchè ha capito meglio la psicologia dei personaggi. In un romance però non c'è il problema di "svelare troppo" come in un thriller. Infatti nei miei thriller cerco sempre di inserire dei punti qua e là, insomma dei flash rapidi che incuriosiscano il lettore ma senza dire tutto. Capisco molto bene il tuo punto di vista perchè anche per me è difficile. Però credo che funzioni meglio il flash rapido. Tuttavia se hai paura di confondere il lettore con tanti flash rapidi magari alla fine ci può essere un capitolo che ricolleghi un po' tutti i punti (magari il poliziotto o un altro personaggio che spieghi l'accaduto in un dialogo...)

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    1. Penso che proverò a fare così, con flash rapidi e se serve inserirò una spiegazione finale. Come hai detto tu, svelare troppo del passato in un thriller non va bene, quindi serve una soluzione alternativa. Grazie Giulia!

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  2. Cara Maria Teresa, una bella domanda per una nuova, sfidante impresa, un altro romanzo! Brava intanto, a quanto pare a te la pandemia ti fa un baffo :D. Come Giulia anche io ho provato a pensare a come ho affrontato la questione. L'idea del flash rapido è ottima, prova a capire se anche qualche capitolo con la voce del protagonista al passato può interessarti. Io l'ho utilizzato e mi è parsa una buona soluzione. Un caro saluto e buon lavoro

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    1. Grazie, Elena. Inserire capitoli con il passato visto dal punto di vista di un personaggio è una soluzione che adotto sempre e, come dicevo nel post, mi ha un po' stancato. Ma se serve, non la escludo del tutto.
      La pandemia mi fa un baffo? Eh magari. Non è così. Ho iniziato a scrivere questo nuovo romanzo in modo frammentario proprio perché non sono in grado di fare progetti a lungo termine.

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    2. Ops, non avevo ben compreso allora. Per il resto, pensa alle povere diavole che non riescono a concentrarsi nemmeno per la loro revisione :D

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  3. Una questione che mi ha assillato in quasi ogni romanzo, e con il romanzo che sto revisionando è diventato una vera spina nel fianco. Il problema dei flashback rapidi è che, oltre a confondere il lettore, potrebbe confondere anche l'autore che si trova con tutta una serie di scene che devono legarsi in maniera perfetta. Provo a pensare a quello che ho fatto io: per esempio con Il Pittore degli Angeli il capitolo dove veniva svelato il mistero di Lorenzo è stato introdotto quasi alla fine, ma per non lasciare il lettore a bocca asciutta ho dato parecchi indizi qua e là, oltre a tutto il resto. Alle volte ho privilegiato l'inserimento di sezioni a se stanti con salti all'indietro nel passato, come ne Le regine di Gerusalemme, però in questo caso a ogni flashback è collegato un enigma specifico che viene risolto.

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    1. Grazie per il tuo contributo, Cristina. I salti all'indietro a me piacciono, però non credo si adattino a tutti i romanzi. La soluzione che hai adottato per Il Pittore degli Angeli è più o meno quello che vorrei fare io, ovvero dare indizi in tutti i capitoli sul mistero e magari svelarlo per intero a un certo punto. Ma non è facilissimo. Vediamo se ci riesco!

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  4. Il problema è sempre presente, anche per me. Scelgo la via che hai scelto tu finora, 1) perché secondo me un personaggio troppo criptico non si lascia conoscere dal lettore, e non piace nemmeno a me; 2) i frammenti di ricordi sparsi qua e là mi sembrano insoddisfacenti, se non c'è un momento in cui si collegano per dare il quadro completo... ergo faccio bene a non scrivere gialli! ;) Se però trovi una soluzione, sarà grandioso. Non ho avuto però l'impressione che la fluidità della narrazione, nei tuoi romanzi, sia ostacolata dalle scene di flashback. Stra-complimenti perché sei già di nuovo sul pezzo! :D

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    1. Grazie! Quello che dici mi rassicura. Al momento ho sparso qua e là alcuni inizi sul passato senza approfondire, ma d'altra parte sono ai primi capitoli quindi posso permettermi di restare sul vago. Ben presto dovrò prendere una strada definita. Vi terrò aggiornati! ;)

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  5. Stai già scrivendo un altro romanzo?? Ma con che cosa fai colazione te la mattina?!! Chiedo per un'amica... :D :D :D
    Come lettore mi trovo a mio agio con i capitoli di flashback, anche quando li portano in pellicola, la cosa non mi disturba, anzi mi tiene in genere più attaccata alla pagina/allo schermo. Un ibrido che ho trovato non ricordo in quale lettura era cominciare con una buona fetta del passato, tutto quello che si può anticipare, omettendo volutamente le parti che devono essere rivelate dopo. Cominciare col presente e intervallare con capitoli ancora al passato. Terminare col solo presente e alcuni riferimenti, o flashback corti, pensieri dei personaggi, al passato, giusto per riportare alla memoria del lettore magari una scena che hai già spiegato, ma che prima non aveva alcun senso. E ora il lettore si trova ad esclamare: E cavoli, ce l'avevo sotto il naso!
    Lo so, non è semplice scegliere bene le parti, ma credo sia una buona alternativa. :)

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    1. A colazione uso una tazza speciale, sai :D ;)
      Scherzi a parte, non è che sto proprio scrivendo già, più che altro prendo appunti e cerco di capire come gestire la storia. In realtà non avevo intenzione di iniziarne subito un'altra, ma neanche volevo che le idee si disperdessero nel nulla. E così mi sono ritrovata mezza invischiata.
      I capitoli di flashback alternati al presente piacciano anche a me, ma questa volta dopo cinque libri scritti tutti così, vorrei una soluzione diversa. Magari proverò con dei flashback più corti...

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  6. La cosa si sta ponendo anche col mio romanzo in revisione, perché ho aggiunto delle parti poste in un tempo in cui gli eventi sono già accaduti, e c'è un rimando poi, in flashback, agli eventi che devono ancora accadere. Da quello che noto - consapevole che questi salti temporali sono comunque un azzardo - il brano in flashback deve avere una certa consistenza, perché in quello il lettore deve poter spaziare di più, rispetto a un "presente" in cui raccorda con quanto è avvenuto ma alla luce della consapevolezza che viene descritta. Scritto così è un po' contorto, spero si sia capito qualcosa. :)

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    1. Sì, ho capito benissimo cosa vuoi dire. Ed è vero, occorre prestare molta attenzione ai flashback e ai flashfoward perché il lettore è meno motivato a leggere queste parti, a meno che non contengano pezzi rilevanti della storia. Nel mio caso sarebbe così, ma trovo comunque che l'interesse risulti diminuito e c'è sempre l'effetto di rottura del ritmo da tener presente.

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