Cerchi un editor? #2 - Intervista a Irene Piscitelli
Benvenuti al secondo appuntamento con la rubrica dedicata al mondo degli editor freelance, destinata ad approfondire questa realtà e soprattutto i suoi protagonisti attraverso una serie di interviste. Se avete perso l'appuntamento precedente, trovate il link in questa pagina.
Oggi vi propongo una chiacchierata con Irene Piscitelli, che ringrazio molto per aver partecipato a questa mia iniziativa.
Ciao Irene, benvenuta su Anima di carta. Per prima cosa ti va di presentarti e raccontarci come sei diventata una editor? So che ti sei specializzata in Scrittura Creativa e Sceneggiatura...
Ciao Maria Teresa, grazie mille di ospitarmi sul tuo blog!
Sì, due anni fa ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Torino. Ho seguito i corsi di Scrittura Creativa e Sceneggiatura perché il mio grande desiderio era quello di acquisire le competenze necessarie a scrivere delle storie che non fossero solo decenti.
In realtà, ho scoperto un intero universo!
Vedi, ho sempre amato le storie, sin da bambina. È stato un amore cominciato grazie a mia madre e sviluppato da mio padre.
Questi corsi mi hanno permesso di cominciare a riconoscere quello che esisteva dietro alle parole che leggevo sui libri. Soprattutto il corso di Sceneggiatura, per quanto fosse basato prevalentemente sui fumetti, mi ha aiutato tantissimo a capire la struttura delle storie ed è stato questo a farmi innamorare del mondo dell’editing.
Da lì ho continuato, e continuo tutt’ora, a perfezionare le mie conoscenze concentrandomi su questo “mondo nascosto”.
Ora che lavoro come editor freelance e collaboro con un’agenzia di servizi editoriali, sento finalmente di aver trovato il mio posto.
Il tuo sito Radici di carta [NOTA POSTERIORE: attualmente il sito è offline] ha come sottotitolo “I sentieri tra le parole di una editor in erba”.
In una realtà in cui si vedono dilettanti spacciarsi per professionisti o editor improvvisati che vantano competenze mai acquisite, mi ha molto colpita la definizione di “editor in erba”. Soprattutto perché tu invece le competenze le hai! Insomma, perché “in erba”?
Riuscire a spiegare in una frase tutto quello che vedo nel mondo dell’editing è stata una vera impresa, ma in realtà il concetto è molto semplice: l’editing è un lavoro che ti porta a imparare qualcosa di nuovo ogni volta.
Non puoi mai dire “Ok, sono arrivata alla fine: ora sono pronta a gestire qualunque testo”. L’autore con il quale lavorerai sul manoscritto successivo ti costringerà a imparare qualcos’altro e, nella maggior parte dei casi, sarà qualcosa che non ti saresti mai aspettato! 😃
L’editing mi ha insegnato a non dare mai per scontato quello che so, anzi mi spinge a mettermi sempre in dubbio. È per questo motivo che mi sento sempre una “editor in erba”.
Un’altra cosa interessante, secondo me, è che al contrario di molti editor, la tua professione non nasce da un percorso di scrittura ma di lettura. Non a caso il tuo sito si intitola proprio “radici di carta”. Per tua esperienza, la passione per le storie viene in qualche modo modificata quando i libri diventano un lavoro vero e proprio? In poche parole, resta il piacere di leggere?
Rispondere a questa domanda non è semplice.
Sicuramente il modo in cui mi approccio alle storie è cambiato, ma non sono sicura che sia solo perché ora lavoro con i libri… Credo che il problema sia nato più per colpa del corso di Sceneggiatura che per la mia scelta di diventare editor!
Scherzi a parte… La verità è che quando cominci a capire come funzionano i meccanismi di una storia, di qualunque tipo, non puoi più fare a meno di notare le cose che non funzionano come dovrebbero o, al contrario, quelle che funzionano davvero bene.
Mi capita di finire per analizzare qualunque film veda e qualunque libro legga senza nemmeno accorgermene e, spesso, succede solo perché mi stonava qualche particolare o perché desideravo capire come un autore fosse arrivato ad un’idea che mi è piaciuta molto.
Per concludere… Diciamo che ho un po’ perso il piacere di leggere solo per svago ed è diventato difficile riuscire a godermi un libro per rilassarmi. In compenso, però, quando trovo una storia davvero ben scritta riesco a gustarmela ancora di più!
Sul tuo blog offri dei servizi non solo a pagamento ma anche recensioni e segnalazioni per autori. Ti faccio una domanda un po’ scomoda, a questo proposito. Come ti regoli, fai una selezione a monte prima di presentare un testo, oppure no? Ti è mai capitato di vederti proporre libri che hai rifiutato per qualche motivo?
Per quanto riguarda le segnalazioni, di solito non rifiuto nessun libro. Mi piace aiutare un autore concedendogli un piccolo spazio, dandogli l’occasione per farsi conoscere e, magari, trovare un recensore interessato alla sua opera.
Per le recensioni, invece, ammetto di aver rifiutato diversi libri, soprattutto nell’ultimo periodo. Sfortunatamente con l’aumento del lavoro di editing, il tempo che posso dedicare a questo tipo di servizio diminuisce ed essere l’unica ad occuparsi del sito non aiuta. Nonostante si tratti di lavori gratuiti, non sono disposta a sacrificare la qualità per aumentare il numero di recensioni da pubblicare!
In questi casi, per scegliere il libro da recensire mi limito a prendere accordi con gli autori. Se questi sono disposti ad aspettare anche parecchi mesi perché desiderano tanto una mia recensione farò il possibile per accontentarli.
In generale ho una predilezione per i romanzi fantasy, quindi può capitare che li accetti più volentieri… Ma questo vuol dire anche che sarò molto più rigida nelle recensioni.
Veniamo adesso ai servizi veri e propri per un autore che voglia migliorare il proprio romanzo. Qual è il tuo approccio a un testo? Come procedi nella sua valutazione e nel proporre modifiche?
Il mio lavoro inizia dopo una prima lettura del manoscritto completo. Questo mi serve per avere un’idea della trama, dei personaggi, del mondo e dello stile dell’autore. Conoscere una storia nella sua interezza è fondamentale per capire se quello che avviene pagina dopo pagina è coerente. Per me, questa è la caratteristica più importante in un testo.
Dopo questa prima lettura, il lavoro si svolge in maniera diversa a seconda del tipo di lavoro che l’autore mi ha commissionato ma, in linea di massima, lavoro su un capitolo per volta, in modo da potermi concentrare al meglio su ogni particolare.
Uso molto i colori quindi ad ogni capitolo allego una tabella che ricordi quale colore è associato al singolo problema che ho riscontrato e, soprattutto, lascio molti commenti per chiarire ogni criticità e permettere all’autore di rispondermi di volta in volta.
Nel concreto, come puoi aiutare un autore? In pratica, quali sono i servizi editoriali che metti a disposizione?
Solitamente, la prima cosa che propongo è una valutazione del manoscritto.
La valutazione è una vera e propria scheda dove analizzo la trama, i personaggi, il world building e lo stile di scrittura.
A prescindere dallo scopo finale dell’autore (self-publishing o invio a una CE) una valutazione non solo mi permette di dare delle indicazioni precise sulle criticità della storia ma, eventualmente, mi permette di consigliare il tipo di editing più adatto alle esigenze del manoscritto, con relativo preventivo.
Offro poi tre diversi tipi di editing, a seconda del tipo di lavoro che l’autore desidera fare sul testo: un editing formale che rivede lo stile del manoscritto, eventuali problemi grammaticali o sintattici e soprattutto la struttura generale del testo, sia nel singolo capitolo che nel loro insieme; un editing strutturale, che va ad analizzare le singole parti della storia andando a proporre delle soluzioni che rendano coerenti trama e personaggi o che migliorino la caratterizzazione delle ambientazioni; un editing completo che è un lavoro a tutto tondo sul testo e comprende anche una breve chiacchierata con l’autore prima di mettere effettivamente mano al manoscritto.
Se, invece, l’autore non desidera niente di così invasivo, sono a disposizione anche per una semplice correzione di bozze.
Sento spesso autori parlare del rapporto un po’ conflittuale con gli editor, nel senso che spesso le modifiche suggerite vengono accolte come un’imposizione o si teme un’eccessiva ingerenza. Per tua esperienza com’è questo rapporto?
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere.
Lavorare con gli autori è indubbiamente un compito molto delicato, perché si ha tra le mani “un pezzo del loro cuore”, per citare una delle autrici con cui ho lavorato ultimamente.
Un buon editor, però, non vuole mai imporre le proprie idee. Deve riuscire a far tacere il proprio gusto e il proprio stile per far “sbocciare” quelli dell’autore perché il suo compito è quello di far crescere il seme che è stato piantato, portandolo al suo massimo potenziale.
D’altro canto, può anche capitare che autore e editor abbiano caratteri e idee completamente diverse tra loro e questo non aiuta una serena collaborazione.
Per questo motivo, prima di approcciarmi al testo completo, chiedo sempre ad un autore di inviarmi il primo capitolo del proprio manoscritto, così da potergli offrire l’editing gratuito delle prime quattro cartelle. In questo modo posso mostrargli il mio modo di lavorare, il tipo di commenti che faccio, ma soprattutto il tipo di aiuto che potrei dargli.
Quali sono le difficoltà principali che finora hai incontrato in questo lavoro? E le soddisfazioni più grandi?
Sicuramente la difficoltà maggiore è quella di rapportarsi a chi non è disposto ad accettare critiche o consigli. Diventa molto difficile poter instaurare un dialogo costruttivo con chi si limita a rispondere ai tuoi commenti con un “ma a me così piace”. In questi casi sono arrivata a pensare che sia meglio interrompere la collaborazione.
La soddisfazione più grande, invece, è stata quella di conoscere delle persone che non solo sono riuscite a trasportarmi nel mondo che avevano creato, ma con le quali ho instaurato dei magnifici rapporti basati sullo scambio reciproco di idee.
L’incontro con alcuni autori mi ha permesso di arricchirmi molto sia a livello personale che lavorativo e non potrò mai ringraziarli abbastanza per questo.
Una rubrica a mio avviso molto interessante sul tuo sito è quella dell’analisi di libri. Penso che sia un lavoro impegnativo, ma davvero ammirevole. Secondo te quali sono gli insegnamenti che si possono trarre dall’analisi di un romanzo?
L’analisi di un romanzo, secondo me, è indispensabile per chi vuole lavorare con le parole. Qualunque racconto, breve o lungo che sia, ha delle caratteristiche che funzionano e delle caratteristiche che non funzionano.
Studiare quello che funziona mi permette di acquisire delle meccaniche che possono tornarmi utili per aiutare un autore a migliorare il suo testo. Capire quello che non funziona, invece, mi permette di riconoscere problemi simili all’interno di altre storie e, magari, di aiutare chi scrive ad evitarli.
Bella anche la rubrica di recensioni di fumetti. Ho letto che sei un’appassionata di queste storie. Ci vuoi raccontare qualcosa in proposito?
Il mio amore per i fumetti è nato grazie a mio padre. Fin da bambina mi lasciava sfogliare i suoi volumetti, li leggeva con me, mi lasciava provare a copiarne i disegni. Una domenica, quando avevo undici anni, avevamo fatto un salto in edicola per prendere delle figurine a mio fratello e io, per caso, notai un albo appena uscito. Era il volume d’esordio di Witch. Papà non esitò un attimo a comprarmelo. Fu il primo fumetto “tutto mio”, il primo di una lunga serie! 😃
Per me, un fumetto è un medium complesso e bellissimo. Si trova a metà strada tra un libro e un film. In sostanza, testi e immagini devono lavorare in perfetta sincronia per permettere al lettore di comprendere la storia: devono completarsi a vicenda. Se anche una sola vignetta non risulta chiara, si interrompe la magia che trasporta il lettore all’interno della narrazione.
Chi scrive una sceneggiatura questo deve sempre tenerlo presente. Inoltre, deve abituarsi al fatto che ci sarà sempre una sorta di barriera tra la storia nella sua mente e quello che arriverà al pubblico, e quella barriera è il disegnatore.
L’arduo compito del disegnatore è quello di “tradurre” in immagini l’idea che lo sceneggiatore esprime a parole. Persino se disegnatore e sceneggiatore sono la stessa persona l’impresa si rivela difficile, figurarsi se le persone sono due!
Due persone diverse, con sensibilità diverse e un diverso modo di approcciare e vedere il mondo che riescono a lavorare insieme e creare una storia che si sviluppa su due caratteristiche distinte (immagine e parola), ma fortemente connesse…
È questo che mi fa amare il mondo dei fumetti!
Bene, ti ringrazio molto per aver risposto alle mie domande e ti chiedo di lasciarci i tuoi contatti!
Grazie a te per lo spazio che mi hai dedicato! È stato un vero piacere!
Potete contattarmi sulla mia pagina FB: https://www.facebook.com/radicidicarta/
Niente da fare, nonostante tutto quello che avete detto/scritto dopo, io mi sono piantonata lì: la Comics a Torino. Come mai poi non sei rimasta (o entrata tramite la scuola) nel mondo del fumetto?
RispondiEliminaAvrei camminato sui carboni ardenti per poter frequentare quella scuola, qualche millennio fa... Magari adesso sarei alla Dreamworks a folleggiare con i pinguini.
Poi ho ceduto il pennarello per la penna...
Ciao Barbara!
EliminaIn effetti mi dispiace molto non essere rimasta nel mondo del fumetto, ma non ho smesso di scrivere sceneggiature, anzi! Ho in ballo una storia per uno sceneggiato radiofonico e sto progettando, in futuro, di seguire il Master in modo da migliorare ancora!
La speranza di poter lavorare su serie a fumetti, comunque, non mi ha mai abbandonato!
Bella intervista, che presenta al meglio il mondo dell'editing. Credo che stia iniziando a prendere piede l'ipotesi di farsi aiutare da un professionista per migliorare il testo. Il mondo del self-publish - ma non solo quello - ne ha davvero bisogno. Grazie a entrambe. :)
RispondiEliminaIntervista decisamente interessante! Il mondo dell'editoria ma anche e sopratutto quello del self publishing nostrano ha davvero bisogno di un editing davvero professionale.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo!
EliminaSono davvero contenta che cominci a nascere il giusto interesse nei confronti del mondo editoriale (non solo di ciò che riguarda l'editing, ma anche di tutto il lavoro che si svolge "dietro le quinte" durante la creazione di un libro) da parte degli autori.
Alla fine, la conoscenza permette di scegliere in maniera più oculata il percorso giusto per il proprio manoscritto e credo che questo sia una grande opportunità. Affidarsi a un professionista non vuol dire non essere in grado di fare qualcosa, ma sfruttare l'esperienza di quella persona (e un secondo paio di occhi, che non fanno mai male! XD)
Un'altra intervista a tema di grande interesse, vado subito a sbirciare nel sito. Grazie per la segnalazione
RispondiEliminaTi ringrazio tantissimo Rosalia!
EliminaAl momento ho in programma un restyle del sito e una serie di nuovi articoli che andranno a toccare le problematiche che ho trovato più frequentemente nei manoscritti che mi sono stati proposti.
Spero li troverai interessanti!
Concordo, gran bella intervista. Mi piace la professionalità che emana questa editor in erba. Dopo aver letto il viaggio dell'eroe ho capito quanta attinenza ci sia tra scrittura e sceneggiatura, e quanto sia utile una buona meccanica nella storia. Ora vado a sbirciare il sito, sono curiosissima.
RispondiEliminaGrazie infinite Nadia!
EliminaAnche per me "Il viaggio dell'eroe" è stata una di quelle letture in grado di ribaltare completamente il mio modo di vedere la scrittura, ma anche la lettura. Se ti può interessare approfondire, ti consiglio anche "L'eroe dai mille volti" di Campbell. Si tratta del lavoro che ha ispirato Vogler nella scrittura del suo libro. Personalmente l'ho trovato illuminante e mi a spinto a voler conoscere qualcosa di più di psicologia, per arricchire le sfaccettature dei personaggi.
Bella intervista con molti spunti interessanti, un editor mica tanto in erba! Mi incuriosisce molto anche la sceneggiatura di un testo, campo per me del tutto sconosciuto.
RispondiEliminaGrazie Giulia, anche a me incuriosisce molto il campo della sceneggiatura, spero di approfondire prima o poi!
EliminaLa sceneggiatura è un mondo fantastico. Soprattutto in quella fumettistica devi ragionare per immagini, selezionare le scene che possono rendere meglio la storia, studiare i dettagli, lavorare sui dialoghi per evitare di caricare troppo la lettura...
EliminaÈ un bellissimo "lavoro di fino", dove devi riuscire a bilanciare tutto per rendere l'esperienza della lettura piacevole. La adoro!
Penso che l'umiltà e il fatto di non sentirsi mai "pronti" ma sempre aperti a qualcosa da imparare, di nuovo, sia la caratteristica che deve predominare in tutti noi editor. Mi ha fatto piacere "conoscere" questa collega :)
RispondiEliminaHai ragione, Emanuela. In fondo vale lo stesso per la scrittura, c'è sempre qualcosa da imparare, migliorare, approfondire. Grazie per essere passata :)
EliminaGrazie a tutti per aver letto anche quest'intervista e aver lasciato un commento.
RispondiEliminaSpero che questa rubrica dia modo a tutti, me compresa, di conoscere tra l'altro siti interessanti come quello di Irene! :)
Davvero interessante sentire quanto lavoro e quanto passione c'è nel "dietro le quinte" di un libro. Immagino sia un bel mestiere quello dell'editor, molto meno piacevole dev'essere per lo scrittore recepire certe osservazioni o revisioni, anche se opportune.
RispondiEliminaIl mestiere dell'editor è meraviglioso. È un lavoro complesso che richiede tempo, pazienza e dedizione ma da tante tante soddisfazioni.
EliminaPer quanto riguarda le revisioni... Credo che uno scrittore sappia che le osservazioni che vengono fatte non sono mai degli attacchi personali!
Ciao Laura, benvenuta e grazie per il commento!
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