“Tecniche di oratoria” - Intervista a Elena Ferro


Il testo che vi presento oggi è un manuale destinato a chi si trova nella necessità di parlare a un pubblico e desidera farlo al meglio, vincendo le ansie e le difficoltà che ostacolano la comunicazione. A mio parere non si rivela valido solo in questi specifici casi, ma in molte altre situazioni in cui siamo alle prese con un pubblico più o meno grande, più o meno concreto.

Quando si ha a che fare un manuale, a prescindere dall'argomento, secondo me è importante non solo valutare la validità dei consigli offerti, ma anche verificare che l'autore li abbia messi a frutto egli stesso. A questo proposito mi sento di dire che questo testo risponde in pieno a tali requisiti, perché si tratta di una guida pratica perfettamente incarnata dall'autrice e nata da un'esperienza pratica.

Capitolo dopo capitolo, l'autrice affronta con acume e professionalità ogni aspetto del parlare in pubblico, introducendo a una vera e propria arte, fatta di elementi più o meno tangibili. Grande attenzione è data alle difficoltà che ognuno di noi vive in queste occasioni, come l'apprensione e la paura di non dare il meglio, con suggerimenti che a mio parere la dicono lunga sulla sensibilità e capacità empatiche dell'autrice stessa. Credo che possa rivelarsi una lettura, oltre che piacevole di per sé, anche molto utile per affrontare delle presentazioni letterarie e per individuare i punti di forza di una comunicazione on-line.

Ho avuto modo di scambiare due chiacchiere virtuali con l'autrice, Elena Ferro, ed è stata un'ottima occasione per conoscerla e farvela conoscere meglio.

Benvenuta, Elena!
Tecniche di oratoria è un manuale che ha alle spalle un’esperienza trentennale e un percorso ben preciso e concreto nel campo della comunicazione. Per chi non ti conosce, ti va di raccontarci come hai maturato questo progetto di scrivere una guida all’arte di parlare in pubblico?

Buongiorno a te e ai tuoi lettori. Permettimi di ringraziarti per questa intervista! Mi ha reso molto felice sapere che hai deciso di leggere “Tecniche di Oratoria”. La possibilità di parlarne su Anima di Carta poi, mi lusinga molto. Sapevi che questo tuo spazio on line è stato uno dei primi che ho  conosciuto quando ho cominciato a fare blogging? Senza dubbio un punto di riferimento nel panorama dei siti dedicati alla scrittura e alla comunicazione.
Ma veniamo alla tua domanda ☺
Quella che tu hai colto è, credo, la caratteristica fondamentale di questo manuale. Non è né teorico né astratto, ma si basa su una solida esperienza di più di trent’anni fatta in ambito politico, istituzionale e sindacale. Sono molti anni ormai che affronto platee più o meno numerose, spesso senza rete o con poco, pochissimo tempo per preparare la comunicazione che intendo fare. Una “palestra” che è servita a superare i miei limiti personali e ad affinare alcune tecniche per la gestione dello stress, dell’ansia da parlare in pubblico (si chiama glossofobia e ne soffrono in parecchi!) e a comprendere che nella comunicazione se è il tono che costruisce la relazione, è poi il contenuto a consolidarla.
Avendo passato io stessa in prima persona le problematiche che oggi chiunque viva nel mondo del lavoro deve prima o poi affrontare, ho creduto giusto condividere ciò che avevo imparato nel modo più semplice e fruibile possibile. Chiunque può identificarsi con le situazioni che narro e trovare gli strumenti utili per uscirne bene.
Per queste ragioni è nato il mio manuale. Spero possa aiutare molte altre persone a superare le criticità che appaiono insormontabili, fino a quando qualcuno non ti offre la chiave per superarle.

L’impressione che ho avuto fin dall’inizio leggendo questo manuale è che il testo vada ben oltre la semplice guida, ponendosi quasi come un colloquio a tu per tu con il lettore. Questo è un aspetto che mi è piaciuto molto, soprattutto perché ti metti già dalla prima pagina nei panni di chi affronta con ansia la prova di parlare a una platea più o meno grande. Era tua intenzione fin dall’inizio usare questo approccio o è stata una scelta naturale?

È stata una scelta precisa: in rete troverete molti guru del public speaking che hanno infinite modalità di insegnarvi a superare le vostre paure. Ne sono convinti, magari non le hanno sperimentate fuori dalla propria aula, ma risultano persuasivi. La differenza sostanziale è che essi si trovano dietro una cattedra. La scelta di sedermi figurativamente accanto a voi, come una vecchia amica, per supportarvi e condurvi verso la meta, mi è parsa la modalità più efficace e originale, capace di segnare una distinzione con ciò che c’era già sul mercato. Sono felice che tu l’abbia apprezzata e spero possano farlo anche altri.

Mi ha colpita anche il tuo insistere sull’importanza di usare le emozioni, di sforzarsi di rendere le parole veicolo di emozioni durante un discorso. Un capitolo della tua guida si intitola “Non abbiate paura delle emozioni”. Un messaggio secondo me molto positivo. Come sei arrivata a formulare questa idea?

Ci abituano a respingere le emozioni come se fossero tutte negative o di ostacolo a una comunicazione pubblica efficace. Lo insegnano i guru di cui abbiamo parlato poc’anzi, come se il mantra fosse: “controllatevi”.
La mia scelta è stata di ribaltare la questione: per comunicare occorre entrare in sintonia con chi ci ascolta. Se egli non percepisce qualcosa di autentico in voi, non si “aggancerà” e la vostra comunicazione sarà meno efficace e di sicuro meno convincente di quanto potrebbe essere se usaste ciò che avete a disposizione e che vi hanno sempre convinto a mettere da parte. Le vostre emozioni.
Nel manuale insegno a come gestirle lasciandole libere di fluire. Imparando anche a respingere il giudizio, nostro e degli altri.

Elena Ferro è però autrice anche di un romanzo (tra l’altro presentato qui su Anima di carta tempo fa) dal titolo “Così passano le nuvole”, in cui affronti il tema del dolore. Ma anche di un diario di viaggio dal titolo “Il Futuro di Cuba c’è”. Dalla parola orale a quella scritta, in modo particolare al raccontare. Ti sei sentita a tuo agio in questo passaggio verso la narrativa? E cos’è principalmente per te la scrittura?

Scrivo da quando ero bambina. Diari, lunghe relazioni epistolari con amiche, storie, persino poesie. Ma non ho mai osato fare sul serio, non avevo abbastanza fiducia in me stessa. Solo negli ultimi dieci anni questo bisogno di trasmettere ciò che avevo dentro è diventato impellente. Ho dovuto trovare un modo per dargli uno sfogo e così ho cominciato a scrivere della mia straordinaria e singolare esperienza fatta a Cuba, che ha dato vita a un diario di viaggio dal titolo “Il Futuro di Cuba c’è”.

Successivamente ho portato a termine “Così passano le nuvole” e ho aperto il blog.
La scrittura è stato il modo in cui ho toccato e superato i miei limiti. E sta ancora funzionando ☺
Cos’è per me la scrittura? Ne ho parlato in questo articolo.
Scrivo perché voglio soddisfare l’immagine interiore della bellezza che possiedo e che non trovo nella realtà che mi circonda.
Ho bisogno di ricrearla, per correggere un quotidiano che ancora non la comprende
Parliamo del tuo blog, Volpi camminano sul ghiaccio, ricchissimo di contenuti, con temi che spaziano dal mondo della scrittura, all’attualità, alla passione per la vela, e molto altro ancora, e che fanno trapelare una personalità dalla curiosità vivace. Immagino riflettano a 360° te stessa e i tuoi interessi...

Volpi che camminano sul ghiaccio è uno spazio personale che rappresenta in toto chi sono e ciò che mi appassiona nella vita: comunicare, leggere, parlarvi della vela come la vedo io. Ma il focus è la narrazione di storie che a volte fanno sorridere e spesso riflettere.
Mi piace scrivere per stuzzicare una reazione, solo così si può aprire una vera discussione e costruire il confronto.
Le rubriche sono cresciute negli ultimi anni, per dare spazio ai miei interessi e alle vostre curiosità. Le trovate sulla pagina del blog.
Recentemente ho anche aperto un canale YouTube (che ha bisogno di followers ☺) in cui condivido le mitiche “Pillole d’Autore” e altri video relativi alla comunicazione e ai libri.

Leggendo i tuoi post, ma anche ascoltando i tuoi video, si percepisce una grande attenzione per l’aspetto psicologico, umano, a prescindere dall’argomento. È giusta quest’impressione?

Credo di capire cosa intendi. Per me la dimensione personale dell’esperienza è molto importante perché è ciò che fa la differenza.
Ognuno di noi ha un immenso tesoro dentro di sé, magari nascosto da qualche parte. Pensiamo sia invisibile, a volte non ne conosciamo né le dimensioni né la foggia, spesso è nascosto sotto una mole di parole inutili. A me piace scovarlo e mostrarlo. Nel blogging tutto può essere imitato, tranne l’originalità della nostra esperienza.

A proposito di blog, secondo te in un futuro ci sarà sempre spazio per questo tipo di confronto in un’epoca che sembra andare verso la rapidità e stringatezza dei social media?

Non ho un’idea precisa in proposito. Credo che tra tutte le notizie che girano sul web, spesso false e tendenziose, ci sia sempre uno spazio per la qualità e la pacatezza. Credo sia una sorta di dovere preservare questa possibilità.

Come dicevamo su, di recente hai lanciato una serie di video per chi vuole presentare a un pubblico i suoi libri, video che è possibile trovare oltre che sul blog anche sul tuo canale youtube. E a questo proposito vorrei chiederti, quali dovrebbero essere secondo te i punti cardine di una buona presentazione, scritta o orale?

Direi uno soltanto, il più importante: comunicate voi stessi.
Non ciò che avete letto o appreso da altri o di cui avete sentito parlare.
Non occorre somigliare a nessuno, soltanto presentare onestamente chi siete.
Nel manuale insisto molto sul concetto di autenticità e mi pare opportuno richiamarlo qui. Nessun altro al mondo può rappresentare ciò che avete da dire meglio di voi stessi. Perciò, coraggio: non privateci della vostra alterità!
Un ultimo spunto: puntate sul tema che vi caratterizzerà. Solo così resterete nella memoria di chi vi ascolta.

E dimmi, per concludere, a cosa stai lavorando attualmente? Sul fronte scrittura, blog, video...

Si tratta di un momento molto fecondo e, non lo nascondo, piuttosto faticoso. Sto scrivendo il mio secondo romanzo, che al momento ha un titolo provvisorio, Càscara. Narra le vicende di un immigrato argentino nell’Italia del dopo guerra e di una donna che non si arrende a chi vorrebbe strapparle il lavoro, gli affetti, il futuro. Devo dire che il lavoro che sto facendo con la mia beta reader, la cara Nadia Banaudi, per Càscara mi soddisfa molto. Penso che mi stia cambiando, non solo come scrittrice, ma come persona.
Per quanto riguarda il blog, ho intenzione di predisporre una serie di video tutorial che traggano spunto dai temi della mia guida che tu hai qui cortesemente presentato, e che partiranno dopo l’estate.
Vorrei diventassero un momento di condivisione delle nostre paure, degli atteggiamenti funzionali o no alla comunicazione, degli obiettivi raggiunti e di quelli ancora da scalare. Uno spazio condiviso in cui fare un percorso insieme. Magari vi va di essere dei nostri e salire a bordo delle Volpi che camminano sul ghiaccio!

* * *
Bene, ringrazio moltissimo Elena Ferro per essere stata mia ospite e ora non mi resta che salutarvi!

Tecniche di oratoria

Il segreto di una buona comunicazione è la sintonia con il pubblico, la capacità di coniugare pathos e logos, contenuti ed emozioni. Ma come raggiungerlo quando si teme di essere preda dell'ansia e delle emozioni?Questo manuale, frutto della mia trentennale esperienza nella comunicazione pubblica in ambito politico e sociale, ti condurrà attraverso un percorso di conoscenza e di crescita insegnandoti le migliori e più efficaci strategie per catturare l'attenzione e lasciare un segno profondo e indelebile in chi ti ascolta.Attraverso una serie di informazioni e di suggerimenti pratici, acquisirai la naturale capacità di comunicare efficacemente valorizzando le tue emozioni e superando così le tue paure.Il metodo illustrato in "Tecniche di oratoria" è stato messo a punto in molti anni di duro lavoro, di studio e di relazione con gli altri. Questa è la ragione per cui funziona ed è anche il motivo per cui il mio manuale è in grado di aiutarti a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.

Dove acquistare Tecniche di oratoria (cartaceo o ebook): AmazonYoucanprint


Commenti

  1. Sono felice di aprire i commenti dopo questa bella intervista a tutto tondo su Elena. Il focus è che si tratta di una persona dalla spiccata intelligenza sensibile e dalle indubbie capacità scrittorie e dialettiche. Avendo letto i suoi lavori confermo che ogni parola di Tecnica oratoria sia stata messa a punto dopo esperienza diretta e comprovati risultati. Quindi è un'ottima guida per chi è meno avvezzo e deve superare ansie. E confermo il grande onore che ogni volta è
    poter essere la prima a posare lo sguardo sui suoi scritti
    Cascara è già nel mio cuore.

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    1. Grazie cara Nadia e grazie a Maria Teresa per la sua ospitalità Credo fermamente in due cose : il valore dello scambio e della condivisione e la necessità di comunicare solo ciò che conosciamo e abbiamo provato direttamente. Questo manuale è il frutto di queste "credenze". Sono lieta che lo abbiate apprezzato e spero sinceramente possa essere utile a molti . A volte non pensiamo di aver bisogno di aiuto fino al momento in cui ci troviamo in difficoltà . Non è meglio prevenire ?

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    2. Grazie a te Nadia. A me è piaciuto molto che in questo manuale "traspiri" molto di Elena e della sua positività, credo che sia un grande valore aggiunto.
      E grazie a te Elena per esserti prestata per quest'intervista, spero che sia stata utile tra l'altro a chi ancora non ti conosce.

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  2. Credo che questo manuale sia utilissimo, io provo sempre una forte ansia quando devo parlare in pubblico, nonostante mi sia capitato di farlo spesso per lavoro (e per questo odio doverlo fare). Lo metto in lista di lettura

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    1. Ciao Giulia, sono felice che riscontro il tuo interesse Grazie per averlo messo in lista di lettura, sono curiosa di sapere cosa ne pensi quando lo avrai terminato Buona lettura e buona estate

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    2. Grazie Giulia, penso non te ne pentirai, perché di consigli utili ce ne sono moltissimi :)

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  3. Ho letto questa intervista con grande interesse, e ancora di più godendomi il piacere di una compagnia apprezzata (parlo di voi due, sì!). Tecniche di oratoria è già sul mio e-reader; sicuramente lo leggerò durante l'estate. Devo dire che l'ho acquistato prima per la mia stima per Elena, poi per l'argomento interessante. Sono sicura che ci troverò buoni spunti su cui lavorare. Grazie a entrambe. :)

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    1. 😊 Mi fai arrossire .. Maria Teresa mi ha offerto un'ottima occasione per far conoscere queste piccole tips per superare momenti in cui vorremmo sparire . Spero sia un'ottima estate e grazie davvero per le tue parole tanto belle. A presto

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    2. Grazie, Grazia! Senz'altro lo troverai interessante e di sicuro una lettura piacevole :)

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  4. Una gran bella intervista, godibilissima, complimenti Maria Teresa! Le tue domande, la tua capacità di scavare in profondo hanno messo in luce le caratteristiche umane di cui Elena è ricca. Lo si comprende dalle risposte che ha dato, ma anche dall'esperienza di vita che condivide ogni settimana sul blog. Il manuale è una guida validissima che aiuta a superare l'ansia di parlare in pubblico, un sentimento che purtroppo conosco fin bene ;)

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    1. Ciao Rosalia siamo tutte un po' ansiose ma tu ormai con le presentazioni del tuo romanzo avrai superato il peggio! Grazie per la fiducia e il tuo sostegno . Le vostre opinioni per me contano molto. Abbracci

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    2. Grazie Rosalia, concordo in pieno con te! Era proprio quello il mio intento, spero di esserci riuscita almeno un pochino e di aver dato modo a chi non conosce Elena e il suo blog di scoprirli.

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  5. Dopo aver letto "Come si diventa un venditore meraviglioso" di Frank Bettger, di cui ho scritto quel mega post chilometrico (del resto è considerata la Bibbia della vendita, non la si può liquidare in due minuti!), ho in lista "Come trattare gli altri e farseli amici" (pessima traduzione di How to win friends and influence people) di Dale Carnegie, uno dei primi insegnanti di public speaking nell'america degli anni '40. Il libro fu scritto per essere utilizzato durante i suoi corsi ed è tuttora un altro bestseller indiscusso. Ma dentro il kobo ho anche Tecniche di oratoria, quindi potrei mettere sul ring Elena Ferro contro Dale Carnegie, chi vincerà? Ah, io scommetto su Elena! E' na tipa tosta! ;)

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    1. Io pure non avrei dubbi a scommettere su Elena! Anche perché Dale Carnegie ho provato a leggerlo diversi anni fa. Ho una vecchia edizione qui a casa, infatti il titolo è "L'arte di farsi amici" (o qualcosa del genere, ora non ricordo). Non sono riuscita ad andare molto avanti perché già all'inizio mi è sembrato terribile, con consigli che a me suonano ipocrisia pura. Magari all'epoca in cui è uscito suonava innovativo, ma a me non è piaciuto lo spirito che sta dietro le sue parole.
      Poi fammi sapere che ne pensi, se lo leggerai!

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    2. Adesso mi hai incuriosito al doppio! Essendo stato uno dei massimi conferenzieri negli Usa, mi chiedo se non dovrei leggerlo pure in lingua, che magari lo spirito è travisato dalla traduzione...
      Proverò a iniziare intanto in italiano. :)

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  6. Cara Barbara e cara Maria Teresa, grazie per scommettere su di me, ce la metterò tutta!
    Vorrei però chiarire una cosa, che forse non è emersa a sufficienza nell'intervosta, anche se molto approfondita. Al contrario della PNL o del marketing strategico, anche se sono certa che siano strumenti in alcuni casi utili, l'intento per me nella comunicazione pubblica non è convincere l'altro del mio pensiero, ma trasmetterlo e fare in modo che possa diventare parte del suo universo intellettivo, esperienziale e comunicativo. Le moderne tecniche di vendita che per anni hanno somministrato a venditori, ma anche a comunicatori in genere (e ce ne sono ancora tanti in giro che le seguono, putroppo) sono basate sulla manipolazione. Lo stesso titolo "L'arte di farsi degli amici" è subdolamente riferibile a un tale contesto. Il tema non è farsi degli amici o dei nemici, ma tessere delle relazioni. Scoprire nell'altro il suo potenziale e renderlo fruibile a tutti. La conunicazione pubblica non è mai a senso unico, ma sempre almeno biunivoca. Credo che se leggerai il mio manuale ti renderai conto del timido sforzo che ho fatto in questa direzione. Noi non siamo macchine programmabili, anche se tu con la programmazione ci vai a nozze :)
    Mi dirai se lo leggerai che ne pensi e discuteremo, come sempre. Abbracci e lieta di essere in una tua lista di lettura

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    1. Molti psicologi e psicoterapeuti ti direbbero in coro che si, siamo macchine programmabili, il problema è che l'imprinting avviene dai primi giorni di vita e durante tutta l'infanzia con quanto ci viene insegnato dai genitori e poi via via dall'ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Può andare bene, può andare male. Poi sta a noi prendere le redini e decidere di farla andare meglio. Anche prendendo la forza di cambiare amicizie e lavoro. La PNL infatti (a differenza del marketing strategico, con cui non ha nulla a che fare) non è nata per condizionare gli altri, ma per condizionare sé stessi in un atteggiamento maggiormente positivo rispetto ai problemi di salute, famiglia e lavoro. La si usa persino nei programmi di fitness e dimagrimento... solo che in pochi la sanno riconoscere. ;)

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    2. E molti altri direbbero il contrario... :) Nella PNL, che altro non è che la "lettura" e reinterpretazione in chiave yankee del mesmerismo, il tema non è l'imprintig ma la possibilità di affidare alla programmazione neurolinguistica la possibilità di scatenare nell'uditore una determinata reazione. Questo è certamente possibile tentare di farlo, ma non credo sia del tutto vero (un limite della PNL ormai acclarato).
      Non esiste infatti alcun individuo che non sia interconnesso con la realtà che lo circonda, fatta di cose e di persone. Non è un sistema chiuso insomma. Si puo' prevedere qualche reazione, tentare di governarla ma non si puo' programmare un'azione i cui effetti possano essere precedentemente determinati. Con questo non intendo dire che non vi sia nulla da imparare. Ma solo che l'approccio è diverso perché diverso è il punto di vista alla partenza. Nella comunicazione la parola condizionamento non deve esistere a mio avviso. Non credo che si utilizzi più nemmeno nell'ipnosi...

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