7 influenze nocive per aspiranti scrittori

Fonte: Facebook
Quando si scrive, sia che si faccia per se stessi, sia che si abbiano ambizioni più grandi, è sempre vitale il sostegno di chi ci sta intorno. Il parere degli altri è fondamentale, ma qualche volta sarà necessario difenderci da opinioni che non fanno altro che scoraggiarci e frenare la voglia di continuare a scrivere.
Devo ammettere che in questo aspetto sono sempre stata piuttosto fortunata perché nessuno ha mai tentato di dissuadermi, anche perché di solito ci penso da sola a deprimermi...
E non sono solo le persone che ci circondano a influenzarci: lo fa in continuazione anche Internet con la  moltitudine di idee e voci che circolano, e che nel bene e nel male ci spingono più meno consciamente in una direzione o in un'altra.

E se le informazioni, le esperienze e i pareri delle persone sono utili da una parte, dall'altra certe opinioni non richieste e alcune convizioni generali possono anche essere dannose e logoranti per chi ama scrivere. La creatività è come una piantina molto delicata e se viene esposta a influenze velenose può seccarsi fino a morire...

Quali sono questi influssi?

1) Stai solo perdendo tempo

Io sono del parere che fare qualcosa che ci fa sentire bene non è mai perdere tempo, e più in generale penso che esprimere la nostra creatività (a prescindere dal risultato) va considerato come un arricchimento personale. Nel tempo che spendiamo per scrivere potremmo fare qualcosa di più costruttivo e utile? Può darsi, ma se qualcuno instilla in noi questo dubbio forse è il caso di domandarci cosa rappresenta per noi la scrittura. Se è un bisogno, un'esigenza profonda non è di certo una perdita di tempo.

2) Non troverai mai un editore

Se abbiamo l'ambizione di pubblicare ciò che scriviamo, è molto probabile che qualcuno prima o poi ci farà notare che le case editrici disponibili a investire su esordienti sconosciuti sono pochissime. Anche semplicemente navigando in rete, un aspirante scrittore si può rendere conto della situazione attuale dell'editoria e uscirne demotivato a continuare.
Ma prendere coscienza delle difficoltà non significa arrendersi. E soprattutto non bisogna permettere che i luoghi comuni e le opinioni diffuse, spesso semplicistiche e generalizzanti, frenino i processi creativi. Se ascoltiamo chi ci dice "non pubblicherai mai", significa che ci siamo arresi in partenza. Pubblicare è difficile ma non impossibile.

3) Tutti gli esordienti pagano per pubblicare

Questa cosa mi stata detta anni fa, quando cominciai a pensare di pubblicare. Era un luogo comune così diffuso allora (oggi un po' meno) che quando poi trovai un editore senza dover pagare, alcuni amici diedero per scontato che lo avessi fatto. Questa è stata una cosa molto deprimente. Certi luoghi comuni fanno moltissimi danni, perché sono basati su "sentito dire", su situazioni non verificate, ecc.
Bisogna imparare a pensare con la propria testa e un aspirante scrittore dovrebbe saper discernere le verità dai luoghi comuni.
Se vi dicono che tutti gli esordienti pagano per pubblicare o qualcosa di simile, la cosa migliore da fare è verificare personalmente.

4) C'è troppa concorrenza

Assolutamente vero. Il mercato è saturo di autori e libri, pubblicati da editori e autopubblicati. Quando navigo in rete in cerca di un libro da leggere o vado in libreria, sono stordita dalle tante proposte. Farsi notare è un'impresa titanica, emergere ancora di più. Ma un aspirante scrittore deve contare su una sufficiente autostima da non lasciarsi intimidire di fronte alla concorrenza.
Inoltre, anche qui è importante capire cosa ci spinge a scrivere: è la fama? O piuttosto scriviamo perché non possiamo farne a meno?

5) Scrivere non porta soldi

Anche questa è una verità incontestabile. Bisogna prenderne atto e non sognare a occhi aperti guadagni astronomici. Anzi, neppure pensare di fare della narrativa una fonte di reddito sufficiente per vivere. Sono in pochi a riuscire in questo. Se è ai soldi che puntiamo, allora sarà bene dare ascolto a chi ci dice che scrivere non porta soldi e smettere subito di farlo.

6) Scrivi male

Sono del parere che le critiche non vadano mai prese sottogamba. Certo, è anche possibile che chi vi dice una cosa simile sia solo invidioso o acido di suo, ma i pareri negativi vanno presi sempre in considerazione e analizzati. Probabilmente c'è un fondo di verità o anche più di un fondo! Se ci rendiamo conto che è così, non dobbiamo però condizionarci a tal punto da smettere di scrivere, ma puntare a migliorarci. La qualità di quello che produciamo è fondamentale, quindi le critiche (soprattutto se fondate e costruttive) vanno ascoltate, ma non devono metterci ko o spingerci a mollare.

7) Non hai abbastanza talento

Non tutti gli scrittori sono dei geni della penna, questo è ovvio. Ci sono libri che forse non meritano la fama nei secoli, ma sono comunque piacevoli da leggere. Anche se pensiamo di avere un'attitudine per la scrittura, questa va comunque coltivata, sviluppata, perfezionata.
Inoltre, scrivere deve essere principalmente un piacere. E non occorre avere un particolare talento perché risulti un'attività piacevole e soddisfacente, no?

Difendersi dalle influenze nocive richiede, in definitiva, una certa dose di fiducia in se stessi, e a tal proposito dovremo seguire una delle regole di scrittura di Neil Gaiman:
La regola principale della scrittura è che, se hai abbastanza sicurezza e fiducia, puoi fare tutto quello che ti pare. (Questa potrebbe essere una regola sia per la vita che per la scrittura. Ma per la scrittura funziona davvero.)

E voi come gestite le influenze nocive?

Anima di carta

Commenti

  1. Ciao,
    leggere questo post è stato un tocca sana.
    Io ho un blog e tra le varie cose che pubblico, vi è uno pseudo romanzo, scrivere mi fa star bene e questa storia voglio scriverla perchè mi piace e vive nella mia testa, anche se magari non ho le giuste capacità e non sono una scrittrice. Ovviamente tutti mi dicono esattamente tutte le cose che hai scritto sopra, ma è tanto difficile capire che alcune persone scrivono perchè è ciò che amano fare? Io non ho dei progetti, scrivo è basta, se poi quello che scrivo piace è sicuramente una bella soddisfazione, se viene pubblicato è un sogno, ma se non accade non avrò nulla da rimpiangere. ;)
    buona giornata

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    1. Ciao Audrey, il tuo mi sembra un ottimo modo di affrontare la scrittura. Penso che piacere e divertimento nello scrivere non devono venire mai meno, per questo a volte è necessario proseguire per la propria strada a prescindere da quello che dice la gente...
      Sono contenta che il post ti sia stato utile e ti ringrazio per il commento. Ciao :)

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  2. Non sai quanto mi sono riconosciuta in questo post. Io mi deprimo con estrema facilità e c'è un sacco di gente che in questo mi aiuta. L'altra sera sono andata tutta contenta dai miei genitori parlando dei prossimi racconti pubblicati. Commento di mio padre:"Non è che stai trascurando il lavoro? Tanto lo sai che non vivrai mai di scrittura!"
    Comunque su alcuni punti porto la mia esperienza:
    - Se sei bravo vieni notato.
    - Troverai un editore e non sarà a pagamento
    - Non vivrai di scrittura, ma qualche si può puntare almeno a non lavorare in perdita.
    - E comunque ognuno è libro di buttare via il tempo come crede. Scrivere allena la mente, non ha controindicazioni per la salute e costa meno di un sacco di altri hobby

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    1. Grazie per aver riportato la tua esperienza positiva, Tenar. Il punto è proprio non generalizzare e considerare sempre quello che ci dicono con la propria testa, senza perdere l'entusiasmo per la scrittura.

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  3. La mia esperienza di "stroncatore" mi ha fatto capire che, in realtà, su dieci esordienti/autopubblicati nove scrivono male davvero, e di quei nove che scrivono male davvero almeno otto son mitomani totalmente intolleranti alle critiche.

    Le critiche negative devono essere un campanello d'allarme. Una persona che ci dice francamente di non apprezzare il nostro modo di scrivere non è necessariamente visionaria, e magari anziché pensare al modo per diventare impermeabili ai detrattori dovremmo concentrarci sullo studio per migliorare.

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    1. Anche la mia esperienza mi dice che 9 esordienti su 10 scrivono male.
      Di solito succede che rispetto alle critiche si reagisce in due modi diversi: o è totalmente indifferenti o ci si butta a terra al punto da smettere di scrivere. Quello che invece penso è che qualsiasi critica dovrebbe diventare motivo per fare di meglio, ma non di farci mollare.

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  4. Dalla lettura di questo post, è nato il mio di oggi, il cui scopo era innanzi tutto convincere me che questi sette nemici possono essere sconfitti, ma anche dare una boccata di speranza agli altri utenti che bazzicano per la rete.
    PS: concordo con Alessandro sulle critiche. La miglior cosa che possa capitare a un aspirante scrittore è una critica sincera, ma non offensiva. In un intervento che a cui ho assistito sabato si parlava anche di questo e uno scrittore ha detto "il recensore deve essere consapevole di camminare sui sogni dello scrittore" e, in effetti, è così.

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    1. Tenar, è che spesso l'autore non si rende conto di camminare sulle balle del lettore. E coi tacchi a spillo.

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    2. Bellissimo post, assolutamente da leggere: http://inchiostrofusaedraghi.blogspot.it/2013/09/un-anno-da-quasi-scrittrice.html

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  5. Sono alle prime armi, devo ammettere che alcuni post mi hanno altamente demotivato. Solitamente scrivo poesie, anche se vorrei spaziare su più generi e dedicarmi principalmente alla scrittura di romanzi, perché forse è il genere che più si avvicina alle mie esigenze, è quello che mi da' una maggiore spinta per reagire.
    Ho letto delle poesie ad alcuni dei miei amici e hanno apprezzato, complimentandosi per i termini e per la contenutistica.
    Purtroppo sono insicuro e molto sensibile, per cui è un doppio lavoro: credere in se stessi e scrivere per se stessi; il resto vien da sé, è una liberazione dai propri vincoli, quei vincoli che spesso ci bloccano, ma dentro so che sto per esplodere, che ho qualcosa da raccontare.
    Le critiche sono costruttive, sono il medicinale perfetto per migliorare, su questo non ci sono dubbi.

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    1. Scrivere per se stessi è importante, ci fa scrivere liberamente come hai giustamente sottolineato. Se poi si decide di condividere quello che si crea, però il discorso deve necessariamente cambiare, perché a quel punto è necessario rendere quello che scriviamo "leggibile".
      L'insicurezza è comune a tanti di noi... C'è chi crede troppo in quello che fa e chi troppo poco. E' una lotta continua contro noi stessi (anche io sono insicura)! In bocca al lupo :)

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  8. Risponderti a questa domanda non è facile. E' complesso e articolato quello che ci sarebbe da dire.
    Mi limito a una considerazione.
    Dici bene, scrivere è comunicare; e comunicare è trasmettere interagire con qualcuno.
    Quindi immagina chi, come il sottoscritto, è alle prime armi ha una grande paura di sentirsi dire, "Tu non sai scrivere", "tu non sei interessante"...
    Un bel da fare, no?!

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    1. Penso che sia la paura più grande, quella del rifiuto. Da parte di chi legge, di chi valuta, ecc. Per questo che secondo me le critiche devono essere un modo per farci migliorare, un trampolino di lancio per fare di meglio. D'altra parte è necessario prima o poi confrontarsi con i lettori e non parlo solo di amici e parenti, ma soprattutto di quelle persone a cui non importa minimamente di noi. E' un salto di qualità importante.

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  9. Quando ci si presenta agli altri con i propri testi bisogna stare attenti, il testo deve avere una sua correttezza, una sua fluidità. E' anche vero che la scrittura è soggettiva, ma fino a un certo punto, perché ci sono degli elementi importantissimi da considerare. La morfosintassi, la punteggiatura e l'ortografia non possono essere trascurate, soprattutto quando i testi non sono destinati soltanto a noi, ma anche a chi ci legge.
    Comunque, se è possibile, vorrei leggere qualcosa di vostro, giusto per confrontarmi e fare uno scambio culturale-letterario, ne sarei felicissimo.
    Se non è un problema, fatevi avanti e proponetemi qualcosa da leggere scritto da voi.
    Un bacio :)

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    1. Per quanto mi riguarda, come ho avuto tante volte modo di dire, sono per principio contraria a diffondere dei testi su cui sto ancora lavorando. D'altra parte non penso che ci sia bisogno di lunghi brani per capire come scrive una persona, bastano due righe, a volte anche un commento o una mail.

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  10. Concordo in pieno. Credo anche io che si debba innanzitutto scrivere per sé, per il gusto di scrivere e il piacere che ne deriva (e oltretutto, per molti di noi è una necessità che va soddisfatta). poi, cercare di dare il meglio, e migliorarsi sempre, soprattutto leggendo. Ciao!

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  11. Personalmente ho sempre subito una certa derisione, velata, ma comunque molto dolorosa. Ti trattano come un visionario o un perdigiorno. Per assurdo, nessuno si permete di dire a una persona che passa il suo tempo libero davanti ala TV o a un videogioco che perde tempo inutilmente...

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    1. Vero, esistono certe "perdite di tempo" leggittime agli occhi dell'opinione corrente e altre meno. La derisione, anche se velata, ferisce, ma ti auguro di non farti condizionare troppo.

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  12. Io di solito ci penso da sola, a deprimermi. Uno dei motivi che ultimamente mi blocca è che, ogni volta che scrivo qualcosa e poi lo rileggo, non mi sembra mai abbastanza buono. Le poche persone a cui ho fatto leggere qualche mio racconto (non si sa se per sincerità o per tirarmi su di morale) mi hanno sempre incoraggiato... ma io mi scoraggio da sola!

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    1. Io faccio esattamente lo stesso! Le influenze nocive a volte non vengono tanto dagli altri quanto dalla nostra scarsa autostima e tendenza a deprimerci. In questo caso ben venga chi ti incoraggia :)

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  13. La capacità che ha la memoria dipende dall'attenzione e non è agevole essere attenti a ciò che si è anche nei momenti in cui la mente elabora pensieri complessi. Così lo scriverli può aiutare a ricordare meglio quanto siamo stati profondi o, più facilmente, superficiali. Questo è il motivo principale per il quale scrivo, e se nel farlo capita che accidentalmente qualcuno che legge i miei scritti può trarne qualche sparuto vantaggio o riesce a sentirsi meglio nel confronto con un imbecille... tanto di guadagnato per il lettore, non certo per me. Io scrivo per me stesso, anche se ho sempre in vista la possibilità di aiutare qualcuno. Sarà anche la ragione che non mi farà resistere al dover morire... :D

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    1. In pratica stai dicendo che prendi appunti?
      Io credo che si scriva quasi sempre per un bisogno personale, nel tuo caso per tenere traccia dei tuoi pensieri. Il lettore viene sempre dopo, ma credo che anche il bisogno di farsi leggere sia qualcosa di interiore, la necessità di condividere i pensieri probabilmente la provi anche tu, non è così?

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  14. Ciao a tutti!
    Bello questo post.
    Aggiungo alcune stroncature personali, vere, purtroppo:
    - tanto la gente i libri non li legge
    - i libri costano troppo
    - ma il mio libro l'hai letto? Risposta: sì, no...
    mah...

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  15. Hai ragione su tutti e tre i punti, purtroppo. Si legge poco e male, e sul costo dei libri possiamo solo sperare in futuro che vengano abbassati i prezzi degli ebook, attualmente c'è troppa poca differenza rispetto al cartaceo.
    L'ultimo punto poi è davvero fastidioso... Per fortuna non scriviamo per persone che leggono "sì e no" o si limitano a dare un'occhiata. Per mia esperienza, cmq, questo accade quando ricevono il libro gratis :)

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