“Non fidarti della notte” è disponibile (insieme a qualche dietro le quinte)

 


Oggi esce ufficialmente il mio nuovo romanzo, che come sempre potete trovare in esclusiva su Amazon. Chi lo ha prenotato nei giorni scorsi, dovrebbe averlo già a disposizione per la lettura, e a questo proposito ringrazio di cuore quelli che lo hanno preordinato, dimostrando una fiducia inaspettata che mi rende molto felice. A questo punto, mi auguro che la storia vi faccia trascorrere qualche ora piacevole.

Visto che nel post della scorsa settimana vi ho già fornito tutte le informazioni tecniche sul libro, ho pensato di raccontarvi oggi qualche dietro le quinte del romanzo.

L'idea per questa storia non è recente, in realtà risale a molti anni fa. Dovete sapere che ho sempre provato una grande attrazione per la psicologia, anzi sono stata sul punto di prendere questa strada dopo gli esami di maturità (taaaanto tempo fa). Il progetto di iscrivermi alla facoltà di psicologia era molto concreto e non si è realizzato solo per uno scherzo del destino. Già mi vedevo con il blocchetto degli appunti in mano ad ascoltare gente sdraiata sul lettino, quando il caso ha voluto che proprio in quel periodo (mentre ero ancora all'ultimo anno di liceo) conoscessi una psicologa, la quale per mancanza di lavoro nel suo specifico campo era stata assunta come sostituta della prof di filosofia. Mi sembrò una buona occasione confrontarmi con lei, esporle i miei progetti. L'esperienza che mi raccontò però non era affatto positiva, infatti mi parlò a lungo dei problemi che aveva avuto dopo la laurea a trovare un'occupazione in ambito psicologico. In pratica per anni aveva fatto tutt'altro (compreso insegnare materie che non c'entravano nulla). Questo confronto fu così demotivante che alla fine decisi di lasciar perdere e optai per gli studi di Lettere, che erano comunque affini ai miei interessi. Tuttavia, la passione per la psicologia non è mai morta. Negli anni si è riversata soprattutto in letture su questi temi ma anche nella scrittura. Al contrario di quanto potrebbe sembrare, però, non ho nessun rimpianto. Probabilmente un lavoro simile non faceva per me: sono abbastanza sicura che, data la mia empatia, mi sarei fatta sopraffare dai problemi altrui.
Vi ho raccontato tutto ciò perché da questo interesse mai sfociato in una professione, è nata la propensione a scrivere thriller psicologici.  

Nel caso specifico del romanzo in uscita oggi, c'è anche un altro retroscena da sottolineare. Infatti, proprio nel periodo in cui avevo terminato Sarà il nostro segreto, mi è capitato di entrare in contatto con una persona con disturbi mentali piuttosto evidenti (almeno ai miei occhi). Una persona molto difficile da trattare che mi ha indotta a chiedermi: cosa significa avere vicino una persona così problematica? Che impegno comporta amarla? Mi sono detta che conviverci giorno dopo giorno, sentendosi impotenti, deve essere una vera sfida. E se poi ci fosse in ballo anche un accusa di omicidio?
Da queste riflessioni è scaturita l'idea di base di Non fidarti della notte.

Quando ho cominciato a scrivere questo romanzo, circa un anno fa, eravamo in pieno lockdown. La mia voglia di dedicarmi alla scrittura era molto scarsa. Per di più ero abituata a isolarmi per scrivere, cosa che sarebbe stata impossibile con mio marito in telelavoro. Dunque, ho iniziato la nuova storia senza certezze, senza sapere se l'avrei effettivamente portata avanti. Invece, già mentre scrivevo il primo capitolo i personaggi hanno cominciato a trascinarmi dentro, a coinvolgermi nei loro affari. E così sono andata avanti per diversi mesi senza mai fermarmi, fino alla conclusione.

Ed eccomi dunque oggi alla pubblicazione ufficiale. Credo di avervi tediato fin troppo, quindi vi lascio con qualche informazione veloce sul libro, prima di salutarvi!

Trama

“Ho bisogno di te, c’è stato un crimine”. Con una telefonata, Dalia viene catapultata nel passato. A chiederle aiuto è Gabriele, il suo ex marito, un uomo problematico e disturbato, che non sentiva da anni.
Pur combattuta, Dalia accetta di incontrarlo e scopre che una donna è stata uccisa nel quartiere storico dove vive Gabriele. Un delitto che più volte lui ha visto in ogni particolare durante i suoi sogni.
Dalia però conosce a fondo i disturbi psicologici di Gabriele e non può fare a meno di sospettare che sia coinvolto nel crimine. E ben presto anche la polizia sembra decisa ad accusarlo di omicidio.
Nonostante i dubbi sulla sua innocenza e i fantasmi del passato che continuano a tormentarla, Dalia decide di aiutare Gabriele e si mette alla ricerca della verità. Fino a scoprire di essere pronta a tutto pur di scagionarlo, anche a rischio di mettere in pericolo se stessa.

Una voce dal passato. E l’incubo ha inizio
IN VENDITA SU AMAZON
Prezzo ebook: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 9,90 €
GRATIS con Kindle Unlimited


Commenti

  1. Ecco che le esperienze personali tornano per entrare nelle storie che si scrivono.
    Auguri per questa nuova pubblicazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Daniele. Eh sì, le esperienze personali si rispecchiano in qualche modo nelle storie. E spesso succede che ci si rende conto di questo solo in seguito, quando la storia è conclusa.

      Elimina
  2. Sempre molto interssante leggere il "dietro le quinte" dei romanzi! A proposito stamattina è subito comparso nel mio ipad e iphone nell'applicazione kindle il tuo romanzo che avevo preordinato, appena possibile lo leggerò.
    Sai che anch'io avevo pensato di iscrivermi a Psicologia, mi attraeva molto come materia anche se sapevo che gli sbocchi lavorativi erano scarsi. Quando dovevo scegliere l'università ero molto indecisa, le alternative erano Economia e Commercio (avendo fatto la ragioneria sembrava il proseguimento naturale), Lettere (che mi attirava molto per il mio desiderio di scrivere) e Psicologia (perchè mi piaceva la materia e mi incuriosiva molto).
    Alla fine scelsi Economia perchè avendo ottenuto la borsa di studio dall'università di Bologna pensai che fosse la facoltà che mi avrebbe permesso di mantenerla con più serenità, per Lettere c'era lo spauracchio del latino su cui ero quasi del tutto carente e Psicologia perchè era a Padova (oggi c'è, ma all'epoca a Bologna non c'era questa Facoltà e per questioni varie mi era innamorata di Bologna, città che poi mi ha adottato in tutti i sensi). Confesso che alla fine la facoltà scelta mi è piaciuta moltissimo e poi ho trovato lavoro subito, è stata quindi la scelta giusta sotto l'aspetto lavorativo. Un mio amico invece si è laureato in Psicologia e ha lavorato quasi subito, ha vinto un concorso pubblico (credo della regione Veneto) e fa lo psicologo (ormai da vent'anni) in una comunità di recupero di tossicodipendenti, lui è felice, ma non è un lavoro facile, credo sia molto portato per quel lavoro...Comunque è bello poter utilizzare le proprie passioni almeno per scrivere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie ancora Giulia per averlo preordinato!
      E' bello che alla fine Economia si sia rivelata la scelta giusta per te. Io non l'ho neppure presa in considerazione, anzi ho una specie di "allergia" per questo campo :D
      Immagino proprio che fare lo psicologo comunque non sempre abbia quell'aura di romanticismo che gli attribuiamo, anzi. Comunque occuparsi del benessere delle persone come fa il tuo amico trovo che sia una bellissima cosa.

      Elimina
  3. Hai fatto un altro lavoro encomiabile. Benarrivato anche a questo romanzo !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore, Elena! Non so se ho fatto un lavoro encomiabile, ma posso dire di averci senza dubbio messo tutta l'anima ^_^

      Elimina
  4. Anch'io ho sempre trovato interessante la psicologia. Che sia per conoscere se stessi o per creare personaggi, da lì nascono spunti infiniti. Benvenuto, nuovo romanzo, e complimenti a te. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, gli spunti che possono nascere sono tantissimi, penso che la psicologia sia un campo molto amato da chi scrive. Grazie di cuore, Grazia ^_^

      Elimina
  5. Mi dispiace per i piani di studio che non si sono realizzati anche se è andata bene comunque! anche io ho avuto un'esperienza simile e so che vuol dire quando ci si scontra con la realtà di qualcuno che ci sta passando e non ci da le risposte che pensavamo! Bisogna sempre essere pronti ad adattarsi nella vita e si impara solo così! Sono contenta però che grazie a questo "intoppo" adesso possiamo leggere le tue storie :) Non mi resta che cominciare a leggere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, è andata comunque bene, credo che in qualche modo la vita ci indirizzi nella giusta direzione. Ed è vero quello che dici, bisogna essere pronti ad adattarsi alle varie situazioni, avere una certa flessibilità, cosa non sempre facile.
      Grazie, Nicole!

      Elimina
  6. Quando sono uscita io dalle superiori, quelli con un voto così così ma che volevano comunque proseguire all'università si iscrissero o a Scienze dell'educazione (appena istituita credo) o a Psicologia, perché non c'era numero chiuso ed erano "solo" tre anni di corso. Pensai che le stavano sottovalutando, e di parecchio. Infatti nessuno continuò al secondo anno, trovarono lavoro e via.
    Io volevo Informatica, ma non c'era ancora, se non sbaglio fu istituita 3 o 4 anni dopo. Mi toccò Statistica, ma il primo anno fu un disastro, con vari problemi a casa. Trovai lavoro, cambiai col diploma, mi diplomai, trovai un altro lavoro, e mi iscrissi alla laurea breve. Avrei voluto continuare la magistrale (c'era un percorso perfetto per me, su nuove tecnologie) ma quando lavori da informatico, non hai tempo per studiare. E vabbè, è andata così.
    Sono contenta di questo tuo nuovo romanzo, mi piace come è impostato e mi incuriosisce. Tra l'altro giusto domenica davano un film, The accountant, che mi ha inchiodato alla televisione. Ed è difficile, eh. Il contabile è un uomo affetto da autismo, con effetti più o meno gravi, ma educato a combatterli per avere una vita normale. Un genio della matematica e dei conti fiscali, se non fosse che... Lo devi vedere. Ben Affleck ha un certo qual fascino, e ha recitato in maniera notevole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi ricordo che anche alla Sapienza non c'erano studi adeguati di informatica e tutti si buttavano su altre materie totalmente inadatte alle proprie esigenze. Così come per altre materie. Da me invece Psicologia era di quattro anni come Lettere, ma da quello che dici l'effetto finale era lo stesso. Che poi anche con Lettere lavoro non se ne trova, soprattutto perché io non ho ma avuto la passione per l'insegnamento. Comunque sia, difficilmente si riesce a trovare esattamente una strada che ci calza a pennello, no?
      The accountant mi incuriosisce molto, quindi sì, lo vedrò. E poi tu mi consigli sempre bei film, ormai è una garanzia ^_^

      Elimina

Posta un commento

Ogni contributo è prezioso, non dimenticarti di lasciare la tua opinione dopo la lettura.
Se vuoi ricevere una notifica per e-mail con le risposte, metti la spunta su "inviami notifiche".
Se hai problemi con i commenti, ti invito a cambiare browser. Purtroppo alcuni programmi bloccano in automatico i cookie di terze parti impedendo i commenti.
Ti prego di non inserire link o indirizzi e-mail nel testo del commento, altrimenti sarò costretta a rimuovere il commento. Grazie!

Info sulla Privacy

Policy Privacy di Google per chi commenta con un account Blogger