Lontana dalla rete

Foto di Artem Beliaikin (Pexels)

È passato un po’ di tempo dal mio ultimo post e mi ritrovo oggi a riprendere il mano il blog non senza una dose di fatica, ma consapevole che a volte è indispensabile scrollarsi di dosso l’indolenza prima di scivolare in un blocco irreversibile di cui ci si può pentire.

I motivi della mia assenza dalla rete di queste ultime settimane sono svariati, e in particolare alcune circostanze impreviste e alquanto fastidiose mi hanno costretta a uscire dal mio nido e a occuparmi di questioni pratiche. Ciò ha ridotto notevolmente il tempo libero ma soprattutto le energie, tanto che è stato inevitabile abbandonare gradualmente la maggior parte delle solite attività.

Ma se voglio essere onesta, ai vari impegni e impedimenti si è anche aggiunta negli ultimi tempi una certa resistenza a riprendere contatto con il web in generale, i social, il blog e così via. Diciamo che la lontananza forzata mi ha portata a guardare il virtuale in modo più disincantato e a capire che molte delle attività a cui dedicavo tanto tempo e sforzo tutto sommato non erano poi così importanti, anzi sono destinate a perdere valore di fronte alla vita reale.

Se all’inizio mi sentivo a disagio per questa lontananza, a un certo punto devo ammettere che ha cominciato a piacermi. Mi è sembrato di riscoprire piccole cose, una dimensione meno frenetica e ossessiva, più concreta. Tanto che la rete non mi mancava affatto. E soprattutto non mi mancavano certe dinamiche, certi meccanismi che sembrano entrati ormai in uso, come quello che pretendere risposte veloci a tutto, fosse pure un semplice “ciao”, o le polemiche su ogni argomento che circolano su Facebook, così come quel continuo dover essere sempre presente, doverci essere a tutti i costi, perché altrimenti vieni tagliato fuori. Ma fuori da cosa, poi?

Per esempio, mi sono interrogata su quanto valga la pena di affannarsi intorno alla promozione di un libro, quando poi ti rendi conto che le nostre creature sono perfettamente in grado di camminare da sole, di seguire una loro strada, che va ben oltre il nostro potere. Come hanno fatto i miei romanzi in questo periodo.

Tale distacco, in parte forzato in parte voluto, mi ha anche portato a iniziare una nuova storia. È stato bello immergersi in un romanzo inedito, anche se ancora in modo frammentario, prendendo soprattutto appunti o riflettendo su trama e personaggi. È stato bello scribacchiare senza l'impulso continuo a controllare la posta o dare un'occhiata a Facebook o a questo o quel blog. Bello tuffarsi in un'idea senza le costanti interruzioni di chi chiede attenzione sui social.

So per certo che per me è finita l’epoca degli aggiornamenti costanti del blog. E non perché il blog sia morto, come si vocifera in giro, o perché mi sia stancata di questo strumento di comunicazione, ma perché ho bisogno di trovare un equilibrio nuovo, quello di cui parlo da tanto tempo. E questo equilibrio non riguarda solo il blog, ma la rete nel suo senso più globale di contatti virtuali.

Ovviamente continuerò a scrivere post, porterò avanti le varie rubriche, ma sento il bisogno di gestire tutto questo in modo diverso, meno pressante, meno regolare. È una decisione che ho preso proprio osservando il mondo della rete a distanza. Segno che anche le situazioni impreviste e spiacevoli recano riflessioni costruttive.

Non so se sono riuscita a trasmettere in pieno lo stato d'animo di questo periodo, ma in definitiva credo semplicemente che volte ci sia bisogno di sollevare lo sguardo dalle solite cose e guardarsi un po' attorno.
Voi cosa ne dite?

Commenti

  1. Sono pienamente d'accordo, per me esisti anche se non compari con post e interventi vari; voglio dire che quella che va ridimensionata è una certa frenesia e quella che va nutrita e coltivata è la scrittura. Quello che scriviamo, anche se raggiunge poche persone, è la cosa che più conta.

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    1. Hai detto bene, la frenesia di promuovere e condividere va a scapito della scrittura. Forse occorre fare un passo indietro e ritrovare il piacere di immergersi in una storia. Grazie per il tuo intervento!

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  2. Staccare fa bene ogni tanto. Forse dovresti creare un calendario più adatto a te per questo periodo o per il futuro.

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    1. Hai ragione, lo farò senz'altro. Devo trovare un ritmo nuovo, più in sintonia con le attuali esigenze. così come ridurre il modo drastico Facebook, che risucchia troppe energie.

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  3. Spesso ho la tentazione di chiudere quasi tutto e lasciare solo il blog. Magari lo farò, chissà!

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    1. Ti capisco in pieno, Marco. La tentazione viene anche a me, magari però c'è solo bisogno di ridurre un po' la presenza.

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  4. Sai che spessissimo, per non dire praticamente ogni volta, sono d'accordo con te. E infatti lo sono anche questa volta. Da quando mi sono aperto ai social, poi, il mio tempo libero quasi non mi appartiene più. Credo che prima o poi dovrò decidermi anche io a ridurre i contatti con il web. Appoggio in pieno la tua scelta, Maria Teresa. Mettere un freno alle attività in rete può solo restituirci tempo per scrivere.

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    1. Sì, è incredibile vedere come i social abbiano il potere di risucchiarti, a volte sembra una sorta di dipendenza. Pensi di averne il controllo, ma poi ti accorgi di non avere più il tempo di prima proprio a causa dell'attenzione continua che esigono. Non è facile staccarsene, ma dobbiamo provarci!

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    2. Penso che a tal proposito bloccherò la ricezione delle notifiche: troppa roba, quasi tutta inutile, da vagliare.

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    3. Vero, Calogero, le notifiche possono diventare una tempesta continua. Su FB per fortuna si può scegliere quali ricevere...

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  5. Fuori dalla rete c'è un mondo reale di cui spesso ci dimentichiamo, un mondo più concreto e forse più semplice. Staccare fa bene perchè dopo si ritorna con una visione più distaccata e magari più creativa. Bello sapere che hai iniziato una nuova storia.

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    1. Grazie Giulia, sono molto contenta anche io di aver ricominciato a scrivere. Vorrei avere energie e tempo da spenderci, spero che in futuro sia così. Per il resto, sono più che d'accordo, la vita vera deve venire prima di tutto.

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  6. Tranquilla, capisco benissimo cosa intendi dire e condivido a pieno la tua voglia di essere più libera, di non "affannarti" troppo sui social. Come dici tu, le nostre creature possono camminare da sole, alle volte meglio dargli si un aiuto, ma non per questo dobbiamo diventare schiavi della tecnologia. Io stessa alle volte mi accorgo che ho bisogno di sentirmi più libera, di togliere certe catene. Grazie per aver condiviso con noi il tuo pensiero! ANTONELLA AEGLOS

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    1. Sono felice che siamo in sintonia, Antonella, grazie a te per il sostegno. C'è proprio bisogno di un equilibrio tra la vita creativa e quella "social", per nulla facile da raggiungere ma soprattutto da mantenere.

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  7. per me ci sei sempre. un abbraccio.

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  8. Ciao Maria Teresa, e bentornata.
    Lo ammetto pubblicamente sul tuo blog: un po' mi sei mancata. E' pienamente comprensibile e condivisibile il voler staccare per rigenerarsi, depurarsi.
    Leggendo il posto ho avuto la sensazione di una crescita (se di crescita si può parlare dopo tanta esperienza di social e scrittura), di una presa di coscienza dell'esistenza di una realtà che non è il web, dove i contatti non sono veri come quelli face to face.
    Grazie
    Rosario

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    1. Grazie per il bentornato, Rosario, e grazie per le tue belle parole. Il web ha aspetti positivi, non lo voglio negare, ma non può sostituire la realtà. Ogni tanto bisogna ricordarlo a se stessi!

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  9. Fai bene a prenderti tempo per staccare, anche se a noi fa sempre piacere sentirti.
    Nella mia esperienza fare pubblicità ai romanzi può venderti qualche decina di copie in più, ma solo Amazon ha il potere di raggiungere il pubblico interessato. Io non faccio più nulla e sto ancora vendendo, a un anno dalla pubblicazione, grazie a 24 ore passate in offerta lo scorso luglio.

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    1. Grazie, Lisa. E' proprio come dici, fare pubblicità è una goccia nel mare rispetto a ciò che può fare Amazon per un libro. E' una questione che vorrei approfondire in un prossimo post, perché mi sembra importante.

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  10. Assolutamente concorde. Anche io ogni tanto stacco tutto con la precisa intenzione di non farmi trovare, tipo quando esco di casa e levo la connessione dati al cellulare, in maniera da essere raggiungibile solo per le telefonate e nessuna altra notifica. Tra tutti i social quello che mi ha stancato di più è sicuramente fb che ormai pare solo più una vetrina di proposte altrui, inviti e richieste di like senza tregua. Quindi per me sei assolta e promossa, puoi presentarti sul blog quando vuoi che sarò felicissima di leggerti e seguirti. La notizia più bella è che ti sei rimessa a scrivere e questo preannuncia una nuova interessante lettura, evviva!

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    1. Condivido in pieno quello che dici, Nadia. Anche io sono stanca di FB, una vetrina infinita che annoia, per non parlare dell'eccesso di polemiche e scontri, davvero insopportabili. Anche io sto riscoprendo il piacere di staccare tutto. Grazie per l'incoraggiamento a scrivere ^_^

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  11. Quello che esprimi nel post è vero e importante. Non serve a niente avere bene chiare in mente le proprie priorità, quando poi le si ignora e ci si affanna a destra e a manca come schiavi alla catena. Il problema naturalmente non è la rete nei suoi vari risvolti, ma il modo in cui capita di viverli. Sia tenere il blog che commentare i blog altrui può diventare un'incombenza da aggiungere alle altre, ma allora che senso ha? Bisogna salvare la gioia di fare le cose, quando ci si tiene. Mi fa piacere sapere che stai trovando un tuo equilibrio e che scrivi senza pressioni. :)

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    1. Sì, non è la rete in sé il problema, ma il modo in cui la si vive. E io, nonostante i buoni propositi, finisco per viverla male, almeno in determinati periodi, senza quella serenità necessaria a non farsi stressare o inghiottire. Sulla scrittura, invece, mi sento davvero molto più tranquilla. E' già qualcosa ^_^ Grazie per il tuo sostegno, Grazia!

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  12. Ho sperimentato qualcosa di simile a te nel periodo tra dicembre e gennaio quando ho staccato con blog e social causa esami. Nonostante il periodo faticosissimo, come sai, la pausa in questo ambito è stata molto rigenerante, quindi concordo con te. Per quanto riguarda connessioni e smartphone, ad esempio, io silenzio e spengo tutto quando studio, e chiudo proprio il telefono in prima serata.
    Penso che tu abbia tutto il diritto di prenderti una pausa e ridefinire anche la scaletta delle pubblicazioni, magari allungando i tempi. Dedicati alle attività e alle passioni che ami di più, e alla famiglia. Io ti leggerò sempre con piacere! :)

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    1. Grazie, Cristina. Penso sia significativa la tua esperienza, ovvero che nonostante la fatica e lo stress dello studio e degli esami, tu abbia comunque tratto giovamento dal distacco dalla rete. Segno proprio che la realtà vera è quella che più conta.
      Io non faccio che ripromettermi di trovare dei compromessi, ma ancora non ci sono riuscita.

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  13. Scrivi un articolo se hai qualcosa che vuoi dire: quest'attività dovrebbe essere sentita come qualcosa di piacevole, non una sorta d'obbligo!
    ...e non si vive di solo blog...
    Ciao!

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    1. Ciao Gabriele, pienamente d'accordo. In questo periodo ogni tanto pensavo a possibili post e nonostante avessi delle idee, mi mancava la voglia di svilupparle. Il dovere non si concilia con il blog, secondo me.

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  14. Ciao Maria Teresa, sono d'accordissimo e ti capisco in pieno.
    Di recente ho provato di nuovo la bella sensazione di essere totalmente immerso nella scrittura di una storia.
    Sono convinto che, come scrittori, per noi la scrittura venga prima di tutto. Cercare questo distacco dalla promozione e il resto è normale. La questione è proprio quella: bilanciare la scrittura con tutto il resto, compresa la vita quotidiana, e non dobbiamo farlo a ritmi frenetici ma con il nostro ritmo naturale. Tanto prima o poi ci ritroviamo online.

    Buona scrittura!

    Ciao,
    Renato

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    1. Ciao Renato. Dici una cosa giustissima, la scrittura deve venire prima di tutto. O perlomeno prima della promozione e della "vita in rete". A volte è proprio il quotidiano a farcelo capire, spesso in modo brusco. Ma l'importante è arrivarci.

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  15. Ci sono passata, ricordi, quest'estate? e sperimentare l'assenza dal web ha consentito anche a me di provare una dimensione in cui mi sono trovata comoda. Infatti, ho ripreso a scrivere per il blog, ma lo faccio senza rinunciare ad altre cose cui prima dedicavo meno tempo. Sono più rilassata, scrivo se ho voglia e quando la necessità di condividere un pensiero lo richiede.
    Prendere tutto con più filosofia non può che essere un guadagno.

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    1. Ecco, immagino che tu mi capisca in pieno. C'è necessità di ritrovare se stessi, il proprio ambiente, gli affetti e tutto ciò che riguarda la vita reale. Dovrò trovare anche io un modo nuovo per vivere il web, senza stressarmi troppo. Questo periodo frenetico e pesante per altri motivi me lo ha insegnato. Inaspettatamente, direi.

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  16. Ogni tanto è giusto prendersi una pausa, non ti preoccupare è normale ;)

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    1. Grazie per la comprensione, Ilaria :)
      Il fatto è che probabilmente mi servirà molto più di una semplice pausa... ma per ora non ho preso decisioni.

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  17. Posso solo condividere al 100%, Maria Teresa. E' la stessa scelta che ho adottato io per il 2019. E credo, visto il benessere che me ne è conseguito, che rimarrà anche per gli anni futuri del blog. Scrivere uno o due post al mese e limitare la mia esperienza di internet al minimo indispensabile.
    Per me, come ho spiegato nel mio blog, è una scelta nata dall'esigenza, che sentivo forte, di ricollegarmi alla mia vita pre-internet (che, pare incredibile, ma quelli della nostra generazione hanno avuto). E devo dire che ho riconquistato un mondo di sensazioni ed esperienze di cui quasi rischiavo di perdere il ricordo. E' anche un'esigenza nata, nel mio caso, dall'età che avanza...

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    1. Ecco, Ivano, hai centrato bene la questione. Direi che provo anche io la stessa esigenza. Dovrò fare anche io un atto di coraggio come il tuo e ridurre drasticamente la mia presenza su internet. Ci sono situazioni ed esperienze che non possono paragonarsi a una vita virtuale, quindi ti capisco in pieno. E anche per me l'età avanza... Grazie per essere passato, apprezzo molto il sostegno.

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  18. Concordo anch'io completamente con le parole di Ivano. Il tempo passa veloce e non si vive solo di rete (specialmente non di social). Purtroppo si tende a sentirsi in colpa quando non si mantengono le scalette di pubblicazione o non si visitano altri blog con costanza e assiduità...

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  19. Mi spiace molto per il periodo complicato, in cui gli imprevisti ti hanno portato a cambiare scaletta. Se però hai iniziato con una nuova storia, non tutto il male viene per nuocere.
    Sui social e sulla rete io non la vivo come voi, forse perché io sono in sostanza online da 20 anni se non di più, per studio prima e lavoro poi. Quindi ho imparato a seguire chi merita e lasciar perdere tutto il resto.
    Ultimamente poi sto facendo ancora più pulizia e man mano che mi arrivano notifiche, vado a rivedere di che gruppo si tratta e me ne disiscrivo (sono anche cambiati gli interessi nel tempo, sono più focalizzata). Mi tengo in contatto solo con le persone positive che, pur avendo opinioni differenti dalla mia, sono in grado di discuterne con una certa maturità, senza zizzania inutile. Né ho tempo da perdere con cagnolini e gattini e immagini glitterate di buongiorno e buonasera, o battute da trattoria. Non perché me ne consideri superiore, ma il tempo è limitato e ho una pila interminabile di libri da leggere! (e da scrivere!?) Non sono su Whatsapp perché lì avrei già delle persone negativissime che mi aspettano al varco appena vedessero il mio numero registrato, e quindi ne resto fuori, anche se talvolta mi allontana dagli amici veri. Per bontà loro, troviamo altri modi di comunicare.
    Forse nell'ambito della scrittura mi salvo perché non partecipo a vari gruppi e gruppetti di promozione, non avendo ancora nessun testo da promuovere, e so che lì alterchi e ripicche viaggiano veloci. Ma se come dici tu, i libri hanno comunque una vita propria e hai continuato a vendere pur rimanendo fuori dal web, allora forse non è il caso di rivedere la propria partecipazione in questi luoghi, riservandosi solo quelli più sani?
    Internet e i social non sono stati pensati per divenire uno stress, purtroppo è l'uso distorto che ne fanno alcuni a causare stress agli altri. :)

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    1. E' proprio come dici, Barbara, sposo in pieno il tuo pensiero. Di certo la rete causa stress solo se siamo noi a permetterlo, è l'approccio a fare la differenza. Ti dirò, anche io uso internet ormai da vent'anni. E rimpiango quei tempi, dove tutto era nuovo eppure meno ossessivo di oggi.
      Quello che so per certo è che anche io ho cominciato a darmi una regolata sui contatti, i gruppi e così via, ridimensionando anche il valore dei social come promozione.
      Per me c'è molta gente che usa tutto questo in modo insano e cerca di coinvolgere anche gli altri. Bisogna imparare assolutamente a tenere le distanze, e se tu ci sei riuscita pur usando la rete anche per lavoro, è segno che si può fare.

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  20. Cara Maria Teresa,
    Stavo rimuginando riflessioni simili, ed è arrivato il tuo blog e questo post. Segni invidiabili di ricerca di immobilità, quell'equilibrio pieno di movimento vero, che non è ansia, ma tensione creativa, e soprattutto profondo ascolto.
    Grazie per le tue trasparenti parole.
    Un saluto.
    A.

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    1. Grazie A, il tuo commento mi fa molto piacere e conferma che molti di noi hanno un gran bisogno di ritrovare la propria creatività fuori dal rumore della rete. Grazie a te, ciao ^_^

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