“Apoptosis”, intervista all'autore Renato Mite


Il romanzo di cui vi parlerò oggi getta uno sguardo sul futuro con una storia a metà tra la fantascienza medica e il thriller. Ho l'occasione per approfondire la storia direttamente con l'autore (che è stato già mio ospite qualche tempo fa in una delle presentazioni online).

Questa la trama:
Un ricercatore medico, un'innovazione diagnostica rivoluzionaria, una rete digitale per la sanità pubblica e un hacker a mettere tutto in discussione... prima dell'Apoptosis.
La società HOB Medicines ha rivoluzionato la medicina con la Patoneuroscopìa, l’indagine diagnostica attraverso il sistema nervoso, e ha creato il PNS, un dispositivo per la diagnosi personale collegato alla P.A. Net, la rete digitale per la sanità pubblica.
Tutti indossano un PNS, ma alcuni dubitano della sua efficienza: George Tobell, il ricercatore che ha aperto la strada alla Patoneuroscopìa, affetto da una neuropatia causata da un prototipo del PNS; e Matthew Jaws, un hacker ossessionato dalla HOB che vuole vederci chiaro sulla sorte degli antesignani, leggendari malati oggetto della sperimentazione HOB.
Quando George muore, Matthew viene in possesso del suo trattato sulla Patoneuroscopìa che getta le prime luci sui segreti della HOB.
Matthew si fa assumere nella sala di controllo della P.A. Net dell’HOB Building, dove lavora anche l’analista che ha stretto un accordo con il magnate della HOB per la cattura dell’hacker della loro rete. Nei laboratori del grattacielo lavora un giovane ricercatore, Jason Stemberg, che scoprirà che chiunque usi il PNS è in pericolo.
Il parossismo è imminente e li coinvolgerà tutti.

Un libro intelligente che fonde insieme elementi medici e informatici, un romanzo complesso sia per la trama in sé sia per gli argomenti trattati, che occorre leggere con molta attenzione per poterne apprezzare in pieno l'acume e per comprendere a fondo i temi trattati. Eppure allo stesso tempo Apoptosis è anche un libro che scorre con piacere, per via della spigliatezza delle scene, dei dialoghi brillanti, dei personaggi vivaci. In qualche modo fa pensare a una serie tv americana, dove le scene si susseguono rapide e spesso non mancano le battute e l'ironia ad alleggerire l'atmosfera.
Molti sono i protagonisti, ognuno con una sua precisa personalità e ruolo all'interno degli eventi, per dar vita a uno scenario sul futuro molto vivido e multiforme. L'intreccio si compone di due parti, dove la seconda fa un salto nel tempo in avanti mostrandoci le conseguenze delle situazioni presentate nella prima. Da rilevare che la trama è ben congegnata, con i fatti concatenati in modo logico ed è priva di digressioni o incongruenze.
Ho molto apprezzato anche l'accuratezza della scrittura e la precisione massima che l'autore ha messo in ogni pagina, ma devo anche ammettere che questo estremo tecnicismo ha molto rallentato la lettura e mi ha messa spesso a dura prova.
Senz'altro è un tipo di romanzo impegnativo sotto molti punti di vista, adatto a un pubblico che ama il genere fantascientifico che non teme di porsi domande sulle conseguenze di una tecnologia spinta al massimo delle potenzialità, né di tuffarsi a 360° in una realtà lontana ma plausibile.

E ora vediamo di approfondire con l'autore stesso...

1) Ciao Renato, innanzitutto benvenuto. La prima cosa che vorrei domandarti nasce dalla curiosità di conoscere i retroscena di questo romanzo e in modo particolare com'è nata l'idea di fondo della storia.

Ciao Maria, è un piacere tornare qui a fare due chiacchiere con te.
In principio, l'idea del romanzo era quella di un sistema di controllo medico che spiasse i dati medici della gente per creare farmaci mirati. Volevo scrivere di una scoperta scientifica, poi c'è stata la considerazione che tutti inseguono la salute e il sistema è diventato una rete per la sanità pubblica, così è nata la Patoneuroscopìa come indagine diagnostica preventiva. Il fulcro della storia è un'ideologia accettata con la prospettiva di una vita sana ma all'oscuro delle reali implicazioni, ideologia inculcata dal colosso farmaceutico fittizio HOB Medicines.
Il retroscena che mi piace raccontare è che la prima stesura era composta dalla prima parte “La breccia”, ma ho lasciato che i protagonisti mi mostrassero il loro mondo e ho potuto vedere la storia in tutto il suo potenziale. Il punto di svolta è stato quando Hitch O'Bones, il magnate della HOB, chiede al ricercatore Steve Tobell come sta suo figlio. Mi sono chiesto perché un tipo come O'Bones mostrasse un tale interesse e così ho tolto il velo intorno ai segreti della HOB che affiorano nella seconda parte del romanzo.

2) Leggendo ho avuto spesso l'impressione di trovarmi all'interno di una serie televisiva per l'approccio alle scene e ai dialoghi. Mi viene quindi da chiederti se alcuni spunti per questo romanzo sono nati realmente da alcune serie tv. Oppure la genesi è da rintracciare nella letteratura fantascientifica di cui immagino tu sia lettore accanito?

Leggendo Apoptosis molti hanno l'impressione di guardare un film, e mi fa piacere. Credo che ciò succeda perché ho un approccio alla scrittura molto visuale, nel senso che visualizzo nella mia mente la storia, per questo la mia scrittura assume un po' l'aspetto di “sceneggiatura”.
Adoro sia serie tv sia libri, e spazio fra i vari generi, ma lo spunto del romanzo è venuto dalla scienza, una mia passione che si lega alla fantasia, da qui nasce la predilezione per la fantascienza. Se dovessi far risalire la genesi di Apoptosis a un libro di fantascienza, direi che senz'altro il romanzo di Bulgakov “Uova fatali”, che cito nel libro, ha lasciato in me una forte impronta.

3) Un aspetto che colpisce fin da subito nella lettura del tuo Apoptosis è l'estrema accuratezza dei termini tecnici, sia medici che informatici. Molto precise sono anche le spiegazioni che vengono fornite. Devo dire che se questo da una parte è apprezzabile, dall'altra mette a dura prova il lettore. Ti chiedo, dunque, è stata una precisa scelta quella di fornire una gamma così ampia di elementi tecnici? Avevi in mente un preciso tipo di pubblico quando hai scritto questo romanzo?

Sì, è stata una scelta consapevole. Se la plausibilità e la sospensione della realtà sono fondamentali in narrativa, anche nelle storie fantasy, lo sono ancor di più nella fantascienza.
La fantascienza, al pari della scienza, deve dimostrare in maniera oggettiva le sue teorie e i suoi meccanismi, in maniera empirica quanto teorica, quasi debbano sul serio essere sottoposti al metodo scientifico. Quindi, secondo me, sia l'uso accurato di termini tecnici sia le spiegazioni sono fondamentali per creare al contempo la sospensione dalla realtà e la plausibilità scientifica.
Sapevo che avrei messo a dura prova i lettori, ma quando scrivo non penso mai a un tipo di pubblico o a un lettore ideale. Penso che ogni lettore è diverso, quindi, oltre che riduttivo, è inutile cercare di etichettarli. Mi impegno a spiegare i concetti in modo che chiunque possa recepirli, anche se non sempre credo di riuscirci appieno e credo sia inevitabile. A un certo punto il testimone passa al lettore, che non è un semplice spettatore ma interagisce con la storia, e devi affidarti alla sua sagacia.

4) Parliamo invece della trama in sé e in particolare dello scenario futuristico che illustri. Secondo te lo sviluppo della medicina che il romanzo propone è plausibile, compresi i rischi che paventi nella tua storia? A tuo avviso, quanto ci siamo vicini?

Come dicevo, ho cercato di renderlo plausibile nel libro proprio perché sono convinto che sia plausibile nella realtà. Ricordo che mentre facevo ricerche per la storia, mi imbattei in un apparecchio che si proponeva di analizzare gli impulsi nervosi. Inoltre molti aspetti che riporto nel libro sono nozioni reali, come ad esempio il potenziale d'azione, le cellule di Schwann e la conduzione saltatoria degli impulsi nervosi.
L'intelligenza artificiale non fa altro che imitare le reti neurali umane e sta progredendo velocemente, lo stesso dicasi per gli apparecchi che monitorano il nostro stato di salute, pensa agli smartwatch. Sul fronte biologico, anche l'ingegneria genetica è un campo attivo, forse un giorno sentiremo parlare del tessuto propagatore e quindi non escludo nuovi metodi di diagnosi come la Patoneuroscopìa, con tutti i rischi connessi.
Il romanzo sottolinea quanto sia importante la conoscenza perché ogni progresso può comportare dei rischi se impiegato male, quindi a essere ottimista direi che siamo distanti un mezzo secolo, c'è tempo per prepararsi.

5) Più in generale, invece vorrei chiederti cosa ne pensi dello sviluppo tecnologico così rapido che ci vede protagonisti in questi anni. Nel tuo libro tu poni l'accento sul discorso della salute, che ovviamente sta a cuore a tutti, ma in nome del progresso è probabile che ci spingeremo ai limiti della moralità, in un modo che attualmente non riusciamo neppure a ipotizzare?

Io penso che lo sviluppo tecnologico, come qualsiasi altro progresso, non debba essere demonizzato a priori, è un concetto che ho cercato di sottolineare anche nel libro e soprattutto nel finale, dove Matt non condanna la medicina ma riscatta i medici che si spremono le meningi. Lo stesso dovremmo fare noi, fermarci a riflettere sullo sviluppo e non corrergli dietro senza pensare. Valutando sempre con criterio.
Il punto essenziale siamo proprio noi esseri umani con la nostra moralità, purtroppo conosciamo già i suoi limiti perché alcuni uomini si sono già spinti sin lì. Alcuni lo hanno fatto in nome del progresso solo in apparenza, i motivi reali sono sempre più gretti e spesso individualisti. La parola stessa “progresso” indica qualcosa di buono, di migliore, per tutti, ma c'è sempre il libero arbitrio, l'ago della nostra moralità, con cui possiamo scegliere.
La moralità è nata con noi millenni or sono e da allora azioni malvagie sono state perpetrate con qualsiasi mezzo, anche con oggetti pensati per fare del bene.
Migliaia muoiono per le guerre, molti muoiono perché i terroristi fanno schiantare un aereo, fanno esplodere bombe o investono passanti. Altri ancora muoiono con pillole per sballarsi o semplicemente con l'abuso di sonniferi.
Dovremmo demonizzare aerei e auto che possono portare velocemente un ferito in ospedale? I medicinali hanno le loro controindicazioni, dovremmo rifiutarli a priori e smettere di studiarne di nuovi anziché imparare ad usarli e migliorarli?
Per nostra disgrazia il modo di raggiungere i limiti della moralità lo conosciamo: è fare male. Questo è il modo ormai collaudato, il progresso ci sorprenderà con mezzi nuovi, semmai.

6) Tra gli aspetti che mi sono sembrati più rilevanti di questo romanzo ci sono i dialoghi, così vivaci che ti sembra di assistere di persona alla scena. Come scrittrice, sono molto curiosa di sapere come li realizzi, hai un tuo metodo particolare? Ci vuoi svelare qualche “trucco del mestiere”?

Immagino i dialoghi nel loro svolgimento come qualsiasi altro evento della storia e cerco di non essere lo scrittore che scrive bensì una sorta di trascrittore che ascolta e trascrive. L'operazione non riesce sempre, a volte lo scrittore prende il sopravvento e le battute sembrano proprio delle frasi scritte più che battute espresse a voce. Il trucco sta nel saperle distinguere e avviene più che altro in fase di revisione. Mi chiedo se le battute suonano come frasi che qualcuno direbbe oppure no e le sistemo. Diciamo che ho allenato un po' il mio orecchio interno e mi accorgo se una battuta è troppo lunga, se usa termini formali in un contesto che non lo è, se ha una costruzione grammaticale troppo perfetta. I dialoghi nella realtà sono concisi, veloci, informali e a volte sregolati.

7) So che hai in dirittura un nuovo romanzo, di genere un po' diverso. Ti va di raccontarci di cosa si tratta e quando sarà disponibile?

Sì, grazie per l'opportunità. Aporia è un thriller giallo che vede come protagonisti due investigatori con abilità particolari. Ti rivelo in esclusiva che i due investigatori, Edoardo e Kwame, sono un misto fra Dick Tracy, i detective di Arma Letale e il duo Sherlock Holmes-Watson.
Nonostante le loro abilità, Edoardo e Kwame indagano alla vecchia maniera, cercando prove e conferme, devono fare a pugni e saranno coinvolti in un inseguimento in auto.
Tutto per ritrovare Federica, una ragazza scomparsa dopo aver assistito ad una sfilata di moda, in una ricerca nell'ambiente delle sfilate che ben presto unirà il passato degli investigatori al destino di Federica, si potrebbe dire in onore alla teoria dei sei gradi di separazione.
L'uscita del romanzo è vicina, sto sistemando gli ultimi dettagli. Il cartaceo dovrebbe essere disponibile tra fine giugno e inizio luglio, mentre l'e-book dovrebbe essere disponibile su Amazon da metà luglio. Spero di riuscirci, è una storia ideale per una lettura estiva.

* * *

Grazie a Renato per essere stato qui con noi e aver risposto alle mie domande. E grazie a voi per aver letto l'intervista.


“Apoptosis” è in vendita su: 

Amazon (ebook); Kobo (ebook); GooglePlay (ebook); Feltrinelli (cartaceo).
Per saperne di più dai un'occhiata alla pagina dedicata al romanzo.

Biografia autore:

Renato Mite è nato con la passione per la scrittura in un giorno di Maggio del 1983. Nasce, cresce e continua a vivere a Trani, una bella città pugliese, allontanandosi di tanto in tanto.
Scrivere non è il suo lavoro giornaliero, ma vuole farne il suo mestiere, quindi nei ritagli di tempo strappati alla vita quotidiana scrive e revisiona, fa qualcos'altro e legge pure.
La passione per la scrittura si manifesta in lui prestissimo, già a sette anni vuole una macchina da scrivere e a dieci la ottiene. I suoi genitori gli regalano una stupenda macchina Olivetti Lettera 32 verde con cui ha scritto le prime storie. Ora conserva come cimeli sia la macchina da scrivere che le storie strampalate.
Così è cominciata la sua gavetta e dopo quelle storie, ha scritto racconti che valgono una lettura e trovate sul suo sito fra le altre cose.
Legge tanto perché gli piace leggere e non solo narrativa, fra i suoi interessi ci sono anche filosofia, scienza e tecnologia. Inoltre suo fratello maggiore gli ha trasmesso la passione per l'informatica.
Da questa miscela di passioni e interessi è scaturita l'idea del suo primo romanzo "Apoptosis".
Sito dell'autore
Blog dell'autore

Commenti

  1. Leggendo l'intervista mi è venuta voglia di leggere il libro, lo metto in lista, complimenti all'autore e grazie a Maria Teresa per questa bella intervista.
    Giulia Mancini

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    1. Grazie a te, Giulia per averla letta e apprezzata. Ne sono felice :)

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    2. Ciao Giulia, sono contento che l'intervista ti ha suscitato la voglia di leggere il libro, Maria ha colto nel segno con le sue domande. Grazie per i complimenti, fammi sapere cosa pensi della storia quando la leggi.

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  2. Molto originale e futuristico come tema quello del libro, curioso. Molto bella l'intervista, con grandi spunti di approfondimento sull'argomento. Complimenti a entrambi, lo tengo presente nella mia lista, ormai lunga all'inverosimile, ma di certo mi pare stimolante come lettura.

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    1. Grazie Nadia. E' vero gli spunti per approfondire sono tanti, visto che per quanto fantascienza tutto questo un giorno potrebbe divenire realtà. Il progresso corre veloce!

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    2. Ciao Nadia, grazie per le tue parole e l'interesse nel voler approfondire, in effetti la storia offre diversi spunti di riflessione.
      Spero proprio che tu riesca a leggere il libro prima o poi.

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  3. Ottima intervista Maria Teresa! Intrigante la trama e il genere a metà tra fantascienza e thriller. Una lettura che metterò in programma per l'estate

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    1. Grazie Rosalia, mi fa piacere che ti sia piaciuta. La combinazione dei due generi è senz'altro molto intrigante.

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    2. Ciao Rosalia, come Maria sono contento che l'intervista ti sia piaciuta e mi fa piacere che ti abbia fatto conoscere il libro. Buona lettura e buone vacanze, poi mi fai sapere se il connubio è stato perfetto ;-)

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