La presentazione che vi propongo oggi è dell'autore Marco Freccero che ci parlerà della sua raccolta di racconti “La follia del mondo”. Vi segnalo anche che questo libro è stato oggetto di un'intervista di approfondimento da me pubblicata tempo fa: la trovate qui.
Con “La Follia del Mondo” si chiude la Trilogia delle Erbacce: ma di che cosa si tratta?
Di una serie di racconti (le altre due raccolte sono “Cardiologia” e “Non hai mai capito niente”), ambientati soprattutto nella città di Savona, oppure nella sua provincia, dove i protagonisti sono persone che vivono ai margini. Un po’ come le erbacce che vediamo lungo la strada, quando viaggiamo in fretta verso chissà quali traguardi.
Non si tratta però solo di persone che perdono il lavoro; ma di uomini e donne che vedono la loro vita cambiare all’improvviso, perché all’improvviso si trovano ad avere a che fare con imprevisti che li costringono a reagire. A schierarsi. Anche a comprendere quello che sono davvero.
Sono storie dove in apparenza non succede nulla, e forse è proprio così; ma al di là dell’apparente senso di fallimento, di sconfitta, o della monotonia che attanaglia le giornate, compare sempre la determinazione del singolo a restare in piedi. Con la consapevolezza che, benché forse inutile, è necessario esserci, essere in quel modo, e pazienza se gli altri non capiscono, crollano il capo e se ne vanno.
Questi racconti ricordano che le persone comuni hanno una dignità che resiste anche nelle circostanze più difficili. Persone che non diventano casi umani né lo vogliono essere, anche se sarebbe facile per essi scegliere di esserlo.
La Liguria che appare in queste pagine è lontanissima dalla consueta immagine che tutti conoscono: mare e luce; o mare e spiaggia. E il “disorientamento” che (forse), ne deriva può essere utile per calarsi meglio all’interno di un mondo vicinissimo a noi, scomodo e invisibile ai nostri occhi perché pieno di sconfitte, piccole e grandi.
Eppure pieno di coraggio e dignità.
La follia del mondo è lì in attesa, nel frattempo ho iniziato L'ultimo giro di valzer di Fanti/Freccero, un grosso conflitto d'interessi per Marco :P Ma a leggere la Trilogia delle Erbacce fa si che quando sei in coda, in tangenziale, e l'occhio ti cade sul guard-rail o sulla banchina stradale di mezzo, guardi tutta quell'erba e quei fiorellini e pensi: "Toh, un altro racconto di Freccero!"
Io ho letto "Non hai mai capito niente" e sicuramente leggerò anche "Cardiologia" e "La follia del mondo". Mi piace anche molto lo stile di Marco, asciutto e senza fronzoli. Il suo mondo narrativo potrebbe sembrare in antitesi con quelli di cui mi occupo, ma non è così. In fondo "un'erbaccia" dei giorni nostri con "un'erbaccia" del Medioevo o della Rivoluzione hanno molti punti in comune, se non altro il disprezzo con cui venivano e vengono trattate. Non posso che rinnovare la mia stima all'autore, e grazie anche a Maria Teresa per la generosità con cui mette a disposizione i suoi spazi.
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RispondiEliminaLa follia del mondo è lì in attesa, nel frattempo ho iniziato L'ultimo giro di valzer di Fanti/Freccero, un grosso conflitto d'interessi per Marco :P
RispondiEliminaMa a leggere la Trilogia delle Erbacce fa si che quando sei in coda, in tangenziale, e l'occhio ti cade sul guard-rail o sulla banchina stradale di mezzo, guardi tutta quell'erba e quei fiorellini e pensi: "Toh, un altro racconto di Freccero!"
La follia del mondo l'ho comprata, letta e divorata appena uscita e mi ha soddisfatto moltissimo, non posso che consigliarlo a mia volta.
RispondiEliminaLetti i primi due eBook di racconti, il terzo mi manca ma prima o poi completerò. Devo dire che già l'incipit del primo racconto mi incuriosisce...
RispondiEliminaLeggere "La follia del mondo" è stata una bellissima esperienza.
RispondiEliminaHai fatto bene a dargli spazio Maria Teresa, merita.
Io ho letto "Non hai mai capito niente" e sicuramente leggerò anche "Cardiologia" e "La follia del mondo". Mi piace anche molto lo stile di Marco, asciutto e senza fronzoli. Il suo mondo narrativo potrebbe sembrare in antitesi con quelli di cui mi occupo, ma non è così. In fondo "un'erbaccia" dei giorni nostri con "un'erbaccia" del Medioevo o della Rivoluzione hanno molti punti in comune, se non altro il disprezzo con cui venivano e vengono trattate. Non posso che rinnovare la mia stima all'autore, e grazie anche a Maria Teresa per la generosità con cui mette a disposizione i suoi spazi.
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