Perché creare se puoi scopiazzare?
Quando qualcuno ruba il frutto del tuo lavoro è sempre un boccone amaro da mandare giù.
In passato spesso mi è capitato di trovare alcuni miei articoli sparsi per la rete, di solito abbinati al mio nome ma senza link alla fonte, o con link così microscopici che occorreva la lente di ingrandimento per notarli. Pochi mesi fa mi è anche arrivata la segnalazione di una persona che usava il mio nickname per commentare in giro, con tanto di rimando ad Anima di carta. Eppure, quando a scopiazzare è un editore, la cosa fa molta più rabbia, perché la professionalità e la creatività dovrebbero far parte del biglietto da visita di chi pubblica libri.
La scoperta è di qualche giorno fa, quando Salvatore Anfuso ha segnalato ai suoi amici su Facebook che il testo di un suo post era stato ritrovato sul sito di una casa editrice, senza link di riferimento, senza firma, semplicemente spacciato per farina del loro sacco. Ma non finisce qui, perché ben presto è venuto fuori che Salvatore non era l'unico ad aver subito un furto. Lo stesso è capitato anche a Daniele Imperi e Chiara Solerio. E chissà a quanti altri.
Andando io stessa a controllare sul sito, ho constatato che tutta una serie di articoli riferiti a varie attività legate al mondo editoriale, sono sostanzialmente dei collage di testi presi senza ritegno da vari blog di scrittura, talvolta rimaneggiati, altre volte copiati di sana pianta.
L'editore in questione, se volete controllare voi stessi, è Bibliotheka, il sito dove compaiono gli articoli per intero si intitola Come pubblicare un manoscritto (non inserisco il link, ovviamente, ma non vi sarà difficile rintracciarlo da soli), dove ho riconosciuto pezzi tratti da questi miei post:
Dal momento che ho notato in modo particolare diversi scopiazzamenti ai miei elenchi, penso che questi signori apprezzeranno questa mia lista riassuntiva:
1) In rete è lecito ispirarsi ad altri autori, citare o anche parafrasare, purché un testo sia accompagnato da un link o almeno dal nome dell'autore. Inserire le fonti di un testo è cosa buona e doverosa, un atto di rispetto per chi ha scritto l'originale e un segno di serietà da parte di chi ha apprezzato i contenuti al punto da riportarli in un proprio spazio. Se non lo fai, il tuo diventa un furto, perché copiare dei testi è un reato.
2) Non è corretto spacciare per farina del proprio sacco del materiale, al punto da farne un pdf scaricabile previo invio di un indirizzo e-mail. In questo modo si utilizza il lavoro di altri per il proprio tornaconto, un gesto scortese e scorretto sotto molti punti di vista.
3) L'utilizzo di testi altrui (rimaneggiati o copiati per intero che siano) è una mancanza di serietà e professionalità tanto più grave quando a farlo è un editore. Un addetto ai lavori, in teoria, dovrebbe avere una competenza tale nel suo campo da saper indirizzare i fruitori del suo sito. Detto in soldoni, chi gestisce una casa editrice non dovrebbe aver bisogno dei nostri blog letterari per sapere come si manda un manoscritto.
4) Infine, faccio notare la presenza di questi graziosi punti esclamativi, che compaiono alla fine degli articoli suddetti e fanno tanto adolescente su Facebook:
A questo punto non posso che augurarmi che questi testi vengano tempestivamente rimossi o almeno accompagnati da un link alle fonti originarie, ovvero i blog degli autori.
Aggiornamento. In seguito alle richieste di cinque blogger e ai relativi post sull'argomento, i titolari del sito hanno rimosso le pagine in questione.
In passato spesso mi è capitato di trovare alcuni miei articoli sparsi per la rete, di solito abbinati al mio nome ma senza link alla fonte, o con link così microscopici che occorreva la lente di ingrandimento per notarli. Pochi mesi fa mi è anche arrivata la segnalazione di una persona che usava il mio nickname per commentare in giro, con tanto di rimando ad Anima di carta. Eppure, quando a scopiazzare è un editore, la cosa fa molta più rabbia, perché la professionalità e la creatività dovrebbero far parte del biglietto da visita di chi pubblica libri.
La scoperta è di qualche giorno fa, quando Salvatore Anfuso ha segnalato ai suoi amici su Facebook che il testo di un suo post era stato ritrovato sul sito di una casa editrice, senza link di riferimento, senza firma, semplicemente spacciato per farina del loro sacco. Ma non finisce qui, perché ben presto è venuto fuori che Salvatore non era l'unico ad aver subito un furto. Lo stesso è capitato anche a Daniele Imperi e Chiara Solerio. E chissà a quanti altri.
Andando io stessa a controllare sul sito, ho constatato che tutta una serie di articoli riferiti a varie attività legate al mondo editoriale, sono sostanzialmente dei collage di testi presi senza ritegno da vari blog di scrittura, talvolta rimaneggiati, altre volte copiati di sana pianta.
L'editore in questione, se volete controllare voi stessi, è Bibliotheka, il sito dove compaiono gli articoli per intero si intitola Come pubblicare un manoscritto (non inserisco il link, ovviamente, ma non vi sarà difficile rintracciarlo da soli), dove ho riconosciuto pezzi tratti da questi miei post:
Così come mi sono saltati subito all'occhio anche stralci di altri autori, perché dopo anni che segui un blog, non è certo difficile riconoscere lo stile dell'autore.
Dal momento che ho notato in modo particolare diversi scopiazzamenti ai miei elenchi, penso che questi signori apprezzeranno questa mia lista riassuntiva:
1) In rete è lecito ispirarsi ad altri autori, citare o anche parafrasare, purché un testo sia accompagnato da un link o almeno dal nome dell'autore. Inserire le fonti di un testo è cosa buona e doverosa, un atto di rispetto per chi ha scritto l'originale e un segno di serietà da parte di chi ha apprezzato i contenuti al punto da riportarli in un proprio spazio. Se non lo fai, il tuo diventa un furto, perché copiare dei testi è un reato.
2) Non è corretto spacciare per farina del proprio sacco del materiale, al punto da farne un pdf scaricabile previo invio di un indirizzo e-mail. In questo modo si utilizza il lavoro di altri per il proprio tornaconto, un gesto scortese e scorretto sotto molti punti di vista.
3) L'utilizzo di testi altrui (rimaneggiati o copiati per intero che siano) è una mancanza di serietà e professionalità tanto più grave quando a farlo è un editore. Un addetto ai lavori, in teoria, dovrebbe avere una competenza tale nel suo campo da saper indirizzare i fruitori del suo sito. Detto in soldoni, chi gestisce una casa editrice non dovrebbe aver bisogno dei nostri blog letterari per sapere come si manda un manoscritto.
4) Infine, faccio notare la presenza di questi graziosi punti esclamativi, che compaiono alla fine degli articoli suddetti e fanno tanto adolescente su Facebook:
A questo punto non posso che augurarmi che questi testi vengano tempestivamente rimossi o almeno accompagnati da un link alle fonti originarie, ovvero i blog degli autori.
* * *
Non ho molto da dire, perché tra pochi giorni uscirà il mio post.
RispondiEliminaPerò il P.P.S. che riporti sarà uno dei punti di partenza. :)
Quel P.P.S. è molto emblematico, in effetti :)
EliminaRagazzi, se venite copiati significa che fate un gran bel lavoro! Vedetela così :)
RispondiEliminaQuanto alla casa editrice, basta sputtanarla e boicottarla :)
Moz-
Hai ragione, dovremmo guardare al positivo, ma fa rabbia comunque!
EliminaQui mi pare di capire che non si tratti di citare le fonti e via, perché l'editore ha utilizzato vostri testi per un tornaconto economico, per la sua attività, spacciandoli per propri. Mi spiace molto, deve essere proprio un'amara scoperta. Se nel nostro paese esistesse la possibilità della class action credo che ne verreste fuori alla grande e contribuireste a fare un po' di pulizia... Gli Autori in Italia sono zero tutelati anche sotto contratto, figuriamoci se plagiati. Dovremmo fare un sindacato. Guardate il lato positivo : siete stati capaci di scrivere davvero dei grandi pezzi 😉
RispondiEliminaPurtroppo il plagio esiste anche in ambiti ben più gravi, per esempio si sentono autori lamentarsi di interi libri copiati. Siamo davvero poco tutelati come categoria.
EliminaMa che bello... Anche io mi arrabbierei non poco, se mi succedesse una cosa del genere.
RispondiEliminaPiù che arrabbiata, io mi sento amareggiata...
EliminaIo mi sono già espressa a riguardo e ripeto che certe cose fanno davvero male al buon nome dell'editoria, alla serietà di chi si spaccia tale e semina solo confusione. Non mi sta nemmeno bene pensare che vengano copiati solo i migliori perché è come nascondersi dietro un dito, ma spero vivamente rimuovano o citino con i debiti link i reali autori.
RispondiEliminaVero, sono cose che fanno male a tutta l'editoria. C'è del marcio ovunque, che tristezza.
EliminaDico solo: pazzesco! Mi sembra così assurdo che una persona abbia il coraggio di fare un'azione di questo genere. Se non per etica, almeno per non farsi beccare sul fatto.
RispondiEliminaForse sarebbe persino il caso di sporgere denuncia, almeno per far capire che è una cosa grave.
Per quanto riguarda voi, magra consolazione, però in effetti se vi copiano è perché scrivete post di valore. Anche se in effetti lo sapevamo già anche senza il plagio. :)
Il coraggio di copiare non manca mai, infatti non è la prima volta che si assiste a cose del genere. Non so se è una consolazione, sinceramente. Che poi come hai detto, prima o poi ti beccano, perché "la rete è piccola", a conti fatti.
EliminaLa domanda è: avete scritto a questi signori? Dal punto di vista legale ci sta benissimo una denuncia e pure uno sputtanamento globale via social (tipo che tutti i vostri post dovreste pubblicizzarli nei social, citandoli). Perchè se per alimentare il loro sito si comportano così, che qualità offriranno come editore? Quale lavoro professionale saranno in grado di fornire?? E' giusto che i loro clienti sappiano a cosa vanno incontro.
RispondiEliminaLeggi il mio commento sotto ;)
EliminaConcordo sullo sputtanamento, scusate il francese :) Ho fatto un giro sul sito del sedicente editore e a parte che non mi da un filo dico un filo di fiducia, pare anche a me che si tratti di EAP. Peraltro offre gli stessi servizi di molte piattaforme che distribuiscono i libri tramite store on line e non nelle librerie fisiche. Un editore dovrebbe fare quest'ultima cosa, altrimenti è un altro servizio e chiamarlo edizione è davvero troppo. Croce sopra e quoto la linea dura, incrociando le dita che non accada più, nè a me nè a voi
EliminaLo sputt...nik ;) va organizzato. Per prima cosa, ogni blogger copiato dovrebbe preparare una bella immaginona: da una parte l'immagine del proprio articolo, dall'altra l'immagine dell'articolo dal sito copione, con evidenziati in entrambi le frase prese pari pari. Così salta subito all'occhio che hanno copiato e quanto. Siamo nell'era dei social visivi e un'immagine vale davvero più di mille parole.
EliminaE queste immagini (di ogni blogger copiato e per ogni articolo copiato) va resa pubblica in ogni social, taggando (santo potere dell'hashtag e del tag riuniti) il profilo social dei copioni, così che l'immagine se la trovano in bella vista tutti i loro utenti.
Se poi ci inventiamo anche un hashtag per l'occasione e tutti lo condividiamo, riusciamo a coprire un bel po' di pubblicità.
Se vogliamo che non succeda più, non deve passare in sordina.
Riguardo allo scrivere a questi signori, ci siamo organizzati per farlo dopo che avremmo pubblicato tutti i nostri post.
EliminaDa quello che ho capito da altre fonti, è un editore a doppio binario, quindi non un Eap in senso stretto, ma comunque a volte chiede contributi.
Più che una denuncia io sono a favore di una campagna per rovinargli la reputazione, ma prima vedremo come reagiscono alle nostre richieste.
A parte i blogger che ho citato, ce ne sono anche altri a cui sono stati copiati dei pezzi. Un furto su ampia scala, quindi. Sarebbero da coinvolgere tutti.
Concordo sul piano d'azione. E sì, se riuscite cercate di coinvolgere più blogger tra quelli colpiti. Mandategli almeno una mail, che lo sappiano intanto.
EliminaMi sa che questa settimana ci sarà un bombardamento di post sul tema ;)
RispondiEliminaNulla da dire, ma a me non sta comunque bene il fatto che se mi copiano significa che ho fatto un buon lavoro.
Neanche a me. Una magrissima consolazione, direi.
EliminaChissà se hanno copiato anche dai miei commenti :P
RispondiEliminaComunque puzza di editore a pagamento lontano un miglio (so che non è una consolazione, anzi...)
Si, anche a me puzza di EAP. A maggior ragione, va notificato ai lettori dei loro social e/o futuri clienti il comportamento scorretto di questi signori.
EliminaPiù che ai lettori, che sarano 2, direi ai possibili autori, prima che si facciano spennare.
EliminaDoppio binario, come dicevo su. Fonte Writersdream
EliminaFacciamo pseudoeditore :P
EliminaPrima o poi scriverò un post di una riga su come riconoscere un editore "poco serio" in 5 minuti (anche meno) ;)
Sono senza parole. Davvero.
RispondiEliminaSarà forse per la mia formazione di storica, che mi fa vedere il rimando alla fonte come qualcosa di naturale e ovvio.
Sarà perché, nella mia ingenuità, mi pare impossibile che un editore (cioè un professionista della parola scritta e stampata) debba ricorrere al plagio per spiegare come presentare un manoscritto. Diciamo che mi sorgono parecchi dubbi sulla professionalità del suddetto editore anche in altri ambiti del suo lavoro (non mi stupirei se incoraggiassero esordienti ad inviare manoscritti per poi chiedere i famosi "contributi economici alla pubblicazione"...).
Infine, nella società dell'informazione, è anche ingenuo pensare di poter scopiazzare testi presenti su internet, oltretutto su blog affermati e seguiti, senza essere "beccati". Basta una ricerca per parole su Google e voilà! Scovato il plagio! Capisco quest'ingenuità nei ragazzini delle medie che scaricano le ricerche dal primo sito che trovano e si stupiscono quando il prof individua immediatamente la loro fonte... Ma un editore! Tra l'altro esistono creativi e ghostwriters disposti a scrivere testi per siti e quant'altro, rinunciando al proprio diritto d'autore in cambio di un onesto pagamento. Non è necessario rubare il lavoro altrui! Avete tutta la mia solidarietà.
La penso come te. La professionalità infatti viene messa subito in discussione da un fatto del genere. Vero che è facile scovare plagi con Google, però onestamente non è che uno si mette a cercare pezzi dei suoi articoli... Infatti in questo caso se non era per una specifica segnalazione nessuno di noi se ne sarebbe accorto. Grazie per la solidarietà!
EliminaNon sono nessuno per dare consigli, ma se fossi al posto tuo mi informerei per ricorrere alle autorità, magari alla polizia postale o a chi è competente per lei. Se è un reato come dici tu, ci deve essere anche un modo per denunciare.
RispondiEliminaIo però sono fortunato, visto che non mi ha mai copiato nessuno - almeno che io sappia. Avere un blog piccolo e sconosciuto ha tanti svantaggi, ma almeno mi risparmio queste faccende così odiose :D .
Una faccenda odiosa, dici bene. Vedremo come reagiscono alle nostre richieste prima di prendere provvedimenti più seri.
EliminaUna (sedicente) casa editrice? Che assoluta tristezza... Per quanto mi riguarda non mi resta che sperare sulla maledizione babilonese scagliata contro chi volesse copiare dal mio blog. E mi spiace per quanti, leggendo i tuoi articoli (e quelli degli altri amici blogger) si convincono di aver a che fare con seri professionisti.
RispondiEliminaIo trovo tristissimo che un editore debba ricorrere ai nostri post. Che serietà è? Ma non dovrebbe saperne più di noi? Mah.
EliminaStai sicura che non gli interessa pubblicare, ma spillare soldi ai malcapitati autori a pagamento.
EliminaHo letto infatti su Writer's Dream che è una casa editrice a doppio binario.
EliminaBeh, non c'è che dire. Al posto vostro valuterei provvedimenti anche di tipo legale.
RispondiEliminaSì, vedremo come muoverci.
EliminaTriste. Penso che conosciate già la legge in merito, comunque, qualora qualcuno volesse la citazione precisa, eccola:
RispondiEliminaEstratto articolo 70, legge 633/41:
In ogni caso sono liberi, per finalità di critica o di rassegna, il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico, ivi compresa la messa a disposizione in maniera che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, che siano relative a un'opera o altri materiali protetti già messi legalmente a disposizione del pubblico. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta".
Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta.
Grazie Darius per la condivisione. La legge c'è devono solo rispettarla. Ho un dubbio però: in caso di citazione, ovvero una riproduzione parziale, basta segnalare la fonte. Ma in caso di plagio totale o non riconducibile a una citazione parziale mi pare una violazione più pesante. Il plagio è furto
EliminaCredo proprio che il plagio sia furto. Leggendo il resto della legge mi sembra abbastanza chiaro (soprattutto a chiunque voglia scopiazzare). Voglio dire: non è necessario essere avvocati per capirlo, la legge è scritta molto bene. Non riporto la riporto perché è troppo lunga: basta cercarla in internet.
EliminaGrazie Darius per aver riportato questo estratto della legge, che ci conforta anche riguardo al riassunto, oltre che alla citazione pura. Nel caso dei testi presi dai nostri articoli, la situazione è molto varia, in questo senso, con pezzi presi di pari passo e altri rimaneggiati.
EliminaAccidenti questo tuo post mi lascia basita, soprattutto perché si tratta di una casa editrice che guadagna rubando il tuo lavoro, forse dovresti inviare una mail di denuncia o come minimo sputtanarli su facebook.
RispondiEliminaMi associo comunque agli altri commenti, se ti hanno copiato vuol dire che hai scritto dei post molto validi, capisco però che è una magra consolazione.
Infatti è il contesto che è grave. Un editore ci guadagna su queste cose, che dovrebbero testimoniare la sua serietà e professionalità. Uno guarda il sito, legge il pdf e dice: ah però, quante cose sanno! Quanti consigli utili! Peccato che non siano farina del loro sacco.
EliminaChe tristezza. Come a dire, c'è già l'articolo bell'e pronto e lavorano gli altri.
RispondiEliminaIo non sono mai stata copiata a quanto mi risulta, ma credo che se lo facessero me ne accorgerei perché pubblico cose piuttosto particolari. Prendo spunto dalle informazioni sulle schede di Wikipedia, ma integro moltissimo i testi. Cito sempre la fonte delle citazioni delle opere, e anche le immagini, che sono solitamente tratte da siti di foto gratuite o opere in pubblico dominio. Insomma, cerco di essere più corretta possibile. Ho notato molto spesso che nel caso di quadri non sempre viene citata la provenienza.
Non tutti sono corretti, ahimè. A me era capitato per cose meno gravi. Ed è sempre molto irritante.
EliminaNon è una protezione in assoluto, ma nel mio blog ho inserito fin dall'inizio queste righe:
RispondiElimina"Sempre con riguardo ai diritti d'autore, il copyright appartiene a me (tranne per le immagini, se tratte da fonti in Rete, per le quali la proprietà rimane a chi le ha fatte. Se le immagini le ho prodotte io, ovviamente il copyright appartiene a me) e non potete citare o copiare nulla senza mia autorizzazione scritta.
Va da sé che, se chiedete, in linea generale non c'è problema a patto che l'utilizzo che ne fate sia lecito.
Quindi: non fate copia incolla dei post, non copiate le foto fatte da me, per linkare una pagina non serve il permesso, avete il Diritto di Corta Citazione. "
Non mette al sicuro da ogni imprevisto, ma è già qualcosa.
Ad ogni modo è uno squallore...
Anche io ho una dicitura simile qui a lato, per quello che conta. Internet è una babele, purtroppo. So pure di persone che si sono viste rubare le foto. E' una cosa odiosa, sotto molti punti di vista.
EliminaPrendo atto che nessuno mi copia, adesso sì che li querelo!
RispondiEliminaHelgaldo
Ne sei proprio sicuro sicuro? :) Dai una controllatina, non si sa mai.
EliminaNon ci credo...
RispondiEliminaIo impazzirei dalla rabbia!
Tanto più che in Italia anche decidendo di passare alle vie legali non si otterrebbe giustizia... E petr come vanno le cose, non credo più nemmeno nello sputtanamento pubblico...
E mi dispiace tanto non avere parole di conforto...
Io pure sono pessimista, ma non va sottovalutata l'importanza di una buona reputazione. In rete le notizie corrono. La gogna di internet è un'arma molto potente.
EliminaSì, cara Maria Teresa, capisco cosa provi. Anche a me è capitato di scoprire in giro scopiazzatura degli approfondimenti elaborati con grande fatica e perdita di tempo nel mio blog. Non è piacevole, ma purtroppo è la dura legge della rete, dove niente si butta e tutto si ricicla, dove le fonti non sono quasi mai verificate e dove ognuno può dire la sua ):
RispondiEliminaSì, è tutto figlio di un certo modo di pensare, quindi non mi stupisco. Il fastidio in questo caso è legato soprattutto al fatto che trattandosi di un editore, sta usando il lavoro di altri per il proprio tornaconto. Non mi stupirei di trovare tuoi articoli là in mezzo, sai?
EliminaMa gli articoli sono stati ricopiati sul blog della casa editrice, biblioblog? Volevo rintracciarli per curiosità.
RispondiEliminaChe cosa triste, però!
Certo con un biglietto da visita di questo tipo, la casa editrice offre davvero un esempio di alta professionalità.
Sì, sono presenti su due diversi siti e anche in un pdf che si può scaricare lasciando un indirizzo e-mail.
EliminaConcordo, un pessimo biglietto da visita.
E' difficile trovare idee buone senza che te le copino. Io ad esempio avevo pensato a un nuovo sito web. Lo immaginavo così, come una pagina bianca, quasi tutta vuota e con una scritta colorata al centro. La scritta doveva richiamare il rumore di un gorgoglio, e cosa stupenda, tramite questa pagina bianca semivuota si trovavano tutti gli altri siti web della rete !
RispondiEliminaUn ragazzotto americano mi scrisse tempo fa: guarda che a Google abbiamo già pensato noi. Accidenti a lui (che ora è straricco).
Ovviamente scherzo. Ma il discorso sarebbe lungo. Perché il digitale apre molte porte compreso il rischio del plagio. Oggi copiare è facilissimo e si legge anche di alcuni che hanno fatto loro il seguente motto: meglio copiare bene che inventare male.
Credo che in ogni caso se l'idea originale ti appartiene, importa poco se te la copiano. Tu potrai averne altre e altre ancora. Chi ha copiato no. E il suo orizzonte sarà sempre limitato.
Ahah! Carino il detto :) Vero, copiare è facilissimo, internet si presta bene a queste cose. Quello che hai detto è giusto e saggio, un po' consola, ma comunque non è facile da digerire tutto ciò.
EliminaChe meschinità! Fa venire la pelle d'oca pensare che queste persone si portino in giro una bella faccia sorridente con quello che fanno... eppure succede ben di peggio. Per fortuna ve ne siete accorti.
RispondiEliminaPurtroppo ce ne siamo accorti proprio per caso. Chissà quanti casi di plagio o semiplagio ci sono in giro senza che nessuno ne sappia nulla.
EliminaAh! Hanno scopiazzato anche te.
RispondiEliminaSpero che chiudano presto il sito e che chiedano almeno scusa a tutti voi.
Questi "operatori editoriali" non falliscono mai, eh?
E soprattutto se ne inventano sempre una nuova per non sprecare energie: non scrivono i post, non editano, non pagano le copie dei libri che stampano, non promuovono... Chi sta meglio di loro?
Le sfumature di cattiva editoria sono infinite, a quanto pare.
EliminaLa trovo una cosa oltre che scorretta anche meschina.
RispondiEliminaSconcerta che si tratti di siti di enti che dovrebbero fare l'esatto opposto, diffondere cultura, promuovere la creatività e il talento.
Dovrebbe essere ritenuto un reato, punto e basta.
Infatti è questo l'aspetto che più rattrista e sconcerta...
EliminaHo già letto che ti stai muovendo, e fai bene! Non lasciar cadere la cosa. L'accaduto è grave, soprattutto perché è a scopo di lucro. Parola di legale 😉
RispondiEliminaMarina
Bene sapere che la cosa è a scopo di lucro. Grazie Marina.
EliminaAggiungo a favore di tutti: controllare se ci hanno copiato via Google è effettivamente un lavoraccio. Si può utilizzare il sito di Copyscape che funziona in due modalità: gratuita, dalla homepage inserite il link al vostro articolo e dopo l'elaborazione vi dirà se ha trovato altre pagine con una porzione di testo uguale (funziona, testato personalmente); a pagamento, con abbonamento mensile per verifiche programmate di tutto il vostro sito in rete. Si può quindi utilizzare la ricerca gratuita che è più performante del solo Google. ;)
RispondiEliminaBarbara sei una risorsa inestimabile! Grazie 😘
EliminaGrazie per l'informazione Barbara. Certo la versione a pagamento sarebbe l'ideale, perché controllare tutti i post con l'altra è un lavoraccio... Vale magari la pena di fare una ricerca per i post più soggetti a eventuali furti.
EliminaCredo che si possa giungere a questo punto al civilmente perseguibile, sulla base del disclaimer della Creative Commons, in caso i contenuti non vengano rimossi. Ovviamente se uno volesse procedere.
RispondiEliminaVedremo come reagiranno non appena avremo inviato le richieste. Bene sapere comunque di essere dalla parte della ragione anche per la legge.
EliminaTriste davvero triste. Non aggiungo altro a parte la mia solidarietà alle persone che si sono viste i loro post copiati
RispondiEliminaGrazie Nick. Sì, è triste tutto ciò!
EliminaChe tristezza. Che tristezza. Un editore, un blogger, uno youtuber. Quante volte mi capita di vedere cose già lette, scritte nello stesso identico modo, senza che venga fatto un tentativo, seppur minimo, per mascherare che il prodotto non è il loro.
RispondiEliminaA me non rubano gli articoli - ti pare? XD - , ma le "scelte" comunicative. Se da una parte mi fa sentire "figa", dall'altra mi lascia un gran nervoso addosso. Poi sembra che siamo fatti tutti con il calco. Ed è la cosa che voglio evitare di più in assoluto. ☹
Mi dispiace, Maria Teresa. Che brutto tiro. Che gioco sporco.
Hai ragione, ci sono varie forme in cui le persone si "ispirano" a quello che facciamo. In molti casi non si può fare nulla per evitarlo (se non farsi venire travasi di bile), purtroppo. E' una brutta abitudine delle persone che non hanno nulla da dire di loro o che non sanno fare scelte comunicative personalizzate.
EliminaPurtroppo c'è da farsi i conti con la maleducazione e ce n'è molta, con la disonestà e a questo punto anche con la povertà di idee proprie, perché se, hai bisogno di rubare il mondo privato degli altri, non sei veramente un granchè.
RispondiEliminaCerto d'altro canto le idee altrui possono servire poi per produrre nuove energie e nuovi contenuti in casa nostra e questo è l'utilizzo positivo che si può fare riguardo a scritti ed opinioni di chi magari ha più esperienza di te.
Grazie per il tuo commento, Silvana. Certamente c'è modo e modo di ispirarsi, è naturale che ci possa essere un utilizzo positivo, questo accade spesso in rete. A volte il confine tra ispirarsi a delle idee e il copiare è molto sottile, ma qui purtroppo non si può parlare di un semplice prendere in prestito delle idee per elaborarle.
EliminaAvete fatto un ottimo lavoro, smascherando il ladro di "opere letterarie" che avete citato. Sono certo che tanta gente che gira in Rete si renderà conto dell'imbroglio fatto ai vostri danni e non gli darà più fiducia. E già questa mi pare una grande vittoria. Comunque nessuno potrà mai portarvi via quelle qualità come l'ispirazione, la fantasia creativa, il genio, che sia tanto o poco, letterario, e la voglia di scrivere, per citare solo alcune delle molteplici qualità che fanno di uno scrittore o di una scrittrice quella che è. E queste qualità un ladro di articoli non li possiede.
RispondiEliminaIn questi casi la rabbia e a volte in non sapere cosa meglio fare ci possono un po travolgere in senso negativo. Facendoci perdere la concentrazione che chi scrive deve avere per la scrittura e la narrazione delle sue storie. Dopo lo sfogo, non lasciamoci troppo distrarre da questa amara vicenda. E cerchiamo di non perdere la serenità e il sorriso. Concentriamoci sulla nostra prossima storia da scrivere o continuiamo quella che stiamo scrivendo. E continuiamo a provare gioia e piacere e voglia di scrivere per il nostro lavoro di narratori o narratrici. Sarà questa una ricompensa molta apprezzata dal nostro ego, e la truffa subita sarà presto dimenticata. Buona scrittura a tutti, vi saluto cordialmente.
Grazie Pietro per le tue belle parole e per il tuo saggio consiglio. E' proprio come dici, queste amare vicende hanno il potere di deconcentrarci e di lasciare una scia di rabbia deleteria per la scrittura. Ma non dovremmo farcene condizionare. Apprezzo molto il tuo suggerimento.
EliminaPer fortuna l'editore ha rimosso le pagine in questione, speriamo solo che non ricapiti. Grazie ancora!
Hai ragione Pietro. Effettivamente un ladro di idee può portarti via solo la periferia non il centro., solo i dettagli ma non il nucleo.
RispondiEliminaHo fatto un aggiornamento al post perché dopo le mail di protesta e i vari post di alcuni blogger è arrivata la risposta della CE in questione che ha rimosso tutti i testi incriminati, giustificandosi con una presunta ingenuità sul fatto che si trattasse di plagio.
RispondiEliminaTra i commenti del post di Pennablu (http://pennablu.it/plagio/#comments) potete trovare anche un intervento dello stesso editore.
Al di là del fatto che sono molto scettica sul fatto che sia possibile al giorno d’oggi parlare di inconsapevolezza sulle leggi del copyright, sono sollevata che per il momento la faccenda si sia chiusa. Di sicuro tutto questo mi insegna a stare più all’erta in futuro.