Questa NON è una casa editrice


Quella del titolo vi sembra una precisazione inutile? Anche a me lo sembrerebbe se non fosse che qualche giorno fa ho ricevuto la quarta proposta di pubblicazione. Sì, avete capito bene. E non era per uno dei miei romanzi (è più facile che ghiacci l'Inferno...), ma chiedevano proprio a me di pubblicarne uno. Finito di ridere?

Tre di queste proposte mi sono arrivate via mail, la quarta in un commento. E non  ho potuto fare a meno di chiedermi cosa potesse aver dato luogo al fraintendimento. Tutto quello che mi è venuto in mente è che i mittenti non abbiano dato la minima scorsa al blog prima di fiondarsi nella pagina dei contatti per prelevare il mio indirizzo, nella bizzarra convinzione che dietro queste pagine si celasse un editore.

Al di là della doverosa (e ovviamente inutile per mi segue) precisazione, c'è da dire che se io fossi davvero un editore avrei subito cestinato le richieste. Lo so che siete curiosi di sapere perché e quindi vado subito a spiegarvelo.

1) Nessuna presentazione

Due delle mail che mi sono arrivate non contenevano alcun testo. In una veniva allegato il file con il manoscritto e una sorta di curriculum vitae. La seconda invece conteneva un paio di capitoli del romanzo e una lettera di presentazione ma in allegato. Il risultato di questa pensata è stato che gmail ha inserito in automatico entrambe le mail nella casella spam e le ho viste per caso. La brutta abitudine di non inserire un testo quindi potrebbe significare che il destinatario non vedrà mai la vostra lettera.
In passato mi è sempre parsa un'esagerazione sostenere che la lettera di presentazione sia fondamentale per farsi notare da un editore, ma comincio a credere il contrario.

2) Subject ambiguo

Una delle mail avevano come soggetto "proposta". Per fortuna che mio marito non era nei paraggi o avrebbe pensato a qualche intrallazzo indecente. L'altro mittente ha scritto "proposta libro inedito", e forse con questo pensava di essersi spiegato abbastanza. Perché sprecare altre parole? Infatti nel testo della mail c'era solo un curriculum.
Credo che una vera casa editrice riceva ogni giorno molte mail, quindi l'intestazione del messaggio potrebbe avere un certo peso. Anche in questo caso, poi, lasciare il campo del tutto vuoto potrebbe comportare l'invio in automatico nella cartella spam.

3) Pdf in allegato

Non so come la pensano i veri editori, ma credo di poter affermare che mandare pdf non depone bene. Suona molto come "non mi fido a mandarti un doc". Non sapete che anche i pdf si possono modificare?
Non so ai veri editori che impressione possa fare ricevere un pdf, ma a me non piace. Tra parentesi, la formattazione in uno dei casi era agghiacciante.

4) Mancanza di chiarezza

Le mail che ho ricevuto non avevano nessuna presentazione utile a orientarsi sul tipo di romanzo in oggetto. Anzi, per uno non si capiva neppure se si trattava di un saggio o di narrativa. Se ambisci a essere pubblicato, forse dovresti almeno dimostrare di saper comunicare con una e-mail. Se fossi un editore, farei molto caso a questo aspetto.

5) Dare l'impressione di sparare nel mucchio

La prima idea che mi sono fatta di queste richieste è che fossero state mandate a casaccio. Comincio a capire quegli editori che chiedono di spiegare le ragioni per cui si è scelto di rivolgersi in modo specifico a loro. Di certo non fa piacere questa mancanza di riguardo per chi riceve una mail.
Se non ti prendi neppure la briga di capire chi c'è dietro un blog, dai l'impressione di disperazione o di poca cura. In entrambi i casi sei destinato a fallire.

Sono ancora allibita...

Commenti

  1. Anche se non ho mai inviato nulla agli editori, ho sempre considerato il pdf più elegante rispetto al word, ma ora che so l'impressione che dà ci penserò due volte, prima di rifarlo! :-D

    Per il resto cosa dire? Sarò forse qualunquista, ma sono allibita dalla mancanza di serietà e professionalità di certa gente. Se quella era la presentazione, non oso immaginare il libro!

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    1. Sui pdf non so che dirti, magari è un'impressione soggettiva. Di certo poi ogni editore ha la sua politica al riguardo.
      E chi l'ha guardato il libro? Con una presentazione del genere...

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  2. Ho parecchio lavoro e mail arretrate dopo una trasferta lunga, ma quando ho visto arrivare questo post mi sono fiondata a leggere.
    E si, sto ancora ridendo! (e ti ringrazio perchè la settimana è tosta e mi ci voleva)
    Che dire? Non mi stupisco più di certi curriculum che riceviamo in ufficio, talmente fuori settore che chi l'ha inviato deve aver aperto le pagine gialle a casaccio.
    Però, ingenuamente, immaginavo che se scrivi un libro e vuoi essere pubblicato, devi aver acquisito un certo modus operandi, comunque devi avere una minima cultura (sennò che personaggi o che storia t'inventi?) Anche solo usando l'intuito, mi sembra chiaramente che questo è un blog e non il sito di un'agenzia o di un editor. E se banalmente partendo da Google si cerca un editore o casa editrice, si trova facilmente che nei loro siti istituzionali c'è sempre la sezione per inviare un manoscritto, con tutte le indicazioni del caso (cosa e come inviare).
    Ah, alcuni vogliono il word, altri il pdf. Di sicuro vogliono sempre una mail con nel body un minimo di presentazione, e poi in allegato manoscritto, sinossi, biografia.
    ...ma che fosse un pesce d'aprile in ritardo?? ;)

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    1. Magari fosse stato un pesce d'aprile :)
      Pensa che in un paio di casi ho anche chiesto spiegazioni, incuriosita dalla faccenda. Devo dire che la risposta trasudava un tale menefreghismo che non lasciava dubbi sul fatto che non fosse uno scherzo!

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  3. Consolati, almeno tu sei stata scambiata per un Editore, io per una che apre spazi agli sconosciuti così, a caso: anch'io ho ricevuto una mail bizzarra di un tizio che mi chiedeva di creare nel mio blog una sezione che raccogliesse non ho capito bene che tipo di racconti.
    Ma apriti un blog tutto tuo, no?!
    Mma, valle a capire certe persone!

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    1. Spero che almeno il tuo autore abbia dato una scorsa al blog prima di mandarti la richiesta! Magari è persino un segno di fiducia :)

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  4. Ti dico subito che è normale. Sapessi a me quanti CV sono arrivati e in più di un mio sito...
    Il mio blog per due volte è stato scambiato per la casa editrice "La penna blu" e neanche io capisco il fraintendimento: ma queste persone non capiscono in che sito sono finite?
    Ovvio poi che gli editori ce l'abbiano con gli esordienti: chissà quanta roba come quella gli arriva ogni giorno.

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    1. Sì, infatti dopo un po' si comincia a capire perché gli esordienti sono così malvisti. Se un autore non si preoccupa neppure di dare un'occhiata all'editore, non oso pensare come abbia scritto il libro...

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  5. Ah, aggiungo una cosa: il governo lancia la "cookie law" e ignora che la massa non sa neanche distinguere un sito da un altro, un blog da un forum, un blogger da un editore. Qui siamo fermi all'ABC, altro che informatizzazione.

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    1. ...questo perchè anche al Governo non sanno distinguere un sito da un altro, un blog da un forum, un blogger da un editore ;)
      I tablet li usano in parlamento solo per guardarci i video scemi...

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    2. Sono d'accordo. Tutto questo è sconcertante...

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    3. @Barbara: giusto, avevo dimenticato come si sollazzano in parlamento gli scaldasedie :D

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  6. Infatti, proprio a questo proposito, dopo la gara di incipit mi sarebbe sembrato interessante fare una "gara" di lettere di presentazione/sinossi. Giusto per poterne parlare insieme e cercare di capire, almeno tra di noi, quale sia il metodo migliore (o meno malvagio) di scriverne una.

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    1. Sembra interessante anche a me, anche se posso al momento partecipare solo come lettore.
      Poi in realtà ho letto di alcuni editor (di solito quelli delle piccole case editrici) che, per non rovinarsi la lettura d'impatto o non partire prevenuti sull'autore, lasciano sinossi e biografia a parte. La leggono alla fine oppure se avanzano con fatica e necessitano di ulteriori informazioni.

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    2. Vero, potrebbe essere utile confrontarsi su questi aspetti. Non dico che scrivendo una buona lettera di presentazione o una sinossi accattivante si arrivi in automatico a farsi leggere/pubblicare da un editore, ma ho ancora fiducia nel fatto che le chances aumentino. Per lo meno per distinguersi dalla massa che fa cose come quelle dei miei esempi...

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    3. Più che una gara, in effetti, stavo pensando ad una cosa del genere: diamo un paio di linee guida e poi chi vuole invia lettera e sinossi, anche di fantasia. Io rendo anonimo, se del caso, e poi pubblico. Magari il venerdì, così c'è il weekend a disposizione. Poi, tra tutti, commentiamo cosa funziona e cosa no in quella lettera, a nostro parere.

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    4. Mi sembra una buona idea. Magari si potrebbero tenere separate presentazione e sinossi, vedi tu. L'unico problema secondo me è che in questo periodo mi sembra ci sia poca attività in rete, io stessa ho pochissimo tempo soprattutto nel week end... non sarà il caso di rimandare tutto a settembre?

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    5. In effetti, si potrebbe fare due contest distinti.
      E si, c'è molto poco pubblico ora. Anch'io sono in arretrato di letture, perchè se posso scappo in giardino a scrivere ;)

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    6. Direi anche io di rimandare a dopo l'estate...

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  7. Io ho sempre inviato in formato cartaceo seguendo le istruzioni sul sito della casa editrice, quindi almeno l'invio l'ho eseguito "a norma".
    Ma tanto mi hanno bocciato lo stesso ;-P

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    1. Ti capisco bene, purtroppo. Anche io ho sempre cercato di seguire le norme dell'editore o per lo meno di inviare il manoscritto in modo "professionale", ma noto che ormai neppure i rifiuti arrivano più... vabbè, questo è un altro discorso :)

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  8. Dai però Anima di carta sarebbe un gran bel nome per una casa editrice!
    Pazzesco, e poi ci chiediamo ancora perchè sia tanto difficile emergere. Le case editrici sono intasate da proposte ehm come queste che citi, un testo valido si perde tra la fuffa. Ai danni di tutti.
    Bacio Sandra

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    1. Ho pensato lo stesso e la cosa mi ha fatto una gran rabbia. Gli editori devono essere sommersi di richieste e di fronte a questo genere di cose dubito persino che ormai aprano le mail... "Ai danni di tutti" come dici giustamente.

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  9. Suggerimenti giusti. Di solito il formato più richiesto è in Rtf. Inoltre è importante inviare la sinossi dell'opera che di per sé può essere un bel biglietto da visita.

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    1. Ormai la sinossi la chiedono tutti, anzi a me è capitato di spedire solo quella ormai. Sono d'accordo che può essere un importante biglietto da visita.

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  10. E' più facile che ghiacci l'Inferno.
    Maria Teresa sei unica!
    Azzardo un'ipotesi. Forse una ricerca di appoggi in stile "Mi manda Picone"? Considerando la fattura e la qualità del tuo sito, ci starebbe che qualcuno ti reputi una persona che conta nel giro dell'editoria e pensi di ottenere aiuto.

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    1. Grazie Manuela, troppo buona! Ma devo darti torto :)
      Come dicevo sopra, ho chiesto pure spiegazioni e la risposta mi ha fatto chiaramente intendere che la mail era stata mandata a caso. Ieri poi ho scoperto su Facebook che altri blogger hanno avuto le stesse richieste. Non so più dove arriveremo a questo punto...

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  11. Gentile produttrice,
    le invio dei flaconcini con un profumo di mia invenzione. E' un'essenza particolare, finora snobbata da tutte le case farmaceutiche, se anche lei mi dirà di no la produrrò in self-publishing. In allegato, nel pacco, c'è anche il mio Cv con tutta la mia carriera da chimico.
    Distinti saluti.

    Helgaldo

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    1. ahhahah :D Magari mi mandassero pacchetti con flaconcini di profumo, sarebbe pur sempre qualcosa di utile. Beh, certo resta da sentire poi che odore hanno...

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  12. Mmmh non pensavo che il formato pdf desse quest'impressione, non amo word e mi sembra un formato davvero datato, ma la prossima volta, come ha detto Chiara, ci penserò su!

    Bel post

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    1. Grazie Giuse. Guarda, come dicevo a Chiara, bisogna vedere che formato vuole la CE, però i pdf da quello che so non sono poi così richiesti.

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  13. Ahahah, che ridere!

    A me con il Manoscritto del Cavaliere non è ancora capitato, forse l'allestimento un po' antico del blog fa subito capire l'antifona.

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    1. Magari qualche autore di romanzi storici prima o poi ci farà un pensierino a mandarti il suo manoscritto con tanto di richiesta di pubblicazione... :)

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    2. Anche la parola "cavaliere" potrebbe far pensare a chissà quali agganci!

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  14. Quando ho letto il titolo del post, ho sinceramente pensato che fossi impazzita: leggendo il post ho capito che non era la TUA salute mentale il problema.

    Che il pdf dia impressione di scarsa fiducia è vero, però qualche casa editrice lo richiede: non chiedermi quali perché non lo so ma so che un mio amico che vorrebbe pubblicare si lamentava del fatto di dover fare 50 formati diversi della stessa cosa, tra cui anche pdf, per accontentare le case editrici.

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    1. Per lo meno il tuo amico fa le cose fatte bene! Certo può essere seccante fare mille formati, poi ogni editore ha anche richieste diverse sugli allegati, c'è chi vuole sinossi di venti righe, chi di due pagine, chi vuole la scheda del romanzo, chi la biografia dell'autore... Ma poi tutto questo servisse a qualcosa :(

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  15. Questa cosa ha del surreale... Ma davvero non sei una casa editrice?

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  16. Ho appena finito di ridere. No ma... dai, significa che il tuo blog è così figo da essere scambiato per una casa editrice con i fiocchi. Niente male. ;)

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    1. Eh magari fosse così! Chi mi scrive a volte non va oltre la pagina dei contatti... :)

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  17. A me non è mai successo niente del genere, segno che devono considerarmi davvero poco! Pazienza. :)
    Ma che le persone inviino senza avere la più pallida idea di che tratti la casa editrice, è una consuetudine. Amano così poco la lettura da non spendere nemmeno un po' di tempo per capire chi hanno davanti.

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    1. Già, è questo l'aspetto triste della faccenda. Io penso ingenuamente che l'editore debba essere scelto anche in base a quello che pubblica, al catalogo. E invece chi manda le richieste in questo modo dà segno di non controllare niente di niente. Figuriamoci se legge...

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  18. Non è che sono stati tratti in inganno dalla citazione di Palahniuk sotto il titolo, che in effetti ha un po' l'aria di un invito? Cioè, io non lo prenderei così alla lettera, ma a quanto pare...

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    1. Tutto può essere! Dovrei scrivere: "Scrivete il libro che vorreste leggere... ma non mandatemelo!"

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  19. Scusa ma io è due anni che commento i tuoi post solo perché spero che una volta finito il romanzo me lo pubblicherai... se non sei una casa editrice, cosa ci vengo a fare sul tuo blog? ^^
    :D
    PS: ma il tizio che ha inviato il manoscritto intero... com'è il libro? Decente?

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    1. Ah, quindi mi lisci il pelo per farti pubblicare da me?! :)
      Il manoscritto completo non l'ho neppure aperto. A un altro ho dato un'occhiata per curiosità e l'ho richiuso subito dopo... era formattato in un modo da far rizzare i capelli in testa.

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  20. C'è gente strana in giro per il mondo... A proposito, avrei una bella idea per un romanzetto. Non è che sei interessata a pubblicarmelo. Se mi dici di sì, ti dico persino qual è il soggetto. XD

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    1. Ma certo che sono interessata a pubblicartelo! Anzi tra un po' mi metterò a fare pure il produttore cinematografico. Segui pure le procedure per l'invio ;)

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  21. Sparare nel mucchio non è forse la strategia migliore però è indubbio che molti la utilizzano. In fin dei conti quando si presenta un proprio testo è un'operazione di marketing...anche quando ci arrivano le telefonate del telemarketing non sanno chi siamo e sparano a caso: 100 dicono di no ma qualcuno magari poi risponde.
    Io personalmente adotto un'altra strategia, cerco di essere più mirato e di inviare sempre alla persona, al suo indirizzo mail personale. In alcuni casi ha pagato ed ho ottenuto risposta. Ricordo un'agenzia letteraria molto nota che rispondeva sempre su questo genere: "Gentile autore purtroppo il suo testo non è nelle nostre corde. Capirà che per affrontare un percorso assieme bisogna avere comunanza di vedute per cui etc. etc."
    Su di un forum ci ritrovammo tutti con la stessa risposta, evidentemente ben costruita ma ovviamente prestampata.
    Allora gli ho inviato in pdf un romanzo non mio, ma un capolavoro della letteratura, un libro del quale non dico il titolo ma di sicuro che ha avuto in passato un grosso successo.
    La risposta è stata: "Gentile autore purtroppo il suo testo non è nelle nostre corde...etc. etc."
    Non l'avevano nemmeno letto.
    Prossimamente gli invierò l'elenco del telefono in formato PDF. Magari è nelle loro corde :-)

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    1. Viene da ridere di fronte a questi esperimenti, ma è tristissimo pensare che in realtà forse i testi che mandiamo non vengono neppure letti!
      Sinceramente capisco poco lo "sparare nel mucchio", sarà pure vero che qualcuno prima o poi abbocca, però resta da capire "chi". Vogliamo davvero affidare i nostri scritti al primo editore che accetta di pubblicarlo? Ecco, questo io credo sia davvero sbagliato. Ma la mia è un'opinione soggettiva, me ne rendo conto...

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    2. Sono pienamente daccordo con te che non bisogna affidare un testo al primo che accetta di pubblicarlo.
      Per il fatto che non leggono di solito sono proprio le agenzie che ti ignorano. Non quelle a pagamento ovviamente perchè se le paghi leggono subito. Ma quelle rinomate che pur accettando testi in visione in realtà non visionano nulla se non viene loro segnalato. Gli editori, anche quelli di prestigio, leggono. So per certo, può sembrare assurdo, che anche Marsilio, Marcos Y Marcos o Adeplhi leggono ma a volte è questione di fortuna e del momento adatto.

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  22. Credo abbia ragione Ivano ad aver identificato la ragione di questi "divertenti" episodi nella frase di Chuck Palahniuk là in cima. Questa è l'ennesima prova che oggi l'attenzione per ciò che dicono/scrivono gli altri è ridotta ai minimi storici. E' lo stesso motivo per cui il blogging sta cedendo spazio al micro-blogging. E' lo stesso motivo per cui viviamo circondati da miliardi di tweet... un lettore concede un tempo massimo di tre secondi per usufruire dei contenuti offerti da un altro: il tempo di guardare una foto o di leggere cento caratteri scarsi, dopodiché l'attenzione si sposta altrove. In questo contesto diventa quasi un controsenso mettersi a scrivere romanzi e racconti sperando che vi sia un editore che si comporti diversamente.

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    1. Una giusta osservazione, purtroppo. Si va sempre di corsa e si presta poca attenzione a quello che si legge, ormai è tutto uno scorrere e basta. E hai ragione, diventa un controsenso sperare che qualcuno ci legga con attenzione se noi per primi non lo facciamo. Parlo in prima persona perché mi rendo conto che anche a me capita di correre qua e là per la rete, soffermandomi poco per mancanza di tempo. Però i tweet non mi piacciono... preferisco un articolo approfondito rispetto a poche righe condensate :)

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  23. Non me ne meraviglio. E' perfettamente in linea con la superficialità propria dei tempi.
    L'aspetto veramente triste è che se si è realmente scrittori l'accuratezza dovrebbe essere del tipo maniacale e non assente del tutto.
    Che dire... poveretti!
    Però ha un che di comico, in fondo... :)

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    1. Un segno dei tempi, dici bene. E resta difficile credere nella bontà di un libro quando poi lo stesso autore si comporta così. Consoliamoci ridendoci su :)

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  24. Rido, ma un po' anche della mia ignoranza di tanti anni fa. In realtà non ho mai fatto niente di quello che dici nel post, ma ricordo bene la sensazione "adesso mando il manoscritto al mondo"... spero di non averlo spedito anche agli editori di libri di cucina! ;)

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    1. Su questo ti capisco, all'inizio non si sa bene come orientarsi e si è anche un po' presi dall'entusiasmo :) C'è però anche da dire che rispetto al passato ormai ci sono molte informazioni su Internet, a volte manca proprio la volontà di farne buon uso!

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  25. Sinonimo dei tempi superficiali e mediocri. E poi si lamenteranno che nessuno li pubblica: sono i primi a non dedicare tempo ed energie al proprio lavoro... perché dovrebbe farlo qualcun altro?

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    1. Proprio così, c'è tanta superficialità. Magari così facendo poi qualcuno lo trovano comunque, e intendo qualcuno pronto a spennarli...

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  26. Anch'io torno sulla questione del pdf...come mai comunica scarsa fiducia?
    Non ho mai inviato manoscritti a case editrici, ma se mai lo facessi invierei un estratto in pdf.
    Io lo trovo comodo perché comunque tutti i computer/programmi dovrebbero essere in grado di leggero, al contrario di word con cui ho avuto parecchi problemi: lavoravo in un ufficio piccolo, con pc non aggiornati e avevamo il vecchio word, quando ci inviavano i comunicati stampa in doc non riuscivamo manco ad aprirli e poi c'erano sempre errori di formattazione nella trasposizione da un formato all'altro.

    Forse per i manoscritti è diverso?

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    1. Ciao Silvia. La mia opinione è sicuramente condizionata dall'esperienza, quando lavoravo presso un editore. Ricordo che i pdf mi creavano più problemi, sia per il peso del file che per la stampa (ci si mette più tempo a stampare, non si riesce a fare fronte-retro, non si può diminuire il font). Inoltre, conosco delle persone che mandano manoscritti sempre in pdf nella convinzione che in questo modo nessuno copierà o modificherà il suo testo.
      A quanto pare, sui pdf la pensiamo ognuno in modo diverso. La cosa migliore resta chiedere prima dell'invio :)

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