Combinare insieme passato e presente in un romanzo

Foto di Kevin Ku (Unsplash)

Qualche giorno fa un lettore mi ha chiesto in un commento se fosse una buona idea mescolare verbi al passato e al presente in un romanzo. Ho pensato che valesse la pena approfondire l'argomento.

La scelta di raccontare al presente o al passato

Prima di parlare di eventuali mescolanze, è importante dire che la scelta dell'uso dei due tempi deve essere consapevole e ben meditata. Ci sono storie che rendono al meglio con uno o con l'altro, ne va tenuto conto facendo delle prove. Il presente per esempio (non amato da tutti i lettori) è difficile da usare e non si presta a tutti i tipi di narrazioni. Tuttavia, ha dei pregi perché se ben trattato fa sì che il lettore si immerga totalmente negli avvenimenti e nelle emozioni dei personaggi. 

A prescindere dalla scelta che avete fatto, comunque, è importante attenervisi per conservare la coerenza narrativa e non confondere il lettore. Se decidiamo di scrivere al passato, come se qualcuno raccontasse eventi accaduti tempo prima, dobbiamo mantenere per tutta la durata della storia questo tempo. Lo stesso vale se impostiamo la narrazione al tempo presente, come se i fatti si svolgessero proprio nel momento in cui il lettore legge. Ma ci sono eccezioni, naturalmente. E di questo voglio parlare oggi.

Usare due tempi diversi per raccontare

Quando in un romanzo usiamo i verbi al passato remoto (egli fece), può capitare di dover introdurre un ricordo o un flashback che rende necessario l'utilizzo del trapassato remoto (aveva fatto). In questo modo si chiarisce al lettore che gli eventi a cui ci riferiamo sono più lontani. Nello stesso senso, si può usare il passato prossimo (ha fatto) per riferirci a situazioni relativamente più lontane, quando nella narrazione è tutto al tempo presente (egli fa).

Tuttavia, se l'alternanza di avvenimenti accaduti nel passato e nel presente è molto marcata nella storia, la si può rendere anche diversamente. Per esempio, nel mio romanzo Tra l'ombra e l'anima, la narrazione principale avviene tutta al tempo presente, mentre i capitoli che raccontano eventi di alcuni mesi prima sono tutti al tempo passato. In questo modo ho evidenziato le due linee narrative senza che il lettore si confonda.

Rompere le regole

Si può osare di più, combinando i tempi per esempio nello stesso capitolo? O usando il tempo presente in una narrazione al passato? Fino a qualche anno fa avrei detto di no. Poi però ho letto alcuni autori importanti fare un uso creativo dei tempi verbali e mi sono detta: perché non provare?
E così nel mio ultimo romanzo ho sperimentato qualcosa di nuovo inserendo un paio di scene al presente in una narrazione tutta al passato. La prima in particolare è una scena alla quale volevo dare una certa enfasi, un senso di immediatezza. Nella testa della protagonista quegli eventi si ripetono spesso, come una specie di incubo sempre attuale. Per questo mi è sembrata una buona idea immergere il lettore nella scena con l'uso del presente, come se essendo già tutto l'accaduto, continuasse a riecheggiare ancora. Mi sembra che il risultato sia stato buono, da quello che mi hanno detto.

Usare il presente in un racconto al passato può essere dunque un'opzione valida, a patto che si circoscrivano gli eventi per non spiazzare troppo il lettore. Chiaramente una mescolanza selvaggia di due tempi sarebbe da evitare, anche se ho trovato passato e presente usati anche negli stessi paragrafi in un romanzo che voleva sottolineare lo stato alterato della protagonista. Quindi, mai dire mai.

In conclusione

In pratica si può dire che l'uso del presente in un contesto al passato equivale a fermare il tempo, mentre l'attenzione si focalizza su un dettaglio o una serie di dettagli specifici. Si tratta di un effetto potente da usare con cautela.

Al contrario, l'uso del passato in una narrazione al presente tende a rallentare l'attenzione, a smorzare la suspense. Di fatto, ciò che è già accaduto interessa di meno il lettore e l'uso di un tempo al passato in questo contesto può essere adottato proprio allo scopo di sospendere la tensione. Quindi va usato anche in questo caso con prudenza e al momento giusto.

Credo che si possa osare creativamente con i tempi, a condizione di essere ben coscienti di cosa si sta facendo e dell'effetto che si vuole trasmettere. In pratica, le regole si possono infrangere solo se le si conoscono a fondo.

E voi avete mai provato a mescolare i tempi?

Commenti

  1. Io l'ho fatto una volta nell'unico racconto che abbia mai pubblicato sul mio blog. L'operazione non è mai facile perché bisogna tener conto di tanti, troppi particolari, per esempio a distanza di anni mi sono reso conto di aver inserito nel racconto un tipo di fucile che nella realtà non era ancora stato creato e messo in produzione. Mi è dispiaciuto per l'errore compiuto...ma mi è dispiaciuto di più il fatto che nessuno dei lettori se ne sia accorto in tutti questi anni... :(

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    1. Eh si vede che ce ne sono pochi di esperti di fucili in giro :D Tu quindi ti riferisci al mescolare il passato storico con il presente? Deve essere una sfida molto interessante, temo di essermi persa il tuo racconto, devo andare a cercarlo perché sono molto curiosa ^_^

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  2. Ciao Maria Teresa, io ho sperimentato soltanto la modalità "capitolo" ovvero usare un tempo differente in un capitolo che deve portare la storia nel passato o, credo che valga lo stesso ragionamento, nel futuro. Ma immagino che anche la scelta del tempo differente nell'ambito della stessa scena o capitolo sia interessante e sfidante. Il fatti che tu l'abbia compiuta nel tuo ultimo romanzo lo rende ancora più interessante...

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    1. Grazie Elena! Credo si possano fare molti esperimenti interessanti in questo ambito, anche per stimolare il lettore che oggigiorno è molto smaliziato ^_^

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  3. Mi piace molto sperimentare mescolando tempi e persona, perché mi dà la possibilità di movimentare la narrazione. Nei miei due romanzi ho mescolato presente e passato, e anche prima e terza persona. Mi piace l'effetto. Il romanzo che sto scrivendo ora, invece, è tutto in terza persona al passato. Come dici tu, bisogna considerare il tipo di storia. Si deve sempre sapere perché si compie una determinata scelta e cosa si vuole ottenere, senza avere paura di sprecare tempo in tentativi. A volte è necessario riscrivere almeno un capitolo nei vari modi possibili per capire cosa funziona.

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    1. Vero, movimentare la narrazione è sempre utile, anche tramite l'uso di POV diversi. Sarebbe bello trovare subito le soluzioni giuste senza fare tante prove e riscritture, però in fondo anche queste sperimentazioni hanno il loro fascino :)

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  4. Negli ultimi romanzi ho sempre usato la terza persona al passato, però ho usato la prima persona al presente nel mio primo romanzo e nel mio romance estivo dell'anno scorso. Non ho mischiato mai i verbi, magari proverò in futuro...

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    1. Se farai qualche prova, vedrai che l'effetto è potente, così come usare diversi punti di vista per raccontare una storia ;)

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  5. Questo articolo è proprio in linea coi miei dubbi di questi giorni. Sto scrivendo una storia che si dipana dagli anni 90 al 2020 e devo decidere se raccontarla al presente o al passato. Mi piace l'idea della prima persona al presente ma ciò significa identificarmi con la scrittura di una bambina poi di una ragazza poi di una donna. La sfida mi attira e potrei anche farcela, però il libro partirebbe con tanti capitoli scritti da una sciocca immatura ragazzetta quattordicenne che parla e pensa come una quattordicenne... il personaggio in sé è anche molto volubile e superficiale quindi credo che il lettore potrebbe perdere interesse.
    Potrei far raccontare la storia a lei, donna già adulta, che ricorda i bei tempi andati. Potrei tentare di tenere la narrazione comunque al tempo presente? Per esempio "Sono in spiaggia, ho quattordici, forse quindici anni e le azalee sono in fiore. Ne ricordo perfettamente il profumo mentre leggo sul lettino a lato dei miei genitori".
    Può funzionare? Si accettano consigli!

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    1. Ops, non sono più su blogger?! Sono Lisa.

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    2. Ciao Lisa! Forse alternare passato e presente potrebbe essere più interessante per il lettore, ovvero usare il passato proprio per quelle parti della storia in cui lei è una ragazza e il presente in prima persona per le parti attuali. Ho letto un romanzo così e l'effetto era ottimo. La sfida di usare solo il presente per ogni età è bella tosta... e il lettore potrebbe anche trovare troppo piatta la narrazione a lungo andare. Senz'altro avrai bisogno di fare un po' di prove per trovare la soluzione ottimale.

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  6. Sui racconti, essendo testi brevi, si assume una forma verbale e quella resta, al netto di qualche flashback veloce di un evento già accaduto.
    In alcuni romanzi raccontati al passato ho trovato qualche volta all'interno della stessa scena il flusso di coscienza del personaggio narrante, quindi in prima persona, e di solito evidenziato dal corsivo.
    Altrimenti, come suggerivi a Lisa, ho trovato anch'io dei romanzi dove la stessa protagonista si racconta al presente ad un'età matura e al passato in gioventù, oppure si alternano i due presenti, ma le ambientazioni danno modo al lettore di collocare il punto cronologico della storia.

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    1. In effetti nei racconti c'è poco margine di manovra. Alternare passato e presente nei romanzi invece mi sembra che si veda sempre più spesso, forse anche per una voglia di sperimentare. Alla fine l'importante è che il lettore ci si raccapezzi!

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  7. Ma ad esempio, se sto scrivendo un racconto in prima persona al passato e in una frase devo descrivere un personaggio o un paesaggio che esiste ancora, posso usare il presente o si usa sempre il passato? Ad esempio:
    "Così decisi di partire a New York insieme ad Anna. Lei *è/era* molto speciale per me. *Immagino/Immaginavo* che *rimarremo/saremmo rimasti* per sempre legati grazie alla nostra amiciza...". Qualcuno mi aiuti a capire per favore.

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    1. Allora, se usi il passato per raccontare, devi usare il presente per fatti che sono ancora validi al tempo in cui racconti. Per esempio: "feci una passeggiata nel quartiere dei Fiori, dove ha sede l'ambasciata francese". Presente perché la sede c'è ancora.
      Nell'esempio che hai fatto: "Così decisi di partire a New York insieme ad Anna. Lei ERA molto speciale per me. Immaginavo saremmo rimasti per sempre legati grazie alla nostra amicizia...".
      In quest'ultimo caso è meglio il passato perché ciò che dici fa riferimento a qualcosa relativo a ciò che stai raccontando (anche se è ancora valido oggi).
      Spero di essermi spiegata.

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