Tornare alla scrittura amanuense, perché? (Guest post)
Foto di Rosario Scandurra |
L'articolo che vi presento oggi è di Rosario Scandurra, autore che avete conosciuto anche tempo fa in una presentazione del suo romanzo. Le sue riflessioni nascono da un nostro scambio epistolare (si dice ancora così nel caso di e-mail?). Infatti, il suo metodo di scrittura mi è sembrato così particolare che gli ho proposto di scrivere un post per condividerlo anche con voi. Buona lettura!
La scrittura amanuense
La scrittura con carta e penna è il sistema che uso per soddisfare una passione che risale a molti anni fa, e solo ultimamente sono riuscito a seguire con assiduità.La scrittura amanuense implica molteplici fattori e nel confronto col digitale perde su tutti i fronti. Scrivere a mano è molto faticoso, porta via molto tempo ed ha un costo. E allora la domanda si pone prepotente e prevaricatrice: cosa mi da la scrittura a mano che il digitale non mi può dare?
La scrittura amanuense mi dà la possibilità di una concentrazione totale. Sfruttando quella automazione acquisita nei primi anni di scuola: pensieri, cervello, braccio, mano, penna, carta, riesco a mettere in parole le immagini prodotte dai pensieri ed elaborate dal cervello, il quale trasmette, come sa e come può, le parole al braccio e infine alla mano, e una lettera dopo l’altra compaiono parole, frasi…
Nella prima stesura non bado all’ortografia e né alla grammatica e nemmeno al lessico o alla tecnica per scrivere il ‘capolavoro’. Non ci penso proprio. Tutta la mia attenzione è rivolta alle immagini prodotte dai pensieri come in un film in cui mi immedesimo, e la mente traduce in parole. Questa fase per me è molta delicata, divento intrattabile se interrotto. Sono completamente abbandonato, assorbito dal film che i pensieri producono. L’automazione di cui parlavo prima fa il resto tracciando sulla carta quello che la mente detta.
Così stando le cose alla fine della prima stesura ho la storia finita in un reale manoscritto, tuttavia non completamente fruibile da un ipotetico lettore. Ragion per cui sono obbligato a una ricopiatura sempre amanuense per tradurre, chiarificare quelle parti che la mente non è riuscita a trovare subito le parole, la forma giusta per esprimerle correttamente. È anche il momento di mettere in campo tutto il mio sapere (in verità molto poco) per rendere lo scorrere degli eventi più fluido e curare i dialoghi per meglio definire il carattere dei personaggi. In poche parole rendere la storia appassionante, e cercare di darle quell’empatia necessaria affinché l’ipotetico lettore arrivi agevolmente alla fine del libro.
La digitalizzazione del manoscritto dopo un congruo tempo di ‘sedimentazione’ e riletture con relative correzioni, non è esente anch’essa da modifiche, perché ricopiare parola per parola non è per me un lavoro inutile, anche se in questa fase l’impaginazione è la mia maggior preoccupazione. Con la mente svuotata dalla storia mi posso dedicare a tutto il resto.
Scelta dei materiali
La scelta con cosa scrivere e su cosa far comparire la storia non è stata per me né romantica e né nostalgica. L’obbiettivo è stato invece avere del materiale sicuro e confortevole a cui affidare i miei pensieri.Per la penna ho optato (senza voler fare pubblicità occulta) per una PILOT 0,5 mm, blu con inchiostro liquido. È leggera, scorrevolissima, non tradisce mai, dura tanto, non sbava e non devo lasciare solchi sulla carta, come mi capita con una biro. Per la ricopiatura mi sono affidato a una stilografica (quella nella foto) regalata da mia moglie e acquistata sulla bancarella di un artigiano in un fiera nel Trentino. È diventata la mia fedele compagna di lunghe maratone di scrittura.
Per la carta ho scelto un raccoglitore A4 con anelli elastici a cui aggiungo ricambi a righe. Posso aggiungere e togliere a seconda della necessità. Ho la possibilità di scrivere anche lontano dalla mia piccola scrivania, sfruttando le copertine rigide e portarlo con me negli spostamenti di qualche giorno o in vacanza. L’ispirazione, le idee sono ineducate, arrivano quanto meno te lo aspetti.
Perché non scrivere direttamente sul PC?
In una sola parola mi verrebbe da rispondere: distrazione. Il monitor mi distrae:Controllare che il cursore sia nella giusta posizione. Usando un laptop, basta sfiorare il pad con un dito e il cursore si sposta e magari me ne accorgo dopo aver scritto una mezza pagina.
Poi ci sono le parole sbagliate sottolineate in rosso da correggere.
Ci sono le correzioni automatiche, non sempre corrispondono a quello che volevo scrivere.
La postura davanti allo schermo non è mai naturale e comoda come star seduto alla scrivania o in poltrona. In effetti quando devo digitalizzare il manoscritto soffro per tutto il tempo di cervicale, mal di testa, dolori alla schiena…
Infine non essendo un provetto dattilografo e non avendo assimilato una nuova automazione: pensieri, cervello, braccio, dita, tastiera del computer, non riesco a scrivere che una mezza pagina in un intero pomeriggio.
Con tutti questi controlli ed ostacoli, le immagini dei pensieri si bloccano e fanno fatica a ritornare e nel mentre il tempo passa e la storia langue su uno schermo semivuoto e l’ansia e il disagio aumenta insieme al nervoso.
Esperimento
Questo metodo ‘arcaico’ di scrivere potrebbe dare una spinta alla creatività frenata da tanti manuali letti, studiati, condivisi. Per costatare se questo metodo da ‘troglodita’ favorisce una ispirazione intiepidita, si potrebbe scrivere con carta e penna un aneddoto dell’infanzia o adolescenza, senza sprecare così idee per un futuro romanzo e come dice un mio personaggio “…lasciare correre la mente sul prato dei pensieri…”. Aggiungere, modificare, cambiare l’aneddoto come detta la mente. Il racconto non lo dovrebbe leggere nessuno, a meno che non lo volgiamo, quindi massima libertà di raccontare quello che si vuole e come si vuole.Consentitomi un suggerimento se volete provare questo esperimento: liberate la mente da altri pensieri, concentrazione massima su quello che la mente detta e mettere in atto quell’automazione che ognuno di noi ha acquisito tanti anni fa a scuola.
Come si può ben comprendere io adotto questo sistema da sempre, e oggi più che mai mi affido ad esso per portare a termine le mie storie. Il sistema può dare anche un altro vantaggio: essendo una scrittura ‘istintiva’, la storia potrebbe risultare più realistica, più veritiera, proprio per quel fattore di scrivere la storia come se la vivessi. Al momento ho pubblicato un libro e ho due storie finite in ‘sedimentazione’, e un’altra sta prendendo corpo nella mente cercando possibili sviluppi coi personaggi quasi del tutto delineati, tuttavia senza una sola parola scritta.
Va detto che non mi siedo mai davanti alla pagina bianca senza aver imbastito mentalmente quello da scrivere, corretto, ri-scritto, ri-corretto e alla fine non coincide con la versione che compare sulla carta. Va da se che finora non ho sofferto del blocco della pagina bianca, ma sono ancora all’inizio, per cui questo evento è dietro l’angolo pronto a colpirmi in qualsiasi momento.
Cosa ne pensato della scrittura amanuense?
Credete possa essere una soluzione a riscaldare l’ispirazione e creatività?
Rosario Scandurra
L'autore di questo guest postRosario Scandurra, nato nel Napoletano, ormai lontano dall’età produttiva, si è dedicato alla sua passione: letteratura classica intervallata da quella moderna e scrivere. Con più tempo a sua disposizione ha approfondito i segreti della scrittura, tuttavia non si considera uno scrittore ma semplicemente un raccontastorie. Attento ai notiziari che ci bombardano continuamente d’informazione, ne prende spunto per le sue storie. |
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Ciao Rosario, piacere. Ciao Maria Teresa. Perché scrivere a mano? Perché fa bene. Ragiono semplice. Si attivano processi che nella scrittura digitale non avvengono. Anche per il fatto di ragionare. Da PC possiamo cancellare, invece su carta, a meno che non sono appunti, tendiamo a soppesare le parole per non fare mille cancellature. Gli appunti per me esistono solo su carta. Ho preso diversi taccuini ultimamente per imprimere scritti che vorrei restassero in futuro da far leggere ai miei ragazzi. Niente di ambito, piccole poesie, storie. Nulla di grandioso se non per chi vorrei custodirlo. Buona giornata a voi e ai tuoi lettori.
RispondiEliminaGrazie Tiziana per il tua intervento. Permettimi, prima di rispondere, ringraziare Maria Teresa per avermi ospitato nel suo blog. Sempre squisita. gentile e generosa, GRAZIE di cuore.
EliminaIl voler lasciare un tuo scritto "ai posteri" mi fa venire in mente un episodio capitatomi diversi anni fa. Cercherò di essere breve.
Una mia collega mi disse che il marito gravissimo ricoverato in ospedale le aveva chiesto un blocco notes e una penna. La richiesta la riteneva bizzarra in quanto era sempre stato un fanatico della tecnologia. Chiese a me cosa ne pensassi. Al momento emozionato per le cattive notizie dall'ospedale non ebbi la risposta. Il mattino seguente mi disse che in solo mezza giornata aveva riempito il blocco notes ed per ogni familiare, amico aveva scritto pagine. Le dissi le mie impressioni. Il marito aveva bisogno di lasciare qualcosa di suo, di profondamente suo e non soltanto nelle parole ma anche nella scrittura a mano, come una impronta digitale, il DNA.
Grazie ancora
Rosario
@Tiziana Grazie per la tua testimonianza, è bellissima la tua idea di dedicare questi scritti ai tuoi ragazzi, penso che lo apprezzeranno moltissimo soprattutto da adulti.
Elimina@Rosario E' stato un piacere per me poter ospitare questo articolo. E sono molto contenta che sia piaciuto :)
L'episodio che hai raccontato dimostra come sia terapeutico mettere nero su bianco le nostre emozioni in momenti così particolari e difficili. E suppongo che farlo con carta e penna in questi casi sia ancora più importante per far fluire i pensieri senza intermediari.
Io adoro tutto cio che si può definire "antico",perché equivale a dire "romanticita","concretezza e semplicità. Adoro anche io scrivere a mano, l'ho sempre fatto nel mio piccolo! Ho iniziato chiaramente a scuola,poi con le lettere di corrispondenza, poi col diario e infine per scrivere il mio libro! Trovo che sia un modo più realistico e più intimo di interpretare il nostro pensiero. Condivido in pieno quando scrive che il monitor distrae, è esattamente così. Quindi,leggendo questi pemsieri,mi ci sono ritrovata in pieno! :-)
RispondiEliminaGrazie caro amico/a per la condivisione. In affetti trovo la scrittura a mano una intimità profonda, anche perché la mia calligrafia la capisco solo io e a volte neanche. Di vero c'è che nella scrittura a mano non bado che alla storia. Mi capita di dover ripetere la parola più volte per ricordare esattamente come si scrive. Può sembrare una esagerazione, tuttavia la concentrazione e tale da non ricordare per esempio come si scrive rigagno e non "rignagno".
EliminaGrazie
Rosario
Grazie Antonella per il tuo commento.
EliminaQueste vostre esperienze mi invogliano davvero a provare a scrivere a mano... è tanto tempo che non lo faccio, se non per prendere appunti al volo. E infatti la mia calligrafia è diventata bruttissima!
Anche io ho provato, a volte, a scrivere a mano, ma non fa molto per me. In parte è perché sono malato, quindi già dopo cinque minuti a stringere la penna mi vengono i dolori. Ma soprattutto, c'è il fatto che vado molto più veloce con la tastiera che con la penna: in generale, col computer riesco a scrivere alla stessa velocità con cui penso, con la penna rimango molto più indietro.
RispondiEliminaPer questo, preferisco usare il computer per scrivere la quasi totalità di quello che scrivo. Non mi dà nessun problema, né di concentrazione (ho imparato a trovarla anche al computer) né di distrazione: non era così una volta, ma col tempo ho imparato e ora ci riesco bene. Mentre carta e penna le uso solo in determinati casi: per esempio in giro, quando non ho un computer sottomano.
Devo dire però che uso moltissimo carta e penna in un altro frangente: quello della revisione. Da molto tempo, è mia abitudine stampare tutte le mie storie, e poi correggerle con la penna. Perché come dici tu, è più facile concentrarsi in questo modo: se in fase di scrittura - che è abbastanza divertente - ci riesco anche al computer, nella revisione - che invece è una noia pazzesca - tendo molto a distrarmi. Per questo uso questa modalità per la revisione e mi ci trovo anche molto bene :) .
Grazie Mattia per l'interessamento.
EliminaNella ricopiatura, dove opero la maggior parte delle correzioni, come dicevo nell'articolo, mi sono accorto che spesso, nelle riletture, riconfermo la parola corretta, cose che col computer non potrei mai fare. Una volta cancellata la parola l'ho persa per sempre. Questo aspetto mia ha sorpreso in quanto ho dovuto costatare che spesso le correzioni sono dettate, non tanto da una osservazione linguistica, grammaticale, lessicale ma dallo stato d'animo.
Quindi si potrebbe affermare che la scrittura a mano rispecchia in qualche modo anche il nostro momento e forse il travaglio per giungere a quel punto.
L'importante, penso però, è trovare il modo a noi più congeniale per esprimere e raccontare quello che abbiamo dentro.
Ancora grazie
Rosario
Interessante anche questo aspetto che avete sottolineato, quello della revisione. Come ha detto Rosario, revisionare al computer significa perdere l'originale o comunque non avere sott'occhio le varie correzioni (il modo c'è ma è sicuramente più laborioso). E' senz'altro utile come fa Mattia effettuare tutte le correzioni/modifiche su carta.
EliminaCiao Rosario e ciao Maria Teresa. È stato un vero piacere leggere questo articolo, in quanto trovo la scrittura a mano molto più affascinante e anche produttiva. Ogni volta che scrivo con carta e penna mi sembra di tornare ai tempi della scuola e dei temi in classe, quando mi isolavo è non sentivo nemmeno il suono della campanella, scrivendo pagine su pagine di un mondo tutto mio. Era stupendo, desideravo che quelle ore non finissero mai. Ora ho un po' abbandonato la scrittura amanuense, perché purtroppo soffro di un dolore alle mani che mi impedisce di scrivere lunghi testi con la penna, quindi per forza di cose ho dovuto assimilare la stessa automazione con la dattilografia. Tuttavia, quando soffro le crisi da pagina bianca, la soluzione migliore per far passare il blocco è sempre quella di prendere un taccuino e un penna per sfogare le parole, così l'ispirazione torna e posso finalmente tornare a scrivere.
RispondiEliminaConosco uno scrittore che scrive la prima stesura a computer, in seguito copia tutto a mano per la revisione, poi ricopia nuovamente a computer e di nuovo a mano e così via finché la revisione non è terminata. Credo che anche questo possa essere un metodo interessante da sperimentare.
Buona giornata, Sharon.
Grazie Sharon per avermi paragonato a uno scrittore, quale non sono.
EliminaMi capita spesso nella ricopiatura e anche nella digitalizzazione di meravigliarmi del perché non ho usato una parola specifica che conosco bene, o una forma più scorrevole che viene spontanea. Giusto per dire che ricopiare, parola per parola, non è mai tempo perso, o almeno non lo è per me.
Sentitamente grazie e felice conclusione di giornata
Rosario
Grazie Sharon, è vero che questo tipo di scrittura ci riporta a un tempo in cui ci perdevamo nella scrittura, probabilmente la tastiera non ci consente un'immersione così profonda, nonostante sia ormai familiare scrivere al computer.
EliminaCopiare e ricopiare sono azioni anche interessanti, forse perché implicano una riflessione in più sul testo.
Anche a me piace molto scrivere su carta. Credo sia un retaggio prettamente scolastico, in effetti ho imparato solo successivamente a battere a macchina e poi al pc. Ancora oggi appunto su carta e per magia tutto mi resta in mente. Però ammetto la grande comodità di usare spazi digitali per archiviare il materiale scritto che altrimenti, nel mio caso occuperebbe tutta la stanza.
RispondiEliminaGrazie Nadia per l'osservazione.
EliminaBisogna ammettere che archiviare tutto quello che si scrive, ci vorrebbe una intere cantina o una mansarda capiente (e poi potremmo avere il problema di dove conservare la riserva di vino) :)
In verità, come ho raccontato a Maria Teresa in una delle nostre e-mail, la necessità di scrivere a mano mi viene da una episodio di tanti anni fa che in qualche modo ha condizionato la scrittura.
Confesso di non saper disegnare, né dipingere e né nussun'altra espressione artistica. Tuttavia dopo il primo bacio con il ragazza per cui avevo una cotta tremenda, la prima, nacque la necessità di affidare le emozioni che avevo provato a qualcuno. Essendo ancora alunno ho cominciato a scrivere su un vecchio quaderno non completamente finito.
E poi si dice che il primo amore non si scorda mai.... e il primo bacio?
Grazie
Rosario
Ciao Rosario e ciao Maria Teresa :),
Eliminaadoro la scrittura amanuense e non l’ho mai abbandonata del tutto, seppure utilizzi prevalentemente il pc. Devo aggiungere che sono una che ama anche disegnare e, sotto sotto, non trovo grandi differenze tra una e l’altra cosa… intendo concettualmente. E a questo proposito mi vien facile avvicinare il disegno istintuale – che poi è una sorta di mandala – alla scrittura “automatica”: vedo entrambe queste modalità come una sorta di valvola di sfogo e anche qualcosa di più, ossia un espediente per richiamare ed estrarre la parte nostra più creativa.
Pertanto, ti faccio un sacco di complimenti: bel post, veramente!
@Nadia Anche per me c'è stato lo stesso processo, prima scrivevo su carta, poi sulla macchina da scrivere e poi al pc. Devo ammettere che nei primi due casi c'era molta più riflessione sul testo, proprio perché non si poteva tornare indietro e modificare con la facilità con cui si fa al pc. La comodità di quest'ultimo è insuperabile, però queste riflessioni mi fanno venir voglia di provare nuove (anzi vecchie) strade :)
Elimina@Clementina Interessante questo tuo paragone della scrittura amanuense con il disegnare, penso anche io che i processi siano molto simili. Probabilmente alla tastiera non avremo mai gli stessi effetti...
Grazie per il tuo post Clementina e spero mi possiate perdonare il ritardo della mia risposta, ho dovuto fare una capatina a Roma (abito a Verona) ieri e rientrando a tarda sera non me la sono sentita di rispondere. Dov'ero non potevo usare il cell.
EliminaCerto Clementina l'accostamento dell'arte figurativa e quella dello scrivere a mano, come anche della musica, hanno un'affinità molto forte, tutte contengono una componente emotiva, esprimono un sentimento. Nella calligrafia ci sono delle variazioni dettate dallo stato d'animo del momento. Capitano delle piccole variazione solo però se scriviamo di noi, cosa che non succede quando prendiamo appunti che coi sentimenti non hanno niente a che fare. Scrivere una storia, penso, c'è sempre una parte di noi immedesimandoci in uno dei personaggi o nel/nei protagonisti.
Grazie Maria Teresa per i tuoi interventi, puntuali e cortesi come sempre.
Grazie
Rosario
Ciao Maria Teresa, oggi il post del tuo guest Rosario, che saluto, è in sintonia con il mio :). Lui assegna alla scrittura a mano ciò che io assegno all'ordine: la capacità di liberare i pensieri. Ho un rapporto ambivalente con la penna. Nel mio lavoro prendo sistematicamente appunti a mano, perché, sebbene dotata di strumenti tecnologici più avanzati, riesco a seguire di più i pensieri . Il risultato però non è ottimale. Dalle mie parti c'è un detto "Asino di natura chi non legge la sua scrittura". Ecco io sono un'asina, punto.
RispondiEliminaPer la scrittura invece del blog o per le altre cose che scrivo uso sistematicamente il pc. Sono veloce, non mi veine male al polso e al braccio, correggo immediatamente se mi accorgo di aver fatto un errore, risparmio il tempo della trascrizione. La mia libertà di comporre non è limitata, insomma sono diventata PC addicted, anzi, smartphone. Sono più veloce ancora :)
Sai che anche io prendo appunti solo su carta? Direi che la mia è quasi una mania, ho tutta una serie di foglietti volanti (neanche un vero e proprio quaderno) per annotarmi idee o breve frasi. E come te provo un indicibile imbarazzo quando non riesco a decifrare cosa ho scritto! Il fatto è che non siamo più abituate a scrivere a mano e la calligrafia ne risente :)
EliminaLa velocità e la praticità dei testi al computer sono elementi innegabili, in ogni caso!
Grazie Elena per le tue osservazione, e ricambio cordialmente i saluti.
EliminaConfesso di far parte del tuo proverbio. Spesso, ma forse dovrei dire, molto spesso, nella fretta di mettere su carta l'idea del momento traccio dei segni più simile alla stenografia che alla calligrafia. Poi solo rileggendo e ricordando cosa volevo dire riesco a decifrare. In effetti, come dicevo nell'articolo, lo svuotare la mente della storia è impellente. Man, mano che la scrivo in prima stesura alleggerisco la mente che comunque rimane fissa su quella da finire. Solo alla fine me ne sento definitivamente libero, come se fosse un peso superiore alle mie possibilità caricato sulle spalle. Ho dovuto interrompere la correzione di due storie già completate per il sopraggiungere di una terza che sto per finire. Se sarà buona o non lo deciderò quando sarà finita.
Grazie
Rosario
La scrittura amanuense ha un suo perché, io scrivo a mano tutti i miei appunti e idee sulla storia che sto scrivendo, uso anch'io una pilot blu, per me è una delle penne migliori. Poi però il resto lo scrivo con il computer sempre con il mio foglio scritto a mano vicino...
RispondiEliminaVero Giulia, come dicevo a Elena, anche per me buttare giù le idee è un'attività da fare solo con carta e penna. Di fatto non se ne riesce a fare a meno, questo significherà pure qualcosa...
EliminaGrazie Giulia per la condivisione.
EliminaSì hai perfettamente ragione nel passare gli appunti direttamente al pc.
Io ho bisogno di una ricopiatura non solo per la messa in "chiaro" del testo, ma anche per averlo a portata di mano. Sono uno de tanti nonni a tempo pieno e posso portarmi lì dove allestisco l'asilo il manoscritto da correggere. La postura poi al pc non agevola il lavoro nonostante il laptop con tastiera esterna.
Ti dirò che la scelta della penna non è stata solo nel modello, ho dovuto costatare, mio malgrado, che il colore blu concilia con la scorrevolezza delle idee da mettere su carta. Il nero inibisce questa fluidità, bizzarro mi viene da dire.
Grazie
Rosario
Un post che ho letto in un fiato e che rileggerò ancora, Rosario. Trovo che il tuo metodo sia molto efficace, anche se purtroppo, abituata come sono alla tastiera, avrei qualche problema a scrivere con la penna come quando ero giovanissima. Ma, forte di questa bella testimonianza, non escludo un ritorno. Grazie ;)
RispondiEliminaAnche a me le parole di Rosario hanno fatto venire voglia di provare, anche se ancora non ne ho avuto l'occasione. Forse si potrebbe provare con una nuova storia o con qualche breve scena, tanto per vedere cosa succede...
EliminaGrazie Rosalia!
Grazie Rosalia per la rilettura. Molto gentile da parte tua.
EliminaIl suggerimento dell'esperimento l'ho inserito per ultimo proprio nella speranza che rimanesse impresso al lettore. Credo all'automazione acquisita durante la scuola, o almeno quando a scuola si scriveva solo ed esclusivamente con la penna. Oggi gli studenti portano i compiti a casa scritti al pc, e poi abbiamo i concorsi per magistrati dove il giornalista sorride annunciando agli strafalcioni scritti dai concorrenti. Sappiamo benissimo che il sistema informatico opera correzioni automatiche o sottolinea in rosso parola sconosciute.
Credo che la scrittura amanuense sia un patrimonio da non lasciarci sfuggire solo per la comodità offerta dalla tecnologia.
Grazie
Rosario
Sento che scrivere a mano ha un'intensità diversa dallo scrivere al computer, ma lo faccio soltanto nel mio diario e negli appunti che prendo per preparare la storia. Per la stesura di un romanzo mi trovo bene con il programma di scrittura, perché posso fare correzioni quante ne servono senza mai trovarmi sotto gli occhi un testo "sporco"; ma sono convinta che in termini di energia creativa la differenza ci sia, e vada a favore del tuo metodo, Rosario. Grazie, a te e a Maria Teresa. :)
RispondiEliminaPenso anche io che ci sia una profonda differenza tra i due metodi, ovvero che vengano attivati processi diversi. Forse è giusto non abbandonare del tutto la scrittura a mano, almeno per alcune particolari attività come fai tu. D'altra parte mi domando se tra qualche decennio qualcuno avrà ancora una calligrafia decente, visto come ci stiamo disabituando...
EliminaTi ringrazio sentitamente Grazia per il "metodo Rosario", non avevo mai pensato che potesse diventare un "metodo". Grazie ancora.
EliminaCome dicevo sopra, non dovremmo perdere questo che io considero un patrimonio, come i libri cartacei. Il disabituarci a scrivere a mano, come dice Maria Teresa, porta con se non solo a non avere neanche più una calligrafia, ma, addirittura, ad una perdita di conoscenza dell'ortografia. Negli USA ci sono gare di spelling anche perché la pronuncia delle lettere non è uguale per tutte le parole. Noi rischiamo di raggiungere lo stesso risultato dimenticando l'ortografia nonostante le lettere delle parole hanno la stessa fonetica.
Mi viene da dire, e chiedo scusa in anticipo a tutti coloro che scrivono e prediligono a vario titolo l'uso del pc, che sta anche un pò a chi ama scrivere mantenere vive, sì una tradizione vecchia, stantia, faticosa, voluminosa, tuttavia, permettetemi di dirlo, pur sempre un'arte, una abilità che come si è visto nei vai post all'articolo, va scomparendo. Non è una carico di responsabilità da addossare agli amanti dello scrivere, beninteso, ma dare un seguito a ciò che siamo stati, ciò che siamo e a ciò che potremmo non essere nel prossimo futuro.
Grazie
Rosario
Totalmente in disaccordo. Scrivere a penna quando c'è la possibilità di utilizzare altri mezzi più idonei è come attraversare lo stretto di Bering a nuoto, nelle acque gelide del mare del nord, quando lo si può fare invece con una nave o un aereo. Certo gli uomini di Neanderthal lo passarono a nuoto (erano anche più basse le acque e loro più resistenti al freddo) ma soltanto perchè non sapevano costruire imbarcazioni. Certo è un bene che l'abbiano attraversato, con i mezzi a loro disposizione. Come è un bene che Omero narrava a voce anzichè scrivere. Ma non utilizzare i mezzi tecnologici per ritrovare la concentrazione è un controsenso. Perchè in fin dei conti dovrebbe essere proprio la tecnologia a liberarci la vita dagli sforzi inutili e a darci quindi maggiore capacità di concentrazione. Maggiore creatività. la tecnologia però va usata bene e questo dipende da noi. In sostanza io non preferisco la scrittura a penna se ho a disposizione un computer. Mi spiace, ma purtroppo non mi trovo d'accordo.
RispondiEliminaGrazie Gierre per la tua precisazione.
EliminaIn effetti nell'articolo ho specificato che la scrittura a mano perde su tutti i fronti in paragone con quella digitale. Tuttavia lo scrivere con penna e carta da una emozionalità che la tecnologia non potrà mai dare. Consentimi una domanda: ti piacerebbe ricevere un lettera da un amico, parente (anche se oggi riceviamo comunicazione tramite la tecnologia: e-mail ecc) scritta al pc? Personalmente no! Sembrerebbe una di quelle comunicazione della banca per le variazioni al contratto unilaterale.
Certamente se la tua automazione si è evoluta e per la quale usi solo il pc, avendolo a portato di mano, perché no, come dicevo a Mattia. Tuttavia se un giorno dovessi trovarti a corto di idee, argomenti, o lo schermo bianco del pc ti blocca, un foglio di carta e una penna potrebbero aiutarti a superare il momento.
Grazie ancora
Rosario
Ho usato per anni la Pilot + e tutte le penne in gel in generale, solo che essendo più veloce a scrivere del tempo di asciugatura del gel, mi sono ritrovata per anni il dorso blu. Anzi nero, perché dato che le usavo anche per disegnare, il mio standard era il nero (come pure il carboncino nero, il tratto pen e il tratto video nero e le Stabilo pen 68... anni in cui disegnavo anche i papiri di laurea per gli amici ;) ) Alla fine, per scrivere, proprio scrittura creativa, sono tornata alla mia cara vecchia Bic, quella proprio base base, non rosicchio e non perdo i cappucci giuro! Se sono in giro però uso quelle a scatto, sono più comode. Quasi tutte le mie idee nascono da un appunto a penna, a volte anche intere scene scritte a mano, poi passano al computer. Perché la carta si macchia, si bagna, brucia, si perde, si rovina facilmente. Mentre la mia cartella Dropbox resta al sicuro, e fa anche il versionamento automatico (come tanti altri software del resto, basta attivarlo). Mai e poi mai porterei in giro un manoscritto originale senza averne almeno una copia in cassaforte! E se me lo rubano?? :D
RispondiEliminaMI hai messo l'ansia Barbara con i tuoi back up, Dropbox ecc. Sai che sono un pò indisciplinata :)
EliminaGrazie Barbara del commento.
EliminaDevo confessare di aver tradito penna e carta nel prendere appunti. Con il nuovo cell. ho usato per un certo tempo i memo e pio me li spedivo tramite e-mail ad un indirizzo diverso da quello del telefonino. Ho scoperto una certa comodità nell'uso della tecnologia, tuttavia le dita non perfettamente affusolate :) hanno favorito il ritorno alla vecchia e buona penna e carta. Con me ho sempre un taccuino e l'immancabile penna.
Ho provato anche le gel per un certo periodo... ahimè finivano sempre troppo presto e spesso sul più bello.
I miei manoscritti con tutte le correzioni, aggiunte e varianti vengono archiviati nel cestino man mano che li digitalizzo. Una nuova stanza per passarli ai posteri non è disponibile. E poi con tutti gli strafalcioni scritti corretti e ricorretti non mi farebbero fare una bella figura.;)
Grazie
Rosario
Dropbox è un'invenzione meravigliosa! Non solo tiene al sicuro le copie dei testi, ma ha anche la meravigliosa funzione nominata da Barbara sulle versioni precedenti. Non sapete quante volte mi sia stata utile. Ho scritto pure un post su questo programma tempo fa ^_^
EliminaInvece è una cosa curiosa che io e Barbara non rinunciamo alla carta per gli appunti ma poi usiamo la tecnologia per altro, mentre Rosario scrive a mano ma poi usa la tecnologia per gli appunti :D