“Come una piuma”: intervista a Rosalia Pucci
“Come una piuma” è il romanzo con cui Rosalia Pucci (nom de plume di Maura Puccini) ha debuttato come autrice poche settimane fa con Prospero Editore.
Ho avuto il piacere di leggere questa storia in anteprima e ricordo di averla divorato in pochissimi giorni, cosa piuttosto inusuale per me. Vi ho ritrovato lo stile e il tocco delicato dell'autrice che avevo avuto modo di osservare sul suo blog Scrivere la vita, scoprendo in lei una capacità di raccontare molto intima e ricca di sensibilità.
Sinossi
Cecilia soffre di anoressia nervosa, disturbo che ha scandito fin dall'adolescenza ogni evento della sua esistenza.La storia focalizza l'attenzione su una donna che lotta da un'intera vita contro l'anoressia nervosa, i cui effetti si sono impressi nel corso del tempo in ogni aspetto della sua esistenza e in ogni relazione. Rivivere il passato è parte del suo percorso di rinascita, sull'onda di un evento drammatico che vede protagonista la sua amica del cuore di sempre.
Come una lente d'ingrandimento puntata su un'unica settimana, la più drammatica, la protagonista racconta con cruda sincerità la lotta alla malattia e, nello stesso tempo, il commiato da Veronica, l'amica di una vita.
Durante l'esplorazione meticolosa del quotidiano la donna riannoda i fili di un passato che credeva perduto: i ricordi irrompono vividi e si intrecciano con il presente. Cecilia ricostruisce così l'origine del suo disturbo, scoprendo la chiave per il ritorno alla vita.
A fare da cornice, il profumo agrumato dell'aria della Calabria il cui mare perennemente arruffato rappresenta la personificazione del dolore delle due donne.
C’è uno sguardo molto attento da parte dell’autrice alle emozioni, ai dettagli sia psicologici che ambientali, con descrizioni che sembrano dipinte con delicatezza, quasi usasse proprio una piuma.
L’argomento non è facile da trattare, spesso incompreso o oggetto di stereotipi, ma è stato affrontato con una sensibilità particolare che sa scavare nella psicologia dei personaggi e nelle loro relazioni, senza giudizi.
Il tocco delicato si vede anche nella trama. Al di là del focus sull’anoressia, molti sono i temi che risaltano, come l'amicizia, l'amore, la famiglia. Bellissimo il tema di fondo, pieno di speranza. Triste e rasserenante allo stesso tempo. Una di quelle storie che meritano di essere lette, a mio parere.
Per conoscere qualcosa in più del libro e della sua genesi, oggi vi propongo anche una chiacchierata fatta con l'autrice intorno al romanzo.
Ciao Rosalia, benvenuta! Anzi, bentornata, visto che sei già stata mia ospite tempo fa (con questo articolo: I libri parlano di noi).
Prima di tutto, sono curiosa di sapere come mai hai scelto il particolare argomento dell’anoressia nervosa per farne il centro della tua storia…
Ciao Maria Teresa, ti ringrazio molto. Sono felice di essere nuovamente qui con te.
Il tema del mio libro è complesso, per certi versi controverso, lo riconosco. Purtroppo i disturbi alimentari, in particolare l’anoressia ci interroga a più livelli. Credo che sia una problematica molto diffusa che tocca il cuore di molte famiglie. Il mio approccio all’anoressia però non è stato dal punto di vista sociale o psicologico. Il mio fine è raccontare la storia di una donna impegnata a lottare strenuamente contro “un demone” che non le risparmia niente, neppure il giudizio impietoso degli altri.
In “Come una piuma”, questo disturbo alimentare sembra quasi contaminare ogni cosa nella vita della protagonista, come se a un certo punto fosse diventato in qualche modo parte di lei. Ciò che mi ha colpito in alcuni momenti è stata l’impressione di soffocamento che hai saputo trasmettere, nel senso che una malattia può trasformarsi in un buco nero che inghiotte ogni cosa. È giusta quest’impressione?
Cecilia, la mia protagonista, si sofferma a raccontare la vita di in una particolare settimana, quella che la separa dalla festa in onore di Veronica, la sua amica di sempre. Questo è un momento difficile per lei, rivive una potente ricaduta nella malattia che credeva sconfitta. Dai ricordi che emergono, prendono vita molti momenti della sua vita, alcuni difficili, altri intensi, fatti di incontri e di legami. Dal passato ritornano gli eventi che l’aiuteranno a trovare la chiave per continuare a vivere. In questo credo che la sua storia sia “un inno alla vita”, come è stato detto da una editor.
Devo dire che uno degli aspetti che più ho apprezzato di questa lettura è stato l’approfondimento psicologico, molto ben fatto e al tempo stesso garbato, mai invadente o forzato. Per te com’è stato scrivere questa storia? Il processo di identificazione nella protagonista è stato naturale o sofferto?
Ho scelto di raccontare la storia in prima persona, anche se io non ho mai vissuto l’anoressia, perché volevo riportare i sentimenti, i pensieri, le angosce ma anche le speranze di chi soffre. L’identificazione con la protagonista è stato un processo faticoso, emotivamente sofferto, e se vogliamo, anche terapeutico. Leggere dentro di lei, in qualche frangente è equivalso a svelare la parte più intima di me, la più segreta persino a me stessa. Un percorso che è servito a fare luce sulla mia personalità.
Mi ha colpito molto, senza fare spoiler ovviamente, il messaggio di speranza di fondo, triste e confortante allo stesso tempo. A un certo punto dici:
La sofferenza ha una funzione catartica, purifica.È sempre e comunque così, secondo te? O dipende da come la sia vive?
Quello che hai citato è uno dei pensieri di Cecilia che più mi appartiene. La sofferenza per alcuni è dannazione, per altri invece una risorsa, un tesoro da cui trarre tanti insegnamenti. Io che ho attraversato la malattia grave, dico che, nonostante tutto, la sofferenza è una benedizione, una possibilità che abbiamo per dare una sferzata alla nostra vita e ai nostri sogni.
Penso che anche il rapporto con il nostro passato sia una chiave importante di lettura del romanzo. A volte si va avanti nella vita, ma ci si lascia troppo di irrisolto alle spalle. Non è così?
Sì, la psicologa dalla quale è in cura, a un certo punto invita Cecilia a considerare gli aspetti che per un motivo o per l’altro sono rimasti in sospeso. In particolare afferma che ogni rapporto merita di avere un epilogo dignitoso.
Sono convinta di questo, soprattutto laddove abbiamo investito i nostri sentimenti, versato le nostre lacrime, o semplicemente riposto i nostri sogni. Meritano di avere una conclusione degna.
E poi c’è l’amicizia, un tema persino più forte dell’amore in questa storia. Il rapporto tra Veronica e Cecilia pervade ogni pagina, ancora più di quello tra la protagonista e la madre, anch’essa figura nodale.
Ho cercato a mio modo di dare risalto a un sentimento in cui credo molto: l’amicizia. È il sentimento in cui prevale la massima gratuità, non si basa sulle logiche do ut des. E poi l’amicizia è un legame trasversale, che unisce conoscenti e anche gli stessi familiari: genitori e figli, marito e moglie.
Cecilia e Veronica sono l’emblema di un legame gratuito, forte, intenso, un darsi fino all’ultimo senza confini.
Altro rapporto è quello con la madre: madre- nutrice, madre- drago, secondo l’interpretazione della psicologia, con tutte le implicazioni che un tale legame può determinare nella figlia, cioè colei che ha bisogno di un modello femminile per crescere e maturare. Nonostante ciò, Cecilia non arriva mai a condannare la madre, anzi credo proprio che l’assolva in virtù del sostegno che a suo modo lei cerca di offrirle.
Protagonista silenziosa del romanzo è anche la Calabria, l’ambientazione delle vicende di Cecilia. Recentemente in un post sul tuo blog hai parlato proprio di questa scelta e degli elementi che ti hanno spinto a farne lo scenario di “Come una piuma”. Vuoi qui ricordare questo legame tra la Calabria e la tua storia?
Ho scelto la Calabria perché era dentro di me da molto tempo, come ho già avuto modo di spiegare, grazie ad amici calabresi che mi hanno trasmesso per filo e per segno alcuni tratti della loro regionalità. La Calabria è una regione arsa, estrema, dai colori stridenti che mi ricordano tanto la mia isola. Inoltre la Calabria, terra dalle tante contraddizioni, unisce alla bellezza della natura, le meraviglie della cultura classica, di cui è madre. Il fermento generato dai resti della civiltà antica, è forte, potente e questa umanità che ho descritto nel libro ne è un esempio.
Rosalia, “Come una piuma” è la tua prima pubblicazione, il tuo esordio nel mondo dei libri. Ti va di raccontare come stai vivendo quest’esperienza?
Vivo come sospesa, tanta emozione per un sogno che ha preso forma, ma anche molto fermento per promuoverlo, per aiutare “Come una piuma” ad arrivare il più lontano possibile. Per ora ha raggiunto riscontri positivi da parte di coloro che lo hanno letto. E questo mi dà fiducia, vuol dire che il messaggio è arrivato, sta arrivando. Una mia collega, mi ha detto: “Mi sentivo un po’ giù, ma il tuo libro mi ha trasmesso tanta pace, mi sono risollevata”. Se è servito a questo, credo che sia valso a qualcosa.
So che hai altri progetti in cantiere. Qualche anticipazione sulle storie che potremmo leggere in futuro?
Da tempo ho fatto una scelta precisa, non ho voglia di raccontare di uomini e donne vincenti circondati da una vita perfetta. Voglio raccontare di piccoli eroi imperfetti che lottano per farcela e che ritengono la vita un dono meraviglioso, l’unico per cui valga la pena combattere fino all’ultimo respiro. E scritto dall’ottica di una sopravvissuta può diventare un messaggio di speranza.
* * *
Dove acquistare Come una piuma (cartaceo o ebook):
Amazon
Prospero Editore
Lafeltrinelli.it
Ibs.it
Ringrazio Rosalia per aver risposto alle mie domande e vi saluto lasciandovi alcuni dati sul suo bel romanzo.
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L'autriceRosalia Pucci (alias Maura Puccini) è nata e vive all'Isola d'Elba. Insegnante e lettrice, ha coltivato la sua passione per la scrittura approfondendo le diverse tecniche narrative e diventando editor. Ha partecipato a tre edizioni di “IO Scrittore” di Mauri Spagnol conquistando la fase finale. Ha pubblicato nell'antologia Se fossi un animale (Laura Capone editore, 2015) una fiaba pedagogica volta al superamento dell'abbandono nei bambini cresciuti lontani dalla famiglia. |
Complimenti davvero per aver scelto di scrivere un libro che parla di questo toccante e purtroppo attuale problema. Non è certo facile analizzare ciò che è l'anoressia, non conosco personalmente il problema, ma conosco persone che purtroppo hanno avuto a che fare e non è per niente facile aiutare queste persone... Sono d'accordo anche quando parla del passato, di ciò che è stato... Si va avanti nella vita, è vero, ma c'è chi riesce in qualche modo a superare (almeno in parte) ed a regire... ma c'è invece chi vive nel passato e non riesce proprio a lasciarselo alle spalle....
RispondiEliminaANTONELLA AEGLOS ASTORI
Grazie Antonella, la scelta dell'argomento mi è stata ispirata da testimonianze di donne, ma anche da qualcuna che ho conosciuto personalmente. Il passato diventa ricchezza quando si riesce a filtrare gli eventi con il giusto distacco, e per farlo è necessario, credo, riviverlo alla luce del presente, un po' come fa Cecilia, la protagonista del libro;)
EliminaGrazie Antonella, in effetti uno degli aspetti che ho molto apprezzato della storia di Rosalia è il suo ripercorrere il passato. Sono convinta anche io che un passo sia fondamentale per crescere.
EliminaBellissima intervista dove traspare la forza e la spinta di una donna a cui vanno molti applausi. Io sto aspettando che mi arrivi il libro e non vedo l'ora di potermi immergere nella sua lettura, poi dopo queste piccole anticipazioni, ancora di più.
RispondiEliminaGrazie Nadia, il merito è tutto di Maria Teresa, è riuscita con le domande giuste a tirare fuori le mie riflessioni. Mi dispiace sapere che il libro ha subito questo ritardo. Comunque non c'è fretta, anche se non vedo l'ora di conoscere il tuo parere. Un abbraccio
Elimina@Nadia Grazie! Ho visto che poi sei stata velocissima a leggerlo, direi che è un ottimo segno :)
Elimina@Rosalia Un buon libro tira fuori curiosità in automatico e questo era proprio il caso ^_^
Complimenti all'intervistata e all'intervistatrice ;-)
RispondiEliminaGrazie Ariano, anche se ribadisco, il merito va tutto a Maria Teresa, le sue domande sono state intense e particolari. Non finirò mai di ringraziarla^_^
EliminaGrazie Ariano per aver letto e apprezzato!
EliminaCiao Maria Teresa, manco ci fossimo messe d'accordo oggi sia io che te usciamo con una recensione, intervista o video intervista a Rosalia! Se non è magia questa!
RispondiEliminaNon svelo cosa penso del romanzo perché l'ho trattato sul mio blog, Volpi che camminano sulg hiaccio. Posso solo dire che bisogna avere molto fiato per andare così in profondità nel cercare la verità. Brava Rosalia e brava anche tu per questa intervista che rende onore all'autrice e alla sua ospite.
Grazie Elena, due post bellissimi, il tuo e quello di Maria Teresa... giornatona! L'avventura del web mi regala amicizie e soddisfazioni impensabili. Hai ragione, Maria Teresa di fiato ne ha da vendere^_^
EliminaElena, è davvero incredibile che abbiamo sempre queste sincronie noi <3
EliminaSono molto felice per il successo di Rosalia, se lo merita in pieno!
Una bellissima intervista che mi ha dato modo di apprezzare ancora di più Rosalia che già conosco attraverso il suo blog. Questo libro è nella mia lista di lettura, penso che lo leggerò presto, ho visto che c'è anche la versione eBook e questo mi facilita. Approfitto per augurare a Rosalia un grande successo con questo suo libro. Trovo la copertina molto suggestiva...
RispondiEliminaGrazie di cuore Giulia per le belle parole e per l'augurio. La copertina, che è frutto di molte ricerche e dell'aiuto del grafico di Prospero Editore, rappresenta i due volti di Cecilia, quella che ama la vita e quella che la detesta. Sono felice che tu l'abbia apprezzata:)
EliminaTrovo anche io che la copertina sia molto evocativa rispetto al cuore della storia. Nel romanzo ho ritrovato molto della Rosalia che conosciamo sul blog, soprattutto nella delicatezza della scrittura.
EliminaGrazie Giulia!
Prima di tutto complimenti ad entrambe!
RispondiEliminaSEconda cosa, sia l'intervista che l'accenno alla trama invogliano a leggere questo libro. Provvederò presto!
Grazie Patricia, non ho dubbi che questo romanzo possa piacerti ^_^
EliminaGrazie Patricia, sei gentile a riporre fiducia in me, spero di non deludere le tue aspettative;)
EliminaGrazie Patricia, sei gentile a riporre la tua fiducia nel mio romanzo. Spero che non ti deluda😊
EliminaCiao Maria Teresa, intervista interessante.
RispondiEliminaComplimenti Rosalia per il libro e complimenti per la scelta della trama, impegnativa.
Lo dico a ragion veduta: una storia che mi tormenta da diverso tempo tanto da interrompere la correzione di altre due per scriverla, ha per protagonista una donna prossima ai cinquant'anni che agli occhi del coprotagonista "sembrava una stampella con una pelle umana appesa".
La ricerca di una intimità inconcludente, non fisica o non solo, la necessità di un rapporto stretto e di fiducia possono, penso, portare all'estremo un essere umano fino all'autolesionismo passivo, lasciarsi andare senza più avere la voglia e la forza di combattere.
Come dicevo argomento molto interessante e dalle molteplici sfaccettature. Se posso fare una domanda, qual è stato l'aspetto più difficile nel descrivere Cecilia e le sue sofferenze?
Ho il libro per le vacanze già assicurato.
Grazie, in bocca al lupo...crepi!
Rosario
Grazie mille Rosario e piacere di conoscerti! Capisco perfettamente quando affermi che una storia ti tormenta al punto di pretendere la precedenza rispetto ad altro. Credo che se una trama preme a tal punto per venire alla luce, meriti tutta la tua attenzione. In questi anni ho fatto molte ricerche sull'anoressia, scoprendo che purtroppo è un disturbo cronico, pertanto è plausibile che si ripresenti anche a cinquant'anni. L'argomento è complesso, io ho cercato di svilupparlo con una lunga introspezione da parte della protagonista. L'aspetto più difficile, per rispondere alla tua domanda, è stato proprio questo, riportare in modo preciso i pensieri e i sentimenti della donna affetta da questo problema, un processo di identificazione che mi permesso di scavare dentro me stessa. Ti ringrazio per l'augurio ;)
EliminaGrazie Rosario anche a nome mio. Non è per nulla facile entrare nella testa e nella psicologia di personaggi con problemi di questo tipo. Penso che lo scavo psicologico sia utile ma più di ogni altra cosa trovo sia importante immedesimarsi e tenere da parte i giudizi come ha fatto molto bene qui Rosalia.
EliminaLeggerò sicuramente il romanzo. Da come se ne parla, ho l'impressione che mi piacerà. Grazie Rosalia, grazie Maria Teresa. :)
RispondiEliminaGrazie a te per aver letto :)
EliminaGrazie mille, gentilissima! Spero ti piaccia ;)
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