La presentazione di questo mese vi propone il romanzo “Conferenza: Storia di due coraggiosi Dirigenti d'Azienda”. Scopriamo di cosa si tratta direttamente dalle parole dell'autore, Rosario Scandurra.
Nelle quasi 530 pagine (sono alla mia prima esperienza) si dipana la storia di Elisabetta e Gianfranco. Entrambi lontano da casa per frequentare l’università, si scontrano casualmente durante il primissimo giorno all’ateneo di lei. Lui gentile e premuroso l’accudisce nella complicata burocrazia e scopre di essere quasi un suo compaesano di regioni confinanti. È inevitabile l’avvicinarsi dei due proprio dovuto alla lontananza da casa. La frequenza si fa più assidua poiché Betty lo aiuta a preparare una conferenza sulle sue idee contrastanti con la dottrina studiata alla facoltà di Economia dove è iscritta anche lei, mettendo in evidenza una dolcezza e una comprensione nonché una perspicacia che lo conquista.
Dopo una vicenda burrascosa e l’aiuto che i due sentono necessario per colmare l’assenza fisica della famiglia, sboccia l’amore. Non è il solito amore di una ‘Venere’ e un ‘Adone’ di turno, bensì un amore basato sulla comprensione e l’aiuto reciproco. Di fatti lei minuta sia nella fisicità che nella statura contrasta con forti stridori con la prestanza e statura imponente di lui. Molte ragazze, e non solo, frequentatrici dell’ateneo, trovano quella unione uno spreco, uno scempio a cui rivolgono sguardi maligni.
In una occasione di festività passate nel tepore delle famiglie, i due svelano, lui con difficoltà, il loro fidanzamento con la volontà di sposarsi appena avranno conseguito una sicurezza di lavoro e perciò anche economica.
I risultati degli studi sono di tutto rispetto per entrambi tanto che l’ateneo si sente obbligato a varare un nuovo e più specifico cerimoniale per acclamare la laurea di un eccellente studente. Durante la discussione della tesi, per una provocazione del magnifico rettore, a Gianfranco viene affibbiato il nomignolo di “dottore contadino” rispecchiando le sue origini di cui ne va fiero. Proprio per l’eccezionale risultato vince una borsa di studi: un master in Economia Aziendale di due anni presso l’università di Oxford. Anche qui si scontra con la dottrina che non ritiene giusta portando a suffragio statistiche del suo fallimento.
Passano gli anni e i due diventano amministratori della Carlotti, fabbrica pellettiera, e vengono invitati alle conferenze che l’università italiana in associazione con altri atenei europei e statunitensi alternativamente ospitano. È questo un modo per voler celebrare ed elevare a studiosi e ricercatori i migliori risultati dell’ateneo italiano. Durante la conferenza, dove gli studenti sono la parte più numerosa, vengono toccati molti punti di quella scienza, l’Economia, additata da molti quale promotrice della ‘terza guerra mondiale’ con tanto di vittime e fallimenti.
I risvolti della conferenza che li voleva celebrare per quegli ottimi risultati conquistati alla Carlotti, e non solo, con il loro nuovo e per alcuni versi rivoluzionario metodo di gestione aziendale, saranno da rapportare all’attuale mentalità dei nostrani top manager.
Il contrasto tra lo studente "dottore contadino" e le nozioni studiate nelle aule dell'università vertoni proprio su questo tema dove la moderna economia non presta più attenzione al fattore umano con una disoccupazione imbarazzante nelle nazioni cosidette industrializzate. La storia non è un trattato di economia ma piuttosto un sencero pensiero a tante famiglie messe in mezzo a una strada da top manager che il protagonista chiama "manager della domenica".
Prima di fare il commento, mi corre l'obbligo di dire che sono il fratello, pero sarò obiettivo, e non di parte. Ottima presentazione, anche perché l'argomento lo permette; le sorti delle nazioni si basano sulla gestione economica e finanziaria delle risorse. Condivido pienamente il concetto che al centro di ogni azione anche nel campo economico l'Uomo non deve mai mancare. Il profitto ha la sua valenza se viene perseguito per essere reinvestito e non fine a sé stesso. Il rapporto umano ti consente di ottenere risultati eccellenti e duraturi. In campo economico e gestionale non si può improvvisare.
Proprio in riferimento al fattore Uomo , nel libro viene riportato uno studio sociologico commissionato da una nota casa automobilistica tedesca con la quale vorrebbero giustificare , sembrerebbe , l'adozione di robot al posto di operai a causa del calo demografico. Il protagonista commenta la notizia saltata agli onori della cronaca mondiale dicendo "e poi le macchine le vendono ai robot!" L'avidita della moderna economia ci sta portando ad un punto di non ritorno e non è una visione pessimistica ma realistica.
Ciao Maria Teresa, GRAZIE per l'opportunità di poter parlare del mio libro. Ha suscitato in me una emozione che non credevo più possibile visto le cime imbiancate, veder pubblicato un mio scritto (è stato la prima volta). Se dovevo avere una conferma della tua generosità più volte menzionata, questa ha superato ogni mia aspettativa. Permettimi, Maria Teresa, di ringraziare anche coloro che hanno commentato il post, rispondere è stato edificante (anche se qualcuno è di parte). Allo stesso modo voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la presentazione del mio libro e come me non lo hanno trovato particolarmente interessante ho non hanno avuto il tempo o l'ispirazione di lasciare un commento. Sono un reo confesso, se ricordi, ho pubblicamente ammesso di non riuscire sempre a lasciare un commento nelle presentazione di un libro o di articoli, a volte la mente e orientata verso quella che stai scrivendo e non riesci ad apprezzare quello che leggi. Una ultima nota la voglio dedicare alla seconda risposta che ha seguito il mio istinto e non quello che il libro propone. In effetti la storia raccontata di speranza, da soluzioni e non catastrofista come la risposta. GRAZIE ancora per la tua disponibilità e spero di essere un commentatore più assiduo. Grazie Rosario
Grazie a te Rosario, per essere stato mio ospite, ne sono davvero felice, anche perché i tuoi romanzi hanno il gran pregio di contenere messaggi importanti e di rivestirsi di una bella scrittura. Non mi resta dunque che farti un grande il bocca al lupo per questo libro.
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Il tema è molto attuale, l'economia oggi sta mettendo sempre più da parte l'Uomo, mi attira un incipit che promette un atteggiamento diverso.
RispondiEliminaIl contrasto tra lo studente "dottore contadino" e le nozioni studiate nelle aule dell'università vertoni proprio su questo tema dove la moderna economia non presta più attenzione al fattore umano con una disoccupazione imbarazzante nelle nazioni cosidette industrializzate. La storia non è un trattato di economia ma piuttosto un sencero pensiero a tante famiglie messe in mezzo a una strada da top manager che il protagonista chiama "manager della domenica".
EliminaPrima di fare il commento, mi corre l'obbligo di dire che sono il fratello, pero sarò obiettivo, e non di parte.
RispondiEliminaOttima presentazione, anche perché l'argomento lo permette; le sorti delle nazioni si basano sulla gestione economica e finanziaria delle risorse.
Condivido pienamente il concetto che al centro di ogni azione anche nel campo economico l'Uomo non deve mai mancare. Il profitto ha la sua valenza se viene perseguito per essere reinvestito e non fine a sé stesso. Il rapporto umano ti consente di ottenere risultati eccellenti e duraturi. In campo economico e gestionale non si può improvvisare.
Proprio in riferimento al fattore Uomo , nel libro viene riportato uno studio sociologico commissionato da una nota casa automobilistica tedesca con la quale vorrebbero giustificare , sembrerebbe , l'adozione di robot al posto di operai a causa del calo demografico. Il protagonista commenta la notizia saltata agli onori della cronaca mondiale dicendo "e poi le macchine le vendono ai robot!" L'avidita della moderna economia ci sta portando ad un punto di non ritorno e non è una visione pessimistica ma realistica.
EliminaCiao Giovanni, benvenuto e grazie per aver lasciato il tuo contributo.
EliminaCiao Maria Teresa,
RispondiEliminaGRAZIE per l'opportunità di poter parlare del mio libro. Ha suscitato in me una emozione che non credevo più possibile visto le cime imbiancate, veder pubblicato un mio scritto (è stato la prima volta). Se dovevo avere una conferma della tua generosità più volte menzionata, questa ha superato ogni mia aspettativa.
Permettimi, Maria Teresa, di ringraziare anche coloro che hanno commentato il post, rispondere è stato edificante (anche se qualcuno è di parte).
Allo stesso modo voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la presentazione del mio libro e come me non lo hanno trovato particolarmente interessante ho non hanno avuto il tempo o l'ispirazione di lasciare un commento. Sono un reo confesso, se ricordi, ho pubblicamente ammesso di non riuscire sempre a lasciare un commento nelle presentazione di un libro o di articoli, a volte la mente e orientata verso quella che stai scrivendo e non riesci ad apprezzare quello che leggi.
Una ultima nota la voglio dedicare alla seconda risposta che ha seguito il mio istinto e non quello che il libro propone. In effetti la storia raccontata di speranza, da soluzioni e non catastrofista come la risposta.
GRAZIE ancora per la tua disponibilità e spero di essere un commentatore più assiduo.
Grazie
Rosario
Grazie a te Rosario, per essere stato mio ospite, ne sono davvero felice, anche perché i tuoi romanzi hanno il gran pregio di contenere messaggi importanti e di rivestirsi di una bella scrittura. Non mi resta dunque che farti un grande il bocca al lupo per questo libro.
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