Blog di scrittura: temi caldi vs temi freddi

A tavola non si parla di politica e religione, si dice. E sui blog? In teoria in rete si può parlare di tutto, e questa libertà è uno degli aspetti più affascinanti della condivisione.
Eppure bisogna riconoscere che ci sono argomenti in grado di scatenare bufere, altri neutri o che mettono tutti d'accordo, un po' come quando si parla del tempo quando non si sa che dire.

Proviamo a capire quali sono gli argomenti più discussi nell'ambito di libri e scrittura? E quali i più innocui? Ve ne propongo tre per parte, magari ci pensate voi ad allungare le liste.

Argomenti caldi


Self-publishing
Che tu sia pro o contro, poco importa. Se scrivi un post sull'argomento puoi stare sicuro che darai il via a un putiferio e racimolerai un sacco di commenti. Gli animi in questi casi si accendono, e non importa quello che dici: al via gli schieramenti e giù a darsela di santa ragione. Se vuoi scrivere un articolo simile, armati di una buona corazza, se non vuoi finire accoltellato in mezzo alla mischia.

Parlare male di un autore o libro famoso
Qui rischi il linciaggio da parte dei fan. In realtà non è tanto importante quanto l'autore o il libro sia famoso: puoi star sicuro che se parli male di qualcosa o qualcuno c'è sempre chi ti darà del cretino-incompetente che non capisce niente e che parla a vanvera. Pensaci prima di dire che un libro celebre non ti è piaciuto.

Carta o ebook?
Altro argomento caldo, ma forse dovrei dire tiepido, perché l'interesse comincia a calare. Meglio il profumo della carta o l'inchiostro finto? Eterna diatriba. Ormai si è detto tutto e il contrario di tutto.

Argomenti freddi


Il blocco dello scrittore
In questo caso è proprio come parlare del tempo. Tutti hanno nel loro carnet un post su come risolvere i problemi di scrittura incostante. Ci si ritrova sempre in un tema simile, forse perché siamo tutti vittime di alte e basse maree.

Show don't tell & tecniche di scrittura
Parla, non raccontare dice la più famosa regola di scrittura creativa. Eppure raccontare come si scrive un romanzo è praticamente un tema immortale, che mette tutti d'accordo.

Lotta all'EAP
Da un po' non se ne parla più tanto come prima. Ma se tiri fuori l'argomento, anche qui vai sul sicuro, perché gli scrittori sono (almeno sulla carta) tutti contrari all'editoria a pagamento.

E voi che ne dite? Quali sono gli argomenti che vi sembrano più a rischio discussione? E quelli più innocui?

Commenti

  1. Sul self in alcuni blog si è quasi arrivati a risse verbali, è in effetti un argomento bollente. E' innocua la lagna sull'editoria in generale, tutti d'accordo: va a rotoli. Sandra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, ma il profumo della carta?? ;)
      Anche lì sono botte da orbi...addirittura qualcuno ha iniziato a scrivere di "lobby pro ebook" che miete seguaci a suon di post!

      Elimina
    2. Non sapevo questa cosa delle lobby pro ebook, anzi pensavo che fossero più fanatici i "pro carta"!
      Vero che la lagna sull'editoria è roba fredda. Sto vedendo che pure i gruppi su FB dedicati all'argomento ormai languono.

      Elimina
    3. ...infatti è stato un fanatico "pro carta" a tirare fuori la storia di "lobby pro ebook" ;P

      Elimina
  2. Sui 3 argomenti caldi l'ho vissuto in prima persona. Devo dire che mi dà parecchio fastidio quando qualcuno non accetta le idee altrui. Ma da bravo menefreghista io vado avanti e scrivo e pubblico quello che voglio.

    Io ho visto che in certi casi anche i post sulla grammatica e sulla lingua italiana diventano, se non caldi, un po' tiepidi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Addirittura pure i post sulla grammatica generano polemiche? Allucinante.
      Già, le opinioni altrui vanno rispettate, soprattutto quando si tratta di gusti: non a tutti piacciono le stesse cose!

      Elimina
    2. Ai miei post sulla grammatica ho ricevuto diverse critiche. Uno mi scrisse "poca saccenza", altri hanno commentato in modo abbastanza irritato. Forse li ho punti sul vivo :D

      Elimina
    3. E sì, evidentemente si sono sentiti chiamati in causa :)

      Elimina
  3. Non esistono argomenti immuni se capita nei paraggi il flamer. A me è bastato esprimere un giudizio morale su un'opera (riconoscendole però tutti i suoi meriti letterari) e subito qualcuno si è sentito in dovere di attaccarmi. A rischio non sono gli argomenti, dipende solo dalla presenza di teste bacate nei paraggi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è così, dipende tutto dalle persone. Per fortuna (mi pare) nei nostri blog non circolano rompiscatole e i confronti sono sempre abbastanza pacati.

      Elimina
  4. Self-publishing:
    non capisco perchè debba essere così caldo, in realtà, eppure ho visto reazioni scomposte. Alla fine ognuno sceglie liberamente senza in alcun modo danneggiare gli altri.

    Parlare male di un autore o libro famoso:
    Ecco, questo invece tra gli scrittori emergenti è quasi un'abitudine, soprattutto se lo scrittore ha vinto qualche premio, ma in realtà non ho visto ggli animi scaldarsi, anzi, sembrano quasi tutti concordi nel dare al suddetto scrittore dell'incapace raccomandato. Molto spesso, oltretutto, chi commenta non ha mai letto il libro, e se ne vanta pure.

    Carta o ebook?
    Idem come il primo argomento, non ha senso. soprattutto se si pensa che ciò che conta in un libro è il contenuto, non il materiale (ah, com'era bello il libro miniato a mano su vera pergamenta :D)
    La letteratura esisteva prima che i libri venissero inventati e continuerà ad esistere dopo che i libri saranno scomparsi.

    Il blocco dello scrittore:
    talmente soggettivo che non ha molto senso discuterne, in effetti.


    Show don't tell & tecniche di scrittura
    difficile trovare qualcuno che sia in grado di argomentare contro le "regole", un po' come trovare un fotografo che dice che è sbagliato usare la regola dei terzi

    Lotta all'EAP
    qui secondo me il discorso è stato eccessivamente semplificato (bianco o nero) quindi tutti d'accordo. Il risultato è che il NOEAP è diventato quasi un marchio di qualità, così sono spuntate sedicenti case editrici NOEAP che pubblicano emerite schifezze. Blog che fanno del "razzismo editoriale" rifiutandosi anche di parlare con autori che sono stati pubblicati a pagamento, ecc. Da lettore a me interessa poco se l'autore ha pagato o meno, mi interessa sapere che il libro è un libro di qualità. Ora, il 99,99% degli editori a pagamento non fa selezione, quindi probailmente pubblicano schifezze (la probabilità di imbattersi in un brutto libro credo sia più o meno la stessa che si incontra col self) ma queste case editrici sono facili da individuare ;) basta un'occhiata al sito. Ma come in ogni cosa di questo mondo ci sono le sfumature.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non lo capisco neanche io il perché di tanto accanimento. Ci sono argomenti su cui ci si pone sempre sulla difensiva o peggio si viene messi nelle condizioni di doversi giustificare per le proprie scelte. Ha poco senso.
      Invece sulle regole un po' di maretta a volte l'ho vista. Ogni tanto qualcuno sui miei post che parlano di tecniche di scrittura viene a contestarli dicendo che le regole sono dannose per la scrittura o cose del genere. Sono casi isolati, ma esistono quelli contrari.
      Sul razzismo editoriale ci si potrebbe scrivere un intero post! Prima o poi... :)

      Elimina
    2. Non so se un post solo basta, ma lo aspetto ;)

      Elimina
    3. Quando sarò in vena di farmi dei nemici lo scriverò... :)

      Elimina
  5. Oltre ai tre argomenti "caldi" che hai citato tu, ho visto spesso accendersi la discussione quando il blog di turno sottolineava che non tutti possono fare gli scrittori. Probabilmente però in questo caso c'è anche una questione di esposizione: molti dei post del genere che ho letto hanno un certo tono altero e snobistico. Secondo me è vero che non tutti hanno le capacità per scrivere: tuttavia, comprendo bene che una persona che scrive "io so scrivere - voi forse no" possa dare fastidio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Immagino che certi atteggiamenti possano suscitare fastidio e quindi polemiche. Anche qui si tratterebbe di usare un po' di buon senso o per lo meno di rispetto per il prossimo. Ma come sappiamo non sempre se ne fa uso :)

      Elimina
  6. "Parlare male di un autore o libro famoso"
    "Pensaci prima di dire che un libro celebre non ti è piaciuto."
    Sono due cose diverse. "Parlare male" significa parlare di qualcuno con maldicenza, malignare, esprimere un giudizio senza motivazione. Mentre dire che un libro o un autore non è piaciuto è semplicemente manifestare il proprio gusto letterario.
    Quello che fa in genere incazzare i fan sono giudizi negativi non circostanziati, buttati là.
    Mi è capitato di leggere recensioni troppo negative, estreme, porre delle domande (perchè ti ha dato quest'idea? quale scena ti ha fatto questa impressione? cosa avresti cambiato del personaggio?), mettere alle strette il recensore in questione, e scoprire che non aveva nemmeno letto il libro ma "ho riassemblato tutto ciò che ho trovato in rete".
    Anche senza essere fan, cosa si può pensare di chi scrive una recensione in questo modo?!
    Se poi invece qualcuno scrive "non mi è piaciuto lo stile, ci ho trovato troppi alti e bassi a livello qualitativo, le descrizioni erano esagerate di avverbi, i personaggi un po' scialbi, manca un po' di passione, di nervo allo storia, ci avrei messo più enfasi più e in quell'altra scena lì, il finale è un po' mozzo, l'avrei migliorato puntando su questo", allora nulla da eccepire! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo, le recensioni non circostanziate sono fastidiose a prescindere. Però vedo che anche quando sono motivate e dettagliate scatenano bufere. Poi alla fine si tratta di gusti, che c'è di male nel dire che un libro non ci è piaciuto? Temo che anche qui a volte si pecchi un po' di fanatismo.

      Elimina
    2. Forse perchè a volte si pecca di fanatismo anche nei commenti negativi.
      Sotto qualcuno ha portato in causa Fabio Volo. Non ho problemi a dire che i primi due libri ho fatto fatica a finirli, però lo ascolto in radio volentieri. Inoltre gli riconosco che vende parecchio e chi lo legge, come mia sorella, ne è entusiasta. Quindi non mi metto a irriderlo spudoratamente. Semmai ci sarebbe dare farne un'analisi: lui vende (e noi no), perchè? Ha creato prima il personaggio? Ha creato prima la community? Forse scrive più semplice? Forse i suoi temi quotidiani toccano di più la massa?
      Io non rido degli autori che riescono a far spendere a tante persone una media di 17 euro per un loro libro, visto quanto poco si legge in Italia!

      Elimina
    3. Analizzare certi fenomeni potrebbe tornare utile, è vero, forse soprattutto andando oltre il discorso marketing. Voglio dire, tua sorella è entusiasta di Volo: perché? Sarebbe da capire le motivazioni che spingono le persone a leggere determinati libri. E' solo una questione di fama, di autore-personaggio? O di qualcosa che ha a che fare con i contenuti, la prosa, ecc.? Insomma, hai provato a chiederle la ragione del suo entusiasmo?

      Elimina
    4. Le motivazioni per cui si leggono determinati libri secondo me è molto semplice: perchè quei libri sono in vetrina, davanti a tutti, nei supermercati, nelle edicole. Il potere delle distribuzione è enorme e proprio per questo dovrebbero pensarci bene su cosa promuovere e far diventare fenomeno di marketing. Contenuti fragili produrranno lettori fragili. Non si crea un oggetto per la produzione ma si crea in parte un oggetto ed in parte un soggetto che usufruirà della produzione stessa. E' un discorso complesso ma secondo me fare dell'oggetto libro un target superficiale basato solo sul nome genera disastri. Tutto ciò che viene personalizzato allo scopo di poterlo quantificare e rivendere appunto come oggetto di produzione produrrà soggetti estremamente influenzati dai contenuti che gli si vogliono attribuire. La distribuzione, come la televisione, può influenzare intere generazioni. In bene ma come anche in peggio.

      Elimina
    5. Uhm...non sono d'accordo. Questa concetto della "lettura elitaria" è quello che fa più danni ai lettori in erba. Finisce che poi la gente legge pochi libri perchè i libri sono visti come inutili tomi noiosi. La distribuzione è qualcosa che può favorire certe fasce d'età, che non hanno dimestichezza nè con gli ebook nè con l'ecommerce. Quelli che conosco io Fabio Volo se lo sono passato di parola, non lo ascoltano in radio e nemmeno l'hanno visto ad MTV o Rai3 come conduttore. Perchè lo leggono? Perchè gli piace. Come scrive e cosa scrive. Perchè li diverte. E se il libro è divertimento, si vende. Perchè li fa riflettere, e ciò che gli lascia lo ritengono superiore al suo costo.
      Il mercato del libro è un mercato che risponde alle sole leggi di domanda e offerta, non si prefigge lo scopo aristocratico di creare lettori "forti". (anche se io non ho la presunzione di dire che chi legge Fabio Volo è uno stupido e chi legge Zichichi è intelligente, la stupidità è alquanto trasversale ed a volte si legge per rilassare la mente da professioni già complesse).

      Elimina
  7. Sul self-publishing vs editoria tradizionale e carta vs ebook...un bel "Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze", no? Tanto tutti e quattro soffrono della mancanza di lettori in generale!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, i lettori mancano da entrambe le parti!
      Barbara, non c'entra niente ma... stavo vedendo che tra un po' tocca a te per la mia vetrina di blog... e mi domandavo: quanto manca al tuo decollo? Faccio in tempo a inserirti tra tre settimane?

      Elimina
    2. Arghhhhhhhhhhh??? O_O
      L'ora X è al 10 dicembre 23.59, cioè allo scattare dell'11 dicembre.
      Quindi si, per quello fai in tempo. Però se vuoi far passare avanti qualcuno con blog già "rodato" ed inserirmi poco dopo, va bene lo stesso.
      Così ho il tempo per raccogliere i cocci dei primi commenti :P

      Elimina
    3. Sì, anche perché dovrò farmi un'idea del tuo blog per poterlo descrivere ;)

      Elimina
  8. Per me è difficoltoso capire perché si debba sprecare energie per litigare su un blog. Il blog dovrebbe essere un giardino filosofico, dove si coltivano e si scambiano le idee, con tutta la gentilezza e la pacatezza che dovrebbero avere delle persone che (nella maggior parte dei casi), non si sono mai viste in faccia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, a volte sia scrivere post che volutamente suscitino diatribe, sia far commentare i post in maniera rissosa è un metodo per generare nuovi commenti e traffico nel blog. Lo fanno anche i quotidiani nelle loro edizioni online.

      Elimina
    2. Esiste anche questo aspetto, triste ma vero. Si usano gli argomenti caldi per attirare commenti, tanto alla fine non conta neppure quello che si dice. Ed è uno spreco di energia, sono d'accordo con Tenar.

      Elimina
    3. Ma alla fine che ci viene in tasca con l'innalzamento del traffico dovuto ai rissaioli? Io mica faccio soldi con le pubblicità come i giornali on-line.
      O forse dovrei iniziare con la pubblicità?

      Elimina
  9. L'EAP è diventato argomento "freddo" perchè in fin dei conti è in fase calante. Attenzione però, il fenomeno non è scomparso, ma si è trasformato. Ed anche in peggio. Almeno prima era molto chiaro: pagavi e pubblicavi. Adesso sono cominciate a sorgere le scuole di scrittura creativa. Paghi e non pubblichi. Le agenzie di servizi editoriali. Paghi e non pubblichi. I freelance che ti valutano il testo. Anche qui paghi e non pubblichi. In definitiva l'autore paga come sempre. Ma se prima almeno pubblicava adesso non più. Paga e basta.
    La diatriba tra E-book e libro di carta invece a me appassiona per cui non ho dubbi che sia un argomento caldo. Come anche quella del parlar male dei libri famosi. C'è un sito che pubblica le frasi dei libri di Fabio Volo ironizzando e chiamandolo Fabio Bolo. Roba del genere: Quegli attimi indimenticabili che fai fatica a ricordare... Io ad esempio a parlar male di Fabio Volo passerei mesi interi !!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Eppur si vende!"
      Io ho provato a leggere i primi due, dal momento che mia sorella li divora e legge poco altro.
      Il primo terminato per disperazione, il secondo è ancora là, col segnalibro fermo a pagina 10 per noia. lo trovo lento e dispersivo, per esempio. Ed ogni tanto butta qua e là qualche citazione famosa o qualche frase stereotipata da cioccolatino. Forse devo provare il penultimo, magari la sua scrittura è migliorata...

      Elimina
    2. Le vie per spennare gli autori sono infinite. E il brutto è che la gente casca in queste nuove fregature e continua a cascare ancora nell'Eap...

      Elimina
    3. Anche questa, sempre di Fabio "Bolo" è stupenda: E poi ti accorgi di certe cose solo quando te ne rendi conto...
      Oppure: Non tutte le storie d'amore sono uguali, alcune sono diverse.
      La domanda è : Perchè... Perchè lo fanno scrivere ancora ???

      Elimina
  10. Non ho un blog che si occupa di queste tematiche anche per questo motivo. Non reggo proprio le discussioni accese tra diverse partigianerie. Mi è capitato un paio di volte di essere coinvolto in situazioni del genere in un blog diverso dal mio (che frequenti anche tu), ma appena mi rendo conto di esserci finito dentro mollo lì la discussione e sparisco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti è meglio lasciar perdere, perché queste cose finiscono sempre in un inutile bagno di sangue. Ultimamente io ho deciso di non commentare più i post provocatori o comunque là dove sarei io stessa polemica. Non ne viene mai fuori niente di buono.

      Elimina
  11. Quando ho letto il titolo del post ho pensato che la distinzione fosse tra i blog più personali, caldi, e quelli più tecnici, freddi.
    In questo caso tutti gli argomenti che hai elencato sarebbero freddi, mentre i post che parlano di se stessi, delle abitudini di lettura e scrittura personali, e i meme sarebbero caldi.

    Tornando alla vera distinzione tra caldo e freddo, come era da intendersi, non mi sono quasi mai fatta trasportare dagli argomenti caldi, forse mi succederà in futuro quando avrò più esperienza. Al momento non ho opinioni forti su questo tipo di discussioni, sono più concentrata sull'imparare a scrivere! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Figurati allora se scrivevo "argomenti hot" cosa pensavi! :)
      Fai bene a essere concentrata su altro, anche perché per lo più sono polemiche inutili, un po' come parlare del sesso degli angeli :)

      Elimina
  12. Non mi piace la polemica e quando ne ho il sentore, magari anche solo vago, mi gioco la carta ironia e smonto subito le intenzioni dell'ospite che non ha voglia di partecipare pacificamente alla discussione. Devo dire, tuttavia, che non ho una grande esperienza in merito, essendo incappata in cose simili forse un paio di volte e non di più. Se invece sono io a trovarmi coinvolta in discussioni che prendono strane pieghe, dico la mia con eleganza ma non rispondo ad alcuna provocazione. I blog che parlano di scrittura non sono secondo me luoghi deputati a polemizzare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La penso come te, soprattutto perché in passato mi sono lasciata trasportare da certe discussioni (non su argomenti di scrittura però) e i risultati sono stati pessimi, con amicizie rovinate e roba simile. Poi in rete si fa presto a degenerale.
      Alla fine è vero quello che hai detto: i blog di scrittura non sono fatti per questo.

      Elimina
  13. Quando avevo aperto il blog, e quindi ero alle prime armi, mi avevano proprio consigliato di buttare lì, ogni tanto, argomenti di assoluta provocazione. Siccome non mi piace fare polemica per scatenare la rissa (credo nell'accumulo di energie negative che ti si ritorce contro, anche in un spazio virtuale), ho evitato. Come ad esempio su FB non parlo mai di politica e di religione, perché credo che la cosa lasci il tempo che trova.

    Agli argomenti che hai citato, aggiungerei anche quello dei "concorsi letterari", che induce il signor Hyde che c'è in noi a commentare: i risultati sono tutti decisi a tavolino, i giudici sono corrotti, hanno premiato l'amico di, io sono un genio incompreso ecc.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, i concorsi letterari fanno parte di questi argomenti che spingono le persone a dire al propria, quasi sempre gettando fango. In queste discussioni non si ottiene niente di buono, se non che ci si fa molto sangue amaro.

      Elimina
  14. Non amo le polemiche sui blog, non disdegno però quelle dirette con l'interlocutore che mi guarda in faccia. Credo che in rete ci debba essere solo scambio di opinioni che, per quanto differenti, mantengano caratteristiche di garbo e buona educazione. Trovo ridicolo il tono acceso e aggressivo al sicuro dietro una linea adsl e magari ulteriormente nascosti da un nick name. Non parliamo di chi offende, quelli poi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo, un conto è discutere faccia a faccia, un conto è su internet. E' fin troppo facile degenerare, soprattutto perché non si ha una comunicazione limpida e perché, come dici tu, essere nascosti da un nickname fa sì che la gente diventi più aggressiva.

      Elimina
  15. Sarà che io devo sempre sedare gli animi nella vita di tutti i giorni tra le beghe lavorative e i familiari che sul blog proprio non ho voglia di litigare. In realtà io rispetto le opinioni di tutti, penso che ognuno abbia i suoi gusti letterari e non, penso che nel mondo ci sia posto per tutti, sempre nel rispetto delle libertà altrui. Comunque è vero spesso le provocazioni servono anche ad aumentare i commenti.
    A proposito di temi caldi sul selfpublishing ci sono sempre molti pregiudizi, magari anche a ragione, però ho letto molti self di livello elevato. E poi stiamo a parlare di niente perché le vendite di alcuni libri smentiscono sovente quello che ci diciamo sulla tanto declamata qualità letteraria. Stamattina mi sono divertita a leggere le recensioni su Amazon (tutte con una o due stelle) dell'ultimo libro di Fabio Volo. È primo in classifica tra gli eBook di Apple, nonché tra i libri cartacei, ieri mattina ho passato due ore in libreria e il suo libro era dappertutto, tra le novità, tra i bestseller e tra gli autori in ordine alfabetico.
    Secondo me se legge le recensioni negative sapendo di essere primo in classifica si fa quattro risate.
    A me Fabio Volo è pure molto simpatico;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, a volte siamo pure ridicoli con questo tipo di discussioni. Anche a me è capitato di leggere molte recensioni negative di romanzi che secondo me non valgono nulla (e in questo caso ho letto, quindi non parlo di Volo), eppure che vendono tantissimo. Non ci si può che interrogare su tutto ciò... :(

      Elimina
  16. Risposte
    1. Grazie, sono contenta che ti piaccia :)

      Elimina
    2. Mi aggrego: piace di più così anche a me :-)

      Elimina
    3. Grazie Andrea :) Temevo di aver peggiorato le cose invece di migliorarle...

      Elimina
  17. Più di una guerra è nata da un diverbio sulle "d" eufoniche ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, e anche qui secondo me siamo in presenza di fanatismo. Ogni tanto si scatena una crociata su qualcosa.

      Elimina
  18. Non so se qualcuno l'abbia già scritto perché oggi non riesco a leggere i commenti, ma secondo me uno dei temi caldi (e che ha anche un po' stufato) è l'eterna diatriba progettazione vs improvvisazione. Invece neutrale (e anch'esso ormai affrontato in tutti i modi possibili) è l'infodump. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, progettazione vs improvvisazione è un tema sempre in ballo! Chissà perché poi ci sono anche delle mode in queste cose, con argomenti che vanno per la maggiore in alcuni periodi :)

      Elimina
  19. Gli argomenti bollenti mi fanno spesso scappare (come anche i meme), non so se perché non ho voglia di polemiche o perché di solito sono argomenti di cui già tutti parlano ovunque. Il self-publishing, al momento, lo schivo come la peste! Potrei inventare un nuovo tormentone... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli argomenti abusati a volte fanno scappare anche me, dopo un po' si arriva a un punto di saturazione. Il che avviene anche con i meme, purtroppo.

      Elimina
  20. Eccomi. Dopo tanta assenza mi fa piacere ritornare anche nella tua casa. Adesso che le nuove esigenze lavorative ritornano a livelli accettabili, sto recuperando i post che mi sono perso.

    Ecco questo post mi tocca da vicino perché si coniuga con una mia riflessione. Non ho un blog ma spesso ho commentato sul tema caldo del Self Publishing. Forse a volte anche esasperando i toni. Dalla mia autoanalisi ho compreso che effettivamente ho sbagliato a intervenire così spesso.

    Nei miei commenti sul self publishing, mi piaceva, grazie alle mie competenze, poter aiutare qualcuno. Di far cogliere agli scrittori e ai potenziali scrittori che oggi, grazie all’innovazione tecnologica, è possibile un’altra via, che le possibilità per chi vuol scrivere, rispetto al passato, sono aumentate e sono aumentate in meglio. Ma mentre io cercavo d’essere propositivo, mi scontravo con frotte di scrittori, o aspiranti tali, che applicavano una delle prassi che più detesto: la delegittimazione.

    Io adoro la storia, la conosco a menadito, credo, ed è evidente, che tutte le radici di quel che siamo sgorghino dal passato. E la storia umana è cosparsa in ogni luogo e in ogni tempo dalla delegittimazione. Schiavitù, razzismo, rivalse religiose, oppressioni di identità sessuale, gruppi di appartenenza, classi sociali, mestieri degni e indegni. Ovunque, da sempre, l’uomo si presta a Macro e Micro delegittimazioni.

    Ecco, probabilmente i toni si scaldano sul tema self publishing proprio perché vi è chi istintivamente, incosciamente, si prodiga nella delegittimazione altrui. In questo caso, delegittimazione micro sul self publishing. Con i vari: se lo pratichi è perché sei sfigato, la pubblicazione non vale quanto quella dell’autore con editore, i lettori schifano gli autopubblicati ecc… Montagne di pregiudizi, privi di intelligere, che probabilmente mi irritavano e, dal mio propositivo di condivisione di conoscenze, si passava alla fase difensiva, di arroccamento.
    Pertanto ormai sono giunto alla consapevolezza che tutto ciò non mi piace. Non rientra nella mia natura polemizzare. Ho deciso di non partecipare più alle discussioni sul self publishing. Che demonizzino pure. Di recente a un’amica ho formulato la frase, diciamo anche un bel po’ egoistica per chi tende a essere altruista: Io so,Tu sai, gli altri mi spiace.

    Ciò non toglie che mi piacerà comunque intervenire anche sul self publishing, sempre in maniera propositiva, illustrare scenari e nuove prospettive in chi ha bisogno di sostegno e aiuto.

    Ecco, tema caldo sul self? Un commentatore di meno. E credo che a molti la cosa faccia piacere. Ma in fondo, chi se ne frega. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marco, bentornato :D
      Ricordo molto bene i tuoi interventi sul self, anche i primi, soprattutto perché mi colpì l'entusiasmo che trasmettevi. Io credo che ci sia una bella differenza tra l'essere polemici (con il carico di imposizione che comporta) e il manifestare entusiasmo come hai fatto tu. Ciò non toglie che a volte diventa inutile lanciarsi in discussioni infinite, soprattutto quando dall'altra parte trovi solo un rigido arroccamento su una determinata posizione e non voglia di confrontarsi. Quindi capisco la tua decisione.

      Elimina
  21. Grazie Maria Teresa. :)
    L'entusiasmo lo conservo ancora. Vedo grandi opportunità.
    Illudersi sulle polemiche è inutile. Queste sono solo piccole scaramucce spuntate.
    Quando anche da noi sorgeranno i primi best seller di autori Indie. Quando anche da noi ci saranno scrittori indipendenti che inizieranno a rifiutare contratti editoriali e anticipi (lo so sembra pazzia, ma avverrà) cominceranno le vere grandi guerre.
    Quando la vecchia editoria si sentirà minacciata, a quel punto saranno i critici rinomati, gli editori stessi, i grandi giornali a scatenare l'inferno, per parafrase Il Gladiatore.
    In america in New York Time, con la sua potenza di fuoco è schierato contro il self publishing. Ha modificato pure i criteri per accedere alla sua classifica dei libri più venduti (la più autorevole in america). Troppi scrittori Indie iniziavano a farsi strada. Ma la cosa paradossale in America, è che gli editori e la carta stampata pur con tutta la loro potenza economica, stanno perdendo. Gli scrittori Indie dalla loro parte hanno un colosso come Amazon. Ovvero colui che i libri li vende sul serio ai lettori. Senza Amazon gli Indie avrebbero perso subito. Quel che è in ballo è molto più di quel che sembra.
    Certo, in Italia sarà un'altra storia, tutta da vedere.
    Ma visto che di polemica l'Italia è campione, ne vedremo, di certo ne vedremo di più belle. ;)

    RispondiElimina

Posta un commento

Ogni contributo è prezioso, non dimenticarti di lasciare la tua opinione dopo la lettura.
Se vuoi ricevere una notifica per e-mail con le risposte, metti la spunta su "inviami notifiche".
Se hai problemi con i commenti, ti invito a cambiare browser. Purtroppo alcuni programmi bloccano in automatico i cookie di terze parti impedendo i commenti.
Ti prego di non inserire link o indirizzi e-mail nel testo del commento, altrimenti sarò costretta a rimuovere il commento. Grazie!

Info sulla Privacy

Policy Privacy di Google per chi commenta con un account Blogger