Revisionare un romanzo #7 - Show don't tell e Suspense


C'è una regola che afferma che, quando si revisiona un romanzo, si dovrebbe ridurre il testo della prima stesura del 10%. Per esempio se abbiamo un totale di 300 pagine, dovremo tagliarne 30.
Come tutte le "regole", però, anche questa ha il grosso difetto di generalizzare troppo, di non tener conto dei singoli casi. Infatti, il suggerimento è basato sul fatto che chi ama scrivere tende a dilungarsi in modo esagerato, con la conseguenza di ritrovarsi con una sorta di brodo allungato nella prima stesura. La realtà non è però così semplice, perché ognuno ha il suo modo di esprimersi e, se è vero che c'è chi in fase di revisione deve tagliare, c'è anche chi dovrebbe sforzarsi di arricchire quello che ha scritto, perché il testo è povero e meriterebbe sviluppi più ampi.

Io sono del parere che una delle cose che si imparano con il tempo e che distinguono probabilmente uno scrittore in erba da uno esperto, è la capacità di dare il giusto peso alle scene, il sapere quando è necessario addentrarsi nei particolari, approfondire, scavare, rallentare il ritmo, e quando invece si può sorvolare, magari limitandosi a raccontare a grandi linee.

Questa valutazione deve tener conto di molti fattori, prima di tutto del respiro di una storia. In quanto tempo si svolgono i fatti? Se abbracciano un arco di tempo molto lungo e riguardano molte persone, con molte sottotrame e richiami al passato, va da sé che è necessario concedere ampio spazio alle varie situazioni. Se questo non è stato fatto nella prima stesura, sarà necessario tornarci e arricchire il testo.
Al contrario, dovremo renderci conto che un romanzo che gira intorno a pochi eventi e personaggi, non merita troppe pagine e approfondimenti, e forse potrebbe essere efficace una narrazione più stringata.

La mia esperienza al riguardo è stata molto varia. Quando ho scritto "I Custodi del Destino" ero in un periodo che si potrebbe definire minimalista. Mi piaceva scrivere con uno stile piuttosto sobrio, riducendo al minimo le descrizioni e le divagazioni, infatti quando ho revisionato quel romanzo ho fatto molti tagli per mantenere la narrazione abbastanza asciutta. Se oggi avessi modo di rivederlo e riscrivere delle parti, farei esattamente il contrario, sulla base di molti preziosi suggerimenti di chi l'ha letto e tenendo conto dell'esperienza fatta successivamente con gli altri due romanzi. Posso dire oggi di aver capito che c'è un momento per tagliare e uno per aggiungere, e molto più spesso va fatta la seconda cosa!
C'è stato però anche un periodo in cui scrivevo troppo. Per esempio in un altro romanzo rimasto incompiuto raccontavo nei minimi dettagli le giornate della protagonista, senza preoccuparmi dell'economia della storia, ovvero se quello che stavo mostrando al lettore fosse davvero rilevante. Il risultato di quel modo di fare è stato che quando ho fatto leggere a mio marito i capitoli che avevo scritto, lui mi ha detto che era noioso da morire perché non andavo mai al punto!

Questo ci riporta anche a un'altra regola della scrittura, la celebre Show don't tell. Anche in questo caso si cerca troppo spesso di generalizzare, dicendo che in un romanzo si deve mostrare piuttosto che raccontare. Ma questo è ovviamente ridicolo, perché non tutto merita di essere al centro di una scena, anzi si rischia di far venire sonno al povero lettore se gli mostriamo tutto.
Fondamentale è invece capire quali situazioni meritano una scena e quali no, quando si deve portare chi legge dentro i fatti e quando si deve solo raccontare. In definitiva, in fase di revisione, ancora una volta bisogna riprendere in mano il nostro scritto e analizzarlo per capire cosa merita maggiore attenzione e cosa va invece eliminato senza pietà.

Cosa interessa al lettore?


La domanda più importante da porsi è questa: quali momenti della storia susciteranno maggiore attenzione da parte del lettore? Dovremo individuare tutte quelle situazioni che chi legge vorrebbe fossero trattate con più dettagli. Sono i momenti di svolta della trama, i colpi di scena, gli eventi significativi per i personaggi. Questi momenti necessitano sicuramente di scene specifiche e sarebbe una grande delusione per il lettore se ce la cavassimo con poche righe.

Ci sono poi altre situazioni che richiedono una certa cura: sono quelle dove si deve prolungare tensione e suspense. Anche qui il lettore resta male se abbiamo trattato la cosa in modo rapido, risolvendo subito il problema o svelando un mistero troppo presto. In questo caso è anche necessario a volte rallentare il ritmo, dilungarsi sui dettagli, introdurre subplot, flashback o scene quotidiane. Ci sono contesti in cui persino i gesti più semplici assumono un notevole rilievo e contribuiscono ad accrescere la tensione.

Insomma, sono tutte situazioni da sfruttare al massimo, con un'accurata drammatizzazione. E dobbiamo tener conto che, anche se una scena di per sé non contribuisce allo sviluppo della trama, non manda avanti la storia, potrebbe comunque essere utile per dare una risonanza maggiore ad alcuni fatti più importanti e a tenere sulle spine chi legge.

E a proposito di prolungare la suspense, il grande Alfred Hitchcock ne parla in modo molto chiaro in questo video:





La prossima volta parlerò di altri tipi di approfondimenti e arricchimenti che si possono fare per migliorare il nostro romanzo.

E voi cosa ne pensate? Sapete individuare le parti su cui attardarvi e quelle su cui sorvolare?

Anima di carta

Commenti

  1. Dopo tanto esercizio e buoni insegnamenti ho capito dove entrare nel dettaglio lasciando andare la narrazione verso un respiro più ampio e dove tagliare, senza diventare mai troppo asciutta. Poi interviene lo stile personale, ma come dici tu, in situazioni cruciali, snodi importanti ai fini delle storia, occorre dilungarsi, aggiungere, mostrare di più. Ho capito il dove e il quando, non sempre poi la realizzazione va di pari passo, ma sono migliorata molto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me è un grande passo quello che capire il dove e il quando. Magari all'inizio ci sembra di saperlo solo in teoria, ma con il tempo credo che anche nella prima stesura questo "fiuto" venga fuori e ci porti a fare le scelte giuste.

      Elimina
  2. Come sempre i tuoi post centrano bene il problema.
    Io ho una scrittura densa, cerco di mettere il più possibile col minor numero di parole. A volte esagero. Nell'editing appena concluso dell'apocrifo sherlockiano ho dovuto allungare alcune scene. L'accoppiata autrice di poche parole + utilizzo di prima persona di personaggio molto trattenuto rischiava di essere eccessiva. Va bene, ad esempio, se il personaggio soffre ma non lo dice per motivi suoi, ma il povero lettore dovrà pur capirlo!
    Altre volte mi addentro in tematiche ostiche, storiche o tecniche e dosare le informazioni senza annoiare è sempre un problema.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi ritrovo molto in quello che hai detto. La scrittura densa è una cosa buona a volte, in altri casi occorre sforzarsi di dire di più, e di certo la prima persona non è il massimo se il personaggio ama poco esprimersi!
      Le spiegazioni tecniche poi sono sempre problematiche, io ho sempre il timore di annoiare o risultare pedante. Forse anche in questo è necessario fare esperienza per approdare al giusto equilibrio.

      Elimina
  3. Grazie per il post, Maria Teresa.
    Di recente mi sono capitate alcune cose buffe, cioè che scene di un manoscritto di cui ero particolarmente fiera sono state giudicate lunghe e noiose nell'economia del romanzo (ad esempio una scena di caccia). Probabilmente ci vuole la giusta miscela tra scene d'azione e altre più intimiste, lo stesso dicasi per la scrittura, ma non è facile giudicare quando la mente è "arroventata" dalla scrittura. Bisognerebbe far raffreddare tutto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai proprio ragione, a volte ci affezioniamo a precise scene o situazioni e non le giudichiamo obiettivamente. Ci vuole tempo per far raffreddare tutto, come dici giustamente... Poi è brutto quando qualcuno ci fa notare che qualcosa è noioso o inutile, ci sembra così incredibile!

      Elimina
    2. ... Lo sentiamo come un delitto di "lesa maestà!" ;-)

      Elimina
  4. Io mi trovo a tagliare soprattutto nei primi capitoli: tendo a dare troppe informazioni subito, e a ripeterle in seguito, quando potrebbero essere dilazionate. Invece, devo approfondire le cosiddette chiusure di scena: tendo a "stufarmi" e a troncarle senza pietà, quando sarebbe meglio inserire un collegamento diretto al paragrafo successivo. Al momento sono ancora troppo indietro per poter avere una visione di insieme. Quando avrò concluso la prima stesura sicuramente saprò dove intervenire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troncare qualcosa alla fine del capitolo potrebbe essere anche un buon modo per tener sospeso il lettore, no? Certo, dipende da cosa intendi.
      Sulle informazioni probabilmente ne parlerò in un post a parte, ma comunque hai colto il punto: vanno dilazionate e non servite su un piatto d'argento al lettore nei primi capitoli.

      Elimina
    2. Bene, sarà un articolo molto utile. Sarebbe ottimo se tu riuscissi anche a suggerire come fare per accorgersene ed eliminarle prima che diventino ridondanti :)

      Per quanto riguarda le chiusure, penso di essere abbastanza brava con i cliffhanger e le sospensioni, ma ci sono alcuni paragrafi che danno quest'impressione: l'autrice ha mollato il pezzo per andare a prendere il caffè, e fra poco ritorna.. non so se rendo l'idea :)

      Elimina
    3. Sì, capisco, vai sulla famosa tua terrazza a farti una bibita ;)
      A parti gli scherzi, considera che puoi sempre riprendere queste scene in un secondo momento. Anche io a volte non mi sento in sintonia con una certa scena e la lascio solo abbozzata, per approfondire in seguito. La cosa meravigliosa di scrivere al computer è che puoi sempre tornarci e migliorare quello che hai scritto. Mi ricordo che il mio primissimo romanzo lo scrissi con una macchina da scrivere... non ti dico che impresa.
      D'altra parte, la divisione in capitoli è qualcosa che va pensata bene e che magari puoi sistemare alla fine, quando hai ben chiaro quali sono i punti migliori per tenere il lettore in sospeso.
      PS allora aspetto la tua mail chilometrica ;)

      Elimina
  5. P.S. Mi sa che fra stasera e domattina troverai un'email lunghissima. La sto scrivendo "a puntate", da ieri, nei momenti di "buco lavorativo", perché il tempo stringe...salvo, e poi la riprendo...

    RispondiElimina
  6. Io non mi dilungo molto, di solito, perciò nella revisione mi trovo a dovere sviluppare più che tagliare. Sullo "show, don't tell" mi regolo in base al contenuto di energia emotiva del pezzo: se nei personaggi c'è carica emotiva di qualunque tipo, è meglio mostrare; se la carica emotiva è scarsa o assente, allora posso raccontare... sempre che non sia il momento di ridurre tutto a una semplice transizione, oppure di tagliare tutto. Adesso però mi capita molto di rado di mettere in piedi scene senza funzione, solo per simpatia. A parte questo, tendo ad andare troppo veloce nelle parti che mi riescono più difficili: battaglie, corpo a corpo, climax complicati; ma mi obbligo a rallentare.

    RispondiElimina
  7. Mi sembra un ottimo metodo il tuo quello di regolarti in base alla carica emotiva. Dopo tutto è proprio l'empatia quella che fa da motore trainante per il lettore, almeno per quello che penso io. Certo, poi ci sono parti più impegnative da scrivere, dove credo capiti a tutti di "correre" un po'.

    RispondiElimina
  8. Al momento mi regolo scrivendo ciò che vorrei leggere. Quello che scrivo io lo "vedo" come in un film: sequenze, primi piani, zoom sui particolari, colonna sonora. E quando devo tradurre in parole cio che "vedo" lo scrivo nella maniera in cui vorrei leggerlo se fosse scritto da qualcun altro. Probabilmente è per questo che mi diverto a scrivere, perchè prima di tutto deve piacere ed emozionare me (Egoist!)
    Per ora scrivo tutto, difficilmente taglio, spesso sposto. Aspetto di avere tutto il "girato" e rivedere poi in fase di montaggio finale come viene. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non c'è "regola" migliore di scrivere ciò che si vorrebbe leggere!
      Penso che oggi siamo molto influenzati dall'approccio cinematografico, quindi è normale usare questa modalità anche nella scrittura. Ma con la colonna sonora come fai?!
      Spesso capita anche a me di fare spostamenti, ma anche tagli, soprattutto di parti raccontate di cui mi accorgo si può fare tranquillamente a meno.

      Elimina

Posta un commento

Ogni contributo è prezioso, non dimenticarti di lasciare la tua opinione dopo la lettura.
Se vuoi ricevere una notifica per e-mail con le risposte, metti la spunta su "inviami notifiche".
Se hai problemi con i commenti, ti invito a cambiare browser. Purtroppo alcuni programmi bloccano in automatico i cookie di terze parti impedendo i commenti.
Ti prego di non inserire link o indirizzi e-mail nel testo del commento, altrimenti sarò costretta a rimuovere il commento. Grazie!

Info sulla Privacy

Policy Privacy di Google per chi commenta con un account Blogger