Ho letto... "Alla fine del silenzio" di Charlotte Link
Ho conosciuto i romanzi dell'autrice tedesca che sto per presentarvi tempo fa, e me ne sono subito innamorata. Mi piace molto il suo approccio alle storie "gialle", che analizzano in modo approfondito la psicologia dei personaggi. Quello di cui vi parlo mi è piaciuto particolarmente e non posso che consigliarvelo.
Alla fine del silenzio
di Charlotte Link
Stanbury, un piccolo centro nello Yorkshire del Sud, la patria romantica e selvaggia delle sorelle Brontë. Qui da molti anni trascorrono le vacanze tre coppie tedesche amiche da sempre. Quando la giovane Jessica Wahlberg si aggiunge al gruppo, scopre che l'armonia che sembra regnare sovrana è in realtà una facciata che copre contrasti, odi e paure. Jessica si rifugia sempre più in lunghe passeggiate solitarie in cui le capita di incontrare un inglese bizzarro che vaga senza meta per prati e boschi, sulla spinta di eventi accaduti molto tempo prima e che rivendica la proprietà della villa in cui vivono le tre coppie. Jessica si ritrova così invischiata in una storia cominciata cento anni prima e decide di andare alla ricerca della verità.
Un romanzo di oltre 500 pagine, ma che si legge tutto d'un fiato e con piacere, sia per la fluidità dello stile che per la storia intrigante, dall'inizio alla fine.
La storia è narrata da vari punti di vista, tra cui il più importante è quello di Jessica, giovane donna che si ritrova a confrontarsi con un piccolo e serrato gruppo di amici, sullo sfondo della campagna inglese, teatro di un brutale massacro.
Ogni personaggio è tratteggiato in modo intenso e approfondito, tanto da permettere a chi legge di calarsi con grande immediatezza nella vicenda e da restare con il fiato sospeso fino alla fine. Sono i personaggi stessi, con i loro segreti, le manie e le tempestose relazioni, a dare vita a un intreccio molto accattivante, a tratti un po' angosciante, ma comunque sempre godibile.
La condanna dell'ipocrisia sociale è secondo me uno dei punti di forza di questo romanzo, quel "silenzio" di cui parla anche il titolo, che si nutre di "facciate", di verità tenute nascoste e che genera rapporti falsi tra le persone, disagio e conflitti drammatici.
Ho letto alcune lamentele a proposito dell'andamento un po' lento soprattutto all'inizio di questo romanzo, ma secondo me l'autrice non avrebbe potuto usare un ritmo diverso, perché è insito nella trama stessa il graduale e lento snodarsi intorno alle vicende dei personaggi, fino alle rivelazioni finali.
Devo anche segnalare un errore nella quarta di copertina, che fa riferimento a "una storia cominciata cento anni prima", ma in realtà la vicenda di cui si parla non è così lontana nel tempo.
Scorrevole e ben scritto, ho ammirato molto la precisione e la cura che questa autrice mette in ogni parola, nonostante una traduzione non sempre perfetta.
Indubbbiamente da leggere, soprattutto per chi ama i thriller di un certo spessore psicologico.
Anima di carta
Alla fine del silenzio
di Charlotte Link
Stanbury, un piccolo centro nello Yorkshire del Sud, la patria romantica e selvaggia delle sorelle Brontë. Qui da molti anni trascorrono le vacanze tre coppie tedesche amiche da sempre. Quando la giovane Jessica Wahlberg si aggiunge al gruppo, scopre che l'armonia che sembra regnare sovrana è in realtà una facciata che copre contrasti, odi e paure. Jessica si rifugia sempre più in lunghe passeggiate solitarie in cui le capita di incontrare un inglese bizzarro che vaga senza meta per prati e boschi, sulla spinta di eventi accaduti molto tempo prima e che rivendica la proprietà della villa in cui vivono le tre coppie. Jessica si ritrova così invischiata in una storia cominciata cento anni prima e decide di andare alla ricerca della verità.
Un romanzo di oltre 500 pagine, ma che si legge tutto d'un fiato e con piacere, sia per la fluidità dello stile che per la storia intrigante, dall'inizio alla fine.
La storia è narrata da vari punti di vista, tra cui il più importante è quello di Jessica, giovane donna che si ritrova a confrontarsi con un piccolo e serrato gruppo di amici, sullo sfondo della campagna inglese, teatro di un brutale massacro.
Ogni personaggio è tratteggiato in modo intenso e approfondito, tanto da permettere a chi legge di calarsi con grande immediatezza nella vicenda e da restare con il fiato sospeso fino alla fine. Sono i personaggi stessi, con i loro segreti, le manie e le tempestose relazioni, a dare vita a un intreccio molto accattivante, a tratti un po' angosciante, ma comunque sempre godibile.
La condanna dell'ipocrisia sociale è secondo me uno dei punti di forza di questo romanzo, quel "silenzio" di cui parla anche il titolo, che si nutre di "facciate", di verità tenute nascoste e che genera rapporti falsi tra le persone, disagio e conflitti drammatici.
Ho letto alcune lamentele a proposito dell'andamento un po' lento soprattutto all'inizio di questo romanzo, ma secondo me l'autrice non avrebbe potuto usare un ritmo diverso, perché è insito nella trama stessa il graduale e lento snodarsi intorno alle vicende dei personaggi, fino alle rivelazioni finali.
Devo anche segnalare un errore nella quarta di copertina, che fa riferimento a "una storia cominciata cento anni prima", ma in realtà la vicenda di cui si parla non è così lontana nel tempo.
Scorrevole e ben scritto, ho ammirato molto la precisione e la cura che questa autrice mette in ogni parola, nonostante una traduzione non sempre perfetta.
Indubbbiamente da leggere, soprattutto per chi ama i thriller di un certo spessore psicologico.
Anima di carta
Grazie della bella recensione: questo è uno di quei romanzi che mi catturano dall'inizio alla fine. Lo leggerò!
RispondiEliminaGrazie a te, Nadia.
EliminaSono sicura che ti piacerà :)
I thriller psicologici sono, in assoluto, il genere di lettura che preferisco. Grazie per la segnalazione e complimenti per la recensione accurata ed esauriente.
RispondiEliminaGrazie :) Anche io li amo molto, infatti vado sempre a caccia di nuovi bravi autori di questo genere.
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