Come inviare un manoscritto
Una delle domande che mi viene posta più di frequente negli ultimi tempi è come inviare un manoscritto a una casa editrice?... e così mi sono decisa a scrivere questa piccola guida per chi vorrebbe pubblicare un libro attraverso l'editoria tradizionale, anche se in questo periodo non sono molto ottimista sull'argomento (come forse si sarà notato da mie recenti lagnanze).
La prima cosa che mi sento di dire è che, prima dell'invio del manoscritto, sarà bene porsi alcune domande preliminari.
- Ho riletto, revisionato, corretto il testo?
- Posso migliorarlo ancora?
- L'ho fatto leggere a qualche lettore-cavia?
- Ho formattato il manoscritto in formato adeguato?
Fare un elenco delle case editrici
Se siamo sicuri che il nostro scritto è pronto, a questo punto potremo fare un elenco delle case editrici da prendere in considerazione. Una persona mi ha chiesto tempo fa dove trovo le case editrici a cui spedire il manoscritto? Secondo me la cosa migliore è andare nelle librerie e farsi un'idea di quali sono gli editori sugli scaffali. Questo non significa limitarsi ai grandi nomi, ma considerare tutte le opzioni facendovi un'idea anche sui generi privilegiati, sulla tipologia di lettori a cui fanno riferimento e così via. Una simile ricerca si può fare anche su Internet, tramite gli store on-line, anche perché non tutti hanno una distribuzione che arriva nelle librerie.
Personalmente credo che informarsi sulla casa editrice a cui state chiedendo una valutazione sia fondamentale, e ne ho parlato anche qui: Aspetti da considerare prima di pubblicare un libro. E a proposito, sapete già come la penso sull'EAP... quindi saprete anche che vi sconsiglio nel modo più assoluto di mettere nel vostro elenco degli editori che chiedono contributi per pubblicare.
Valutare la linea editoriale
Mandare a casaccio un manoscritto non è mai una buona idea e personalmente sono contraria anche all'idea di inviarlo a mille editori. Ma ancora più insensato è mandare una proposta editoriale a chi non prende in considerazione il genere di cui abbiamo scritto. Anche a questo proposito quindi è meglio informarsi (sui siti, sul web o anche in libreria) sulle tipologie di testi che vengono pubblicati e se c'è una collana in cui potrebbe rientrare la nostra opera. Eviterete così di far perdere tempo a loro e a voi stessi.
Seguire le procedure per l'invio
Una cosa che è importante sapere è che non esistono regole generali per l'invio concreto del manoscritto, perché ogni editore ha le sue specifiche richieste, a cui è bene attenersi, e d'altra parte sarebbe piuttosto stupido non farlo. Quindi, leggete attentamente sul sito della casa editrice (o chiedete direttamente) quali sono le istruzioni da seguire per l’invio. Di solito sulla pagina dei Contatti o delle FAQ trovate quali sono le modalità, se preferiscono un invio tramite e-mail o via posta tradizionale, e come presentare la vostra proposta editoriale. Oppure il tipo di file, cosa allegare e così via.
Sinossi
La maggior parte delle case editrici vi chiederà una sinossi del romanzo, da affiancare al testo integrale o a un suo estratto. O a volte vi verrà detto di inviare solo la sinossi. In ogni caso, tenete presente che questa sorta di riassunto è un vero biglietto da visita per il manoscritto, di conseguenza va preparata con molta cura. Ne ho parlato qui: Come scrivere una sinossi.
Anche sulla lunghezza della sinossi ci sono direttive spesso diverse, preparatevi quindi a scriverne diverse, più o meno sintetiche.
E se non viene detto nulla in proposito? Secondo me è comunque utile allegare una breve descrizione dell'opera alla lettera di presentazione, che spieghi a grandi linee di cosa si tratta.
La mia idea, comunque, a proposito della sinossi è che sia meglio prepararla man mano che la storia si delinea, giocando in anticipo.
Lettera di presentazione
Sia che procediate tramite e-mail che per posta tradizionale, sia che stiate mandando l'intera opera o solo un estratto, è necessario abbinarvi una presentazione. Considerando la mole di proposte che arrivano ogni giorno nelle varie redazioni, non sottovalutate il primo contatto, rappresentato appunto dalla lettera di presentazione. Si tratta in pratica di una paginetta in cui spiegherete sinteticamente:
- chi siete
- il motivo per cui contattate la casa editrice
- cosa proponete (titolo, genere, a quale tipologia di lettori si rivolge, numero di pagine)
- eventuale collana in cui potrebbe rientrare il testo
- cosa allegate nella mail o nel pacco
- quali sono i modi per contattarvi (e-mail, numero di telefono)
Scheda di presentazione
Alcune case editrici possono chiedere anche una presentazione schematica dell'opera, per avere un colpo d'occhio. Io di solito inserisco questi dati:
- Titolo
- Autore
- Genere
- Numero di pagine
- Ambientazione della storia
- Tempo in cui si svolge la storia
- Protagonisti
- Narrazione (punti di vista da cui è narrata la storia, ecc.)
- Breve sinossi (10-20 righe)
- Note biografiche autore (note, non un poema!)
Biografia autore
A meno che non venga richiesta in modo specifico una biografia dettagliata, ci si deve limitare a esporre a grandi linee chi siamo, le eventuali esperienze editoriali, se abbiamo partecipato a concorsi, ecc. Secondo me, anche qui, è meglio essere sintetici ed evitare di sommergere la casa editrice con mille informazioni inutili o di presentare un intero curriculum vitae. I dati di base sono:
- età
- città dove vivete
- professione
- titolo di studio
- esperienze di pubblicazione
- attività letterarie
- attività inerenti al libro scritto
- dati di contatto
Per mia esperienza, sono poche le case editrici che vi invitano a mandare subito l'intero manoscritto, più spesso viene chiesto un estratto, ovvero alcuni capitoli o un tot di pagine. Se non ci sono indicazioni specifiche non è necessario inviare più di un paio di capitoli, anche perché lo scopo di queste pagine è solo dare un'idea di come scrivete. E solo in caso di interesse viene richiesto l'intero libro.
Invio del file
Date al file un nome sensato, con titolo e nome dell'autore, così sarà più riconoscibile in mezzo agli altri cento che la casa editrice ha ricevuto lo stesso giorno. E nella prima pagina del file sarà anche utile riportare i vostri dati di contatto.
Se conoscete il nome di chi si occupa di prendere in considerazione la vostra proposta (solitamente il direttore editoriale), indirizzate l'e-mail (o la lettera) direttamente alla sua attenzione.
Invio cartaceo
Alcune case editrici chiedono ancora oggi all'autore di spedire il manoscritto tramite posta. Personalmente sono contraria a questa pratica, a prescindere dalla motivazione che sta dietro la richiesta, soprattutto se l'unico scopo è quello di scoraggiare gli invii.
Comunque, se non vi sono particolari procedure di invio al riguardo, stampate lo scritto e inviatelo senza graffette e non spillato, sempre abbinato a una lettera di presentazione.
Organizzatevi
Per rendersi conto dei tempi di risposta e per evitare di inviare doppioni, può essere utile tenere traccia di ogni spedizione con un elenco in cui inserirete la tipologia di invio, la data, quali documenti avete allegato, ecc.
Sperando che questi suggerimenti siano stati utili, vi lascio con un link a un articolo di Umberto Eco sul perché non è un bene inviare manoscritti. E' un po' datato, ma fa sicuramente riflettere sull'argomento...
Anima di carta
Ottimo articolo.
RispondiEliminaIo spezzo una lancia per gli editori che chiedono il cartaceo. Per la Roccia nel Cuore i due editori che mi hanno contattato (quello con ho pubblicato e un'altro che mi ha dato comunque un'ottima impressione) era i due che volevano la copia in cartaceo (uno la voleva rigorosamente non rilegata, fogli stampati solo fronte). Forse in questo modo ne ricevono meno e quindi leggono con più attenzione ciò che arriva, chissà...
Ah, dimenticavo, i tempi di risposta non sono lunghi, sono geologici. Prendete quello che indicano sul sito e raddoppiateli. Alcune case editrici rispondono dopo due anni o anche più.
Probabilmente è vero che le CE che vogliono il cartaceo ricevono meno manoscritti e quindi possono dedicarvi + attenzione. Io però mi sono un po' stufata di stampare, fare file alla posta e spendere soldi... per non parlare dello spreco della carta. Insomma, non lo trovo tanto giusto come principio.
EliminaPS: credo che la lettera di Eco rimanga vera per i grandi editori: leggono ciò che inviano le agenzie, che a loro volta tengono sott'occhio concorsi letterari e pubblicazioni minori. Però la media e piccola editoria (di qualità) penso/spero legga ancora i manoscritti.
RispondiEliminaSì, sono d'accordo, non si può generalizzare.
RispondiEliminaGrazie per l'articolo, hai centrato il punto, e per il contributo di Eco.
RispondiEliminaNon so se conoscete la spedizione "piego di libri", costa soltanto 1,28 euro.
Grazie, non conoscevo questa possibilità, mi informerò!
EliminaMolto interessante!
RispondiEliminaSolo un dubbio. Che intendi per:
- attività letterarie
- attività inerenti al libro scritto?
Grazie
Ciao
Angelo
ciao Angelo, grazie!
EliminaLe attività letterarie sono per esempio concorsi letterari in cui ti sei distinto, corsi di un certo livello che hai frequentato, pubblicazioni varie anche per giornali o blog. Le attività inerenti sono quelle che riguardano l'argomento del libro, per esempio se hai fatto il volontario in Africa e hai scritto un romanzo sull'argomento, se hai scritto favole e hai esperienza con i bambini, ecc.
Molto utile! Purtroppo per ora non mi serve, perché non ho nulla da inviare, ma ne terrò conto. Magari, in futuro...
RispondiEliminaGrazie! Allora ti auguro di avere presto qualcosa da inviare... ;)
EliminaUmberto Eco scrive nel suo articolo: "... un bravo editore è ansioso di scoprire nuovi talenti ma non si fida dell'autore che spunta improvvisamente dal nulla. Va cercare il talento là dove si forma...". Ineccepibile. Di fronte al vero talento vale la regola aurea di "onore al merito!". Che dire allora di giornalisti, conduttori televisivi (Vespa a parte), stelle dello sport che si scoprono scrittori?
RispondiEliminaPurtroppo non siamo in un mondo ideale e temo che non tutti gli editori seguano certi principi.
RispondiEliminaArticolo davvero interessante, soprattutto per chi non ha mai avuto esperienze a riguardo.
RispondiEliminaA volte, quando si pensa ad attività di tipo artistico, si è portati a credere che la spontaneità basti a fare di un lavoro un'opera pronta per essere messa all'attenzione del pubblico. Mi rendo invece conto di quanto sia importante un atteggiamento tecnico, meglio se anche strategico, in questo ambito. Qui parli più specificamente delle modalità di contatto con le case editrici, ma lasci comunque intendere che uno dei più grandi passi falsi sia mancare di obiettività e buon senso, cosa che si coglie anche dalla lettera di Umberto Eco che hai linkato.
Non mi dedico molto alla scrittura creativa, o comunque non con costanza, sebbene ultimamente abbia pubblicato qualcosa di simile a due racconti (molto brevi) sul mio blog. E' un mezzo di espressione con cui vorrei confrontarmi, e in questo senso mi piacerebbe molto partecipare a concorsi o addirittura provare a scrivere in qualche rivista letteraria (anche se sto avendo difficoltà ad individuarne qualcuna). Perché poi è come se si sentisse il bisogno di essere in qualche modo legittimati, di misurarsi col giudizio altrui. E nel contesto di queste idee e riflessioni, la lettura di questo articolo mi ha spinto a pormi in maniera più seria la questione autore-pubblico.
Spero di non aver scritto un commento troppo fuori tema... :)
Una certa dose di pragmatismo è necessaria se si vuole pubblicare, con un editore o anche per proprio conto. A me per prima piacerebbe solo dedicarmi alla scrittura e basta, perché tutto il contorno è privo di fascino, anzi a volte è faticoso e avvilente.
EliminaTuttavia, come hai sottolineato molto bene qui e altrove, scriviamo per comunicare con altri e abbiamo bisogno di misurarci con il giudizio di chi legge. E dunque è necessario occuparci di tutte le seccature collaterali alla scrittura vera e propria :)
Non sei andato fuori tema, anzi hai fatto osservazioni molto interessanti.
Ciao a tutti. Sono una neofita dell'argomento, e volevo sapere come funziona il discorso del copyright. Voglio dire, vi sentite tutti sicuri di spedire un qualcosa scritto da voi ad una casa editrice che potrebbe estrapolare fatti narrati o personaggi e utilizzarli a piacimento? Come ci si tutela da tutto ciò? Grazie, alessia
RispondiEliminaCiao Alessia, ti consiglio di leggere a tal proposito questo articolo:
Eliminahttps://raccontidalpassato.wordpress.com/2015/09/07/consigli-per-il-self-publishing-parte-2-distribuzione-illegale-del-vostro-libro-da-parte-di-terzi-e-il-copyright
Grazie per la visita al mio blog.