Regole di scrittura famose: il meglio di... (secondo me)

Molti autori del passato e del presente hanno trasmesso i loro consigli a chi vuole scrivere un libro, piccole "perle di saggezza" più o meno celebri. Qui ho deciso di raccoglierne alcune tra quelle che mi sono piaciute di più o che penso siano più utili.
Naturalmente è solo il mio punto di vista...

Cerca di eliminare le parti che i lettori tendono a saltare. Pensa a cosa salteresti tu leggendo un romanzo: fitti paragrafi che trovi abbiano troppe parole, per esempio.
(Elmore Leonard, 10 regole sulla scrittura creativa).

Che i personaggi di una storia siano vivi, esclusi i cadaveri, e che il lettore riesca sempre a distinguere i cadaveri dagli altri.
(Mark Twain, 18 regole di scrittura)

Ricordati: quando qualcuno ti dice che qualcosa non va o a suo parere non funziona, ha quasi sempre ragione. Quando ti dice esattamente cos’è che non va secondo lui e come dovresti aggiustarlo, ha quasi sempre torto. 
(Neil Gaiman, 8 regole di scrittura creativa)

Prima di sedervi a scrivere una scena, rimuginatela nella vostra mente e chiarite a voi stessi lo scopo di quella scena. (...) Non affaticate il vostro lettore con una scena in cui poco o niente accade.
(Chuck Palahniuk, Corso di scrittura in 13 regole)

Scegliete con cura ciò che leggete. 
(Ray Bradbury, 13 punti sulla scrittura)

Non avere pietà di se stessi. Tagliare. Buttare. Riscrivere. Eliminare pagine intere. Una scrittura inefficace è come una relazione che non funziona: non ha senso rimanervi attaccati solo perché è qualcosa di familiare. Bisogna lasciarla andare per la propria strada.
(Elif Shafak , 11 regole di scrittura)

Non essere nervoso. Lavorare serenamente, gioiosamente, incautamente su tutto ciò che hai in mano. 
(Henry Miller, 10 comandamenti sulla scrittura)

Non scrivere per il pubblico.
(John Steinbeck, 6 consigli di scrittura)

Dai al tuo lavoro un nome appena possibile. Fallo tuo, cerca di vederlo. Dickens sapeva che “Casa desolata” avrebbe avuto quel titolo prima ancora di scriverlo. Il resto verrà più facilmente.
(Roddy Doyle, 10 regole per scrivere narrativa)

Se è possibile eliminare una parola, eliminatela sempre. 
(George Orwell, Regole di scrittura)

Scrittori si nasce, non si diventa: è una questione di essere o non essere. 
(Ana Maria Matute Ausejo, Decalogo letterario)

Metti, le virgole, al posto giusto.
(Umberto Eco, 40 regole per scrivere bene)

Anima di carta

Commenti

  1. Belli tutti, quelli più preziosi e più difficili da applicare sono il primo e quello Orwell. È difficilissimo tagliare un proprio testo, ma quasi sempre necessario

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    1. I tagli sono dolorosi quasi sempre. Io mi rendo conto di scrivere in prima stesura un sacco di parole inutili e non ne vedo l'inutilità fino a quando non mi distacco parecchio dal testo.

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  2. Molto utili! In particolare, le regole di Eco sono geniali perché si contraddicono da sole... quindi rimangono più impresse.
    "Solo gli stronzi usano parole volgari" :D

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    1. Sì, sono molto carine, anche se ho letto che non sono proprio sue, ma le ha solo raccolte.

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  3. Non sono d'accordo, perchè in giro ci sono troppi libri nei quali molte di queste regole sono state disattese eppure hanno avuto grande successo.
    Fare un buon lavoro è la regola principale, cmq se si seguno troppe regole dettate dagli altri o dei correttori di bozze (Editor) si finisce per fare un lavoro omologato, perchè perdiamo la nostra originale genuinità, il nostro modo di scrivere, il nostro modo di esprimere concetti.
    Taglia tanto si capise lo stesso è una cattiva regola, perché il lettore va portato dentro alla narrazione, gli va stimolata la fantasia ed a volte essere un po' logorroici può essere utile.
    Porto un esempo che calza a pennello: un tempo quando il vino si distingueva per vitigno e/o zona di produzione fra un brunello e un barolo c'era molta differenza abissale. Oggi dì che vi è un largo intervento di Enologi e di addittivi vari... molti vini sono divenuti omologati ed hanno perso molte delle loro peculiarità (esempio limite che un brunello assomiglia molto ad un barolo,,,ovvio,) e questo stata avvenendo anche nei libri, perchè molti sono divenuti figli della stessa scuola di pensiero.
    Un autore va preso per quello che è, nel bene e nel male, se lo si vuole leggere, si legge, altrimenti che importa. Io in primis scrivo per me. Scrivo quello che da soddisfazione a me, quando dopo mesi rileggo un mio lavoro (a volte con qualche errore o refuso, foguriamoci) non faccio a meno di emozionarmi e di pensare , ma questo l'ho proprio scritto io!!!! Boh!!!!
    Oggi giorno i libri vengono confezionati a tavolino. Es. 50 sfumature e company....è ripetitivo logorraico, estenuante in certi passaggi, eppure ha in se qualcosa ed ha avuto un successo esagereto.
    Buona scrittura e lettura a tutti Gabriele Mercati www.edizioni.org

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    1. Quando si parla di regole nell'ambito della scrittura, chissà perché ci sono sempre pareri molto contrastanti. Personalmente penso che vada applicato un certo buon senso nell'applicarle e soprattutto si debba cercare di usarle come strumenti e non come leggi.
      I lavori omologati ci sono eccome, ma sinceramente non credo si possano imputare a tecniche o regole, anche perché non mi pare proprio che certi libri di successo vi si attengano, anzi. Tu stesso lo sottolinei.
      D'altra parte non penso che seguendo i suggerimenti di questa raccolta non si corra il rischio di diventare uguali a tanti altri... Forse solo scrittori migliori.

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  5. Ora lo sai che con un Crtl+C ti ruberò questi consigli, vero?
    No scherzo, è giusto quel che hai trovato. A dimostrazione che un umile e tenace ricerca paga sempre (la fanno sempre anche i migliori come te).
    Ciao

    PS_ ma lo sai che per aver feedbacks sulla mail, devo scrivere un messaggio e quindi cancellarlo subito dopo? E solo dopo posso commentare, sicuro di una notifica.

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    1. Eh sì, c'è sempre qualcosa da "rubare" agli scrittori veri! E non c'è nulla di male nel tentare di imparare qualcosa da chi ha più esperienza, secondo me.
      Però, Enzo, inserirmi tra i migliori... ti ringrazio, ma è un'assurdità!!!!

      PS Non capisco proprio questo problema sui commenti, forse dipende dal fatto che hanno cambiato la grafica? Non so come porre rimedio...

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Bei consigli =) Sono nuova del blog e da oggi credo lo frequenterò spesso perché lo trovo molto interessante. Complimenti!

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  7. Personalmente, sull'argomento, mi è piaciuto molto "The Writing of Fiction" (1925) di Edith Wharton. Non so quanto sia reperibile ma esiste una traduzione italiana: "Scrivere narrativa".

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    1. Stefano ti chiedo scusa perché sto venendo solo ora questo tuo commento, che a quanto pare non mi era stato segnalato. Non conosco il libro che citi, sembra interessante, mi informerò. Grazie e scusami!

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  8. Io non credo nel penultimo commento, sembra quasi che la scrittura sia un talento innato. Credo invece che sia il risultato di tanto studio e applicazione (forse è solo la fantasia l'unico "talento" veramente personale)

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    1. Per me è un po' una combinazione delle due cose. Di sicuro solo con il talento non si va da nessuna parte senza lo studio, l'impegno e l'applicazione. Penso anche però che senza una certa vena creativa, senza una giusta sensibilità, non si ottenga granché pure studiando come dei dannati. Insomma, ci sono cose che non si possono apprendere in un corso o in un libro, non credi?

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    2. Certo, però io credo che certe qualità possano essere ulteriormente affinate.
      E, almeno per quel che riguarda il mio caso, per scrivere ho notato che ci vuole un sacco di disciplina (cosa che non ho e che mi fa fare una gran fatica)

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    3. Sono perfettamente d'accordo con te. Disciplina, esperienza, dedizione, studio, ecc. sono tutti necessari per migliorare la qualità della scrittura.

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