"In viaggio da una vita", intervista al protagonista
I viaggi, in tutti i loro aspetti, sono al centro del romanzo "In viaggio da una vita", pubblicato da Albatros Il Filo. L'autore è Fabio Aurelio Versaci, che ci presenta la sua storia attraverso questa intervista.
Il protagonista è Antonio detto "il diablo", un ragazzo sempre in lite con la madre per la sua passione nel fare il dj, che rivelerà se stesso attraverso una serie di viaggi, in una ricerca esteriore e interiore.
Questo è quello che mi ha raccontato su di sé...
Il protagonista è Antonio detto "il diablo", un ragazzo sempre in lite con la madre per la sua passione nel fare il dj, che rivelerà se stesso attraverso una serie di viaggi, in una ricerca esteriore e interiore.
Questo è quello che mi ha raccontato su di sé...
Antonio, la tua storia spazia dalle discoteche calabresi, alle terre africane… cosa ti ha spinto a questi continui viaggi?
Ho sempre amato viaggiare. Fin da piccolo, scoprire posti nuovi, luoghi lontani dalla mia realtà quotidiana era per me emozionante. Mi piaceva viaggiare e non solo fisicamente. Infatti adoravo viaggiare con la mente. Spesso da ragazzo, sognavo ad occhi aperti, di trovarmi in pianure sconfinate o vicino a delle cascate. Era la mia voglia di libertà che mi spingeva a tanto. Poi durante l’adolescenza, trovandomi spesso in lotta generazionale con i miei genitori, temevo che le mie ali d’aquila venissero tarpate o addirittura spezzate, da quelle che erano le volontà della mia famiglia. Soffrivo terribilmente questa mancanza di libertà ed è per quello che un giorno decisi di intraprendere il mio primo vero viaggio di vita. Sicuramente oltre alla ricerca di libertà, i primi viaggi erano anche una continua ricerca di divertimento e di esperienza. Non va però ovviamente tralasciata la voglia di eccesso e di realizzazione materiale. L’eccesso ti spingeva a fare quello che i tuoi amici e coetanei non riescono a fare e riuscirci ti faceva sentire migliore. L’aspetto della realizzazione materiale è il concretizzare il proprio Io. Viaggiare era del fieno da mettere in cascina nel baule dei ricordi della vita. Quelli in Africa invece, fatti in piena crisi esistenziale, in un’età matura sono quelli della ricerca interiore, della realizzazione piena dei propri sogni. Mi ha spinto la voglia di fare del bene e di spogliarmi di quell’armatura inutile e falsa che la società mi aveva attribuito. Questa ricerca è sfociata in Africa nella vera realizzazione. Raggiungere, spogliandosi di tutto, la pienezza del proprio essere.
I tuoi viaggi hanno certamente anche un riflesso interiore… ce ne vuoi parlare?
I miei viaggi sono divisi in due fasi. La prima fase è quella dell’animatore. Lì Antonio è un personaggio scomodo. È giovane, simpatico ed è ha realizzato il suo sogno di vita, ma non si guardava dentro e non si faceva troppe domande. Non si cerca interiormente e non rispetta la morale umana. Per lui le donne, sono oggetti del proprio desiderio sessuale, non curandosi dei loro sentimenti e delle loro storie. Con il primo amore però inizia a guardarsi dentro. Lo fa però superficialmente, non essendo pienamente convinto della scelta molla tutto e trova un lavoro per la famiglia. È la fase che presto lo porterà alla sua decadenza. Con questo lavoro gira il mondo più povero ma ha accanto persone che vivono di superficialità. Lui si trova per lavoro in zone di miseria, morte, distruzione e fame. È impotente nel vedere i bimbi morirgli accanto e i suoi amici vivono di ostentazioni. La cosa però che lo fa scoppiare è l’impossibilità di fare del bene. È questa voglia di aiutare che cova dentro di lui per anni che lo portano in crisi. Una crisi terribile che gli farà buttare tutto all’aria per ripartire. Non poteva più non essere il pilota della sua vita. Doveva riprendersi la sua anima. Guardandosi dentro capisce che si deve spogliare di quella corazza di perbenismo che ha creato attorno a se. È lì che Antonio capisce che si sta perdendo in un guscio che non gli appartiene. Questa è la fase della rinascita con i viaggi in Africa. Ha finalmente fatto chiarezza nel suo cuore ed è pronto. Parte da zero la sua rinascita. Ha ricercato bene dentro di se e sa che vuole solo far del bene a tutti quelli più sfortunati di lui. L’associazione, le adozioni, l’amore e la ricerca sempre di fare di più. Purtroppo questa ricerca non lo porterà a realizzare il suo vero sogno di vita, ma almeno, pur non avendo portato l’acqua a quei popoli è riuscito a portargli un ideale di vita e di speranza di seguire.
Come sei arrivato alla decisione più impegnativa, quella di partire per l’Africa?
Quando ti senti passeggero della tua vita, quando ti senti prigioniero di una corazza che non volevi, arriva il momento in cui devi prendere una decisione. Che si parli di amore, lavoro, amicizie, sogni non si può vivere tutta la vita in depressione o delusi di tutto. Devi allora fare una scelta, o continuare a vivere in un guscio non tuo oppure mollare tutto e ripartire. Per tanto tempo mi ero adeguato alla prima scelta. Avevo perso l’amore, il lavoro che mi piaceva, avevo distrutto tutti i miei sogni ed i miei ideali ed ero depresso. Un giorno poi dopo aver parlato con una donna, di cui ero inconsapevolmente innamorato, decisi di tornare ad essere il pilota della mia vita, e non più solo un passeggero. Volevo rendermi utile a chi non era stato fortunato come me e l’Africa era il posto migliore. Non sapevo però prima di partire, che il fascino di quella terra, mi avrebbe conquistato per sempre facendomi diventare parte integrante della stessa.
L’amore è stata una delle tappe più importanti del tuo viaggio, quello della vita. Cosa ci dici della ragazza che hai incontrato?
L’amore è stato uno dei fattori di maggior sofferenza della mia vita. Antonio è un sognatore, e questo lo porterà a credere nell’amore eterno. Il primo amore quello per Alice lo porterà al punto più alto della sua carriera, dove è giovane e sente di aver realizzato tutti i suoi sogni. Ma da quel punto la caduta è pesante. Sprofondare dopo aver toccato terra è durissimo quando credi di aver toccato il cielo con un dito. Ma quel cielo era falso, non era fondato sulla roccia e alle prime difficoltà è affondato. Poi quando sei veramente depresso, e stancamente ti stai trascinando nella vita, vedi una luce in fondo al tunnel. Questa luce era Giulia, una donna bellissima, simpatica, piena di vita che fin dal nostro primo incontro mi aveva fatto sentire importante. Era amica di Alice e questo ci faceva incontrare spesso. Anche lei come me, si sentiva chiusa in una corazza. Era un punto di riferimento per me, le piaceva ascoltarmi, rimaneva direi estasiata dai miei racconti e questo mi dava forza. Negl’anni si è rivelata inoltre una donna intelligente e particolarmente amorevole. Giulia è stata il fulcro del mio viaggio di vita. Ci siamo conosciuti quando ero in crisi, mi ha ascoltato, mi ha aspettato ed alla fine quando sono tornato a salire verso quel famoso cielo, dove realizzare tutti i sogni, è stata brava a starmi accanto ed aiutarmi a farlo.
Parlaci un po’ di te, dei tuoi sogni e delle tue paure…
Sono stato un ragazzo dinamico, sognatore, felice e con la voglia di fare del bene al prossimo. Avevo dei sogni nella vita e li ho realizzati tutti. Quando ero ragazzo amavo la musica e l’animazione. Lavoravo in radio, facevo l’animatore nei villaggi e facevo il dj. Ero innamorato della vita e di Alice, la donna con la quale ho condiviso tutti i miei successi da adolescente. Purtroppo dopo il servizio militare tante cose son cambiate. Si è persa principalmente la voglia di sognare che mi aveva aiutato a realizzarmi. Decisi così, sotto la pressione della mia famiglia e di Alice, di trovarmi un lavoro normale. Questa scelta però mi fece toccare il fondo, e scatenò una serie di conseguenze incalcolabili. Persi in sequenza, gli amici di una vita, Alice e la mia voglia di vivere. La mia paura più grande fu proprio quella. Si era spenta la luce che mi aveva fatto sognare e realizzare tutti i miei desideri. Fortunatamente poi un giorno casualmente quella luce l’ho riaccesa grazie a Giulia.
Infine, tu e il tuo autore, Fabio: di certo avrete moltissimo in comune…
Antonio e Fabio hanno tanto in comune. Fin dall’inizio del romanzo, Antonio ha un carattere particolarmente simile a quello di chi scrive. La loro non è solo una affinità, ma sicuramente nel primo Antonio ritrovo tanto di mio, anche nella realizzazione dei sogni, che fortunatamente anche io sono riuscito a concretizzare. Sono vicini anche nella seconda parte della vita, cioè quando Antonio arriva a toccare il fondo. Anche per me c’è stato un periodo di depressione che mi ha però fortificato e reso più forte. Sicuramente il terzo momento della vita di Antonio è quello che più mi piace, ma è proprio che l’autore differisce dal protagonista. Infatti quel taglio netto con il passato ancora non l’ho mai dato anche perché dopo aver toccato il fondo sono rinato ma in maniera differente. Non sono andato via per fare del bene, anche perché oggi questo è particolarmente difficile da fare, vista la società in cui viviamo. Una rinascita comune invece proviene nel campo dell’amore. Diciamo che Giulia fa parte della vita dell’autore. Esiste concretamente e mi rende felice in ogni momento della mia vita. È proprio grazie a questa donna che passa la rinascita dell’autore fatta da momenti di gioia e felicità vissuti sotto il tetto coniugale.
Ringrazio Fabio Aurelio per questa intervista. In basso trovate tutti i dati sul suo romanzo e il sito dedicato.
IN VIAGGIO DA UNA VITA
di Fabio Aurelio Versaci
Albatros Il Filo
Trama
Una vita piuttosto movimentata quella del giovane protagonista di questa storia. Tutto comincia con un viaggio da Reggio Calabria verso una stazione sciistica del Nord Italia. È una delle prime avventure per il “Diablo” che insieme ai suoi amici, Lollo e il Biondo, sono animatori e dj nelle discoteche e in una radio. Quella loro passione diviene presto un lavoro, e li catapulta in un ambiente dal quale saranno presi per molto tempo. Poi per il protagonista – ma anche per gli altri -, come sempre nella vita, avviene una svolta, anzi due. Prima l’amore per una ragazza di nome Alice e in seguito la decisione di impegnarsi nel sociale, fino a compiere missioni vere e proprie nei villaggi dell’Africa. Il ritorno sporadico nella propria terra, la Calabria, rappresenterà sempre un momento di confronto con ciò che ha lasciato e con le proprie origini. In viaggio da una vita è un romanzo che cambia rapidamente scenari; dalle piste innevate e dagli ambienti festaioli delle discoteche, alle atmosfere calde delle spiagge calabresi, fino ai paesaggi africani fatti di deserti sterminati e oasi. Una storia che racconta un universo comune a molti giovani, ma anche una scelta del tutto particolare e per certi versi coraggiosa, di cui l’autore offre una chiave di lettura sentimentale e forse per questo autentica.
L'Autore
Fabio Aurelio Versaci nato il 07/02/1980 a Reggio Calabria. Laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Sposato e padre di Antonio, un bimbo di 4 mesi. Vive a Viterbo. Ha vissuto oltre che nella sua città d'origine a Roma, Milano, Udine, Viterbo. E' tifoso della Reggina, ama la musica e la buona tavola ed ovviamente adora viaggiare. La passione per la scrittura la scopre quasi per gioco qualche anno fa. “In viaggio da una vita” è la sua prima opera.
Ho sempre amato viaggiare. Fin da piccolo, scoprire posti nuovi, luoghi lontani dalla mia realtà quotidiana era per me emozionante. Mi piaceva viaggiare e non solo fisicamente. Infatti adoravo viaggiare con la mente. Spesso da ragazzo, sognavo ad occhi aperti, di trovarmi in pianure sconfinate o vicino a delle cascate. Era la mia voglia di libertà che mi spingeva a tanto. Poi durante l’adolescenza, trovandomi spesso in lotta generazionale con i miei genitori, temevo che le mie ali d’aquila venissero tarpate o addirittura spezzate, da quelle che erano le volontà della mia famiglia. Soffrivo terribilmente questa mancanza di libertà ed è per quello che un giorno decisi di intraprendere il mio primo vero viaggio di vita. Sicuramente oltre alla ricerca di libertà, i primi viaggi erano anche una continua ricerca di divertimento e di esperienza. Non va però ovviamente tralasciata la voglia di eccesso e di realizzazione materiale. L’eccesso ti spingeva a fare quello che i tuoi amici e coetanei non riescono a fare e riuscirci ti faceva sentire migliore. L’aspetto della realizzazione materiale è il concretizzare il proprio Io. Viaggiare era del fieno da mettere in cascina nel baule dei ricordi della vita. Quelli in Africa invece, fatti in piena crisi esistenziale, in un’età matura sono quelli della ricerca interiore, della realizzazione piena dei propri sogni. Mi ha spinto la voglia di fare del bene e di spogliarmi di quell’armatura inutile e falsa che la società mi aveva attribuito. Questa ricerca è sfociata in Africa nella vera realizzazione. Raggiungere, spogliandosi di tutto, la pienezza del proprio essere.
I tuoi viaggi hanno certamente anche un riflesso interiore… ce ne vuoi parlare?
I miei viaggi sono divisi in due fasi. La prima fase è quella dell’animatore. Lì Antonio è un personaggio scomodo. È giovane, simpatico ed è ha realizzato il suo sogno di vita, ma non si guardava dentro e non si faceva troppe domande. Non si cerca interiormente e non rispetta la morale umana. Per lui le donne, sono oggetti del proprio desiderio sessuale, non curandosi dei loro sentimenti e delle loro storie. Con il primo amore però inizia a guardarsi dentro. Lo fa però superficialmente, non essendo pienamente convinto della scelta molla tutto e trova un lavoro per la famiglia. È la fase che presto lo porterà alla sua decadenza. Con questo lavoro gira il mondo più povero ma ha accanto persone che vivono di superficialità. Lui si trova per lavoro in zone di miseria, morte, distruzione e fame. È impotente nel vedere i bimbi morirgli accanto e i suoi amici vivono di ostentazioni. La cosa però che lo fa scoppiare è l’impossibilità di fare del bene. È questa voglia di aiutare che cova dentro di lui per anni che lo portano in crisi. Una crisi terribile che gli farà buttare tutto all’aria per ripartire. Non poteva più non essere il pilota della sua vita. Doveva riprendersi la sua anima. Guardandosi dentro capisce che si deve spogliare di quella corazza di perbenismo che ha creato attorno a se. È lì che Antonio capisce che si sta perdendo in un guscio che non gli appartiene. Questa è la fase della rinascita con i viaggi in Africa. Ha finalmente fatto chiarezza nel suo cuore ed è pronto. Parte da zero la sua rinascita. Ha ricercato bene dentro di se e sa che vuole solo far del bene a tutti quelli più sfortunati di lui. L’associazione, le adozioni, l’amore e la ricerca sempre di fare di più. Purtroppo questa ricerca non lo porterà a realizzare il suo vero sogno di vita, ma almeno, pur non avendo portato l’acqua a quei popoli è riuscito a portargli un ideale di vita e di speranza di seguire.
Come sei arrivato alla decisione più impegnativa, quella di partire per l’Africa?
Quando ti senti passeggero della tua vita, quando ti senti prigioniero di una corazza che non volevi, arriva il momento in cui devi prendere una decisione. Che si parli di amore, lavoro, amicizie, sogni non si può vivere tutta la vita in depressione o delusi di tutto. Devi allora fare una scelta, o continuare a vivere in un guscio non tuo oppure mollare tutto e ripartire. Per tanto tempo mi ero adeguato alla prima scelta. Avevo perso l’amore, il lavoro che mi piaceva, avevo distrutto tutti i miei sogni ed i miei ideali ed ero depresso. Un giorno poi dopo aver parlato con una donna, di cui ero inconsapevolmente innamorato, decisi di tornare ad essere il pilota della mia vita, e non più solo un passeggero. Volevo rendermi utile a chi non era stato fortunato come me e l’Africa era il posto migliore. Non sapevo però prima di partire, che il fascino di quella terra, mi avrebbe conquistato per sempre facendomi diventare parte integrante della stessa.
L’amore è stata una delle tappe più importanti del tuo viaggio, quello della vita. Cosa ci dici della ragazza che hai incontrato?
L’amore è stato uno dei fattori di maggior sofferenza della mia vita. Antonio è un sognatore, e questo lo porterà a credere nell’amore eterno. Il primo amore quello per Alice lo porterà al punto più alto della sua carriera, dove è giovane e sente di aver realizzato tutti i suoi sogni. Ma da quel punto la caduta è pesante. Sprofondare dopo aver toccato terra è durissimo quando credi di aver toccato il cielo con un dito. Ma quel cielo era falso, non era fondato sulla roccia e alle prime difficoltà è affondato. Poi quando sei veramente depresso, e stancamente ti stai trascinando nella vita, vedi una luce in fondo al tunnel. Questa luce era Giulia, una donna bellissima, simpatica, piena di vita che fin dal nostro primo incontro mi aveva fatto sentire importante. Era amica di Alice e questo ci faceva incontrare spesso. Anche lei come me, si sentiva chiusa in una corazza. Era un punto di riferimento per me, le piaceva ascoltarmi, rimaneva direi estasiata dai miei racconti e questo mi dava forza. Negl’anni si è rivelata inoltre una donna intelligente e particolarmente amorevole. Giulia è stata il fulcro del mio viaggio di vita. Ci siamo conosciuti quando ero in crisi, mi ha ascoltato, mi ha aspettato ed alla fine quando sono tornato a salire verso quel famoso cielo, dove realizzare tutti i sogni, è stata brava a starmi accanto ed aiutarmi a farlo.
Parlaci un po’ di te, dei tuoi sogni e delle tue paure…
Sono stato un ragazzo dinamico, sognatore, felice e con la voglia di fare del bene al prossimo. Avevo dei sogni nella vita e li ho realizzati tutti. Quando ero ragazzo amavo la musica e l’animazione. Lavoravo in radio, facevo l’animatore nei villaggi e facevo il dj. Ero innamorato della vita e di Alice, la donna con la quale ho condiviso tutti i miei successi da adolescente. Purtroppo dopo il servizio militare tante cose son cambiate. Si è persa principalmente la voglia di sognare che mi aveva aiutato a realizzarmi. Decisi così, sotto la pressione della mia famiglia e di Alice, di trovarmi un lavoro normale. Questa scelta però mi fece toccare il fondo, e scatenò una serie di conseguenze incalcolabili. Persi in sequenza, gli amici di una vita, Alice e la mia voglia di vivere. La mia paura più grande fu proprio quella. Si era spenta la luce che mi aveva fatto sognare e realizzare tutti i miei desideri. Fortunatamente poi un giorno casualmente quella luce l’ho riaccesa grazie a Giulia.
Infine, tu e il tuo autore, Fabio: di certo avrete moltissimo in comune…
Antonio e Fabio hanno tanto in comune. Fin dall’inizio del romanzo, Antonio ha un carattere particolarmente simile a quello di chi scrive. La loro non è solo una affinità, ma sicuramente nel primo Antonio ritrovo tanto di mio, anche nella realizzazione dei sogni, che fortunatamente anche io sono riuscito a concretizzare. Sono vicini anche nella seconda parte della vita, cioè quando Antonio arriva a toccare il fondo. Anche per me c’è stato un periodo di depressione che mi ha però fortificato e reso più forte. Sicuramente il terzo momento della vita di Antonio è quello che più mi piace, ma è proprio che l’autore differisce dal protagonista. Infatti quel taglio netto con il passato ancora non l’ho mai dato anche perché dopo aver toccato il fondo sono rinato ma in maniera differente. Non sono andato via per fare del bene, anche perché oggi questo è particolarmente difficile da fare, vista la società in cui viviamo. Una rinascita comune invece proviene nel campo dell’amore. Diciamo che Giulia fa parte della vita dell’autore. Esiste concretamente e mi rende felice in ogni momento della mia vita. È proprio grazie a questa donna che passa la rinascita dell’autore fatta da momenti di gioia e felicità vissuti sotto il tetto coniugale.
IN VIAGGIO DA UNA VITA
di Fabio Aurelio Versaci
Albatros Il Filo
Trama
Una vita piuttosto movimentata quella del giovane protagonista di questa storia. Tutto comincia con un viaggio da Reggio Calabria verso una stazione sciistica del Nord Italia. È una delle prime avventure per il “Diablo” che insieme ai suoi amici, Lollo e il Biondo, sono animatori e dj nelle discoteche e in una radio. Quella loro passione diviene presto un lavoro, e li catapulta in un ambiente dal quale saranno presi per molto tempo. Poi per il protagonista – ma anche per gli altri -, come sempre nella vita, avviene una svolta, anzi due. Prima l’amore per una ragazza di nome Alice e in seguito la decisione di impegnarsi nel sociale, fino a compiere missioni vere e proprie nei villaggi dell’Africa. Il ritorno sporadico nella propria terra, la Calabria, rappresenterà sempre un momento di confronto con ciò che ha lasciato e con le proprie origini. In viaggio da una vita è un romanzo che cambia rapidamente scenari; dalle piste innevate e dagli ambienti festaioli delle discoteche, alle atmosfere calde delle spiagge calabresi, fino ai paesaggi africani fatti di deserti sterminati e oasi. Una storia che racconta un universo comune a molti giovani, ma anche una scelta del tutto particolare e per certi versi coraggiosa, di cui l’autore offre una chiave di lettura sentimentale e forse per questo autentica.
L'Autore
Fabio Aurelio Versaci nato il 07/02/1980 a Reggio Calabria. Laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Sposato e padre di Antonio, un bimbo di 4 mesi. Vive a Viterbo. Ha vissuto oltre che nella sua città d'origine a Roma, Milano, Udine, Viterbo. E' tifoso della Reggina, ama la musica e la buona tavola ed ovviamente adora viaggiare. La passione per la scrittura la scopre quasi per gioco qualche anno fa. “In viaggio da una vita” è la sua prima opera.
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