Sette paranoie da blogger


Scrivere un blog è un'attività per lo più piacevole e stimolante. Eppure, non mancano mai i dubbi su quello che si scrive, su quando e come scriverlo, ecc. Anche se siamo bombardati in rete da articoli pieni di consigli su cosa fare o evitare, parole chiave e faccende SEO, alzi la mano chi non ha mai nessuna incertezza o non si fa prendere dalle paranoie.

Ecco svelate le mie ansie.

1) Mi leggerà qualcuno?


Bei tempi quando scrivevo i primi post, come e con la frequenza che mi pareva, e non mi importava se qualcuno li avrebbe letti. Sì, perché ero convinta che non avrei ricevuto visite, quindi neppure me ne preoccupavo. Paradossalmente ora me ne importa di più. Sarà forse perché dopo un po' si prende coscienza del fatto che si scrive per essere letti. Un blog non è un diario. E da qui nascono le paranoie: qualcuno leggerà questo post? Avrò fatto tutto quello che potevo per dargli visibilità?
In verità sono una social-pigra, quindi è già molto se mi ricordo di condividere il post. Se poi parliamo di parole chiave e affini, le mie competenze sono alquanto scarse. Quel poco che so lo applico poco e male. Santo Google, aiutami tu.

2) Avrò un'idea per un post?


Ho un intero quaderno pieno di appunti, un lungo elenco di post possibili su un file e altre idee sparse su fogli volanti. Eppure, l'ansia da mancanza di idee non mi abbandona mai. Sarà che molte di quelle idee finisco per scartarle perché non mi convincono o perché se ne è già parlato fin troppo qua e là. O perché mi rendo conto che certi argomenti richiederebbero molta documentazione e un grande investimento di tempo. O semplicemente perché non sono ispirata a scriverli. O perché d'un tratto non mi sembrano così interessanti. Insomma, e se a un certo punto non avessi più niente da dire?

3) Riuscirò a trovare il tempo di scrivere?


Lo so, se ci si sa organizzare un po', il tempo si trova. I bravi blogger programmano, fanno calendari editoriali e scrivono in anticipo. Io ci ho provato, ma finisco sempre per rivoluzionare quanto mi sono riproposta, per mille motivi. Quante volte arriva il giorno del post e ancora non ho scritto una riga? Tante. A volte capita che imposti una sorta di scaletta per un articolo, ma che poi mi manchi il tempo per svilupparla. Il tempo non basta mai.
Certo, se saltassi uno dei due giorni a settimana nessuno verrebbe a dirmi: "Beh, il post di martedì che fine ha fatto? Ce la prendiamo comoda?". In fondo è una decisione mia quando pubblicare, e spesso è capitato per cause di forza maggiore di saltare degli appuntamenti. Ma un minimo di ordine ci vuole, secondo me.

4) Sarò all'altezza o scriverò cavolate?


Ci sono post più impegnativi di altri, per i quali non posso fare a meno di chiedermi se quello che dirò avrà un senso, se sarà di qualche utilità per qualcuno e soprattutto se me ne uscirò con qualche cosa che farà accapponare la pelle a chi di scrittura ci capisce davvero. E se da qui passa per caso un editor, un vero professionista, e pensa: "Ma guarda un po' questa che cavolate che va dicendo in giro?!". E lo so che voi che mi leggete non siete sprovveduti che non sanno neppure che vuol dire show don't tell!
E poi ci sono errori di minore entità, magari semplici sviste che pur rileggendo il post mi sfuggono. Chissà quante me ne sono lasciate dietro, senza accorgermene.

5) Scriverò cose già dette da altri?


L'ho messa al quinto posto, ma sarò sincera: è una delle mie più grandi paranoie, quella di ripetere argomenti e idee già trattati da altri blogger. I primi tempi del blog, prima di scrivere un post, andavo in giro a cercare argomenti simili, cercando di evitare quelli troppo abusati. Dopo un po' ho cominciato a fregarmene, in fondo ognuno può dire cose simili con un punto di vista originale o almeno diverso. Eppure, ho ancora l'ansia di rubare involontariamente le idee a qualcuno.
Sempre più spesso mi capita di imbattermi in post che avevo in mente e di sobbalzare nel vedere un titolo quasi identico a quello che sto progettando, magari il giorno prima o il giorno stesso della mia pubblicazione. A questa situazione reagisco in vari modi, dopo aver imprecato tra me e me:
  • chi se ne importa, cambio solo il titolo e pubblico lo stesso
  • chi se importa, cambio il titolo e cito il post simile
  • lo pubblico tre mesi dopo
  • non lo pubblico più e ingoio la frustrazione

6) Mi ripeterò?


Un'altra cosa che può accadere è quella di finire con il dire sempre le stesse cose, come una vecchietta che non si ricorda di aver già raccontato una storia. Apparentemente scrittura e libri hanno un potenziale infinito di argomenti di riflessione, le possibilità di approfondimento sono tantissime. Ma con il tempo tutto non sembrerà la solita minestra riscaldata? I post non cominceranno a girare intorno agli stessi temi, sembrando tanti cloni con vestiti diversi? Speriamo di no. O forse è già così e non lo so!

7) Offenderò qualcuno?


Quest'estate avevo scritto un post che poi ho deciso di non pubblicare. Probabilmente non vedrà mai la luce o forse sì, chi lo sa. Fatto è che quelle riflessioni erano il risultato di una grossa arrabbiatura e quello che scrivevo avrebbe potuto scatenare reazioni imprevedibili e ripercussioni poco piacevoli. Ne valeva la pena, pur di sfogarmi? Raccontare in giro quanto sia meschina certa gente può essere utile a mettere in guardia le altre persone, ma bisogna sempre considerare che un blog è un luogo pubblico, dove chiunque può ficcare il naso. E visto che per molto meno sono già piovute accuse, alla fine ho deciso di lasciar perdere.
Credo che il rischio di far saltare la mosca al naso a qualcuno esista sempre. Magari basta parlare male di un libro che a qualcuno piace o di un autore per cui sbavano tutti, per suscitare l'ira di qualche lettore affezionato. O peggio dell'autore stesso.


Vado a farmi un panino con la marmellata, come consigliato dalla saggia (!!) Lucy, voi nel frattempo raccontatemi se avete le stesse paranoie o magari altre. Non fatemi passare per l'unica ansiosa!

Commenti

  1. 8) riuscirò a scrivere qualcosa che non sia volto a ottenere il massimo numero di commenti/condivisioni, ma semplicemente a esprimere qualcosa che mi andava di dire?

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    1. Sì, lo capisco. Scrivere un post senza aspettarsi nulla, guidati solo da ciò che si vuole dire. Una cosa facile da farsi con il blog appena nato, meno dopo.

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  2. Come ti capisco, sono le mie stesse paranoie. Tutte, compresa quella di Alessandro C.
    E a volte mi chiedo: chi me lo fa fare? Eppure continuo, perché non posso pensare la mia esistenza senza scrivere. Che sia un blog, un racconto o, semplicemente il mio Diario di vita.

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    1. Chi ce lo fa fare? Forse il fatto che ci piace scrivere, appunto... :)

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  3. Il primo punto lo condividiamo: per anni non me n'è importato nulla delle visite, anche data la genesi abbastanza strana del mio blog.
    Oggi deve importarmene, invece, perché -nonostante rimanga una sorta di gioco- mi sento investito quasi di una certa responsabilità: verso quel che scrivo, verso quel propongo. E' venuto tutto da sé, voglio cercare di deludere il meno possibile il mio lettore :)
    Per il resto, un buon calendario editoriale aiuta. Io ho un taccuino dove appunto ogni idea, e spesso mi creo un piccolo serbatoio di post pronti ad essere pubblicati^^

    Moz-

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    1. Le cose cambiano per forza, quando arrivano i lettori. Tu ti fai un'idea aprendo il blog, poi ti accorgi che ti stai rivolgendo a persone che la vedono diversamente. E da qui scattano le ansie :)
      Eh, hai ragione, dovrei farmi anche io un serbatoio a cui attingere...

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    2. Più che ansia, per me diventa una bella sfida (sempre giocosa^^)

      Moz-

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  4. Quando hai un tuo pubblico, come nel tuo caso, la prima ansia è superata.
    La mancanza di idee è una paranoia che ho anche io, pur avendo tanti appunti qui e là.
    D'accordo per il minimo di ordine: è una delle prerogative del blogging.

    Qualche volta ho pensato anche io alla 4: ma qui tu non stai facendo la prof, né lo faccio io nel mio blog. Scriviamo della nostra esperienza e delle nostre riflessioni sulla scrittura.

    5: è inevitabile. Ma non importa: basta che le scrivi dal tuo punto di vista. Io, quando prendo idee da altri, li cito nel post. È successo varie volte.

    6: può succedere. Io, per farti un esempio, ho scritto "Come scrivere un ottimo post", "Come scrivere un buon post" e "Come scrivere un post: la guida definitiva" :)
    Basta che scrivi cose diverse ma, soprattutto, basta che li scrivi in modo spontaneo senza renderti conto di aver già scritto quelle cose, come è accaduto a me.

    7: infischiatene. Tanto accadrà sempre che quello che scrivi può urtare qualcuno. Peggio per lui, dico io. L'importante è non scrivere con il proposito di offendere. Io ero indeciso, tempo fa, se scrivere o meno il post sui libri tabù, per il timore di scatenare accuse o chissà cosa. Alla fine l'ho scritto.

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    1. Sì, certe paranoie vanno accantonate e basta. D'altra parte a farsi troppi problemi, non si scrive più nulla. Mi piace l'idea della spontaneità di cui hai parlato, l'applicherò più spesso :)

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  5. Il punto 2 è quello più paranoico per me.
    Nei blog che frequento in pratica si è già parlato di tutto (o quasi) e quindi di conseguenza può nascere la paura di scrivere di cose già dette o ripetute (punti 5 e 6), tuttavia sono speranzoso del fatto, che anche l'ennesima opinione rielaborata dopo tali letture, possa in qualche modo contribuire; ovviamente se non si scende nel plagio ;-)

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    1. Infatti la penso anche io così: quello che diciamo sugli stessi argomenti è sicuramente un punto di vista diverso e quindi utile. Poi ognuno fa esperienze diverse e applica quello che sa a modo suo. Chissà che ne verrebbe fuori se provassimo a scrivere tutti insieme un post su un tema specifico...

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  6. Quando si è titolari di un blog, alla lunga potrebbe scatenarsi la sindrome da social network, cioè pochi commenti = poco interesse. Il che non è così, perché conosco tantissime persone che mi leggono, ma che non commentano per timidezza o perché, piuttosto che lasciare un commento banale, non lo lasciano del tutto. Io stessa non commento sempre i post altrui.

    L'altra sindrome da social network che potrebbe scatenarsi è: "come mai nessuno commenta dopo un nano secondo dalla pubblicazione?" La risposta è semplice: semplicemente perché la stragrande maggioranza delle persone è in giro a guadagnarsi la pagnotta o è semplicemente troppo stanca per leggere e commentare!

    Per me gestire un blog è comunque bellissimo, perché scrivo quello che voglio e nella forma che voglio, pazienza se sono argomenti poco popolari. Anche questa è una forma di libertà.

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    1. Dici bene, non ci si può aspettare gli stessi comportamenti dei social, questo è un mondo diverso. Tra l'altro anche a me è capitato che persone mi scrivessero dicendo: ti leggo sempre ma non commento mai. E io stessa non commento dappertutto.
      La libertà sugli argomenti è assolutamente alla base del bloggare :)

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  7. Condivido quasi tutte le tue paure... Forse manca il punto 5, perché tratto argomenti di cui non si parla spesso sui blog. Ma, a maggior ragione perché non ho ancora trovato altri blog come il mio, mi chiedo: sarò in grado di scrivere qualcosa di sensato? Interesserà a qualcuno quello che scrivo?
    Di solito, cerco di scrivere post su quello che sarebbe servito sapere a me, durante le mie esperienze teatrali, ma che non trovavo spiegato da nessuna parte... Oppure su opere teatrali o riflessioni che a me sembrano interessanti, quindi spero che lo saranno anche per altri.

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    1. Insomma, sei un'esploratrice di un territorio nuovo? :D
      Il tuo approccio per cercare i temi è interessante, chissà se si può applicare anche alla scrittura: scrivere ciò che vorremmo aver trovato noi stessi i un post. Ci penserò.

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  8. Le uniche due paranoie del tuo elenco che mi hanno riguardato finora sono la 1 e la 3. Per il resto ho un atteggiamento piuttosto rilassato nei confronti della mia attività di blogger.
    Poi non so se sia un metro giusto per valutare la qualità del mio lavoro, ma su quasi ogni argomento che ho trattato nel blog ho almeno un post elencato nella prima pagina di google. E di solito è l'unico in lingua italiana.

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    1. Avere un atteggiamento rilassato è un'ottima cosa, sono io che sono ansiosa per natura :)
      Essere nella prima pagina di ricerca di google con gli argomenti trattati penso anche io che sia un buon segno!

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  9. 3 le mia paranoie a riguardo:
    - non venir letta (credo sia la + comune)
    - eventuali problemi tecnico informatici sulla piattaforma (è capitato + volte)
    - essere considerata maleducata perchè non sempre rispondo ai commenti, posizione che ho già chiarito in realtà più volte.
    Tutto sommato però mi sento abbastanza rilassata, tutto sommato è una buona palestra per chi scrive, ma smetto quando voglio. Bacione

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    1. Problemi tecnici per ora non ne ho avuti (oddio, speriamo non siano le ultime parole famose), però posso capirli perché questi sono spazi dei quali non abbiamo il pieno controllo.
      Sì, un blog è un'ottima palestra per tanti motivi e questo già basterebbe come motivazione per continuare.

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  10. Più che vere e proprie paranoie (perché quelle sono riservate al mio romanzo) si tratta più che altro di piccoli timori. Il più importante? Quello di non riuscire a scrivere il post in programma per mancanza di tempo, o di scriverlo male a causa della stanchezza. Siccome anche per me è importante mantenere due aggiornamenti settimanali ed essere costante (anche se so che non succederebbe niente se dovessi saltare una volta) tendo ad agitarmi moltissimo. E qui si scivola in un’altra paura: quella che i lettori pensino che io non sappia scrivere!
    Un altro timore è di essere banale, oppure di dire cose scontate. E di dilungarmi troppo. Sono prolissa e ne sono consapevole.

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    1. La paura di essere banale mi prende ogni volta. Anche perché l'intento iniziale del blog era parlare di scrittura a chi non ne sapeva nulla. E poi siete arrivati voi... :)

      Il timore che i lettori pensino che tu non sappia scrivere? Cancellalo per sempre, te l'ho già detto in altre occasioni che non ha senso!

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  11. Troverò il tempo di scrivere? Ah, questa domanda è per me quanto mai attuale...

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    1. Questa è l'unica paura che può avere un fondamento di verità! Se non si ha oggettivamente tempo, il problema è concreto.

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  12. Tutti dubbi anche miei, a parte l'ultimo, cui non ho mai pensato. Il problema di non ripetere in modo insensato ciò che è già stato detto si è fatto più pressante per me da quando ho conosciuto te, Antonella, Chiara, Lisa, Cristina & co. Vi seguo sempre, perciò come faccio a ignorare il fatto che qualcuno scriva un post sull'argomento che avevo scelto? Lo rimando e lo ripenso, ma intanto devo trovare qualcos'altro. Però finora quel "qualcosa" è sempre spuntato dal nulla. Un po', solo un po', ripetitivi credo che possiamo esserlo, non credi? In fondo parlare di scrittura è anche una sorta di mantra, che tiene compagnia e conforta.

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    1. Sull'essere ripetitivi, penso che tu abbia centrato il punto. Tra l'altro io penso di scrivere di questi argomenti anche per me stessa, perché ogni volta che tratto qualche tema, lo chiarisco prima di tutto a me stessa e in seguito ne faccio un uso più consapevole. Quindi, forse farsi paranoie sul ripetersi o il ripetere cose già dette da altri non ha tanto senso...

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  13. Ehi! Ieri ho commentato ma non vedo il commento online. Sigh.
    Era un commento piuttosto lungo e articolato ma il succo del discorso era che non ti devi preoccupare di non essere letta, perché noi ti seguiamo fedelmente e non ti libererai facilmente di noi... ti stiamo addosso come un gatto attaccato alle palle :)

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    1. Argh!! Un'immagine efficace... :) Grazie, Lisa! Mi sento rincuorata, anche se un po' "artigliata".

      Mi dispiace molto per il tuo commento, avevo appena finito di dire a Sandra che non avevo problemi tecnici! Speriamo non capiti mai più.

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    2. Quella del gatto non l'avevo mai sentita dire in senso positivo! ;)

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  14. Risposte
    1. Non lo saprai mai... d'ora in poi avrai una paranoia in più :)

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  15. Penso che, in momenti diversi, le ho avute tutte... ahaha!

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  16. Risposte
    1. Se perfino tu ti preoccupi di non essere letto, mi tranquillizzo :)

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  17. Dopo il primo post ero sicuro che avrei chiuso il mio blog dopo una settimana per mancanza di argomenti, il punto due. Questa era l'unica paranoia, perché per me scrivere è fatica. Ma da subito mi sono imposto, sembrerà un controsenso per ciò che dirò ora, il divertimento sopra tutto. Post semiseri, niente da dimostrare, nulla da consigliare, spunti e non lezioni di scrittura. Amo la scrittura e ogni giorno scopro blog che l'amano più di me, e la sanno lunga e profonda sull'argomento. Però, in tanti, troppi, si prendono troppo sul serio. Da lì le paranoie. Non sono più blog sulla scrittura, sono dei saggi di scrittura. E questo è un male, bisognerebbe tornare a dei diari personali, ognuno che racconti le sue esperienze, i suoi progressi, le sue cadute letterarie. Invece si parla della trama, dei personaggi e tutto il resto. Allora si diventa tutti uguali e si perde l'anima di carta. Tu non perderla, però: parafrasandoti, scrivi il post che vorresti leggere.

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  18. Hai ragione al 100%. Farò tesoro del tuo consiglio e di quello che hai detto. Ti ringrazio molto :)

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  19. Temo di essere ripetitiva.
    O poco originale.
    Talvolta mi rendo conto di essere l'una e l'altra, ma pazienza.
    Mi meraviglia sempre il fatto che qualcuno possa soffermarsi a leggermi.
    Che possa trovare spunti di riflessione.
    Ovvero offrirmene, lasciandomi il suo punto di vista.
    Procacciatrice di lettori non lo sono mai stata, anche perché non ho nulla da vendere, nemmeno la pubblicità!

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  20. Grazie per avermi lasciato il tuo "punto di vista". La parte più bella di questa attività è proprio il confronto e scoprire che a volte i sentimenti che pensavano solo nostri sono condivisi da altri.

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