Teniamo sotto controllo la nostra privacy
È già un po’ di tempo che provo una certa insofferenza verso Facebook, mentre apprezzo sempre di più altre forme di condivisione come i blog. Facebook assomiglia ai miei occhi sempre più a una rivista che posso sfogliare di tanto in tanto, ma che mi lascia poco dentro, se non spesso una grande noia... In ogni caso, quello che mi rende sempre più perplessa è il modo in cui la nostra privacy viene violata proprio da Facebook, e non solo da lui.
Quando usiamo un social network o la posta elettronica, quando navighiamo o facciamo una qualsiasi attività in rete, infatti, non siamo consapevoli di quante tracce lasciamo dietro di noi e di come queste tracce vengono poi usate.
Oltre a non tutelare i nostri dati personali, i social network, i motori di ricerca, ecc. usano i nostri dati anche per guadagnarci su. La verità è proprio questa: tutto quello che facciamo in rete, ciò che condividiamo, i “mi piace” che lasciamo con leggerezza qua e là, ciò che scriviamo, i siti che visitiamo, le parole che cerchiamo, quello su cui ci attardiamo e così via, tutto questo ha un valore monetario: sono dati preziosi che vengono rivenduti a fini pubblicitari. Insomma, quello che facciamo su Internet non solo non è affatto una faccenda personale, ma ha anche un prezzo.
Scoprire concretamente qual è questo prezzo, in pratica quanto facciamo guadagnare al nostro social network preferito, da ora è possibile. Ma sopratutto è possibile evitare che i nostri dati vengano registrati e rivenduti: a questo fine è stata creata un’estensione chiamata Privacyfix che si integra a Chrome e Firefox. Si tratta di uno strumento in grado di monitorare la maggior parte dei modi in cui veniamo spiati, i mezzi con cui vengono registrate attività, preferenze, gusti e così via. Quello che conta è però che Privacyfix ci dà la possibilità di porre rimedio a questa “fuga di notizie”, suggerendovi quali opzioni settare su Facebook o Google.
Anche se pensate di conoscere bene la rete e i social network, scoprirete che ci sono moltissimi modi attraverso i quali rendiamo disponibili informazioni personali senza rendercene conto. Per esempio, forse non sapete che, anche se non siete soliti fare giochini su Facebook, i vostri contatti che usano queste applicazioni condividono in automatico le vostre informazioni. "Le persone che possono vedere la tue informazioni, possono condividerle con le applicazioni che usano", dice una delle impostazioni. In pratica non è necessario che io autorizzi l'applicazione ad accedere al mio profilo, basta che lo abbia fatto un mio contatto!
Dopo averlo istallato sul browser e avviato, Privacyfix si prenderà circa a un minuto per fare un'analisi e vi dirà passo per passo come disattivare i vari tracciamenti. Si tratta di impostazioni di cui spesso non siamo consapevoli e che questo strumento ci aiuterà a gestire. In alcuni casi ci vorrà un po' di pazienza, ma di certo ne vale la pena.
Certo, non si può avere la sicurezza che PrivacyChoice (che ha creato questa applicazione) non conservi e rivenda a sua volta ciò che ha carpito dal nostro browser, anche se la stessa società afferma che non trasmetterà o condividerà i nostri dati e che "Tutti i calcoli necessari avvengono all’interno del browser utilizzando formule generiche e dati inviati dal nostro server. Gli unici dati che il browser invia al nostro server sono dati tecnici standard (come il vostro indirizzo IP), che prontamente andiamo a eliminare". Auguriamoci che sia così...
Anima di carta
Quando usiamo un social network o la posta elettronica, quando navighiamo o facciamo una qualsiasi attività in rete, infatti, non siamo consapevoli di quante tracce lasciamo dietro di noi e di come queste tracce vengono poi usate.
Oltre a non tutelare i nostri dati personali, i social network, i motori di ricerca, ecc. usano i nostri dati anche per guadagnarci su. La verità è proprio questa: tutto quello che facciamo in rete, ciò che condividiamo, i “mi piace” che lasciamo con leggerezza qua e là, ciò che scriviamo, i siti che visitiamo, le parole che cerchiamo, quello su cui ci attardiamo e così via, tutto questo ha un valore monetario: sono dati preziosi che vengono rivenduti a fini pubblicitari. Insomma, quello che facciamo su Internet non solo non è affatto una faccenda personale, ma ha anche un prezzo.
Scoprire concretamente qual è questo prezzo, in pratica quanto facciamo guadagnare al nostro social network preferito, da ora è possibile. Ma sopratutto è possibile evitare che i nostri dati vengano registrati e rivenduti: a questo fine è stata creata un’estensione chiamata Privacyfix che si integra a Chrome e Firefox. Si tratta di uno strumento in grado di monitorare la maggior parte dei modi in cui veniamo spiati, i mezzi con cui vengono registrate attività, preferenze, gusti e così via. Quello che conta è però che Privacyfix ci dà la possibilità di porre rimedio a questa “fuga di notizie”, suggerendovi quali opzioni settare su Facebook o Google.
Anche se pensate di conoscere bene la rete e i social network, scoprirete che ci sono moltissimi modi attraverso i quali rendiamo disponibili informazioni personali senza rendercene conto. Per esempio, forse non sapete che, anche se non siete soliti fare giochini su Facebook, i vostri contatti che usano queste applicazioni condividono in automatico le vostre informazioni. "Le persone che possono vedere la tue informazioni, possono condividerle con le applicazioni che usano", dice una delle impostazioni. In pratica non è necessario che io autorizzi l'applicazione ad accedere al mio profilo, basta che lo abbia fatto un mio contatto!
Dopo averlo istallato sul browser e avviato, Privacyfix si prenderà circa a un minuto per fare un'analisi e vi dirà passo per passo come disattivare i vari tracciamenti. Si tratta di impostazioni di cui spesso non siamo consapevoli e che questo strumento ci aiuterà a gestire. In alcuni casi ci vorrà un po' di pazienza, ma di certo ne vale la pena.
Certo, non si può avere la sicurezza che PrivacyChoice (che ha creato questa applicazione) non conservi e rivenda a sua volta ciò che ha carpito dal nostro browser, anche se la stessa società afferma che non trasmetterà o condividerà i nostri dati e che "Tutti i calcoli necessari avvengono all’interno del browser utilizzando formule generiche e dati inviati dal nostro server. Gli unici dati che il browser invia al nostro server sono dati tecnici standard (come il vostro indirizzo IP), che prontamente andiamo a eliminare". Auguriamoci che sia così...
Anima di carta
Ciao post molto interessante e completo. Effettivamente navigare in Internet, come ben noto, ci espone a essere spiati.. Io consiglio di utilizzare il programma Malwarebytes, è gratuito e potente. Basta farlo girare ogni tanto per accorgersi di quanta roba "imbarchiamo"...
RispondiEliminaGrazie! Proverò a seguire anche io tuo consiglio. Il problema dei programmi è quello che ti rallentano parecchio, vediamo com'è questo di cui parli...
EliminaNon so, personalmente non mi piace FB, che trovo dispersivo. Quanto ai dati, ho scelto un approccio drastico e infantile. Finché nessuno mi obbliga ad acquistare qualcosa che non voglio o non mi accusa di un reato che non ho commesso, possono osservare e fare statistiche da tutto ciò che metto in rete. Ma mi rendo conto che è un pensiero infantile...
RispondiEliminaNon credo sia un pensiero infantile, ognuno fa le sue scelte. E d'altra parte se ti dà nessun fastidio essere "sotto osservazione" che problema c'è?
Eliminacondivido in pieno
Eliminahttp://sirigupa.blogspot.it
Interessantissimo questo post, non sapevo del programma provacyfix, farò una prova!
RispondiEliminaciao
Elisabetta
grazie! Fammi poi sapere...
RispondiEliminaIn questo non ci trovo niente di strano. Impensabile che uno strumento come la rete sia vergine di commercio e pubblicità! Ovvio che chi naviga queste cose le deve sapere, importante è non divulgare dati sensibili per il resto che ci sia una folla che sbircia sui miei post francamente non mi sposta, è nel conto.
RispondiEliminaMolto interessante!
RispondiEliminagrazie!
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