Come revisionare un romanzo (parte 2)
Penso che ognuno abbia un suo personale stile di scrittura, così come ha il suo proprio modo di presentarsi e di vestire: uno stile unico. Lo stile nasce con il tempo e con la pratica: a un certo punto ci si accorge che si è creato un proprio modo di comunicare, di raccontare. È un processo naturale, quando si dedica molto tempo a scrivere e a leggere.
Naturalmente non si può dire che uno stile sia migliore di un altro, anche se la forma che diamo al nostro modo di comunicare può essere affinata e migliorata.
Per questa ragione, quando abbiamo concluso la revisione del romanzo da un punto di vista della struttura, dei contenuti e della storia, è molto importante rivederlo e correggerlo anche nella forma. E non ha importanza se la storia è un vero capolavoro, se le emozioni che sapete suscitare raggiungono vette insuperabili, non ha importanza se sapete davvero “dipingere con le parole”: la mancanza di cura della sintassi, la sciatteria nella formattazione, un cattivo uso dei verbi, errori ortografici e grammaticali… tutto questo può essere un pessimo biglietto da visita sia per un lettore che per un editore.
Una volta mi è capitato di girare per una fiera del libro e di soffermarmi su alcuni saggi di una casa editrice perché a prima vista mi erano sembrati interessanti. Leggendo la quarta di copertina ho notato però alcuni gravi errori di battitura e di punteggiatura… La sensazione che ne ho ricavato è stata davvero pessima, tanto da decidere di posare subito quei testi.
Bisogna ricordare che anche l’occhio vuole la sua parte!
Dunque, la prima cosa da fare è lasciar passare un po’ di tempo dalla prima stesura e dalla prima revisione. “Dormirci su” può essere utile per distaccarci un po’ e vedere in modo più obiettivo ciò che abbiamo scritto.
Quando è venuto il momento della revisione, stampiamo il libro in un formato che lasci del margine bianco ai lati del foglio, così che ci sia spazio per le annotazioni. A questo punto cominciamo la lettura prestando attenzione a diverse cose.
A questo punto, probabilmente state pensando che revisionare è davvero un lavoro impegnativo e che richiede molto tempo. È vero, ma essere uno scrittore non vuol dire solo creare storie e suscitare emozioni, ma anche saper fare un uso appropriato delle parole…
Infine, c‘è da dire che vi sfuggirà sempre qualcosa, anche se avrete letto il testo mille volte. È un po’ come se il cervello a un certo punto non vedesse più gli errori… Per questo motivo è bene che alla fine facciate leggere il vostro libro a un’altra persona: l’esperienza mi fa dire che un secondo occhio critico è un aiuto preziosissimo!
Anima di carta
Naturalmente non si può dire che uno stile sia migliore di un altro, anche se la forma che diamo al nostro modo di comunicare può essere affinata e migliorata.
Per questa ragione, quando abbiamo concluso la revisione del romanzo da un punto di vista della struttura, dei contenuti e della storia, è molto importante rivederlo e correggerlo anche nella forma. E non ha importanza se la storia è un vero capolavoro, se le emozioni che sapete suscitare raggiungono vette insuperabili, non ha importanza se sapete davvero “dipingere con le parole”: la mancanza di cura della sintassi, la sciatteria nella formattazione, un cattivo uso dei verbi, errori ortografici e grammaticali… tutto questo può essere un pessimo biglietto da visita sia per un lettore che per un editore.
Una volta mi è capitato di girare per una fiera del libro e di soffermarmi su alcuni saggi di una casa editrice perché a prima vista mi erano sembrati interessanti. Leggendo la quarta di copertina ho notato però alcuni gravi errori di battitura e di punteggiatura… La sensazione che ne ho ricavato è stata davvero pessima, tanto da decidere di posare subito quei testi.
Bisogna ricordare che anche l’occhio vuole la sua parte!
Dunque, la prima cosa da fare è lasciar passare un po’ di tempo dalla prima stesura e dalla prima revisione. “Dormirci su” può essere utile per distaccarci un po’ e vedere in modo più obiettivo ciò che abbiamo scritto.
Quando è venuto il momento della revisione, stampiamo il libro in un formato che lasci del margine bianco ai lati del foglio, così che ci sia spazio per le annotazioni. A questo punto cominciamo la lettura prestando attenzione a diverse cose.
- controlliamo che il testo non sia contorto o ridondante. Se qualcosa può essere detta in modo più semplice, perché non farlo?
- controlliamo se il testo scorre, se è abbastanza fluido. A tal fine, può essere utile leggerlo ad alta voce.
- controlliamo che la punteggiatura sia corretta. Attenzione soprattutto all’uso delle virgole, che devono essere al punto giusto.
- tagliamo paragrafi o frasi troppo lunghi. Il testo ha bisogno di aria e i lettori hanno bisogno di prendere fiato di tanto in tanto. Il cosiddetto “testo muro” respinge il lettore!
- colleghiamo insieme frasi troppo corte. A meno che non avete scelto di proposito uno stile “secco”, le frasi eccessivamente brevi rendono meno fluida la lettura.
- facciamo attenzione agli errori ortografici. Il correttore automatico non fa tutto il lavoro e a volte commette errori di valutazione!
- facciamo attenzione agli errori grammaticali. Si presume che se abbiamo deciso di scrivere un libro, conosciamo l’uso dei congiuntivi, dei condizionali e così via. Se non è così, sarà meglio dare una ripassata all’argomento o farci aiutare.
- facciamo attenzione in particolare alla consecutio temporum, cioè all’uso appropriato dei tempi verbali.
- facciamo attenzione alle ripetizioni di parole. Controlliamo di non aver ripetuto a breve distanza una stessa parola. Se è il caso, sostituiamola con un sinonimo.
- facciamo attenzione alla sequenza delle parole in una frase. A volte spostare una parola può fare davvero la differenza.
- eliminiamo i doppi spazi. Uno spazio in più non è certo il più grave degli errori, ma visto che ci siamo…
- eliminiamo l’uso eccessivo degli avverbi e degli aggettivi (meno ce ne sono e meglio è).
- eliminiamo le metafore abusate o poco comprensibili.
A questo punto, probabilmente state pensando che revisionare è davvero un lavoro impegnativo e che richiede molto tempo. È vero, ma essere uno scrittore non vuol dire solo creare storie e suscitare emozioni, ma anche saper fare un uso appropriato delle parole…
Infine, c‘è da dire che vi sfuggirà sempre qualcosa, anche se avrete letto il testo mille volte. È un po’ come se il cervello a un certo punto non vedesse più gli errori… Per questo motivo è bene che alla fine facciate leggere il vostro libro a un’altra persona: l’esperienza mi fa dire che un secondo occhio critico è un aiuto preziosissimo!
Anima di carta
Grazie, ricambio molto volentieri i complimenti, il tuo sito è molto carino e ben curato, e il nome molto accattivante!
RispondiEliminaMi sa che mi stampo il post e lo appenderò in camera vicino alle altre cose... molto utile!!!!
RispondiEliminaBacio,
Cris
Grazie per la fiducia Miss Raw, troppo buona! :)
RispondiEliminaConcordo su tutti i punti! Troppo spesso si trovano testi "sciatti" e la punteggiatura è davvero qualcosa di sconosciuto ai più! :)
RispondiEliminaE hai proprio ragione sull'importanza di avere almeno un parere esterno: io forse ho addirittura esagerato, perché ho sottoposto la prima stesura del romanzo alle mie due cugine e poi, dopo aver tolto tutto ciò che loro avevano giudicato superfluo, l'ho fatto leggere a qualche amica per un giudizio generale sull'intreccio... però melius abundare quam deficere, no?! ;)
Certo, Donatella, il sostegno di chi ci sta accanto per uno scrittore è fondamentale! E trovare qualcuno di cui ci fidiamo al punto di tagliare e modificare quello che abbiamo scritto non ha prezzo :)
RispondiEliminavero! :-)
RispondiEliminaovvio che poi sta a noi decidere se tagliare oppure no: io non ho seguito tutti i loro suggerimenti, perché alcune parti non me la sono sentita di tagliarle... però i loro consigli sono stati preziosissimi!