Anonima Strega presenta “Legione Magica”


Sinossi


Maya è sul tetto di un palazzo, non ha più nulla da perdere, ed è decisa a farla finita. L’apparizione di un uomo bellissimo dalle ali piumate la distrae dal suo proposito e la trascina in un vortice di passione e visioni che al risveglio la lascia senza memoria. Così la rinviene Damien, demone caduto dal passato discutibile e un gran caratteraccio, che si ritrova tuttavia costretto a portarsela dietro in un mondo di creature magiche di cui Maya mai avrebbe immaginato l’esistenza. Entrambi sono interessati a rintracciare l’essere che si è dileguato sul tetto: Damien perché potrebbe guadagnare la redenzione, seppur a costo di vincolarsi ai servizi segreti magici guidati dal potente Magus Jeremiah; Maya perché capisce a poco a poco di non essere la comune mortale che ha sempre creduto, e di essere legata da un ciclo di reincarnazioni irrisolto a questo misterioso Seth di Atlantide, che non pare intenzionato a farsi ritrovare...

Anonima Strega è ospite oggi su Anima di carta per parlarci del suo romanzo “Legione Magica”, pubblicato da poche settimane.

Care consorelle e confratelli,
quando nel giugno nel 2015 ho pubblicato il paranormal “Spettabile Demone” non credevo che sarebbe stato letto da così tante persone, dato che, per background culturale, il nostro paese non è un grande amante di questo genere, più legato al folklore nordico che a quello mediterraneo. Forse perché più ‘normal’ che ‘para’? Forse per il titolo che in due parole diceva tutto? Non so, e neanche sono in grado di spiegarmelo, anche perché il personaggio che ha riscosso più successo è un secondario caratterizzato non certo come uno stinco di santo. La storia era autoconclusiva e così era stata fissata nella mia testa, ma i numerosi messaggi delle lettrici mi hanno convinta a ideare uno spin off che riportasse in vita questo fatidico secondario. Il problema era che non avevo la più pallida idea di come fare, vuoi perché non l’avevo messo in conto, vuoi perché nella mia mente quella storia continuava a finire così. C’erano questi demoni caduti impossibilitati a scrivere a causa di una maledizione, che ingaggiano un’umana per lavorare in vece loro e mettersi in comunicazione con la dimensione di origine, con una richiesta di redenzione. Senza fare spolier, si trattava di un romance, per cui la coppia dei protagonisti aveva il suo tassativo happy end. Ma tutte volevano sapere cosa sarebbe successo al mio Damien, che, per quanto mi riguardava, avrebbe anche potuto continuare a bere, fumare, ascoltare heavy metal e dire parolacce in giro per il nostro pianeta per i cavoli suoi.

La soluzione è arrivata grazie a un personaggio della trilogia sulle streghe che ho pubblicato successivamente: “Le spose della notte.” Jeremiah non è solo il massimo rappresentante dell’Alto Consiglio del mondo magico o del credo esoterico della Cabala (prettamente maschile e d’azione), ma è anche a capo dei servizi segreti magici. È una sorta di burattinaio che tira le fila delle storie facendosi vedere il meno possibile e pertanto si configura pure come una sorta di alter ego dell’autore stesso. Lui ha avuto spesso a che fare con i demoni ed è in contatto con la loro dimensione, per scambi di favori più o meno discutibili, e mi ha suggerito che sarebbe stato in grado di combinare qualcosa per Damien, nel caso si fosse verificata l’opportunità di ottenere qualcosa a sua volta.

I miei protagonisti maschili non sono mai bianchissimi eroi senza macchia, né del tutto neri, li definirei semmai ‘grigi’, ma, se oscuri dovevano essere, era chiaro che prima o poi ne sarebbe arrivato uno nero in tutti i sensi, per quanto gli uomini di colore non vadano per la maggior all’interno del target nostrano.

Nel momento in cui si presenta l’occasione di recapitare una missiva di redenzione per un demone caduto da millenni che non ha più fissa dimora (il suo sito originario di caduta era Atlantide), Jeremiah potrà quindi sguinzagliare i suoi sbirri più fidati (anch’essi provenienti dalle “Spose della notte”) per mettersi alle calcagna dell’Avo Caduto. E a questo punto pure Damien potrebbe avere la sua rivincita, comportandosi bene e dimostrando di aver imparato la lezione.

Ovviamente in mezzo a tutti questi sbirri oscuri ci sarà una donna che dovrà al contempo tirare acqua al suo mulino, perché, se una strega che non sa di essere una strega perde la memoria per ritrovarsi all’interno di un mondo tanto magico e sconosciuto, ci saranno di mezzo un bel po’ di problemini inerenti la fiducia da accordare all’uno o all’altro maschietto.

Ma, si sa, è un romance, quindi l’importante sarà scoprire come sarà possibile sistemare la faccenda.

Che la Dea vi benedica

INCIPIT
L’auto s’inclinò su due ruote prima di rimbalzare su tutte e quattro le sospensioni. Slittò sull’asfalto, sbatté contro qualcosa e in un attimo si bloccò.
Wulfran imprecò contro il volante su cui aveva picchiato la testa e si accertò che il mezzelfo al suo fianco fosse stretto alla maniglia dello sportello. Pareva stralunato, più che impaurito.
Cercò di rianimare la macchina, ma il motore si era ingolfato e lui non riusciva a farlo partire.
Vedeva con la coda dell’occhio che uno dei mostri era ancora appeso alla portiera, il fuoristrada si scuoteva; si sporse fuori dal finestrino, e lo scorse aggrappato alla fiancata, così trasse in un istante il coltello dalla fondina della giacca e glielo fiondò con una capriola in volo dritto in un occhio.
«Il Consiglio voterà per la legittima difesa» mugugnò. «Ma qualcosa mi dice che non è crepato.»
Il motore ruggì, Wulfran spinse sul pedale dell’acceleratore e ripartirono.
Giusto un attimo per sospirare e per controllare nello specchietto retrovisore che sulla sua fronte ci fosse solo un bernoccolo. Ciocche di capelli biondi gli erano sfuggite dai lacci di cuoio, tuttavia la faccia sembrava intatta.
Ma, non fecero in tempo a percorrere alcune decine di metri che, dagli alberi, dal buio, sbucarono altre sagome come quella appena liquidata. Circa una dozzina.

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Il blog dell'autrice: Anonima Strega

Commenti

  1. Non è il genere che preferisco leggere anche se, a suo tempo, ero una grande appassionata della serie "Streghe" ho visto pressocchè tutti gli episodi, i personaggi erano tutti bellissimi, quindi la domanda è: per le tue storie ti sei ispirata per caso a quel telefilm?

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    1. Ciao Giulia, non sono mai stata una grande amante del fantasy da ‘effetto speciale’, motivo per cui non mi sono appassionata neppure a “Streghe.” Le mie storie sono più ‘normal’ che ‘para’ e i miei personaggi si muovono in contesti abbastanza realistici in cui l’apparato stregonico è correlato perlopiù ai poteri delle erbe e dei minerali. I personaggi non sono “bellissimi” – a meno che non si tratti di demoni – e, se ci troviamo di fronte a maghi o alchimisti, per esempio, li vediamo dunque come persone assai comuni. Grazie per esserti soffermata! :)

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  2. Il tema delle streghe è sempre affascinante. Di recente sto lavorando a un capitolo di una letteratura inglese che tratta di "Le streghe" di Roald Dahl, grande autore di libri per ragazzi. Nel suo caso le streghe sono proprio le insegnanti! Anche nel mio romanzo storico di prossima uscita c'è un circolo esoterico piuttosto pericoloso.

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    1. Certo che conosco Dahl! :) In verità la letteratura fantasy è ricolma di insegnanti 'magici.' Basti pensare alla saga di Harry Potter. In fondo, persino gli anziani maghi dell'epic, per i protagonisti sono una sorta di insegnanti, per quanto opere come "Il signore degli anelli" o "La spada di Shannara" non siano ambientati in edifici scolastici standard :)

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  3. Demoni, angeli, streghe... il paranormal romance non è proprio il mio genere.
    A prescindere... in bocca al lupo col nuovo romanzo.

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    1. No, gli angeli non ci sono perché appartengono alla tradizione cattolica. I miei fantasy derivano dal folklore pagano (mediterraneo o nordico che sia). La differenza è specificata nell’autoconclusivo “Il diavolo e la strega.” Non condivido il tuo “a prescindere”, dato che se non abbiamo letto un testo non possiamo sapere se ci piace o meno (basterebbe un incipit), in ogni caso crepi il mannaro! :)

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  4. Sono stata poco presente sul web in questi giorni, quindi ti ringrazio solo ora per la tua partecipazione a queste presentazioni.
    Vorrei farti anche io una domanda. Nonostante il tema fantasy, si intuisce che dietro le tue storie non c'è solo fantasia, quindi vorrei chiederti quali sono le fonti a cui attingi, se fai un lavoro di documentazione, a quali testi ti ispiri, ecc.

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    1. Grazie Maria Teresa! Sì, in effetti l’apparato magico è per me una sorta di sfondo su cui si muovono personaggi che potremmo incontrare anche nella vita di tutti i giorni, per cui le mie ispirazioni sono perlopiù ‘naturali.’ Un po’ come faccio per il mio sito, mi rivolgo a testi o dispense di erboristeria e mineralogia presi un po’ dappertutto, dalle bancarelle delle fiere agli allegati delle riviste di settore. Per me è importante vivere, prima di scrivere, altrimenti le caratterizzazioni e le situazioni risulterebbero poco credibili, e la verosimiglianza è fondamentale anche all’interno di una struttura di genere fantastico; purtroppo c’è ancora chi confonde la fantasia con l’inverosimiglianza, e nei fantasy ci troviamo spesso di fronte ad adulti che parlano e si comportano come bambini :) La mia principale fonte d’ispirazione è dunque (e non paradossalmente) la realtà.

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