Fondamenti di marketing editoriale (parte 3)
Con questa terza parte si conclude la serie di post dedicata ai consigli di Marco Amato sul marketing editoriale, nata da suggerimenti privati che sono stati riproposti in forma di domande-risposte, per chiunque voglia promuovere i propri libri, in ambito self publishing o in collaborazione con un editore.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ricordo che nella prima parte si è parlato della gestione di un blog-sito, nella seconda di Facebook e newsletter, mentre in questo terzo appuntamento si affronteranno questioni di prezzo, recensioni e possibilità di promozione a pagamento.
Nel mercato degli ebook, i prezzi sono altamente variabili. Si va dai 0,99 euro di autori self fino alle cifre da capogiro di alcune case editrici. Secondo te, qual è il prezzo giusto per un libro digitale? E per “giusto” intendo il migliore per ottenere buoni risultati di vendite.
Partiamo dal massimo. A mio giudizio un ebook non dovrebbe mai costare più di 4,99€. Se proprio vogliamo fare un’eccezione, Camilleri può andare a 5,99€.
Con l’ebook il lettore acquista un file, non un prodotto di carta e colori che per arrivare sulle sue mani ha viaggiato fisicamente.
Posto questo, il problema del prezzo giusto è un reale problema di mercato e di tutti i mercati. La legge economica dice che allo scendere del prezzo aumenta la quantità venduta. Quindi più basso è il prezzo, maggiori le vendite. Però minore è il prezzo, minore è il margine di guadagno. Occorre trovare un punto di equilibrio.
Sostanzialmente io consiglio di attenersi ai prezzi che il mercato del self publishing sembra delineare.
Il prezzo centrato è di 2,99€, che rende un profitto di 2,10€ a copia.
Dal prezzo base possiamo scendere a 1,99€ o salire a 3,99€ a seconda delle caratteristiche specifiche del romanzo, dei costi sostenuti, della promozione in corso. A 0.99 conviene mettere le raccolte di racconti o i romanzi brevi. È chiaro che questi sono prezzi orientativi. L’autore libro dopo libro, alla luce della sua esperienza deve cercare di trovare un suo equilibrio. E comunque consiglio sempre di sperimentare.
Parecchi autori scelgono di impostare il prezzo a zero o di offrirlo per alcuni giorni gratis, usufruendo del programma Select di KDP. Tu cosa ne pensi di questa opzione, può essere utile regalare un ebook per farsi conoscere oppure per scalare in fretta le classifiche di Amazon?
Potrebbe essere una buona idea promozionale. Anche se a me non convince molto. Se si accede all’offerta senza una strategia di partenza, o gratis o a pagamento, l’ebook soffrirà lo stesso di invisibilità.
Perché l’offerta dei giorni gratis sia efficace, occorre che la promozione sia coordinata con una strategia di visibilità.
E invece ha senso regalare il libro ai blogger per ottenere delle recensioni?
Ottenere recensioni presso altri blog è ottimo, essenziale. Le recensioni aiutano a ottenere l’effetto che io chiamo di risonanza. Più recensioni si riescono a ottenere, maggiore è la fluidità del romanzo. Più se ne parla, anche in piccoli blog, maggiore è la possibilità che il libro venga intercettato dai lettori e possa godere del passaparola.
Quali altre possibilità valide ci sono di promozione?
La più grande opportunità che in questo momento possa capitare a un autore self publishing è essere selezionato da Amazon fra le offerte del giorno. In questo caso Amazon suggerisce il libro nella sua newsletter e sullo store. In pratica il fortunato ha la possibilità di far arrivare il proprio libro a migliaia di potenziali lettori Amazon. È frequente che i libri selezionati per l’offerta del giorno scalino le classifiche rapidamente. Arrivare in classifica significa godere di ulteriore visibilità. Insomma, senza fare nulla, si potrebbe entrare in un circolo virtuoso che porti il libro fra i lettori veri.
E se è stata creata la struttura autore accennata nel primo guest, se lo scrittore ha avviato un suo ecosistema, ecco che le opportunità per arrivare ai lettori diventano concrete. Come e perché Amazon seleziona i libri per l’offerta del giorno è un mistero. Probabilmente due parametri sono le recensioni positive e la vendibilità del libro misurata dagli algoritmi del sistema.
Per farti comprendere meglio l’argomento, penso che in questi giorni hai sentito nominare Riccardo Bruni con il suo La notte delle Falene. Il romanzo è stato pubblicato da Amazon come editore ed è stato selezionato per il premio Strega. C’è molta discussione in rete sul primo scrittore self publisher che finisce allo Strega
La fortuna di Bruni comincia con l’essere notato da Amazon come libro del giorno.
Se invece volessi puntare sulla promozione a pagamento, cosa mi consiglieresti?
Ci sarebbe il capitolo della sponsorizzazione a pagamento con Facebook, ma occorre investire soldi. Fare pubblicità è un investimento economico diretto. E quindi mette paura. Però in realtà su Facebook si possono spendere cifre minime. Anche poche decine di euro al mese. L’obiettivo minimo dovrebbe essere con le vendite del libro rientrare nelle spese sostenute.
La differenza tra la promozione gratuita e la pubblicità a pagamento è come se nel primo caso, proponessimo il libro ai distratti passanti di una strada. Nel secondo come se proponessimo il libro a potenziali lettori dentro una libreria.
* * *
Ringrazio ancora Marco, anche per la disponibilità a rispondere ai dubbi e alle questioni che sono sorte nei commenti, e tutti coloro che hanno letto e commentato questi post.
Ogni contributo o osservazione a questa terza parte è benvenuto, naturalmente.
A proposito del prezzo, ormai le case editrici si stanno orientando verso i 10 euro (7,99 - 8,99), in alcuni casi il prezzo è davvero vicino al prezzo del cartaceo. Tuttavia io trovo spesso offerte e in genere compro sotto i 3 euro (tanto ho visto che basta aspettare un po' e prima o poi ci arrivano quasi tutti in promozione ;) )
RispondiEliminaUn libro autoprodotto non dovrebbe secondo me salire sopra i 5 euro. Il problema del prezzo basso è però che da la sensazione all'acquirente di un prodotto di qualità inferiore. Ti faccio un esempio reale: anni fa un amico che lavorava in una grossa catena di elettronica mi raccontò che misero uno scanner in offerta a 50 mila lire, e rimasero tutti sullo scaffale, allora il giorno dopo portarono il prezzo a 70 mila lire e sparirono tutti in mezza giornata. Il prezzo giusto, probabilmente, è quello che sta appena sotto il prezzo che l'acquirente considera come adeguato.
Sì, il prezzo è una questione viva. Per dire Sellerio vende Cammileri a 11,90€ il cartaceo e 9,90€ l'ebook.
EliminaIo a 9,90€ non lo comprerei mai un ebook.
Per gli autori in self publishing a mio giudizio non conviene sorpassare la soglia dei 5€.
Ma nemmeno scendere a 0,99.
La percezione del prezzo da parte dell'acquirente è un fenomeno reale.
Infatti le aziende adottato la discriminazione del prezzo nel tentativo di raggiungere con prodotti analoghi target di spesa differenti.
Questo è palese nei televisori. Dove a parità di dimensioni di schermo tra un modello di 500€ e uno di 1.000€ spesso le differenze sono bruscolini. :D
Infatti a quei prezzi comprerei anche io il cartaceo (problemi geografici a parte) però ho imparato che tra sei mesi esce il nuovo romanzo di Camilleri e per lanciarlo meglio mettono il vecchio a 3,99 in offerta (e magari quello dell'anno prima a 1,99) io aspetto, sono paziente, e di roba da leggere non me ne manca :D
EliminaPotresti scriverci un guest su tutti i trucchetti per risparmiare con gli ebook. ;)
EliminaHai appena aperto un blog e già cerchi guest? :D :D :D
EliminaComunque sarebbe un post molto pubblicitario e molto breve :P
Si potrebbe già ragionare parecchio sul solo .99
RispondiElimina"A mio giudizio un ebook non dovrebbe mai costare più di 4,99€. Se proprio vogliamo fare un’eccezione, Camilleri può andare a 5,99€."
Non vedo proprio perchè. E' una contraddizione.
Ciao Marco,
EliminaE' una mia opinione. Che tipo di contraddizione evinci?
Perchè Camilleri dovrebbe costare di più?
EliminaAh ecco. Perché secondo me Camilleri vende così tanto e ha lettori così affezionati che può permettersi il lusso di costare più degli altri. Ma senza esagerare perché per me un ebook è soltanto un insieme di byte.
EliminaSe un e-book per te è soltanto un insieme di byte, è evidente che in un libro vedi solo un prodotto commerciale. A questo punto potrebbe benissimo essere un pelapatate. Difatti avevo evidenziato come prima cosa l'uso del .99, che è piuttosto esemplificativo.
EliminaIo su di un libro vedo solo un prodotto commerciale? La stessa cosa di un pelapatate? Marco mi domando il perché di tanta severità nel tuo giudizio.
EliminaTi chiedo scusa, probabilmente è colpa mia che non sempre riesco a far emergere il mio background culturale.
Io quando stringo fra le mani un libro, nella carta sento le fronde di un albero che per decine d’anni (se non secoli) è stato parte della natura e da vivo e vita è stato segato, trasportato e ridotto in trucioli.
Quando volto la pagina di un libro mi immagino i giganteschi rulli di una cartiera che ruotano forsennati.
Mi immagino le taniche di inchiostro e la stamperia che imprime le parole sulla carta. Vedo la colla e una copertina che si integra come per magia. Sento i camion che trasportano e distribuiscono i libri.
Vedo librai che smistano e accatastano e vedo me lettore che afferra il tomo e lo compra.
Il libro cartaceo è il frutto di un ecosistema di vita terrestre e di parole che rende quel numero di pagine un’esperienza unica.
Ma un libro è anche qualcosa di più di questo. Sono le emozioni dei libri ingialliti di quando ero bambino, oppure i libri di mia nonna sopravvissuti, vere reliquie dei tempi.
Sui libri trovo i ricordi struggenti di una dedica di una persona che adesso non c’è più.
Il libro è un oggetto fisico tangibile che paradossalmente durerà per più tempo di un ebook. È più facile smarrire password, o subire il guasto di un dispositivo o dell'intero computer, oppure che i formati diventino obsoleti. Un libro di carta è molto più difficile che si distrugga. Può durare secoli.
Quindi lasciamelo dire, il server di uno store online processa byte, migliaia di ebook al secondo e vende a chi acquista un bene immateriale e non si sa quanto durevole.
Ti sembra che questo mio background abbia a che fare col pelapatate?
Piuttosto, visto che questi sono post che Maria Teresa ha voluto realizzare nella voglia di aiutare altri nel difficile compito di promuovere i propri libri, sto seguendo con attenzione il tuo Arcani Tour. Perché non aiuti anche tu gli altri. Il tuo gesto generoso sarebbe utile. Questo tour che hai organizzato è bellissimo a livello umano, tante interazioni positive nei commenti, ma è anche efficace nelle vendite? Hai venduto qualche copia in più? Che considerazioni ne trai?
Ho visto che il tuo editore GDS vende la maggior parte dei suoi ebook a 0,99€. Anche i tuoi. Che consigli diretti puoi darci, alla luce della tua esperienza?
Che poi anche il pelapatate ha la sua dignità, pensa tutti quei giovani pirati senza :P
Eliminaahah vero, senza il pelapatate la narrativa marinaresca andrebbe a farsi friggere! :D
EliminaP.s. a proposito di frittura, ehm... di narrativa marinaresca. Come lettura d'ombrellone ho preso tre romanzi di Patrick O'Brian. Tu hai letto la serie del capitano Aubrey?
No, ehm, non lo conosco. Poi mi dici ;)
EliminaIo sì! Li ho letti tutti... mi manca solo l'ultimo che è stato pubblicato postumo. :-) Bellissimi, tra i miei preferiti.
EliminaIo mi sono avvicinato all'autore vedendo il film Master & Commander, con Russell Crowe. So che è tratto da alcuni romanzi di O'Brian. Ho un romanzo in mente da anni sul periodo delle grandi scoperte geografiche ed ho proprio la voglia di leggere narrativa di mare. Sono certo che anch'io amerò la serie.
EliminaIo ritengo che il libro non sia un oggetto fisico. Fisico ne è il supporto, carta inchiostrata o biossido di silicio serigrafato da laser, un libro sono idee e le idee non hanno realtà concreta. Quando compri un libro il prezzo è quello del supporto fisico, ma le idee, le storie, le emozioni... a quelle forse che puoi dare un prezzo? Un libro è una gestalt, qualcosa di più di un insieme di pagine o di byte. E' il mio pensiero, ma non era mia intenzione dare avvio a polemica o essere severo, scusami.
EliminaSul prezzo degli e-book non so che dirti: lo decide l'editore. Appena uscito (10 mesi fa) era 2,49 oggi è 0,99.
Provo a risponderti per quanto riguarda la questione Tour. Intanto mi dici che lo stai seguendo con attenzione. Segui, ma non partecipi. Guardi, ma non commenti. Osservi, ma non intervieni. Come molti frequentatori abituali di quei blog. Perché? Io sono giunto alla conclusione che le persone in un blog non cerchino contenuti, bensì contenitori. Non informazioni, ma relazioni, col blogger di casa con cui hanno da tempo stabilito mutui rapporti di scambio. Mi chiedi perché non aiuto anche gli altri? Perchè agli altri non interessa. Vai sul blog di Chiara Solerio: c'è un mio post che parla di scrittura, di idee alternative, che pone riflessioni su regole e creatività. E' stato pubblicato da 48 ore e l'hanno commentato in tre. E parliamo di un blog che si aggira mediamente sui 40-50 commenti.
Mi chiedi poi se è efficace nelle vendite. E' difficile a dirsi, le rendicontazioni arriveranno il prossimo anno, ma tra questa e le altre iniziative che ho promosso (blog, interviste, passaparola, contest, estratti pubblicitari) qualche copia in più c'è stata. Potrebbe essere di più, ma meglio che niente.
In effetti il tour era anche un'occasione incredibile per conoscere blog diversi, creare legami lungo la blogosfera, sarebbe stato magnifico che chi le persone ci fossero salite a bordo per esplorare nuovi blog e conoscere nuove persone. Invece ognuno rimane arroccato nel proprio porto. O a guardare la nave far scalo, aspettando che sia ripartita per tornare alle solite attività: andato finalmente via l'ospite si può tornare alla routine col padrone di casa. Però prova a metterci la parola Award e vedi la differenza...
Non dico che non abbia avuto soddisfazioni, però sono stanco di certe logiche. Ieri ho provato a coinvolgere qualche altro blogger (gente che seguo da mesi, anni, alle cui iniziative partecipo regolarmente): non mi hanno nemmeno degnato di risposta. Uno mi ha messo un +1. E basta.
Sia chiaro, non ce l'ho con te, però mi hai chiesto di questa cosa e quindi ti rispondo in maniera onesta e forse impopolare su come stanno le cose. Sono molto amareggiato in questi giorni.
Grazie per la testimonianza Marco.
EliminaCondivido molto di quel che hai detto.
Riguardo a me, leggo con interesse tanti blog, ma commento poco a prescindere.
"Non informazioni, ma relazioni, col blogger di casa con cui hanno da tempo stabilito mutui rapporti di scambio"
EliminaForse perchè è sbagliato il target del blog a cui ti appoggi rispetto al target che vuoi raggiungere.
Se un blog ha come pubblico altri scrittori e self-publisher, non hanno nè tempo di commentare su tutti i blog dove passano, rischierebbe di diventare un lavoro, divertente ma non remunerato. Occorre rivolgersi a blog che hanno lettori come pubblico, lettori non-scrittori non-blogger. Il problema è che quelli ci sono, eccome se ci sono, ma non commentano. Non sono affini all'uso dei commenti, han paura di scrivere cavolate, magari leggono da smartphone ed il blog non è ottimizzato per i commenti da lì. Sono quelli che valgono, come acquirenti, ma sono quelli più difficili da stanare.
L'idea di Marco Lazzara è molto bella e originale, ma forse hanno ragione Marco Amato e Barbara sul fatto che il target non è quello giusto. Purtroppo è un triste dato di fatto che i nostri blog che si occupano soprattutto di scrittura hanno un pubblico che è poco interessato all'acquisto di libri.
EliminaInoltre, c'è da dire che i guest post vengono per loro natura considerati poco, io lo vedo dalle statistiche, oltre che dai commenti. I lettori sono prevenuti o leggono e non commentano perché si sentono meno a loro agio.
Dalla mia personale esperienza direi che un guest post non serve né a vendere né a farsi conoscere come autore o blogger, a meno che non sia frequentatissimo.
Eh Marco, tu dici "leggo molto, ma commento poco". Pensa cosa ne sarebbe stato del tuo guest-post se qui si fosse adottato lo stesso ragionamento.
EliminaIl mio tour aveva una doppia valenza. Quella promozionale direi che è stata raggiunta, è come la pubblicità dei libri che si trova nei giornali, quindi raggiunge i potenziali acquirenti. E di questi non ho bisogno di alcun feedback nell'immediato.
Ma d'altra parte sono anche dei guest-post, quindi c'è anche una valenza social, che a mio parere è stata raggiunta solo in parte, per i motivi evidenziati nei commenti precedenti.
Concordo che i blog di scrittura abbiano commentatori che si occupano di scrittura, e questo è un loro limite. Allora credo ci si debba porre la domanda di fondo: qual è lo scopo del mio blog? Vetrina per i libri, luogo di discussioni sulla scrittura, o mezzo per interazioni sociali? E da lì farsi due ragionamenti.
Detto questo, so bene che i guest-post sono sempre un azzardo, anche quando la tematica è affine a quella del blog, ma rimango dell'idea che aprirsi agli altri porti a una crescita, mentre chiudersi a riccio inaridisca.
L'accesso all'offerta del giorno, da quanto ne so, è su domanda, poi forse Amazon selezioni altri libri in base alle vendite. Nel mio caso il mio editore propose il mio libro (è una pratica abbastanza consueta in goWare) e fu accettata, goWare ha trattato per avere maggior visibilità con Amazon e i risultati si sono visti. Quando Kindle Unlimited arrivò in Italia il mio romanzo fu messo nell'immagine per il lancio e più sotto proposto per l'acquisto vicino a Harry Potter! :D
RispondiEliminaPersonalmente non metterei mai un romanzo in vendita a 99 cent. se non appunto per un periodo molto ma molto limitato di tempo, è uno svendersi che non condivido affatto.
Un bacio Marco! Sandra
GoWare come editore sicuramente usufruisce di corsie preferenziali, tanto di guadagnato per gli autori in scuderia.
EliminaPurtroppo noi del self pubblishing siamo il brutto anatroccolo della pubblicazione. Per noi la selezione è a chiamata. :D
Un grande abbraccio. ;)
Quando faccio questo tipo di ragionamenti, mi sento Doctor Jekyll e Mister Hyde.
RispondiEliminaJekyll: Un ebook non può costare 0,99 euro, è svendere il proprio lavoro di autori! Ci metto 5 anni a scrivere un libro e poi lo vendo a meno di un caffè?
Hyde: Beh, a 0,99 te lo compro anche, ma se lo metti in vendita a 5 euro, faccio prima a tirarlo giù col mulo e tanti saluti, vedi tu.
Jekyll: Eh, ma allora vedi che l'ebook soffre del cancro della pirateria? Le case editrici chiedono anche 12 euro, come il cartaceo, perchè il cartaceo non li pirati, un file si! Si paga per tutte le copie clandestine!
Hyde: Il cartaceo lo puoi rivendere all'infinito come libro usato, ripigliandoti almeno la metà del costo, con un cavolo di file non ti ci pulisci nemmeno il....
Non lo puoi nemmeno scambiare con gli amici, a meno di scambiarsi un ereader con 700 libri al colpo!
Jekyll: Ma il cartaceo, che costa di più, si deteriora! Mentre il file no!
Hyde: Proviamo a vedere che succede se ti casca il kindle per terra?!
Jekyll: Beh insomma, spendete 8 euro per 2 ore di cinema, senza portarvi a casa niente, e vi scocciano 2 euro per un ebook?
Hyde: Il cinema? Ah si, ne ho sentito parlare...
(e niente...nessuno dei due la spunta...)
Quanto hanno ragione entrambi!
RispondiEliminaIl libro con la pirateria si gioca la sopravvivenza, ed è quel che non hanno capito gli editori che ragionano da ottusangoli. Perché l'ebook pirata lo si ricerca non solo se l'ebook costa 10 euro, ma anche se il cartaceo ne costa 18 o 20.
Gli editori che si affannano a boicottare l'ebook a me sembrano gli Amish che dicono che la carrozza è santa e l'automobile è il diavolo. Ma non si sono accorti che ormai l'umanità utilizza schermi digitali in ogni formato e condizione?
Come prezzo 2,99 € mi sembrano un buon compromesso per un autore non conosciuto. I 99 centesimi non so, mi sembrano non solo un po' auto-offensivi, ma anche sterili. "Massì, a 99 centesimi lo prendo." E poi non lo leggo, e fine del passaparola. Una copia l'autore l'ha venduta, ma finisce tutto lì.
RispondiEliminaSì, pare che 2,99€, negli Stati Uniti 2,99$ (con i dovuti rapporti di cambio), pare che questo sia il prezzo medio che tende ad affermarsi.
EliminaGrazie infinite di questo terzo post, Marco, e di aver condiviso le tue riflessioni. Non esprimo giudizi sull'opportunità di un prezzo anziché di un altro in quanto le strategie commerciali sono per me più misteriose della lingua sumera. Ricordo solo di aver letto un articolo di un mese fa in cui l'ebook è in netto calo nella patria del digitale, cioè gli Stati Uniti, persino tra le giovani generazioni. A quanto pare gli uccelli del malaugurio che pronosticavano la morte del libro di carta hanno sbagliato clamorosamente.
RispondiEliminaCome lettrice, di fronte a certi prezzi per un ebook di 9 e passa euro (parlo naturalmente di autori noti), preferisco aspettare il buon usato cartaceo da 3 euro. In Italia mi sembra che siamo partiti bene e poi siamo finiti malissimo.
Grazie a te Cristina.
EliminaSì il calo degli ebook c'è stato negli Stati Uniti, ma il dato non è stato riportato correttamente.
Perché sono diminuiti gli ebook venduti dai cosiddetti Big Five (i cinque colossi editoriali americani) ma nel contempo sono aumentate le vendite degli autori in self publishing. Il saldo della vendita degli ebook negli Stati Uniti è in crescita.
In pratica lì cosa è avvenuto/sta avvenendo?
Negli Stati Uniti gli editori e Amazon fino all'anno scorso erano in guerra. Il contendere era il prezzo di vendita degli ebook. Amazon imponeva un prezzo sotto i 10 dollari. I Big Five volevano la libertà di imporre loro il prezzo di copertina. Vinsero gli editori che spostarono il prezzo degli ebook sopra i 10 dollari.
Per farti un esempio lampante. Se vai su Amazon.com e cerchi End of Watch, l'ultimo romanzo di Stephen King, lo trovi a 18$ in Hardcover, 15,30$ in paperback, e 16,96$ per il Kindle.
Proprio così, incredibile, l'ebook costa più del paperback cartaceo!
Il risultato è evidente. Gli ebook venduti da Simon and Schuster (appunto un big five) crollano a favore del cartaceo (e aggiungerei a favore della pirateria).
Il boicottaggio dei grandi editori verso l'ebook (ed Amazon) è netto in questo momento.
Il risultato? Boom del self publishing che a 2,99$ propongo storie sempre più professionali (ovvero con editing e correzione bozze) a avvincenti.
E i media italiani poco attenti al self publishing si sono ritrovati a pubblicare report alquanto forvianti. Questa è la storia. :D
Aggiungo solo, e credo di averlo già detto altrove, che le statistiche - soprattutto quelle dei Big Five - non includono i libri senza ISBN... che sono sempre di più!
Elimina@Cristina, non posso mettere il link e non so se leggi l'inglese, comunque c'è un bell'articolo di Jane Friedman (che dovrei tradurre nei prossimi giorni) su questo tema, pubblicato sul suo blog il 6 giugno. Ecco come inizia: "I belong to a wide range of Facebook groups and follow a lot of media news, and few things are more frustrating than people who celebrate the apparent “resurgence” of print and the comeback of independent bookstores as some kind of “win” over ebooks and digital media. Most of it is wishful thinking rather than an understanding of what’s actually happening out there. "
Elimina"Appartengo a una vasta gamma di gruppi su Facebook e leggo molte notizie su diversi media, e poche cose sono più frustranti di tutti coloro che celebrano l'apparente "Risorgimento" della carta stampata e il ritorno delle librerie indipendenti come una sorta di vittoria sugli ebook e sui mezzi di comunicazione digitali. Per la maggior parte si tratta di opinioni piene di desiderio, piuttosto che della comprensioni di ciò che sta accadendo là fuori". (traduzione fatta molto alla veloce)
Seguono grafici ed esempi. Spero di riuscire a pubblicare la traduzione a breve :)
Serena, se vuoi mettere il link non c'è problema, di certo non lo considero spam in questo caso ;)
EliminaSì :) pensavo ci fosse anche tipo un blocco automatico. Ecco l'articolo:
Eliminahttps://janefriedman.com/myth-print-coming-back-bookstores-rise/
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina@Serena: sì, lavoro ogni giorno con l'inglese quindi lo mastico piuttosto bene. Grazie per il link all'articolo, andrò senz'altro a leggere. :-)
EliminaYep! :) Poi ne parliamo qua in giro ;-)
EliminaBisogna distinguere secondo me se la pubblicazione serve solo per farsi conoscere e far girare il nome oppure no.
RispondiEliminaMoccia, quello dei tre metri sopra il cielo, iniziò facendo le fotocopie del suo libro e distribuendole davanti alle scuole (all'epoca non c'erano ancora gli e-book). Per cambiare genere c'è poi il caso Photoshop. Quando si decise di lanciare le prime versioni del programma, le copie private si trovavano dovunque. Era stesso la Adobe (sua ideatrice) che le faceva circolare. Oggi si copia sempre di stramacchio ma è più difficile trovarlo. Stesso fu anche per Windows.
In sostanza io credo che se ci si vuole solo fare pubblicità, il libro lo si può anche regalare. Poi il prossimo lo si mette in vendita (sperando bene ... ovviamente). In particolare un e-book che alla fine non ha praticamente costi.
Personalmente sono anche contrario all'idea dell'e-book. Se abbinato al cartaceo ok ma pubblicare solo in questo formato sminuisce la vera natura del libro. Che è cartaceo, punto. Non credo che per gli e-book succeda la stessa cosa delle foto digitali ovvero che hanno soppiantato la pellicola e la stampa. L'e-book è un complemento, un mezzo ma non un fine. E' uno spot pubblicitario appunto, ma aspetta sempre il seguito delle pagine stampate.
Per quanto riguarda invece il libro di Moccia che ho citato, penso abbia fatto bene a regalarlo. Personalmente non lo avrei letto nemmeno se mi avesse pagato :-)
Uhm.
EliminaMoccia il primo libro l'ha fatto stampare con EAP, pagando i suoi soldini all'epoca. Lui non lo sapeva, ma il libro entrò di prepotenza nelle scuole, dove, non trovando più le poche copie acquistabili, ha iniziato a girare in forma di fotocopie. Nel frattempo è entrato nel mondo delle televisione, nel back office, come autore. Da lì, capite bene che ci sono più contatti per arrivare ad una pubblicazione in Feltrinelli e ad un film con cattleya. Non era sua intenzione regalare il libro e non arrivò al successo per questo, ma per il marketing che ha potuto mettere in campo poi.
Su Photoshop: la sua circolazione in tempi remoti è dovuta al fatto che era l'unico pacchetto decente per il fotoritocco (in coppia con Corel PaintShop Pro). I pacchetti free dell'epoca erano indecenti e non rendevano nemmeno le operazioni basilari.
Oggi c'è Gimp, free e sotto licenza gnu, con centinaia di sviluppatori ed altrettanti plugin scalabili. Non c'è più bisogno di impazzire dietro Photoshop ed ecco perchè non lo si trova più, ma nemmeno più nessuno lo cerca ;)
Sull'uso dell'ebook, quella purtroppo è la tua opinione. Pur rimanendo anch'io fedele al cartaceo, attorno a me vedo kindle nascere come funghi. E colleghi che girano col kindle in tasca. C'è da dire che sono una minoranza, e non fanno lo stesso numero di acquisti della sottoscritta :)
Ps: se devo dirla tutta, Moccia scrive meglio di molti self publisher. Può non piacere il genere, io ne ho parecchi appunti da fargli sulle trame, su alcune scelte semplicistiche, però scrive comunque bene, per il suo target. E vende, ai giovani, il pubblico notoriamente più difficile.
Beh, gimp esiste dal '95 è photoshop è del '90, insomma, non sono proprio coetanei, ma almeno della stessa generazione :D E anzi potrei dire che agli inizi gimp si avvicinava molto di più alle funzionalità di photoshop di adesso. Gimp resta un ottimo software, ma fatica ad essere considerato una vera alternativa. Poi per l'uso di tutti i giorni, tagliare o ridimensionare un'immagine o aggiungere un testo sono entrambi sovradimensionati ;)
EliminaPerò sono andato decisamente fuori tema :D
La maggior parte delle persone che avevano Photoshop nel pc nel '90 lo usavano come una Ferrari per andare a prendere il pane a 200 metri da casa ;)
EliminaBeh, anche adesso ;)
Elimina(che poi nel '90 assomigliava più a paint)
Faccio il programmatore come lavoro da 20 anni ... gimp è nemmeno l'ultima virgola di photoshop, professionalmente serve a ben poco. Utilizzare photoshop bene è possibile se lo fai per lavoro ovviamente altrimenti uno vale l'altro per cui gimp (che è free) va bene lo stesso. Del resto se un software lo si paga è normale che faccia di più di uno free: c'è lavoro e ricerca alle sue spalle, fatica e sudore di tanti programmatori. Su Moccia sono felice che piaccia ... c'è da dire che lui mi sembra avesse il papà che lavorava in una casa di produzione cinematografica. Il suo interesse più che il libro secondo me era di vendere il soggetto per farne un film. Ma se prima il libro non glielo pubblicavano mi sa che era difficile. Per cui continuo a pensare che le fotocopie le faceva lui e si metteva sotto scuola a distribuirle. Poi magari non sarà vero però a pensar male spesso ci si azzecca (scherzo... ma detesto Moccia, dal profondo del cuore)
EliminaConfermato ... Federico Moccia è il figlio di Pipolo del duo Castellano & Pipolo (sceneggiatori e autori). Prima di essere scrittore il Moccia ha esordito con due film (aiutato dal paparino) che passarono quasi inosservati. Per continuare la sua carriera di sceneggiatore gli serviva mettere su un libro altrimenti la casa di produzione cinematografica non se lo filava più (nonostante il papà). Fu così che nacque Tre metri sopra il cielo.
EliminaAnch'io lavoro nell'informatica da 20 anni, di cui i primi 5 da web designer, anche se in casa Corel, non Adobe. :)
EliminaGimp "professionalmente serve a ben poco": dipende dalla professione. Ripeto, che magari non s'è capito: una volta c'era solo Photoshop, gente che giocava con keygen e crack pur di dire "c'ho anch'io photoshop!" (che ai professionisti la copia piratata non serve). Ora scaricano Gimp e fanno ne più ne meno di quel che facevano allora.
Su Moccia: si, negli anni hanno infarcito wikipedia di molte informazioni, ma basta chiedere ad un liceale dell'epoca (30 anni o poco più ora, la generazione di mia sorella) se non è vera la storia che girava in fotocopie e che no, non c'era l'omino pelato che le distribuiva all'entrata. Semplicemente il libro piace. Come quelli di Volo. Facciamocene una ragione.
Attenzione però che se regali poi la gente si aspetterà che tu regali sempre. Se valuti il tuo prodotto un euro poi la gentee vorrà sempre pagare solo un euro. Credo (ma non sono un esperto di marketing) che sia preferibile deciere un prezzo un po' più alto e poi mettere il libro in promozione (anche gratuita). L'acquirente penserà di comprare qualcosa che vale cinque euro e di fare l'affarone.
RispondiEliminaP.S. Chi l'ha detto che il libro è cartaceo? Le storie esistevano prima dell'invenzione della carta e continueranno a esistere quando la carta non esisterà più. Il libro è un insieme di segni che rappresentano suoni. La carta è solo un modo di conservare quei segni, uno dei tanti ;)
Io mi sono sempre chiesto che senso abbiano prezzi come 0.99, 2,99, ecc. Ma che problema avrà un ebook al costo di 1 euro o 3 euro?
RispondiEliminaBeh, hai ragione. E' il classico prezzo psicologico adottato in tutto il mondo. Ma far cifra tonda, non credo cambi molto.
EliminaBoh, me lo chiedo anch'io, anche perchè arrotondo a mente, però se continuano a farlo vul dire che funziona.
EliminaOk, le storie esistevano sempre e continueranno a esistere ... il modo di raccontarle cambia. Se una storia la si può dire a voce come faceva Omero poi la scriveva. Poi la si può raccontare per immagini, con i film ad esempio. La narrativa scritta ha una sua caratteristica che è quella dei segni, stampati. Ma è prioritario il processo di stampa sul cartaceo, l'e-book non sostituisce ma integra. I processi viaggiano in parallelo e l'uno (e-book) dipende dall'altro perchè non è migliore (come nel caso delle immagini dove il digitale offre potenzialità diverse).
EliminaLa narrativa può esistere solo sul cartaceo. L'e-book è un suo derivato che per esistere necessita del cartaceo, non ha vita a se.
Non capisco che differenza faccia se le parole vengono scritte a mano, stampate come ai tempi di Gutemberg o con una stampa digitale e rappresnetate su uno schermo. Ti potrei rispondere ce la vera narrativa va scritta con la penna stilografica o al massimo con una macchina da scrivere meccanica, e che non è vera narrativa quella scritta con un word processor (vedi come la narrativa oggi nasce prevalentemente digitale?) ma non avrebbe senso. La narrativa è fatta di parole, non di carta. Poi se preferisci leggere su carta per tanti ottimi motivi va bene, ma la carte è solo un supporto.
EliminaHo letto con interesse, ma anche con un po' di distacco, forse ingiustificato. Il mio romanzo, adesso, è un ebook venduto a poco più di un euro, ma credo non mi importi granché. Il mio scopo era vendere, certo, ma forse più all'inizio, a entusiasmo fresco. Sul prezzo giusto non mi sono mai interrogata, nel solito mio pregiudizio che chi si autopubblica non possa allargarsi, poi, tanto, pur riconoscendo valore alla propria opera. Io personalmente sono più invogliata a spendere un euro per una cavolata che dire "ho buttato anche solo tre euro per un'autopubblicazione scadente".
RispondiEliminaE poiché leggo molto, ho parecchi ebook anche di autori affermati per i quali ho speso sette o otto euro, ma l'ho fatto volentieri perché comunque sono più contenta se con la spesa di un libro ne leggo due! :)
Già, per chi legge molto l'ebook può diventare un grande risparmio. E poi gli autori self da poveracci devono costare poco. :D
EliminaBeh, sapete qual è l'ironia di tutto questo discutere di prezzi? Ho deciso di aumentare quello del mio romanzo portandolo a 2,99 euro. Amazon mi ha fatto la modifica ma ha deciso per il momento di mantenerlo scontato a 1,99...
RispondiEliminaEh Amazon, da quel che ho sentito è molto più gentile quando si abbassa il prezzo, rispetto a quando lo si alza. Soprattutto se l'innalzamento si verifica solo nel suo store e nei concorrenti resta più basso. Ma vedrai, prima o poi se ne farà una ragione. :D
EliminaHo appena letto i tre post sul marketing editoriale, davvero molto interessanti. Mi permetto di aggiungere un elemento che non è stato trattato, o forse trattato solo parzialmente: creare sinergie con altri scrittori (che è quello che sto cercando di fare con la lista dei libri dei blogger). Grazie per gli articoli!
RispondiEliminaGrazie a te Andrea.
EliminaIl tuo suggerimento è verissimo, sto seguendo la tua iniziativa e mi sembra davvero ottima.
Probabilmente non ho preso in considerazione questo aspetto perché data la mia natura solitaria e introversa, non si addice alle mie caratteristiche. Però certo, le collaborazioni sono una delle componenti più importanti.
Negli Stati Uniti stanno sperimentando forme articolate e interessanti.
Come suggerire ai lettori della propria pagina fan i lavori dei colleghi. Chiaramente di colleghi di qualità, che si stimano.
Addirittura si creano opere condivise. Antologie di racconti distribuite gratuitamente così da farsi notare in cerchie più ampie.
C'è molto da sperimentare in questo senso, hai ragione.
Approvo il fatto che la cosa debba essere naturale: già qualcuno potrebbe storcere il naso pensando siano "scambi di recensioni", la collaborazione deve essere naturale e sincera. Solo un modo organizzato di fare quello che si sarebbe fatto comunque, senza però dargli il dovuto risalto.
EliminaSempre buona l'idea delle antologie di racconti! :-)
Complimenti, ho letto i 3 "capitoli" di "Fondamenti di marketing editoriale" e li ho trovati molto interessanti. Credo abbiate centrato pienamente l'argomento!
RispondiEliminaGrazie per il tuo apprezzamento, Elisa! E benvenuta da queste parti :)
EliminaFinalmente mi sono letta i tre post con calma e mi sono segnata i consigli di Marco.
RispondiEliminaGrazie per averli condivisi, sono sicuramente utili a tutti noi blogger scribacchini!
Mon Dieu Lisa, ha compiuto la maratona. :D
EliminaSpero solo che dopo tanta fatica almeno un decimo di grammo possa esserti utile.
In gamba e io aspetto il tuo scribacchiare. ;)
Oggi mi sono messo a leggere tutte le "lezioni" di Marco.
RispondiEliminaSolo una cosa. Su Facebook (che consiglio di usare assolutamente) a mio parere è poco efficace la vendita diretta. Personalmente indirizzerei gli utenti interessati ai nostri argomenti, e dunque potenzialmente al nostro libro, su una pagina specifica del nostro blog per poter scaricare, lasciando la loro mail, un capitolo gratuito del nostro libro.
Utilizzerei, inoltre, fortemente anche lo strumento del Retargeting che può essere veramente di una potenza mostruosa :) In poche parole indirizzare un annuncio solo a chi ha visitato almeno una volta il nostro blog (o una pagina specifica del nostro blog, o una pagina ma non un'altra eccetera).
Ciao a tutti e ancora complimenti a Marco :)
Ciao Rod, grazie per il contributo.
EliminaIo non scarterei a priori la vendita diretta. Perché il libro è uno di quei classici prodotti (nobile e culturale) dove l'acquisto d'impulso gioca un ruolo primario.
Che la landing page del blog sia fondamentale concordo con te.
Credo che ogni libro a seconda del genere (un giallo o young adult hanno maggiore reattività rispetto a un mainstream) richieda una specifica strategia. Il che comporta una forte dose di sperimentazione.
Che poi il retargeting e il LAL (Look a Like) siano di una potenza straordinaria concordo con te.
Ma visto che sei passato ne approfitto per porti una domanda. Ancora non mi sono documentato su Amazon, ma a naso direi che non sia possibile.
Che tu sappia durante una campagna sponsorizzata, c'è un modo per poter monitorare col pixel di Facebook lo stato di acquisto su Amazon? Quindi l'Add to cart o il Purchase?
Rod, mi hai dato un'idea strepitosa, grazie! Cercavo proprio un modo per rivitalizzare la mia pagina facebook autrice et voilà ecco la tua idea di regalare, a chi mi da la mail , il primo capitolo gratuitamente del mio romanzo...
RispondiEliminaPotrei addirittura regalarlo a chi si iscrive al blog, cosa ne pensi?
COmunque concordo con te. I suggerimenti di Marco sono preziosi!
Grazie Elena.
EliminaTi aggiungo anche una mia piccola riflessione.
Regalare il primo capitolo a chi si registra al blog o alla newsletter è una buona idea.
Però... io ci vedo un però.
Da parte del lettore iscriversi al blog è un'azione semplice. Lasciare la mail per avere il primo capitolo in lettura un'azione forte. Il punto sostanziale è: il primo capitolo del libro è così tanto prezioso e indispensabile che il lettore si senta motivato a compiere l'azione?
Cioè io quando pubblicherò il mio libro sarò un perfetto sconosciuto. Quanti saranno disposti a lasciare la mail per uno scrittore uguale ad altre migliaia di scrittori sconosciuti?
Qualcuno ci sarà, ma saranno pochi. La maggior parte scorrerà oltre non disposta a lasciare la mail al primo che capita.
Invece io penso che il primo capitolo debba essere dato al lettore subito, senza alcuna azione di ricambio (la mail). Perché più saranno le persone che potranno leggere il primo capitolo senza sforzo, più si avrà la possibilità per il lettore di interessarsi al libro. Infatti questa è la strategia base di Amazon. Chiunque, prima di acquistare può leggere un estratto sullo store o scaricarlo sul Kindle.
Io ad esempio, il primo capitolo lo pubblicherò direttamente sul blog. Non darò nemmeno la pena al lettore di scaricare il pdf col primo capitolo. Un passaggio in più di tre step: scarica - rintraccia il file nella cartella di download - apri e leggi.
La mia è un'opinione. Però come dico sempre, non ci sono cose giuste o sbagliate a priori. Ci sono cose che funzionano al di là dei piani e delle previsioni. Occorre solo avere la pazienza di sperimentare. ;)
Ciao Marco, hai aggiunto un ulteriore elemento alla mia riflessione estiva (ogni tanto bisogna dedicare un pò di tempo a migliorare se stessi, vale anche per il proprio blog!). L'idea mi piaceva perché, specie sulla pagina FB, ho proprio bisogno di individuare uno strumento per generare maggiore interazione... SUlla pagina facebook lo metterò senz'altro.
EliminaSul blog ci penserò. L'idea di pubblicarlo come articolo è interessante, ma ne verrebbe fuori un post decisamente troppo lungo... Inoltre il mio romanzo, così come il mio diario di viaggio a Cuba o la mini guida per parlare in pubblico, sono già tutti pubblicati.
Potrebbe essere dunque il modo per far venire l'appetito ai lettori, che potrebbero scaricare direttamente il mio ebook o ordinare una copia cartacea.
Sono infatti d'accordo con te che un libro si possa (anzi si debba) vendere direttamente dal proprio blog. Ci sono piattaforme utilissime da questo punto d vista ;)
Ciao
In tutti i casi il primo capitolo andrebbe pubblicato come pagina e non come articolo. Cioè deve essere un contenuto facilmente accessibile o dalla home (meglio) oppure dalla pagina del libro.
EliminaCapisco tu sei più avanti di me. Magari hai già un tuo pubblico. Come ti dicevo prova a seguire quel che tu ritieni più corretto a seconda della tua visione. L'importante è avere la consapevolezza d'avere una strategia che possa assestarsi in base agli input che man mano riscontri.
Più avanti di te? Forse con l'età :::)))))
Elimina:D
EliminaIo avendo pubblicato zero libri ho zero lettori. Quindi tecnicamente sei più avanti di me. ;)
Idem, come Marco ;)
EliminaCiao Elena,
RispondiEliminami fa piacere che il mio piccolo consiglio ti possa essere utile.
Personalmente ti consiglio di farlo in cambio della mail: il blog c'è ma domani chissà...invece le mail dei tuoi potenziali lettori saranno tue per sempre :)
Un altra soluzione potrebbe essere quella di pubblicare sul tuo blog il primo capitolo del tuo romanzo...e inserire uno o più link che indirizzano a un'altra pagina del tuo blog dove scaricare il secondo capitolo in cambio della mail :)
Ciao :)
Ho visitato il tuo sito, merita... Grazie Rod a presto
RispondiEliminaTi ringrazio :)
RispondiEliminaA presto.
Forse sbaglierò, ma credo che sia meglio distribuire il più possibile delle anteprime (per esempio un primo capitolo) piuttosto che rendere la cosa difficoltosa. Come lettrice poi io non troverei così vantaggioso lasciare la mia mail in cambio di un capitolo, che tra l'altro posso leggere anche da Amazon con un semplice click. Certo magari si potrebbe pensare a chi rilascia una mail di fornire qualcosa in più... Su questo ci rifletterò visto che per il momento non mi sono ancora decisa ad attivare una newsletter.
RispondiEliminaBeh non è difficoltoso creare una squeeze page ti assicuro :)
RispondiEliminaL'alternativa, comunque, è rendere disponibile per tutti il primo capitolo (o l'anteprima o quello che vuoi) e far scaricare il secondo dopo il rilascio di una mail.
In ogni caso, questo è solo un esempio, di omaggi in cambio di una mail ce ne sono tantissimi (dei video, un breve racconto che non hai pubblicato, una galleria fotografica, eccetera...dipende anche dal genere di cui scrivi).
La cosa fondamentale è in ogni caso attivare la newsletter perché i contatti mail dei tuoi potenziali lettori saranno tuoi e non te li leverà nessuno, mentre per tutto il resto (Wordpress, i Social, Amazon, eccetera) sei e resti comunque un ospite.
Del resto, gli americani (che non sono proprio gli ultimi scemi in fatto di marketing) dicono "The Money is in the List" :)
Ciao