Cosa dovrebbe leggere un aspirante scrittore?

Leggi, leggi, leggi. È il primo consiglio che si dà a chi ha velleità scrittorie. Lo dicevano anche i miei insegnanti a scuola (non che mi facessi pregare per leggere!) e scommetto che anche oggi lo raccomandano per scrivere buoni temi. Il perché di questo suggerimento non è difficile da comprendere. Ma cosa esattamente si dovrebbe leggere? Un testo vale l'altro? Ci sono libri più utili di altri per farci scrivere meglio?

Fino a trent'anni circa io leggevo di tutto, poi ho cominciato a diventare molto selettiva. Oggi la media dei libri letti si è abbassata, non solo per mancanza di tempo, ma soprattutto perché scelgo con più attenzione e sono più analitica. Sono diventata, diciamolo, più schizzinosa. Al di là delle mie abitudini di lettura, che non credo siano da prendere a esempio, credo che chiunque punti a migliorare la sua scrittura dovrebbe scegliere con attenzione con quali testi nutrirla. E così ho provato a ipotizzare quali tipi di letture possano far bene alla scrittura, in particolare per chi vuole creare narrativa. Con la premessa che leggere è e deve restare un piacere!

Libri di qualità


Testi ben scritti, che fanno uso di un lessico appropriato, ben congegnati nella trama e con personaggi ben tratteggiati, sono un buon nutrimento. Al contrario, testi sciatti, che adoperano le parole in modo approssimativo e magari anche pieni di errori, condizionano negativamente ciò che scriveremo. Leggere significa sempre in qualche modo assorbire lo stile, i termini, la voce, le idee dell'autore, sia che ne siamo consapevoli, sia che non ce ne rendiamo conto. Ovviamente non penso che dobbiamo puntare solo a letteratura di alto livello, ma di certo dovremo evitare di nutrirci di libri-spazzatura, a meno che non abbiamo intenzione di produrne uno.

Romanzi dello stesso genere che vogliamo scrivere


Gli autori che scrivono il nostro stesso genere di romanzi sono quelli che dovremo tenere più d'occhio, perché rappresentano in qualche modo "la concorrenza". Inoltre, è importante conoscere ciò che è stato già scritto, quali idee sono ormai abusate, quali sono i cliché del genere, ma anche i punti forti. Ogni genere ha le sue regole, anche se non sono scritte da nessuna parte. Leggere questi testi vuol dire anche conoscere i limiti del genere. Quali sono gli aspetti che di solito difettano in questa tipologia di libri? Rendercene conto potrebbe aiutarci a fare di meglio o persino a esplorare terreni mai visitati.

Libri di autori e generi diversi


Sono del parere che ampliare gli orizzonti aiuti molto. Focalizzarsi troppo su un genere o su un solo autore può portare la nostra scrittura a diventare monotona e povera. Si può imparare molto anche da chi scrive di realtà lontane da quella che vogliamo rappresentare. Inoltre, leggere stili e voci diverse ci dà modo di trovare un nostro personale e indistinguibile modo di esprimerci ed evitare di copiarlo da altri. Anche se abbiamo gusti ben precisi, che si sono orientati verso autori e generi ormai determinati, è bene ogni tanto spaziare. Credo che anche la saggistica abbia il suo valore in questo.

Romanzi da analizzare


Come dicevo su, la lettura è destinata soprattutto a svagarci. Un romanzo però può essere oggetto di studio, senza nulla comunque togliere al piacere di seguire la storia e farsi catturare da quello che succede. Mi sta capitando sempre più spesso di cercare consapevolmente di sezionare quello che leggo, e trovo che sia molto utile. Il modo in cui vengono trattati gli elementi della trama, l'alternanza dei punti di vista, i riferimenti al passato, il modo di strutturare l'intreccio e delineare i personaggi: sono tutte cose che travalicano il genere e che si possono analizzare.
E poi ci sono i libri che ci ispirano davvero, che ci toccano il cuore. Anche quelli servono a scrivere meglio, forse più di tante altre cose.
D'altra parte è possibile imparare molto anche da letture che non ci hanno affatto preso, ma di questo ne parlerò in un prossimo post.

I classici della letteratura


Vedo i libri classici come la musica classica: mi piace ascoltarla ma solo di tanto in tanto, quando sono in uno stato d'animo particolare. Ci sono storie attualissime benché datate, ma è innegabile che la maggior parte dei libri scritti in un altro secolo (o persino meno tempo fa) hanno una prosa molto diversa dalla nostra e a volte si fa fatica, la lettura risulta meno scorrevole. Di solito io abbino uno di questi testi a qualcosa di più moderno. Trovo utile leggere anche classici, perché gli autori di un tempo avevano un modo di esprimersi più preciso e più elegante del nostro. Sempre per il discorso di qualità, leggere classici è un buon modo per assorbire uno stile più curato. E se certi libri hanno superato la prova del tempo, vale senz'altro la pena di conoscerli.
In generale, poi, ci sarebbe da chiedersi se un aspirante scrittore potrà mai diventare un valido autore se non ha mai letto in vita sua nessun Autore con la "A" maiuscola...

Testi per documentarci


Leggo saggistica per interesse personale, ma in certi casi ho dovuto sorbirmi anche letture non particolarmente piacevoli allo scopo di documentarmi per aspetti particolari che volevo inserire nei miei testi. Anche se scegliamo argomenti che conosciamo a fondo, può sempre capitare che serva approfondire qualcosa o farsi una cultura su cose che normalmente non ci verrebbe mai in mente di sapere. La documentazione può essere importante per dare maggiore credibilità e realismo alle nostre storie, non va sottovalutata in nessun genere.

Manuali di scrittura creativa e guide di scrittura


Non vorrei addentrarmi qui nell'annosa questione se i manuali di scrittura sono utili, ma quello che penso è che questo tipo di testi possano fornire strumenti preziosi a chi vuole scrivere, pur con tanti limiti. Forse si può scrivere un buon romanzo anche senza conoscere principi o tecniche di scrittura creativa, ma se questi possono aiutarci a valorizzare ciò che abbiamo da dire, perché non servircene?
Oltre tutto in questo campo ci sono sempre cose da scoprire e conoscere, quindi un buon libro su questi argomenti è sempre da tenere sul comodino.

E voi che suggerimenti di letture avete da dare a chi vuole migliorare la sua scrittura?

Commenti

  1. D'accordo con tutti i punti che hai analizzato, sebbene anche la letteratura di bassa qualità possa servirci a migliorare, se non altro per poterne prender le distanze. A me è capitato di recente di trovarmi fra le mani un romanzo agghiacciante (ne ho anche parlato nel blog) che rappresenta un ottimo esempio di cose da non fare.
    Di classici, purtroppo, ne leggo pochi. Ne ho letti tanti in passato, ma al momento sto un po' languendo. Idem per quel che riguarda i romanzi del genere di cui voglio scrivere, anche perché per il momento è ancora difficile inquadrare il mio manoscritto in una categoria precisa. Potrebbe essere un New Adult? Forse sì. Ma anche un romanzo di formazione. E per certi aspetti anche storico, nonostante l'ambientazione temporale recente. Al momento li leggo tutti e tre. E leggo anche tantissimi thriller: sebbene non abbia mai affrontato quel genere penso che siano fondamentali per una buona costruzione della trama.
    Alla tua lista mi sentirei di aggiungere i libri di auto aiuto, che possono fornire un sostegno per il raggiungimento dei propri obiettivi. :)

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    1. Sì, non si può negare che conoscere la letteratura di bassa qualità aiuta a prendere le distanze, a capire cosa evitare. D'altra parte però io ho poca voglia di perdere tempo con letture di questo genere... diciamo che se compro qualcosa per sbaglio pazienza, ma andarmelo a cercare proprio no!
      Sono d'accordissimo sul leggere i thriller!

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  2. Ho sempre odiato il consiglio e l'imposizione del leggere per forza.
    Scolastico.
    Ma dai.
    Uno legge se ha voglia di farlo, e legge i libri che vuole.
    Odio quel modo di fare scuola, così impersonale.
    I classici si devono conoscere, ma c'è modo e modo.

    In ogni caso il mio consiglio è: fumetti.
    Per imparare il ritmo dei dialoghi, le pause e tutto il resto.

    Moz-

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    1. Concordo, l'imposizione non serve a nulla. Anzi, toglie anche il piacere di leggere!

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    2. Nei fumetti ho trovato parecchi errori grammaticali... No, non puoi scrivere bene se leggi solo fumetti, anche perché un fumetto ha solo dialoghi e a chi scrive serve anche il narrato e tutto il resto.

      Il fumetto è a metà fra un romanzo e un film, alla fine. Per imparare a scrivere bene devi leggere romanzi e saggi, non solo fumetti.

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  3. Personalmente mi piace leggere dei romanzi/racconti che fanno parte dei miei generi di riferimento. In questo caso oltre che costruttivo, diventa anche piacevole. Tuttavia sono d'accordo con MikiMoz sui fumetti: non è la prima volta che mi consigliano di leggere dei fumetti per comprendere il "funzionamento" dei dialoghi!

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    1. Ecco. Io ho imparato molto dai fumetti, per i discorsi diretti e i dialoghi. Sai come dare ritmo e cadenza, impari le pause e gli stacchi :)

      Moz-

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    2. Verissimo, i fumetti sono d'aiuto oltre che molto rilassanti come lettura :)
      A parte i dialoghi e le altre cose che citate, penso che abituino a una certa "economia" nel mostrare una scena, non so come spiegarlo. Diciamo che aiutano a focalizzarci su ciò che conta. Chissà se mi sono spiegata...

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    3. Sì, ho capito benissimo.
      Sono più asciutti :)

      Moz-

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  4. Secondo me manca un'importante categoria: libri che insegnino a leggere, a capire i meccanismi che si celano dietro una storia che funzioni. Si tratta di un obiettivo spesso solo sfiorato dai manuali di scrittura creativa.

    Due titoli su tutti: "L'officina del racconto" e "Come funzionano i romanzi".

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    1. L'argomento mi interessa parecchio e ti ringrazio molto dei due titoli che hai suggerito. Ti farò sapere appena li ho letti :)

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  5. Sono d'accordo con te, leggere non basta. Bisognerebbe leggere con coscienza (Madame Bovary docet) e anche io, come te, ultimamente sono diventata pignola e di gusti difficili.
    Una categoria che mi sento di aggiungere alla tua ricca lista è: libri di scrittori italiani.
    Spesso leggiamo opere straniere tradotte, ma non è la stessa cosa. La costruzione di certe frasi, in italiano, senza il filtro della traduzione, è differente. Leggere buoni libri pensati e scritti in italiano senza dubbio aiuta^^

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    1. Una buona osservazione! Devo ammettere che in questo sono un vero disastro: leggo quasi solo libri stranieri. Però quello che dici ha un senso e se ne dovrebbe tener conto.

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  6. Se leggessi solo romanzi del genere che scrivo, sarei messa molto male. Da quando li hanno etichettati come "romanzi rosa" mi vedo sommersa da Liala, Cartland e Harmony e tremo, senza riuscire a cambiar genere. Anch'io sono d'accordo con Francesca D. e caldeggio gli italiani, per un discorso linguistico e per capire il nostro paese.

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    1. Secondo me ogni genere ha la sua fetta di romanzi banali al limite della spazzatura. A proposito dei rosa, poi, pur non essendo il genere che preferisco, ricordo di aver letto da adolescente storie davvero belle e di un certo spessore (non di pagine!).
      (Comunque, il tuo Ragione e Pentimento è approdato sul mio lettore in questi giorni, appena finito ti scrivo!)

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  7. Razionalmente sono d'accordo su tutto, ma non ragiono proprio così nello scegliere le mie letture. Ho scoperto (e che scoperta!) che ad ammazzarmi il gusto della lettura sono 1) il senso del dovere, 2) la monotonia. Per questo vario il più possibile e seguo l'impulso più che la ragione, con grande soddisfazione; ma ascolto anche i consigli, soprattutto quando riguardano le letture "imperdibili", e spesso mi trovo a ringraziare il consigliere. Credo che quando leggiamo con gusto ne riceviamo qualcosa di buono comunque, anche come scrittori. Il consiglio di leggere autori italiani è molto giusto, perché non è la stessa cosa leggere libri tradotti, anche quando la traduzione è buona. Peccato che io preferisca di gran lunga gli autori stranieri.

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    1. Il dovere ammazza sì il piacere di leggere! Mi viene anche da pensare che leggere di più, con più consapevolezza e scegliendo con più attenzione, siano consigli validi per chi pretende di scrivere senza aver letto granché. E ce ne sono tanti così di aspiranti scrittori... Ma non è il tuo caso, di sicuro :)

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  8. Per quanto mi riguarda, sono una vera macchina da lettura, e ho sempre letto un po' di tutto, con predilezione per i romanzi di un certo livello letterario - tranne il romanzo di spionaggio perché non riesce ad appassionarmi.

    Di recente cerco di leggere autori con uno stile e temi molto diversi dal mio, come Murakami Haruki ad esempio, perché mi sembra che mi arricchiscano enormemente schiudendomi mondi nuovi.

    Ho letto anche romanzi rosa, qualche anno fa ho letto quasi tutta la serie di Georgette Heyer, proprio perché c'è in lei una costante che mi attira enormemente: l'ironia. A parte il linguaggio molto curato e la conoscenza del periodo di cui scrive (la Reggenza inglese), le sue storie sono esilaranti per l'ironia graffiante che mette nell'incontro-scontro tra i due sessi, lo scambio d'identità, le avventure rocambolesche! Davvero storie godibili e di ottimo livello.

    Pur conoscendo e usando l'inglese per lavoro, e ammettendo che sarebbe meglio leggere nella lingua originale, sono pigra e quindi leggo solo romanzi tradotti.

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    1. Leggere un po' di tutto è sempre utile e non si rischia di cristallizzarsi troppo. Io un po' tendo a esagerare perché quando trovo un autore che mi piace, mi faccio prendere dalla smania di leggere tutto quello che ha scritto. Proprio come dicevi tu nel post sui lettori-cannibali :)

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  9. A me è servito molto cominciare leggere autori moderni, mentre fino a poco anni fa leggevo quasi esclusivamente classici. E' servito nel senso che ho capito che dovevo snellire il mio stile, inizialmente troppo carico. Si può dire che il lavoro di revisione del mio romanzo che sto portando faticosamente a termine, durato più di due anni, sia stato più che altro un lavoro di spolpamento del testo.

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    1. Ognuno ha la sua ricetta, insomma! Lo stile di quello che leggiamo in effetti ci condiziona parecchio, io lo noto quando mi immergo in qualche romanzo e subito dopo mi metto a scrivere. Credo sia un processo inconscio e inevitabile.

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  10. Io sono per l'anarchia bulimica. Saltare da Euripide ai Manga senza soluzione di continuità e imparare da tutti.
    Però nella mia bulimia aggiungo anche la saggistica. Non importa l'argomento, purché sia buona saggistica. Facciamo appassionare dalle cose, magari anche dalle più strane. E poi magari ci scriveremo su un romanzo.

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    1. Hai ragione, dalla saggistica arriva un sacco di materiale utile!

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    2. Non posso che essere d'accordo! Molte idee per delle storie le ho prese dai saggi, lo ammetto :)

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  11. Penso di concordare su tutto. Non vedo quelle letture come imposizione, anche se, in fondo, scrivere bene comporta la conoscenza della scrittura e delle tecniche narrative, quindi, al limite, si tratta di un'autoimposizione. Se vuoi imparare a nuotare, allora devi importi di andare in piscina o al mare e provare i vari stili. E così in ogni campo.

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    1. Hai ragione, in effetti si potrebbe vedere la lettura come un "allenamento". Siamo spinti dalla passione e dal piacere, ma a volte implica anche una certa auto-disciplina.

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  12. La ragazza della foto sta leggendo una guida "Lonely Planet", riconoscerei quel format tra mille, per me sono come la Bibbia. Le guide di viaggio contengono tantissime informazioni in pillole sulla cultura, la storia, la geografia, le tradizioni e la lingua di ogni Paese, sono una fonte preziosa per chi vuole scrivere di viaggi o è a caccia di idee originali.
    Per il resto concordo su tutto, sto cercando libri dello stesso argomento di cui vorrei scrivere ma non è impresa facile, essendo letteratura non di genere.
    Il mio romanzo è una storia di ragazze, viaggi, amicizia e amore, ma non voglio che sia sciocca, banale o troppo leggera. Non mi piacerebbe che fosse etichettato come romanzo rosa, o chick-lit, né mi va di leggere decine di storie stile Harmony (senza offese a chi scrive questo genere, questione di gusti...)

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  13. Caspita, che occhio!
    Capisco molto bene il tuo dubbio, anzi ti dirò che anche io ancora non ho trovato nulla che si avvicini totalmente a ciò che scrivo e che vorrei scrivere. Per quanto riguarda il tuo caso specifico, ti auguro di trovare qualche romanzo di riferimento, magari anche tra opere non proprio recentissime. Ho come l'impressione che in questo campo si sia andati un po' degenerando...

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  14. Ho sempre letto un po' di tutto, passando per varie fasi: la fase dei romanzi rosa (che dopo un po' ti rendi conto che son fatti con lo stampino...), la fase degli Agatha Christie, la fase dei classici (da pendolare ho fatto fuori tutta la serie BUR economica a 1000, 2000, 3000, 3500 lire...quando ancora c'erano le lire!), la fase fumetto prima (mio padre mi ha buttato i Diabolik ed i Topolino d'epoca, argh!!!) e manga poi (adesso provate a prenderli, son sottochiave!!), vari thriller a caso successivi all'exploit de Il Codice da Vinci, un po' di saggistica sui templari, altri autori da cui sono stata folgorata (Isabelle Allende, "lo scrittore" per eccellenza Oriana Fallaci, Paulho Coelho), i fantasy più conosciuti.
    Poi ho deposto le armi, conscia che la mia vita non sarà sufficientemente lunga per leggere tutto quello che vorrei. Ed ora mi lascio trasportare dal vento: leggo ciò che il destino mi porta, perchè secondo me un motivo c'è.
    ah si, ho letto anche Moccia, per imparare dai suoi errori. Infatti li compro usati per non aumentare la tiratura (she devil) e poi li riempio di post it per segnalarmi gli errori. Lui è un chiaro esempio del potere del marketing...

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    1. Anche io ho la paura di non avere il tempo per leggere tutto quello che vorrei...
      Certi libri però proprio non ce la faccio a leggerli... imparare dagli errori degli altri va bene, ma a tutto c'è un limite, per quanto mi riguarda!
      Ah, quanto rimpiango la serie dei classici economici. Per fortuna ora ci sono gli e-book :)

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