Organizzare un romanzo


Organizzare un romanzo? Di fronte alla parola organizzare di sicuro qualcuno rabbrividirà, pensando che un romanzo è soprattutto il frutto di un’ispirazione. In parte la penso anche io così. Un romanzo – soprattutto il primo romanzo – è il prodotto di un misterioso non-so-che che ci coglie e ci tiene incollati al computer a scrivere senza sosta, è il prodotto di una vera e propria passione. Però penso anche che la sola ispirazione non basta. Tutto ciò che scriviamo di getto e con impeto, un giorno verrà letto da qualcuno e questo Lettore sarà un perfetto sconosciuto che non avrà pietà per il nostro scritto. A lui interesserà soltanto svagarsi, emozionarsi, lasciarsi travolgere dalla storia. A lui non interesseranno sproloqui noiosi e intimistici, lui vorrà solo arrivare all’ultima pagina e pensare di aver fatto un buon acquisto, vorrà poter pensare di aver letto un bel libro. E per soddisfare questo Lettore l’ispirazione non basta.


C’è un momento per scrivere spinti da un’onda irrefrenabile, da un impulso che trascina ogni parola… Ma c’è anche un momento per fermarsi e chiedersi dove si sta andando.

1) Il tema
L’idea iniziale per scrivere una storia nasce sempre spontaneamente, in mille modi diversi. Può saltare fuori mentre state passeggiando, può nascere da un incontro particolare, da un momento di sofferenza, da un’ossessione, da un interesse o da qualsiasi altra cosa. Sono momenti speciali quelli in cui si viene come fulminati da un’idea e sulla spinta di questa idea si possono anche scrivere pagine e pagine. Poi però bisogna fermarsi e domandarsi: di cosa parla questo libro? È bene darsi sempre una risposta semplice a questa domanda. Avere ben chiaro l’argomento, dunque, è fondamentale.

2) Raccogliere informazioni
Anche se è sempre valida la regola che bisogna scrivere di ciò che si conosce, è necessario documentarsi sull’argomento che abbiamo in mente. Bisogna diventare padroni della materia tanto da poter dire la nostra. Inoltre, conoscere curiosità e dettagli sarà di grande aiuto per arricchire il nostro romanzo, per dare la sensazione al lettore di essere davvero lì dove si svolgono i fatti.
Dove documentarsi? Internet è a disposizione di tutti gli scrittori: non è una cosa meravigliosa?

3) Scaletta degli avvenimenti
Ovviamente una storia non nasce mai a tavolino. Tuttavia, avere una timeline, una cronologia dei fatti aiuta moltissimo, soprattutto aiuta a non perdere mai il filo. All’inizio questa scaletta sarà costituita soltanto di due tappe: il punto di partenza, cioè l’inizio della storia, e il punto di arrivo, ovvero come va a finire. In pratica esiste una situazione iniziale e da lì si parte come per un viaggio. È anche importante conoscere la meta, ovvero è necessario chiedersi “come va a finire la storia?”. Col progredire degli eventi la scaletta si arricchirà e verrà modificata in continuazione. E ci terrà ben saldi sulla strada verso la meta.

4) Schede dei personaggi
Abbiamo presentato un personaggio nel primo capitolo e poi ce lo siamo completamente dimenticato? Male, questo è davvero fastidioso per il lettore. Per non far sparire improvvisamente qualcuno è utile avere un elenco di tutti i personaggi e del ruolo che hanno nella storia. Inoltre, chi non ha una buona memoria (e chi ha creato molti personaggi) troverà utile consultare queste schede per il carattere, l’aspetto, ecc.

5) Domande
Man mano che un romanzo procede, il lettore comincerà a farsi delle domande. Anzi, ciò che spinge un lettore a voltare pagina è sempre una domanda, che in linea di massima si può riassumere con: “Come continua la storia?”. Suscitare molte domande è la chiave per essere seguiti con passione! Anche noi che scriviamo dobbiamo porci molte domande e appuntarcele. Nel corso del libro dovremo dare una risposta a tutte queste questioni. La conclusione del romanzo dovrà, inoltre, dare una risposta alla domanda principale della storia. Avere sempre sott’occhio questo promemoria ci sarà utile per accorgerci di elementi che non combaciano o di punti che abbiamo lasciato in sospeso.

Spero che questo piccolo elenco vi sia stato utile. A presto!

Anima di carta

Commenti

  1. bentornata! aspettavo un tuo nuovo post...

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  2. Grazie! In effetti è un po' che mancavo... ma mi riprometto di scrivere di più in futuro!

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  3. meno male che hai ricominciato a scrivere, questo post mi serviva proprio! Chi di noi non ha un romanzo nel cassetto? Anche io ci ho riposto il mio da un po'. Ma quasi quasi...sembra un segno del destino passare da queste parti e leggere i tuoi suggerimenti...

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  4. Non parliamo di romanzi nel cassetto... quando giacciono da un po' è dura rimettervi mano! Ma a volte basta veramente solo un pizzico di volontà e si ritrova subito il piacere di scrivere! In bocca al lupo per la continuazione!

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  5. Pagina veramente ben fatta! Complimenti!

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  6. Penso sia l'aspetto più difficile, quello di costruire una scaletta, e sopratutto quello che viene spesso evitato. Io stessa ho sempre scritto di getto, e accantonato praticamente tutto dopo essermi resa conto che non andavo da nessuna parte...

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    1. Ciao Emanuela, quello della scaletta è un argomento controverso, c'è chi preferisce evitarla per sentirsi libero, chi la programma in modo maniacale. Anche io, come te, ho sempre scritto di getto con il risultato di rimanere spesso impantanata ed essere costretta a fare retromarcia e modificare radicalmente la parte già scritta. Ora sto adottando un metodo a metà strada e mi trovo abbastanza bene. In pratica scrivo la scaletta man mano che procedo, progettando uno o due capitoli al massimo. Il vantaggio è che ho tutto sempre sott'occhio.
      Grazie per il tuo commento!

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  7. Io penso che bisognerebbe stressare il concetto di conflitto.

    Aaron Sorkin (The West Wing, The Social Network, ecc.), nel corso che ho frequentato di lui, lo ripete spesso.

    Per scrivere una buona storia, in fondo, c'è bisogno solo di due cose: un conflitto ben forte e ben chiaro, un personaggio interessato a risolverlo.

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    1. Il conflitto deve essere al centro di tutto, hai fatto bene a ricordarlo! Tutto alla fine in una storia ruota attorno a questo concetto, a prescindere dalla tipologia di racconto/romanzo. Grazie per il tuo commento, Scrivente :)

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  8. La mia voglia di scrivere un romanzo si è purtroppo sempre fermata a un"idea, una bozza di trama e appunti vari che finivano regolarmente nel "cassetto". E lì sono rimasti per anni. Poi c'è stato il primo lockdown, e ho pensato di rispolverare quelle vecchie idee e scrivere finalmente il mio primo romanzo. Ci sto ancora lavorando, rivedendolo e migliorandolo ogni volta, anche grazie ai consigli di un editor che lo ha letto. La trame iniziale è sostanzialmente rimasta, ma si è arricchita di cose che io stesso mi sono sorpreso a scoprire mentre scrivevo, e anche se può sembrare faticoso (e lo è!) tornarci e ritornarci sopra più volte, vedere il romanzo crescere è una soddisfazione impagabile. Ho imparato a scrivere un romanzo scrivendo e riscrivendo il mio, e leggendo tanto, anche in modo mirato per imparare come scrivere un dialogo o come interpretare al meglio il "show dont tell". Per scrivere bene un romanzo, è vero, non c'è altro da fare che scrivere e leggere, leggere e riscrivere. Ho tenuto fra parte il primo capito scritto tre anni fa, è ora lo confronto con quello attuale, prima ero alle scuole medie, ora frequento il liceo, forse l'università, ma l'obiettivo è la laurea che pusn piano si sta materializzato nel libro che il mio romanzo diverrà. È una gran bella soddisfazione!

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    1. Scusate gli errori che scrivendo con il cellulare sono capitati!

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    2. Ciao Luciano, ti ringrazio tanto per questa testimonianza così positiva. Non è per nulla scontato iniziare un romanzo e finirlo e tanto meno poi mettere un certo impegno nel lavorare all'editing. Insomma, complimenti. Concordo con te che imparare a scrivere significa soprattutto leggere tanto e scrivere tanto. Tutto il resto è solo un contorno. Ancora congratulazioni e in bocca al lupo per tutto.

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