Faccia a faccia con... Paola Pedrini e la sua India


Dopo tante interviste ai personaggi dei romanzi, in quella che vi presento oggi il protagonista e l'autore coincidono.
Infatti, la scrittrice che ho intervistato ci propone un libro che racconta di esperienze fatte in prima persona durante alcuni suoi viaggi in India: si tratta di Paola Pedrini, autrice di "La mia India", un resoconto che raccoglie impressioni, riflessioni e vita vissuta.

Per scoprirne di più ho rivolto qualche domanda alla protagonista e autrice.


Paola, cosa ti aspettavi esattamente da questo viaggio quando sei partita la prima volta?
Come per ogni viaggio mi aspetto tutto e niente. Non parto con particolari aspettative, soprattutto nei confronti di un paese come l'India dove, quando ti aspetti qualcosa succede sempre il suo contrario. E non è un luogo comune. Parto però con la certezza di ritornare arricchita di tutto quello che ho avuto la possibilità di vedere e di conoscere, persone, luoghi, tradizioni ma anche colori, sapori, odori così distanti dalla mia realtà che, anche per questo, rimarranno impressi per sempre nella mia mente.

Indubbiamente il tuo percorso in questo Paese ha avuto tantissime ripercussioni sulla tua interiorità, ce ne vuoi parlare a grandi linee?
A differenza del primo viaggio, che è stato un tentativo di conoscere l'India, un approccio, pura curiosità verso un paese così complesso, nel secondo viaggio mi sono avvicinata maggiormente alla sua spiritualità. Insieme a Jose, uno dei miei insegnanti di yoga di origine indiana, ho visitato alcuni luoghi e conosciuto persone che hanno contribuito alla sua formazione spirituale. Sai Baba, l'ashram di Aurobindo a Pondicherry, la città di Auroville, i villaggi gandhiani nel sud dell'India. Indubbiamente tutto questo si ripercuote sull'interiorità ma non credo di essere arrivata al punto di poter trarre delle conclusioni. E' ancora tutto in movimento.

Se dovessi scegliere un ricordo soltanto delle tue esperienze, quello che ti è rimasto più a cuore, quale sarebbe?
Un'amica qualche giorno fa mi ha detto "Sei come una spugna, assorbi tutto", ed è vero. Difficile scegliere soltanto un ricordo da tutte le esperienze che ho vissuto. Sicuramente uno dei più piacevoli è stato conoscere l'ospitalità indiana, entrare nelle loro case, mangiare insieme e vivere con e attraverso loro la semplice quotidianità.

Da quanto sei tornata, guardi l’Italia e i suoi abitanti in modo diverso?
Si, certo. Ma questo, in fondo, un po' l'ho sempre fatto.

La tua è una storia vissuta in prima persona, un diario vero e proprio. Com’è stata l’esperienza di scriverlo? E l'idea di condividere con degli sconosciuti qualcosa di così importante e profondo?
Di solito scrivo direttamente sul posto, ogni giorno, per non rischiare di tralasciare nessuna emozione che inevitabilmente quando rientro a casa cambia con il passare del tempo. L'esigenza del libro nasce proprio dal desiderio di condividere con più persone possibili la mia esperienza. "La mia India" non è una guida ma una lettura per chi in India c'è già stato, per chi ci tornerà, per chi ha da tempo il desiderio di andarci ma ancora non l'ha fatto.

So che dopo aver scritto "La mia India" (uscito nel marzo del 2011) hai fatto altre esperienze in questa magica terra... Ce ne vuoi parlare?
Sono rimasta due mesi, agosto e settembre 2011, a Calcutta per lavorare come volontaria in uno dei tanti centri di Madre Teresa. E' stata un'esperienza importante e indimenticabile, ho toccato con mano un altro aspetto dell'India, quello della povertà e della malattia. Ma è stato importante anche l'incontro con i volontari provenienti da tutto il mondo, con la vita delle Missionarie della Carità e il loro lavoro. In una città come Calcutta, dove c'è tutta l'India.

Ringrazio Paola (che è già a lavoro proprio per raccontarci il suo ultimo viaggio) per aver partecipato a questa intervista, e vi lascio con qualche dettaglio in più sul suo libro.

LA MIA INDIA
Pensieri in viaggio
di Paola Pedrini
Edizioni Polaris

“Non so perché ho scelto l’India. Forse perché sono sempre in attesa che succeda qualcosa e questo paese dalle mille sfumature mi sembra terreno fertile per le mie speranze.” Inizia così il percorso dell’autrice, un viaggio prima di tutto dentro se stessa: un’anima che diventa specchio in cui si riflettono le immagini di luoghi e persone, gli occhi che distinguono i colori della luce più intensa e dell’ombra più cupa, il cuore che assorbe le emozioni più forti. Così è un viaggio in India, un paese dove sfiori immagini di morte per le strade, ma che è anche un inno alla vita. Un paese di grandi contraddizioni e di profonda spiritualità che l’autrice ha percorso con il passo lento del viaggiatore che vuole conoscere e soprattutto capire.
Così è un viaggio in India, un paese dove sfiori immagini di morte per le strade, ma che è anche un inno alla vita. Un paese di grandi contraddizioni e di profonda spiritualità che l’autrice ha percorso con il passo lento del viaggiatore che vuole conoscere e soprattutto capire.
Giornalista freelance, Paola Pedrini ha firmato il suo primo libro di viaggio raccontando l'India che ha vissuto sulla sua pelle, che l'ha cambiata profondamente. Ogni capitolo del libro porta il nome di una tappa raggiunta. Ogni città visitata è un passo in più che la porterà ad  una più piena coscienza di sé.  Attraverso città da cartolina, tradizioni lontane, incontri con una cultura vecchia millenni che si rivela al lettore tramite lo sguardo razionale, partecipe e rispettoso dell'autrice.

L'Autore
Paola Pedrini è giornalista e copywriter freelance, lavora nel mondo della comunicazione
da quasi dieci anni. Dalla passione per i viaggi e da quella per la scrittura nasce questo reportage,
appunti presi durante due vagabondaggi attraverso quella terra che ti entra nell’anima per non
uscirne mai più, l’India.

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