Intervista a Stefania Crepaldi, editor

Ho conosciuto la protagonista di quest'intervista, Stefania Crepaldi, qui su Anima di carta. Di solito do sempre un’occhiata ai blog delle persone che lasciano un commento, e quando mi è capitato con lei sono rimasta davvero a bocca aperta. Il suo sito/blog Editor Romanzi infatti è una vera miniera d’oro per chi scrive, ricco di risorse, consigli, e lascia trapelare una grande professionalità e competenza come editor di narrativa. Una prima impressione che è stata pienamente confermata in seguito.
Dunque sono molto contenta oggi di potervela presentare in quest’intervista.

1) Ciao Stefania, ti do il benvenuto su Anima di carta. Per iniziare che ne dici di raccontarci qualcosa sul tuo percorso, come sei diventata una editor? 

Ciao Maria Teresa, grazie per questa opportunità!
Prima di essere una editor, sono una grande lettrice. Ognuno di noi ha la sua forma di dipendenza letale: la mia sono i romanzi.
Fin da bambina leggevo di tutto. Questa passione mi ha permesso di sviluppare – inconsciamente – quel senso critico che oggi è la base su cui poggia il mio lavoro.
Prima di diventare una editor mi sono accontentata e facevo altri lavori che non mi soddisfacevano. Intanto però continuavo a coltivare l'amore per i romanzi, a cui hanno fatto seguito le letture di saggistica tecnica e alcuni corsi di vario tipo per capire i trucchi del mestiere. Ho persino seguito dei corsi di scrittura creativa e ho fatto capolino in alcune case editrici per crearmi una mia visione, che oggi cerco di trasmettere agli scrittori con cui collaboro.
In seguito ho iniziato a sperimentare il web per capire le dinamiche del self-publishing e ho iniziato a sporcarmi le mani lavorando sui testi di amici e conoscenti, dedicando tutta la mia dedizione per aiutarli a ottenere dei risultati soddisfacenti.
Così pian piano ho accumulato competenze e a un certo punto ho deciso di fare il salto di qualità e offrire le mie conoscenze anche a scrittori sconosciuti.
Onestamente il mio è stato un percorso sui generis, ho dedicato maggior tempo all'attività pratica, anziché prendere strade che alla fine mi avrebbero incanalato in un sistema gerarchico.
A tutto questo ho unito una grande determinazione, la mia mania per i dettagli e la capacità di leggere e assimilare velocemente che – ahimè – di certo non ha aiutato la mia vista! Poi gli anni sono passati e… eccomi qui!

2) Tra i servizi che offri sul tuo sito, c’è una prima valutazione gratuita dei testi che ti vengono inviati. Un’opportunità molto allettante, immagino, per chi scrive e desidera un’opinione professionale e spassionata. Qual è l’approccio che utilizzi per questa prima consulenza?

Tengo a precisare che non c’è nessuna fregatura. Molti autori che mi scrivono sono increduli all’idea che io offra un servizio gratuito là dove agenzie letterarie e altri addetti ai lavori fanno pagare una cifra importante.
Credo di essere stata la prima in Italia – sul web intendo – a offrire un'opportunità del genere e ho deciso di fornirla gratuitamente, perché credo che tutti i giovani scrittori debbano avere la possibilità di testare il proprio lavoro prima di investire soldi e tempo e proseguire nel progetto.
Quando un autore mi scrive e mi invia il suo romanzo la prima cosa che faccio è fornire una data di consegna per la valutazione. Cerco di non far aspettare mai più di cinque settimane. Per me la puntualità è imprescindibile, salvo casi davvero gravi. Dopodiché inizio la lettura del romanzo.
Il mio approccio è molto semplice. Evidenziare i punti deboli e gli errori cronici della scrittura in una prima parte, che io definisco la valutazione vera e propria, e poi passare alla parte più divertente, cioè la consulenza letteraria. In questa seconda fase stilo una lista dei punti forti e delle idee originali che ha avuto l'autore, su cui, a mio avviso, deve puntare per migliorare la storia. Ad esempio un protagonista eccezionale.
A quel punto uno scrittore, se sceglie di seguire i miei consigli, può iniziare un lavoro di revisione in modo autonomo senza alcun obbligo nei miei confronti.
Perché lo faccio? Perché so cosa si prova quando hai un grande sogno e dall'altra parte nessuno prova a darti realmente una mano. Forse a parole, ma nei fatti...
Purtroppo in giro, sul web soprattutto, c'è molta apparenza e poca sostanza. Un consiglio sincero, autentico e onesto credo possa davvero fare la differenza. Per questo ho deciso di dedicare il mio tempo ad aiutare i giovani scrittori in difficoltà, nella speranza che i miei consigli possano essere davvero utili.

3) Per chi invece sente l’esigenza di un supporto più dettagliato, in cosa consiste il tuo lavoro? In che modo puoi aiutare un autore e il suo romanzo? 

Anche quando uno scrittore ha le idee chiare e arriva da me con l'intento di editare il testo, io ho bisogno di leggerlo e valutarlo come faccio con gli altri.
Questo perché ho la necessità di capire chi ho di fronte, qual è il suo stile e quali sono gli obiettivi finali che vuol perseguire. Quindi una volta letto il romanzo e aver capito quali sono i punti forti e quelli deboli dell'autore, nella mia testa pianifico una strategia di editing.
Il mio obiettivo è di lavorare fianco a fianco con lo scrittore, aiutandolo a valorizzare il suo stile. Naturalmente l'ultima parola spetta sempre all'autore.
Il mio lavoro di revisione consiste nell'indicare all'autore tutti i punti perfezionabili del romanzo e valutare insieme a lui come migliorarli per ottenere un risultato soddisfacente in linea con gli obiettivi finali e lo stile narrativo utilizzato.

4) Basandoti sulla tua esperienza, quali sono gli errori e i punti deboli che si riscontrano più spesso in una storia, a livello di trama, personaggi o struttura generale?

Ho notato che molti errori – 29 per la precisione – sono comuni a quasi tutti gli scrittori con cui ho collaborato fino a oggi.
Questi vanno dalle lacune grammaticali fino alla creazione di personaggi poco incisivi. Ad esempio il mentore è uno di quei personaggi che molti scrittori non riescono a inserire in modo efficace nelle loro storie. Per questi autori il ruolo che ha il mentore nella storia è di spoilerare al lettore vita, morte e miracoli del protagonista.
Ai più curiosi consiglio di scaricare il report gratuito Self-Editing, dove ho raccolto tutti questi errori comuni, spiego come riconoscerli e come risolverli una volta per tutte attraverso semplici soluzioni.
A questi errori se ne aggiunge un altro, che davvero riscontro con molta frequenza: l'infodump, cioè la propensione di farcire il romanzo di nozioni tecniche che nulla hanno a che vedere con la scrittura narrativa e di eccedere con le informazioni e i dettagli, appesantendo inutilmente la lettura.
Anche l'uso del dialetto è un altro errore comune. Una volta mi ha richiesto la valutazione un autore che aveva scritto un romanzo ricco di parole dialettali. Ecco il dialetto è un altro grande dilemma. In questo caso ho dato all'autore il mio personale punto di vista sull'uso del dialetto e lui l'ha messo in pratica. Con successo direi, dato che mesi dopo ho ritrovato il romanzo in libreria pubblicato da una grossa casa editrice. L'autore mi aveva consultata usando uno pseudonimo.
Ad ogni modo, penso che tutti questi errori abbiano una causa comune, che spesso viene sottovalutata dai puritani della scrittura creativa: l'uso della progettazione narrativa come metodo per avere sempre sotto controllo la storia, indirizzare la propria creatività e capire, prima di scrivere, se la vicenda funziona oppure no.



5) Una tua iniziativa molto interessante a mio avviso è la rubrica che hai lanciato sulla pagina Facebook, #EditorRisponde: ogni lunedì pubblichi la risposta a una domanda, in relazione a scrittura e mondo editoriale. Com’è nata questa idea e come sta andando?

La mia casella di posta viene regolarmente riempita dalle richieste più diverse.
Alcuni scrittori non sanno davvero nulla delle dinamiche del mondo editoriale: dai concorsi a cui vale la pena partecipare alle case editrici truffaldine.
L’idea è nata dal fatto che gli scrittori sono timidi – o fanno finta di esserlo! :) – e faticano a esporsi per chiedere qualcosa che non conoscono, per paura di essere giudicati.
Io invece punto molto sulla condivisione: trovo che sia utile dare risposte chiare, utili e precise senza inutili giri di parole.
Per cui ho deciso di rispondere privatamente alle singole persone che mi scrivono e poi di creare una nota pubblica fruibile da chiunque necessiti della stessa risposta.
Considerato che ho materiale per i prossimi sei mesi, direi che sta andando bene!

6) Spesso mi è capitato di parlare con altri scrittori e notare una sorta di “paura dell’editor”, ovvero il timore che affidare il proprio scritto a un professionista significhi vederlo completamente stravolto. A questo proposito, ho letto sul tuo sito una frase che mi ha colpito molto: Il vero protagonista del mio lavoro è lo scrittore: capirne la voce, ascoltarla, apprezzarla e saperla riprodurre senza imporre il mio punto di vista è solo uno degli obiettivi che mi propongo. 
Dalla tua prospettiva, com’è il rapporto editor/scrittore?

È una questione annosa la tua. Ovviamente io posso parlare per me e per la mia concezione del lavoro di editor. Finora ho lavorato con un buon numero di scrittori e scrittrici e ho capito che un buon editing passa attraverso quattro fasi.
Il primo segreto di un buon editing è la collaborazione. Io non modifico nulla direttamente sul testo ma lavoro con i commenti a lato. Mi limito a modificare nel testo solo – e dopo aver chiesto espressamente l’autorizzazione allo scrittore – la punteggiatura.
Il secondo segreto di un buon editing è il rispetto. Rispetto per l’idea del romanzo, la morale, la forma. Non è il mio romanzo quello che sto editando, ma quello di un autore che necessita della mia professionalità per migliorare il suo stile narrativo e la sua idea, a volte acerba.
Il terzo segreto di un buon editing è la precisione. Per esaltare i punti forti dello scrittore spiego nel dettaglio l’effetto che mi piacerebbe ottenere in un punto piuttosto che in un altro. Giustificando sempre le mie motivazioni. Se riguarda una particolare tecnica narrativa, come il flashback o lo stile indiretto libero, cerco di spiegare nel migliore modo possibile che cos’è e come si ottiene.
Questo è il vantaggio di essere una editor freelance: non dover correggere romanzi sottostando a regole fisse imposte dal mercato.
Il quarto e ultimo segreto di un buon editing è la disponibilità. Io metto a disposizione tutto ciò che ho studiato e imparato nel mio cammino formativo, senza alcuna riserva, e pretendo la disponibilità da parte dello scrittore di imparare e dare il meglio che può in quel particolare frangente.

7) Esistono testi davvero irrecuperabili o parafrasando Helena Rubinstein non esistono testi brutti ma solo autori pigri?

Ah, bella domanda.
Mi ricollego al senso della valutazione tecnica gratuita.
La risposta è che esistono testi a volte davvero troppo acerbi per poter passare direttamente a un editing a pagamento. In questi casi io avviso in maniera molto sincera l’autore, lo consiglio e lo esorto a fare una seconda, una terza e una quarta revisione in autonomia prima di arrivare a un risultato soddisfacente e poter editare con me il romanzo.
In molti casi l'autore, forte dei miei consigli, rivede il testo e ritorna da me con un romanzo decisamente migliorato. Ecco, in questi casi l’autore non è pigro e si rimbocca immediatamente le maniche.
Poi ci sono volte in cui i testi nascono da una struttura sbagliata, da un’idea che non sta proprio in piedi, o sono la fotocopia di un romanzo già edito: per me sono questi i testi irrecuperabili, perché purtroppo senza un progetto a monte non possono essere sistemati. L'unica soluzione è prendere quello che c'è di buono e progettare da capo il romanzo.
A differenza di quello che molti pensano, i romanzi irrecuperabili non sono quelli scritti in un italiano indecoroso, ma quelli che non hanno alle spalle un piano d'azione adeguato.
In questo secondo caso molti autori decidono ugualmente di pubblicare o proporre il romanzo a case editrici e concorsi con scarsi risultati. Questa è pigrizia secondo il mio punto di vista. Ma è anche giusto sbatterci il muso prima di capire. Lo scrittore ha il sacrosanto diritto di commettere certi errori. Quello che fa la differenza è come si decide di reagire agli errori.




8) Ho notato che si rivolgono a te anche autori self-publisher, personalmente cosa ne pensi di questa modalità di pubblicazione?

In questo particolare momento storico dell'editoria io consiglio senza dubbi il self-publishing agli autori emergenti che desiderano iniziare a coltivare un seguito di lettori.
Perché diciamo le cose come stanno: chi scrive un romanzo vuole che altri leggano la sua storia.
In un mercato dove escono 60.000 libri l’anno – e non lo dico io ma l’AIE – gli esordienti hanno pochissime possibilità di farsi notare da una casa editrice tradizionale.
Ma quello che conta davvero per uno scrittore è che qualche lettore forte si accorga di lui, della sua opera – che deve essere stata editata formattata e impaginata in maniera professionale – e legga il suo romanzo dando inizio al passaparola quanto più virale possibile.
Per cui ben venga l’auto-pubblicazione se fatta in modo ragionato.
Ben venga chi decide, una volta raggiunta la notorietà, di mantenere l’indipendenza dalle case editrici e continua a pubblicare da solo. In Italia ci sono almeno un paio di bravi autori che potrei usare come esempio virtuoso. Ricordiamoci però che tutto parte dalla qualità della storia.

9) Un fenomeno molto spiacevole che si sta verificando negli ultimi anni è quello che vede sorgere dappertutto editor improvvisati, che ben poco hanno da offrire agli autori, se non una scarsa esperienza e una competenza molto limitata. Ti vorrei dunque chiedere, secondo te quali sono le qualità per intraprendere questa professione e come imparare seriamente?

Secondo me bisogna avere una forte predisposizione alla lettura di romanzi, perché leggendo si impara tantissimo sulla struttura narrativa. E bisogna riuscire ancora a farsi stupire dalle belle storie.
Leggere non deve essere un'attività passiva, soprattutto per chi un domani vuole scrivere un suo romanzo e chi come me li corregge. Parafrasando Wallace, la base su cui poggiano le abilità di un bravo editor, è la capacità di saper leggere un libro oltre le parole scritte. E più si legge, più si impara.
Poi bisogna possedere solide basi di grammatica, di lessico e di sintassi. Insomma, bisogna conoscere bene l'italiano.
Altri elementi necessari sono studiare tutti i giorni, sporcarsi le mani, sperimentare e rimanere aggiornati. Fondamentale è non smettere mai di apprendere.
Per me, che non ho seguito master costosi e scuole prestigiose, quello che ha fatto la differenza sono state: la lettura di saggi tecnici; la partecipazione a eventi letterari dove mi sono potuta confrontare con altri editor e con scrittori affermati; la partecipazione a corsi di scrittura – anche creativa – per calarmi nei panni di una giovane scrittrice e capire la mentalità che spinge gli autori a prendere certe decisioni.
Tutto questo porta a sviluppare la giusta dose di empatia, umiltà, attenzione e cura per i dettagli fondamentale per la mia professione. 

* * *

A questo punto non mi resta che ringraziare la mia ospite per aver risposto a tutte le domande e invitare voi a visitare il suo sito e il suo blog.


Stefania Crepaldi, editor di romanzi freelance, svolge attività di revisione e consulenza per scrittori di romanzi e case editrici. Crede nella progettazione narrativa e nel far risaltare lo stile unico che ogni scrittore possiede.
Fin da piccola sviluppa una letale dipendenza per i libri e la lettura.
Dopo aver conseguito la laurea con il massimo dei voti all’Università di Pisa, nel 2013 crea il sito web Editor Romanzi dove fornisce consigli, approfondimenti e guide gratuite per gli scrittori di romanzi.

Commenti

  1. Da ringraziarvi entrambe, cara Maria Teresa e gentile Stefania, per la chiarezza dell'intervista esauriente e molto garbata. Buon lavoro.

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    1. Ciao Nadia, piacere di conoscerti! Rispondere alle domande di Maria Teresa è stato divertente e stimolante :)
      Chissà se sei Nadia Bertolani che ha scritto "Mariotta, la quarta bambina"?

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  2. Molto interessante questa intervista, Maria Teresa. Grazie per averci fatto conoscere Stefania. La sua iniziativa di valutare gratuitamente in prima battuta i manoscritti potrebbe spingere anche altri a fare la stessa cosa, creando un corto circuito virtuoso (per una volta...). Ho una domanda per la tua interlocutrice: accetta di valutare solo romanzi o si presta a leggere anche racconti singoli? Lo chiedo perché ho finito la seconda stesura di un racconto lungo (trenta pagine) e mi piacerebbe metterlo alla prova del vaglio di una persona che ancora non conosce la mia scrittura. :)

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    1. Ciao Salvatore, piacere di conoscerti!
      Valuto anche racconti singoli o raccolte di racconti, purché siano completi. Non valuto opere parziali o singoli capitoli. Serve completezza per fornire un giudizio quanto più completo possibile. Aspetto la tua email! :)

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    2. Perfetto! Il piacere è mio, Stefania. Stasera ti scrivo. Sono davvero curioso di conoscere il tuo parere... ;)

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  3. Non pensavo esistesse una figura professionale così altruista e ne sono estasiata, altrettanto felice di aver appreso l'opportunità di bussare alla sua porta. Questo non potrà far altro che accrescere di esperienza e migliorare.
    Complimenti bellissima intervista.

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    1. Ciao Nadia, grazie mille per le tue belle parole!
      Sono una di quelle persone che si sveglia felice ed entusiasta al mattino, all'idea di lavorare con autori e romanzi da perfezionare. :)
      Adesso che ci conosciamo sai dove trovarmi.
      Per qualsiasi cosa scrivimi!

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    2. Ti ho subito cercato, inserito nei blog da seguire e scaricato la guida del self editing. Una vera manna dal cielo!

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    3. Grazie mille Nadia!
      Sono davvero felice di esserti utile :)

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  4. Ciao MT e grazie per questa intervista. Ho conosciuto Stefania come commentatrice del tuo blog e mi sono rivolta a lei con un certo timore, perché chi come me ha già pubblicato, sa quanti squali e piranha ci sono nel mercato dell'editoria. Io ne porto le cicatrici.Questa intervista, che mi ha fatto conoscere ancora meglio il metodo di lavoro e la personalità di Stefania, mi ha convinta ancora di più.
    Il senso critico e la chiarezza sono fondamentali. Nessuno vuole sentirsi dire che la propria opera non funziona, ma andare avanti con il paraocchi non produce un buon scrittore, ma solo frustrazione.
    Mi ha sorpreso il punto 8: anzi mi ha confermata nell'idea sul self publishing... Meglio soli che male accompagnati, ma con qualità. Il lavoro prezioso e generoso di Stefania ci aiuta in questa sfida, spesso fuori dal mercato. Come la cultura in effetti dovrebbe essere (ne ho appena parlato sul mio blog). Grazie

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    1. Ciao Elena, grazie per le tue belle parole!
      Sì, il self-publishing, se ben gestito, è un'opportunità davvero di valore. Pensa a Riccardo Bruni che da self-publisher quest'anno ha ricevuto una segnalazione per lo Strega! Quello che conta è la qualità del proprio prodotto culturale, e soprattutto non cedere alle logiche di ricatto delle case editrici a pagamento.

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  5. Grazie Maria Teresa per questa interessante intervista. Non conoscevo Stefania e penso che d'ora in poi seguirò il suo blog, a cui ho già dato un'occhiata e mi pare interessantissimo.
    Personalmente non mi preoccupa molto l'idea che un editor possa stravolgere il mio romanzo, anche perché nell'esperienza che ho avuto finora in tal senso con bookabook semmai ho riscontrato il problema opposto.
    Forse quello che mi spaventa di più è il timore che l'editor mi dica che non c'è niente da fare, che è proprio tutto da buttare. :(

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    1. Ciao Silvia,
      secondo me non devi aver timore del confronto con un addetto ai lavori. E se un romanzo è tutto da buttare non bisogna disperare. La forza sta nel comprendere l'errore di base grosso come una casa che si è fatto (perché se è tutto da buttare c'è un errore grosso come una casa da qualche parte) e non ripeterlo mai più. Scrivere senza sapere in quale direzione andare è una delle cause principali del romanzo da buttare. Una volta individuato l'errore e averlo compreso non lo farai mai più: immagina il sollievo! L'obiettivo è arrivare a una scrittura consapevole, dallo stile narrativo ben riconoscibile, che faccia esclamare "Ah, questa è proprio una frase da Silvia!".

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  6. Un'opportunità notevole per gli esordienti, e la gratuità per un servizio professionale di certo non poco impegnativo non è affatto dovuta, per cui la tua disponibilità è davvero lodevole!
    Grazie Maria Teresa per averci presentato Stefania e per questa intervista.

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    1. Piacere di conoscerti Aina (che sarà uno pseudonimo?)!
      Trovo che fornire consigli gratuiti sia giusto.
      Poi se uno scrittore non coglie e non vuole mettersi in discussione... sai, lì non ci si può fare nulla.
      E io mi diverto moltissimo a fare questo lavoro! :)

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  7. Ottima intervista, complimenti a entrambe. Cara Stefania, hai detto "ho fatto capolino in alcune case editrici", e per me questo è un segnale di sicura professionalità. Ti posso chiedere quali e ricoprendo quale ruolo, se non sono indiscreto. Inoltre parli del self-publishing, ma segui anche l'editing di autori che vogliono pubblicare con un editore, facendo anche da tramite, o in questi casi ti limiti a a dare consulenza solo sul testo?

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    1. Dunque, la scelta della modalità di pubblicazione del romanzo spetta solo all'autore. Io non ostacolo né l'una né l'altra scelta. L'unica strada che non condivido è l'editoria a pagamento. Ho collaborato con autori che desiderano essere pubblicati da case editrici tradizionali e con self-publishers. Il mio ruolo non prevede che io faccia da tramite, perché non sono un agente letterario. Mi limito a consigliare la casa editrice a cui inviare il romanzo, per evitare di mandarlo “a tappeto”.
      Onestamente ho detto di aver fatto capolino in alcune case editrici, ma l’intento non era dimostrare di essere competente e professionale. Anzi! Ci sono molti aspetti delle case editrici che non condivido. E sono dell’idea che la professionalità e la competenza si dimostrino in altri modi. Per quanto riguarda il mio ruolo all'interno delle case editrici, ho fatto un duplice percorso. Lavorando con autori estremamente interessati a migliorare la loro scrittura abbiamo dato vita a vari romanzi, che sono poi stati scelti da case editrici medio piccole per la pubblicazione. A quel punto lo scrittore ha espresso il desiderio di continuare a lavorare con me per eventuali modifiche, ed è stato accontentato. Poi ho seguito vari progetti dall’inizio alla fine, ma sempre come editor esterna. Nomi specifici di case editrici non posso farne per motivi di privacy e riservatezza. Se vuoi mi puoi cercare nei ringraziamenti a fine romanzo ;)

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  8. Intervista decisamente interessante e utile, mi ha chiarito le idee sia su un eventuale "destino" del romanzo in stesura, sia su come muovermi per poter diventare a mia vita un'editor freelance. Ho già aggiunto il blog alle pagine che seguo, e nei prossimi giorni lo spulcerò per bene. Grazie. :)

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  9. Non so come sia possibile ma può diventarlo. Da giorni sfoglio il mio romanzo storico, quello che scrissi diversi anni fa e per il quale non oso definirmi "scrittrice". Lo sfoglio rileggendole alcuni brani, spinta da ciò che mi ha detto un'amica che ho rivisto dopo molto tempo e che mi ha chiesto: "E quel tuo romanzo nel proverbiale cassetto? Si trova ancora lì?". In fondo, chi può dire se valga realmente qualcosa?
    Ora leggo questa piacevole intervista, ho il piacere di imbattermi in una editor che m invoglia a tentare di capire. Eppure... Cara Stefania Crepaldi, quanto incerta mi sento a riguardo. Il romanzo è poderoso, frutto di studi sui nativi americani. Urge sfrondare, rileggere senza indulgere ai ricordi di quel particolare giorno in cui scrissi quella sequenza, ecc. Urge rileggere obiettivamente ed eliminare il superfluo. Ecco. Probabilmente poi verrò a te e te lo porgerò virtualmente per un parere.
    Sono certa che incroceremo i nostri passi.

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    1. Non ti abbattere! Revisionare il tuo romanzo a distanza di anni può trasformarsi in una sfida stimolante. Fai un salto sul mio sito e leggi l'articolo sull'infodump: ti chiarirà cosa sfrondare. Poi ti consiglio di scaricare il report gratuito Self-Editing: per la prima revisione può esserti utile.
      Io adoro i romanzi storici: sono la mia passione da sempre. Per cui ti aspetto! :)
      Buon lavoro!

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  10. Bellissima intervista e bravissima, come sempre, Stefania :)

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  11. Consigli preziosi, senza ombra di dubbio. L'editoria a volte è come un tavolo di poker. Ti ci puoi sedere solo se qualcuno ti invita a farlo però ... ecco, non sai mai se ti invitano per farti giocare con loro oppure per spennarti. Decisamente da queste parole si ritrova una serietà fuori dal comune che in campo editoriale è merce rara. Per cui ti faccio i miei complimenti per il tuo lavoro.
    Volevo chiederti una cosa, ovvero se ti occupi soltanto di editing oppure offri anche un servizio di intermediazione cioè presenti il lavoro meritevole alle case editrici. A volte ho visto che molti editor freelance lo fanno, cercando in parte di sostituirsi agli agenti. In America ad esempio il ruolo è lo stesso ovvero l'editor freelance e l'agente sono la stessa persona ed è una cosa buona secondo me. Qui da noi l'agente sembra invece che venda soltanto il nome, una specie di procuratore o di manager. Non so se questa sia cosa buona oppure no ...

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    1. Grazie mille per le tue parole!
      No, non offro un servizio di intermediazione. In America per certe cose sono avanti anni luce, per esempio riconoscono la dignità di lavoro vero e proprio alla scrittura, che non è cosa da poco.
      In Italia, l'agente dovrebbe tutelare i diritti dell'autore, cercando di spuntare le condizioni migliori nel caso di un contratto editoriale. E fare da intermediario, come dici tu...
      Io al massimo consiglio le case editrici a cui inviare il romanzo, per evitare di mandarlo “a tappeto” e preparo le schede di presentazione per gli autori.

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  12. Il file, in .doc o .odt?
    Comunque, buona intervista, utile. Grazie.

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    1. Ciao Marco,
      piacere di conoscerti!
      In .doc, grazie!
      Quando vuoi scrivimi.

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  13. Sono davvero colpita da questa intervista, ringrazio Maria Teresa per avermi dato l'opportunità di conoscere Stefania, ho aggiunto subito il suo blog alla lista dei preferiti.
    Complimenti a Stefania per questo enorme lavoro che svolge con passione e totale rispetto per gli scrittori o aspiranti tali, mi sa che il mio prossimo romanzo (se avrò la forza e la costanza di completarlo) te lo manderò...

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    1. Ciao Giulia, piacere di conoscerti!
      Forza per il romanzo! ;)
      Per qualsiasi necessità scrivimi.

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  14. Grazie a tutti per aver letto e apprezzato questa intervista, ne sono davvero molto contenta. Spero anche che ci sia modo in futuro di avere Stefania ancora ospite su questo blog, perché credo che il confronto con un professionista porti sempre molti frutti.

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  15. Un'altra bella intervista. Ho trovato utili e interessanti tutte le risposte e molti commenti.
    Ho già messo in evidenza il sito della Crepaldi, sono sicura che mi servirà. Intamto corro a dare un'occhiata! Sembrano sempre così inavvicinabili gli editor e invece... :)

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    1. Ciao Marina, piacere di conoscerti!
      Scrivimi per qualsiasi necessità, sarò felice di risponderti!
      :)

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  16. Interessante intervista. Avevo una domanda, ma credo sia in linea con quella fatta da Helgaldo e la conseguente risposta. Diciamo che nel mondo del lavoro, in ogni settore, le professionalità si valutano con il curriculum e le referenze. Nel mondo dell'editoria diventa difficile per "questioni di privacy". Lo trovo un po' strano. Perchè i traduttori vengono citati, gli illustratori e i grafici anche, e gli editor no? Mi spiace per voi! :)
    Ecco un'altra domanda: se ti è capitato di editate un testo che poi fosse pubblicato da una casa editrice nota, qual è stato, secondo te, il delta che gli ha permesso questo salto rispetto ad altri?

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    1. Ciao Barbara, piacere di conoscerti!
      Ho una mia tesi personale su quello che affermi tu. Il fatto è che molti scrittori tendono a mettersi in competizione con l'editor, perché pensano che non faccia nulla di più e nulla di meglio di quello che potrebbero fare loro. Mentre il grafico il traduttore gli illustratori hanno competenze che spesso uno scrittore non padroneggia. Quindi il problema sta tutto lì... la competizione. In giro ci sono molti scrittori che si improvvisano editor, convinti che sia la stessa cosa.
      Sì, ho lavorato per un testo in particolare, poi edito da una casa editrice nota. Il "delta" che gli ha permesso di farsi notare è stato presentarsi all'editore in modo appropriato, avere un prodotto di qualità, che attirava l'attenzione fin dalle prime righe, e anche un pizzico di fortuna, perché l'editore in questione stava cercando un romanzo di quel tipo da inserire nella programmazione editoriale.

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  17. Le tue interviste cara Maria Teresa aggiungono sempre nuovi tasselli alla conoscenza del settore editoriale.
    Grazie per tutto questo.

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    1. Grazie a te Nick, le tue parole mi fanno davvero molto piacere.

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  18. Maria Teresa, ti sorprenderà vedere queste mie parole, sono rimasta molto colpita dall'intervista che hai pubblicato ho aperto il pc e ho trovato il tuo messaggio. Sono rimasta a bocca aperta ti faccio tanti co perciò mi complimento con te e auguri per quello che fai. DINA


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    1. Grazie di cuore Dina, sono rimasta molto contenta di questa sorpresa! Il tuo apprezzamento mi fa molto piacere e penso ne farà anche alla protagonista di quest'intervista.

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  19. Intervista davvero molto interessante e che offre molti utilissimi consigli sia a un editor sia a un autore che voglia migliorare il proprio lavoro. Il tuo sito, Stefania, pare essere una vera miniera d'oro di informazioni! :-)

    Sono editor professionista anch'io, sebbene in un campo diverso come l'editoria scolastica per le lingue moderne, e avevo pubblicato un guest-post in tre puntate sul mio lavoro proprio qui su "Anima di Carta" con lo pseudonimo di Alice. Gli ingredienti fondamentale che menzioni per agevolare il rapporto di collaborazione tra editor e autore sono identici ai miei: collaborazione, rispetto, precisione, disponibilità. Il rapporto con un autore di scolastica, nel mio caso molto spesso un insegnante, può essere fonte di grande tensione ma anche di profonde soddisfazioni. Questo avviene quando è l'autore stesso che insiste e chiede alla casa editrice di arruolarti per seguire un nuovo corso, o grammatica, o guida che dir si voglia. In poche parole, "vuole" proprio te!

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  20. Cristina mi sono appena accorta del tuo commento, scusami tanto!
    Hai centrato il punto. Quello che dici è esattamente l'obiettivo a cui tendo: lavorare bene e in maniera approfondita con gli scrittori mi permette di far crescere la loro e la mia consapevolezza, in una formazione continua.
    Quando poi arrivano le soddisfazioni - un romanzo che viene segnalato al Calvino, un libro che viene presentato alla sede del Ministero dei Beni Culturali, etc... - che cambiano la vita all'autore, indirettamente la cambiano anche a te. Queste riprove mi fanno capire di aver impostato la mia professione in un modo adatto a me, ai clienti che mi scelgono e mi confermano.
    E lavorare così... ti lascia sazia e soddisfatta alla fine di ogni giornata, nonostante tutto.

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