Domande odiose #4 “Mi ci dai un'occhiata?”


Ti piace scrivere? Rassegnati perché prima o poi qualcuno verrà a farti la scomoda richiesta di leggere il suo scritto. Sì, ho detto scomoda. Non in tutti in casi, beninteso, ma la verità cruda è che a volte è proprio così che viene vissuta da uno scrittore.

Quando ero agli inizi del blog e mi capitava di ricevere delle mail con richiesta di fornire un parere su un testo, mi sentivo sempre onorata, la proposta appariva ai miei occhi (ingenui) come un segno di fiducia e stima. Con il tempo però le cose sono cambiate e oggi sono molto più cauta, tanto che nelle FAQ ho inserito in modo specifico la preghiera di non mandarmi nulla da valutare o correggere, preghiera che il più delle volte resta inascoltata.

Vorrei però che questo mio post non venisse frainteso, in modo particolare da chi negli ultimi tempi mi ha inviato un suo testo. Ci tengo a dire che in alcuni specifici casi è ancora bello per me poter ricevere queste richieste, soprattutto quando dietro c'è un'amicizia, seppur virtuale, o una semplice stima reciproca. Anzi, sono felice (e questo molti di voi lo sanno) di fare da beta reader.

In altri casi, però la domanda “Mi ci dai un'occhiata?” diventa imbarazzante, un po' come quando un medico va in giro e tutti gli chiedono di buttare uno sguardo a quel brufolo che hanno sulla schiena e che negli ultimi giorni ha un aspetto un po' strano...

Mi di dai un'occhiata? è una domanda odiosa quando...
  • Ti chiedono un consiglio, ma in realtà vogliono solo sentirsi dire che sono autentici talenti e hanno scritto un perfetto capolavoro.
  • Ti dicono di volere un parere spassionato, ma si offendono a morte se osi criticare una sola virgola.
  • Lo scritto che ti mandano è brutto, noioso o così osceno che vorresti cavarti gli occhi pur di non proseguire la lettura.
  • Non sai come dire a un amico che secondo te il suo romanzo è da rifare da capo a piedi.
  • Ti preannunciano un racconto e ti vedi arrivare un tomo di 600 pagine.
  • Ti riempiono di complimenti e sviolinate solo per appiopparti il loro testo da correggere.
  • Non passano neanche cinque minuti da quando ti hanno chiesto l'amicizia su Facebook che già ti hanno mandato un messaggio chiedendoti di buttare un occhio al loro capolavoro.
  • Ti arriva un romanzo zeppo di errori di ortografia e refusi, e formattato così male che ti prende la nausea solo a sfogliarlo.
  • Ti supplicano di dar loro un consiglio, ma quando segnali possibili miglioramenti è come se avessi parlato al vento.
  • Ti appioppano un genere che non sopporti o non ti interessa leggere.
  • Si limitano a mandarti due righe secche, senza neppure presentarsi.

  • Si sentono autorizzati a pretendere aiuto per cose come: discorsi per cerimonie, lettere di protesta, mail d'amore (giuro che mi è capitato).
  • Non hanno finito neanche di dirti piacere di conoscerti, che già hanno pronto qualcosa da mandarti.
  • Manca totalmente il rispetto per il tuo tempo e viene dato per scontato che tu ne abbia da buttare/investire negli scritti altrui.
  • Lo scritto ti ricorda tanto la trama di un film famosissimo, e quando glielo fai notare, ti viene obiettato che non capisci un tubo.
  • Vieni visto solo come qualcuno da consultare per i loro scritti. Il fatto che tu ne abbia scritti a tua volta viene beatamente ignorato.  
  • Pensano di farti un regalo/onore e non di chiederti un favore qual è in realtà.
  • Fai presente di avere poco tempo in quel periodo e non si fanno più sentire, offesi a morte.
  • Dopo che hanno ottenuto quello che vogliono (e tu hai passato giorni a fare annotazioni e a leggere magari qualcosa che non ti piaceva), non si fanno più vivi.
  • Si dà per scontato che tu faccia editing su un testo. Editing, ovvero una cosa che di solito si fa fare a un editor professionista, pagandolo.
  • A furia di leggere testi altrui, non ti rimane più tempo per i libri che vorresti leggere o per quelli che vorresti scrivere.
Le mie cattive esperienze in questo campo sono davvero tante.

In tutta onestà, devo dire che invece io non mi sento mai a mio agio quando chiedo a qualcuno di leggere una cosa mia. Ho sempre l'impressione di scocciare, tanto che nel dubbio mi sono ritrovata spesso a rifiutare persino l'aiuto che mi veniva offerto. Scema, lo so.

Infine, la mia personale opinione è che chi scrive non sia un giudice sempre imparziale e disincantato, perché spesso ha la tendenza a imporre il proprio punto di vista, il proprio stile (a torto o a ragione non ha importanza). Dunque, meglio un lettore puro, senza velleità scrittorie. O ancora meglio, un editor professionista (non di quelli improvvisati, si intende), che possa consigliarci a 360° su eventuali miglioramenti da apportare.

E voi cosa ne pensate, vi dà fastidio questa richiesta? Avete brutte esperienze da raccontare?

Le altre domande odiose sono qui.

Commenti

  1. Eheheheh, è capitato anche a me il punto in cui ti chiedono, dato che "scribacchi" e sei appassionato, di inventarti frasi adatte alle varie occorrenze (l'ultima: papà che mi chiede una mano per la letterina al 25esimo) che, per carità, essendo parenti o amici stretti la cosa non mi duole, anzi, come hai detto tu mi fa pensare che la persona in questione abbia una buona stima nei miei lavori. Mi sono proposta come beta e sono anche stata scelta (eravamo in due ad esserci proposte); ne sono contenta, non mi dispiace, almeno per ora.
    Effettivamente, però, se dovesse diventare un'abitudine da parte degli altri, e questi ultimi a moltiplicarsi con le loro richieste, forse inizierei a vederla anche io come qualcosa di odioso.
    Però c'è da sottolineare che per me (ed altri) e te è diverso: hai un blog sulla scrittura, dunque la gente si sente quasi *in dovere* di venire a romperti le scatole (passami questo termine), anche gli estranei; a me, a parte quei pochi che sanno che scrivo, no.
    Anche se, ammetto, ora come ora, mi farebbe davvero piacere che qualcuno, oltre ai soliti, avesse così stima in me cda chiedermi spesso di revisionare il proprio lavoro :) Spesso sono io a chiedere "Posso darci un'occhiata?"; mi piace leggere cose nuove e scoprire probabili talenti.
    Scusa il papiro, vado a nascondermi :P

    PS: Mi piacerebbe contattarti per e-mail per farti leggere un mio scrit... ahahahah, no, sto scherzando ovviamente, ma mi piacerebbe affrontare un aspetto della scrittura creativa privatamente (stando a ciò che ho visto non ho trovato nulla a riguardo, nè la tua mail).
    Come posso contattarti?
    Mi pare che blogger non abbia i messaggi pvt.

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    1. Ciao RougeNoir, benvenuta!
      Ahi, davvero non hai trovato la mia mail? Allora devo metterla più in vista! Puoi scrivermi su animadicarta[chiocciola].gmail.com (Comunque nella pagina Contatti ci sono tutti i riferimenti).
      Venendo al resto... capisco quello che dici sul sentirsi stimati quando persone che conosci ti chiedono aiuto o semplicemente di leggere qualcosa. Per molti è anche un segno di fiducia, visto che mandare in giro un testo richiede un certo atto di coraggio. Il problema si presenta quando dietro questa richiesta non c'è l'esigenza di un confronto onesto ma solo il bisogno di sentirsi dire "bravo". Per fortuna non è sempre così :)

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  2. Delle due, l'una: o incuto timore o sono considerato talmente cane da non essere ritenuto capace neppure di un consulto - ma solo di un insulto, forse :) -.
    Ad ogni modo ho risolto il problema alla radice: le richieste di commento sugli scritti vengono girate ai lettori del blog con "Sostiene l'autore", cosicché gli scriventi possano ricevere il commento più genuino e senza filtro possibile. Come si dice in questi casi: "severo, ma giusto".

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    1. Infatti la trovata è ottima! Ti dirò, qualche volta ho rigirato le richieste che mi arrivavano per gli incipit alla tua rubrica!! :D
      Secondo me, comunque, la risposta alla tua domanda è che incuti un po' di timore... Magari è solo un'impressione di severità, ma io per esempio sarei in grande ansia a farti leggere qualcosa :)

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  3. Ultimamente, da quando il mio blog è un pochino più conosciuto, iniziano ad arrivarmi richieste di recensire libri sul mio blog da sconosciuti. Del tipo, anche se non sai chi sono e non hai letto il mio libro, parlane bene sul tuo blog, se vuoi ti mando pure un estratto. In quel caso sono un po' maleducata e, se non conosco chi mi rivolge la richiesta, non rispondo alla mail. Non vedo perché dovrei perdere tempo verso chi non ha rispetto del mio.

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    1. Ti capisco benissimo, purtroppo. Quello delle recensioni è un altro aspetto dolente di avere un blog. La maggior parte di chi fa queste richieste dà l'impressione di sparare nel mucchio, senza preoccuparsi mai di leggere un post o informarsi su chi c'è dietro. Io cerco di rispondere sempre (anche se negativamente), ma mi è capitato di non farlo con chi diventava insistente o si rivolgeva a me in modo arrogante.

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  4. Ora mi sento in colpa per averti chiesto, anni fa, di leggere un mio racconto. Ma è passato tanto tempo e spero che il reato sia ormai caduto in prescrizione ^^"

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    1. Ahahaha ma figurati Elisa! Tu rientri di sicuro nei casi in cui mi ha fatto piacere leggere qualcosa. Casomai mi preoccupa il fatto che dopo non hai scritto più niente... mio dio, spero non sia colpa mia!!

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    2. Ma no, anzi, tu mi hai incoraggiato e mi hai dato degli ottimi consigli!
      Ogni scrivo ancora qualcosina, ma alla fine niente vede la luce, perché spendo la maggior parte del mio tempo a dedicarmi ad altre cose. Non ho smesso del tutto, comunque :)

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  5. Maria Teresa, quanto ti capisco...
    Comunque fidati: nemmeno se il lettore è un editor professionista che offre una valutazione tecnica gratuita imparziale, le risposte degli scrittori sono educate. Però è un bene, perché capisci subito chi ci tiene veramente e rispetta il tuo lavoro e le tue competenze.
    Se prendi sul serio la carriera di scrittore devi essere aperto alle osservazioni che ti vengono mosse da amici parenti e professionisti.
    Il problema di base è l'arroganza e la totale mancanza di rispetto che ne consegue. E un'errata conoscenza del significato della parola "critica".

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    1. Non c'è speranza, insomma, se anche i pareri di un professionista vengono trattati con sufficienza... D'altra parte, io mi chiedo perché queste persone si rivolgono a qualcuno se poi non sono disposte ad ascoltare suggerimenti/critiche?
      Personalmente credo che saper accogliere e valutare le osservazioni che ci arrivano (a prescindere da chi) sia un passo non facile per chi scrive ma da fare se si vuole maturare in questo campo.

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  6. C'è una tesi di laurea molto interessante di un ragazzo del DAMS in cui affronta il tema di come proporre il proprio scritto agli editori, ovvero quali sono le strade da percorrere. Se lui ha scritto una tesi (oltretutto non è uno scrittore) vuol dire che il problema esiste. Uno dei punti che mi ha colpito è il fatto di quando dice: "mai inviare ad un'altro scrittore".
    Temo abbia ragione. In passato ho contattato scrittori anche molto affermati ricevendo però delle delusioni enormi. Lo scrittore legge, non riesce a farne a meno, ma quasi mai è obiettivo nei suoi pareri. C'è sempre quel velo di concorrenza, quell'alone di velata incertezza per cui alla fine la conclusione è scontata: ma io scrivo, perchè devo anche valutare ?
    In altri settori è diverso ma nel campo editoriale le cose funzionano così. Per la cronaca poi il sunto finale di quella tesi di laurea (tra l'altro pubblicata) è che la migliore intermediazione editoriale è quella di persone che stanno ai margini. Ovvero soggetti che non stanno ne dentro e ne fuori dalla cittadella editoriale ma appunto ai margini. Non gli agenti, nemmeno gli editori ma appunto le figure di intermediazione. Giornalisti, intellettuali, critici ma mai per l'appunto scrittori. Provare per credere. Secondo me quel ragazzo aveva ragione da vendere.

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    1. Interessante! Se la questione è stata sviscerata addirittura in una tesi di laurea, è segno che presenta una sua complessità.
      Penso anche io che gli scrittori non siano i giudici più adatti perché non possono essere completamente obiettivi, pure nei casi migliori dove c'è uno sforzo di imparzialità. Così come del resto anche un addetto ai lavori ha un occhio diverso nei confronti di un testo rispetto a un semplice lettore, perché per a causa della sua professione deve concentrarsi su determinati aspetti e non sull'impressione globale.

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  7. Niente. A me non arriva niente.
    Forse perchè ho improntato il sito più sullo "scribacchino" che sullo "scrittore", e si capisce chiaramente che ci provo, ma non è detto che ci riesco. E dunque nessuno mi ritiene affidabile per inviarmi testi da controllare. Che sia così?
    Ma nemmeno su Facebook. Lì ricevo solo messaggi controversi (c'è ancora chi lo usa come un enorme chat da rimorchio...).
    Parenti e amici? Quelli conoscono bene il mio carattere ruvido come la carta vetrata, quindi temono la mia schiettezza nel giudizio di lettura. E sanno quanto pochissimo tempo libero ho.

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    1. Goditi la tranquillità finché dura. Appena il tuo blog sarà identificato dalle frotte di aspiranti scrittori, si fionderanno a chiederti recensioni e pareri.
      La schiettezza nel giudizio dovrebbe essere una cosa da ricercare, ma a quanto pare non è così. Pensa che con me succede il contrario, credono che sarò morbida nei giudizi, ma quando si accorgono che non è affatto così ci rimangono malissimo.

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  8. Io sono davvero molto serena. Ho letto tutti i punti che citi, e non mi disturbano, nel senso che se non ho tempo lo dico, se non mi piace lo dico, se sembra copiato da un film lo dico, e se poi il richiedente si offende non so proprio cosa farci.
    Cerco di essere educata e cerco di avvisarlo che non sono un oracolo, nè un editor, detto questo, sta all'altra persona prendere o rifiutare ciò che mi sento di dire sul suo racconto.

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    1. Spero di arrivare anche io prima o poi a questa serenità :)
      Per ora quello che davvero mi stressa è non trovare il tempo per fare tutto quello che vorrei, quindi aggiungere anche letture che non avevo in programma diventa troppo.

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  9. Un paio di anni fa tenevo su di un blog una rubrica dove mi offrivo gratuitamente come consulente scientifico per chi avesse dubbi sulla plausibilità delle proprie storie.
    Di questa possibilità se ne avvalse un'unica persona. Gli smontai totalmente il racconto (più che altro per una questione di logica) e fu costretto a riscriverlo in toto. Mi ringraziò e la cosa finì lì.
    Alcuni mesi dopo tornò alla carica. Non sto qui a raccontare l'idea imbecille che aveva in mente, comunque gli spiegai che ognuna delle giustificazioni scientifiche che voleva usare come spiegazione non reggeva. La cosa davvero geniale era che mi scrisse che se la scienza non funzionava, sarebbe ricorso alla magia. Io invece ero vasito per la facilità con cui voleva passare dalla fantascienza al fantasy. Comunque le spiegazioni (tra l'altro articolate) che gli fornii non furono sufficienti, perché mi scrisse una seconda volta e dovetti ripetergli tutto daccapo. Peraltro in quel periodo ero strapieno di lavoro: al mattino avevo lezione, al pomeriggio dovevo scrivere degli esercizi e a volte andavo avanti fino a sera. In più avevo le avvisaglie di un'influenza. Per cui dovevo pure scrivergli a tarda sera, quando ero bello cotto. Alla fine non solo non mi ringraziò, ma sparì totalmente e non lo sentii più.
    P.S. = E' uno dei tuoi follower, spero non partano casini...

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    1. Tranquillo, non partiranno casini XD

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    2. Il ruolo del lettore beta non è mai facile, poi immagino che sia molto peggio nel caso si tratti di un testo che presuppone una base di conoscenze scientifiche, dove c'è da lavorare molto da parte di un consulente. Quindi ci sei rimasto giustamente male che dopo il feedback non c'è stato un seguito.
      A me è capitato di una persona che mi ha fatto leggere un romanzo con pretese esoteriche, dove c'erano delle cavolate da brivido. E ci sono rimasta molto male quando a fronte delle mie osservazioni mi ha detto che non cercava consigli ma voleva "solo farmelo leggere".

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  10. Ma addirittura della mail d'amore!
    carissima io ti capisco benissimo perché il tempo è davvero prezioso, anch'io ho ricevuto qualche richiesta di recensione ma ho risposto dicendo che nel blog non faccio recensioni su richiesta, a meno che non sia io stessa a voler parlare di un libro che ho letto spontaneamente e mi è piaciuto. Controllare un testo è un vero e proprio lavoro ed esistono editor professionisti quindi secondo me dovresti indirizzarli a loro senza timore di offendere (in Puglia si dice "Chi si offende è un fetente" nel senso che se uno gentilmente risponde che non può fare una cosa per qualsiasi motivo se fa l'offeso è un "suo" problema). Un abbraccio fortissimo

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    1. Sì, il tempo è un bene preziosissimo, infatti la cosa più odiosa è vedere quando non viene rispettato minimamente.
      Hai detto giustamente che l'editing è un lavoro vero e proprio, con quale autorità potrei farlo? Mi è capitato alcune volte che mi chiedessero suggerimenti su un editor da contattare, ma sono stati casi davvero rari. La maggior parte vuole tutto subito e gratis :(

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  11. Quando hai scritto su Facebook ieri che il post poteva essere offensivo, ho pensato a qualcosa di molto peggio :P .

    Comunque anche se io non sono chissà quale scrittore, anche a me è successo che una persona mi mandasse una sua opera. Si trattava peraltro di un amico (probabilmente ex-tale, a questo punto) che mi ha mandato i primi capitoli di due suoi romanzi - prima uno che ha abbandonato, poi un altro. Per quanto riguarda il primo - si parla di un paio di anni fa - io non ero bravo a scrivere come ora, ma qualche cosa la sapevo già. Ho provato a dirgli che era pieno di ripetizioni e di particolari non mostrati (penso tipo che metà del background di tutti i personaggi lo descrivesse nel primo capitolo), ma non mi ha ascoltato. Non si è arrabbiato, ma ha svicolato e non ha voluto capire le critiche.

    Poco tempo dopo, mi ha mandato un secondo inizio di romanzo. Ho letto anche quello, e gli ho detto che era migliorato, ma che c'erano dei difetti, e molto da lavorare. Mi sono anche offerto, per amicizia, di fargli da beta-reader. Ancora una volta, le critiche sono cadute nel vuoto, e non mi ha mandato più nulla. In compenso, questo suo romanzo se l'è autopubblicato via Amazon (anche in cartaceo). E questo nonostante sia scritto coi piedi (e adesso me ne rendo conto molto meglio di allora): le ripetizioni abbondano come gli avverbi, il linguaggio è casuale, i dialoghi sono assurdi, abbondano gli spiegoni, il senso del ritmo è inesistente, e così via (tra l'altro è lo stesso libro di cui parlavo ieri sul blog di Michele).

    Forse un po' anche io sono responsabile: all'epoca non avevo tutta l'esperienza e tutto il bagaglio di conoscenze che ho ora, e che ho acquisito negli ultimi anni. Ma non posso dire se, conoscendo meglio e facendo critiche più mirate (e cattive), sarebbe cambiato qualcosa: magari non mi avrebbe ascoltato lo stesso. E comunque, io alla fine non gli ho mica detto che andava bene, ho sottolineato anzi che c'erano dei difetti. E in fondo non c'è il mio nome nel libro, quindi non mi ritengo responsabile :D .

    A parte questo, comunque, per quanto riguarda le mie webzine musicali ricevo molto spesso in bacheca o come messaggio privato link accompagnati da messaggi analoghi ad "ascolta qui". Ma io di solito li ignoro, anche perché dubito che vogliano un parere sulla loro musica. Vogliono semplicemente farsi pubblicità. Magari non è lo stesso di quelli che lo fanno in ambito di scrittura - ma forse sì :) .

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    1. Brutta esperienza, soprattutto considerando che c'è (o c'era) un rapporto d'amicizia tra te e questa persona. Questi sono i casi peggiori perché ti mettono davvero in imbarazzo. E poi quando tutto quello che dici cade nel vuoto, non puoi fare a meno di considerare tempo buttato quello che hai speso per leggere e fare commenti.
      Ormai mi sono convinta che in questi casi le persone cercano più o meno consapevolmente solo dei complimenti e una sorta di benedizione, mentre chi fa delle osservazioni viene percepito come un maestrino che sa solo criticare. Peccato.

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  12. Se l’utente FaceBook ha scritto la «prima facciata del suo libro» come ha scritto il messaggio, direi che non ci sono dubbi: si tratta certamente di un capolavoro, è inutile leggerlo. :P

    Io ne ricevo a... secchiate. Non solo roba da correggere o “giudicare”, ma anche un sacco di mail con richieste di tutti i tipi, dal «mi aiuti a promuovere il concorso letterario?» al «mi aiuti a scrivere una tesi universitaria?». In genere rispondo con garbo, leggo tutto e dico quello che penso. Da lì in avanti però non si fanno più sentire... chissà perché?! XD

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    1. Ora ti mando anche io qualcosa da leggere :P

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    2. P.S. sì, hai ragione, ora mi ci metto...

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    3. La tesi universitaria mi manca! :)
      Sì, quello della "facciata" era tutto un programma già dal messaggio. Tra parentesi, chiunque sia, è stato poco furbo perché non essendo tra i miei contatti Fb è finito subito nei messaggi "altri" e l'ho visto dopo un paio di mesi.

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  13. Mi è capitato sì, ma non più di tre/quattro volte. L'ultima, una donna mi chiedeva di leggere una lettera che aveva scritto per la figlia nascitura, avuta con una compagna (sì, la desinenza è giusta!) e io l'ho fatto. Me lo ha chiesto in modo gentile e io gentilmente le ho sottolineato quello che andava scritto meglio o eliminato. Mi ha ringraziato e io le ho fatto gli auguri per la gravidanza! :)
    Se dovesse essere un'abitudine, probabilmente, agirei in modo diverso, ma quando è una tantum, e a me non disturba farlo, do una mano, non dimenticando di sottolineare che agisco con tutti i limiti di chi non lo fa per mestiere :)

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    1. Una tantum infatti non è un problema neanche per me. La cosa antipatica è l'essere bersagliati, magari in un periodo in cui non hai proprio voglia di occupartene. Purtroppo infatti mi è capitato di dire dei no a persone che non lo meritavano, perché avevo poco tempo e sapevo che non avrei potuto dedicare tutta l'attenzione che meritavano.
      Molto bello comunque il pensiero della lettera per la figlia nascitura! Immagino sia stata un'esperienza positiva anche per te aiutarla a scriverla.

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    2. Sì, c'erano dei pensieri molto belli e molto forti e c'era qualcosa che andava sistemato. La bimba sarà già nata, a quest'ora! :)

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  14. Sì, mi è capitato. Ho nella casella di posta un romanzo pallosissimo fantasy onirico (proprio il mio genere :-D) con protagonista l'autore stesso: è la prima e ultima volta che accetto una proposta a scatola chiusa, la prossima volta dirò di no, ma per il momento aspetto che se ne dimentichi e non mi faccia solleciti...

    In generale cerco di essere più onesta possibile: se non sono interessata o non ho tempo, dico di no. Oppure dico che potrei metterci un po'. Ma se dico "sì, mandamelo", nel 99,1% dei casi lo leggo (il restante decimale riguarda il tipo menzionato sopra: ci ho provato, ma non sono riuscita a continuare) perché penso che sia una grande mancanza di rispetto accettare un'opera e non far sapere più nulla. Per quel che mi riguarda, preferisco una stroncatura del silenzio. I miei feedback positivi li ho già ricevuti, quindi non sarà un parere meno lusinghiero a demoralizzarmi.

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    1. Mamma mia... posso immaginare. Il punto è che non puoi prevedere sempre se un romanzo ti piacerà, magari il genere ti interessa, la trama è buona, poi vai a vedere che è sviluppato in modo pallosissimo o troppo pieno di errori perché si riesca ad apprezzare. E di conseguenza diventa un lavoro, non un piacere. Quindi se si tratta di romanzi lunghi meglio andarci cauti ad accettare... Anche perché, come dici, prima o poi un responso dovrai darlo.

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  15. A me è capitato! Sia per mail che su FB di ricevere richieste di lettura da parte di gente che mi proponeva il suo libro, quello che mi lasciava perplesso e che lo fa ancora è che spesso si trattava di cose che non c'entravano niente con le materie trattate dal mio piccolo blog ( voglio dire io leggo di tutto, ma sinceramente caro editore che c'entro io che mi occupo di weird e di fantascienza con te che pubblichi cataloghi?) Questo è stato uno dei casi più eclatanti. Per quanto riguarda gli autori invece all'inizio ho davvero provato a leggere le cose che mi mandavano, speravo di poter fare la mia parte. Ero un illuso, lo ammetto, quasi subito sono iniziati tutti i piccoli e grandi inconvenienti che citi nel tuo post, lo "scrittore" tipo è un debuttante che ti invia il suo capolavoro, un mattone di mille pagine primo capitolo di una ipotizzata trilogia "fentesy" piena zeppa di luoghi comuni. Non mi fraintendete, io apprezzo davvero il fantasy ma se sei un debuttante perché non cominciare con qualcosa di più piccolo? Anche per verificare le tue capacità. Stavo arrivando al punto che per stare dietro le richieste non riuscivo nemmeno più a seguire le mie cose, per non parlare del livello di educazione sempre più basso dei richiedenti. Da allora ho dovuto mettere nero su bianco nel modulo contatti che non eseguivo più recensioni su "richiesta" e che mi limitavo a più neutre segnalazioni. Inutile dire che nonostante io sia stato chiarissimo, le richieste continuano ad arrivare lo stesso.

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    1. Purtroppo capisco bene quello che dici. Alla fine sei costretto a mettere dei paletti, proprio perché il tempo è quello che è e avrai pure il diritto di leggere quello che hai scelto personalmente. Non so come facciano certi blogger che riescono a stare dietro tutte le richieste di recensioni. Decisamente non è un'attività che fa per me quella di recensire su richiesta. Poi, come hai detto, rischi di incontrare il debuttante-tipo che ti molla dei mattoni illeggibili...

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  16. Evidentemente nessuno mi conosce e/o ho fama di antipatica, perché, Grazie al Cielo, ricevo poche richieste simile e per lo più sensate. Al peggio un "non ho tempo" basta. Però ricordo ancora una mia compagna di studi a cui la portinaia appioppò il proprio manoscritto, ma proprio manoscritto (a mano!) in sei tomi con la storia della propria vita!

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    1. Oh mio dio, scritto a mano è terribile, per non parlare della lunghezza! E lo ha letto alla fine?
      Poi la cosa curiosa è che molte di queste richieste riguardano proprio la storia della propria vita :D Tutte autobiografie, ma è mai possibile?!

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  17. Mandamela pure la facciata, occhio però che ho la testa dura e se mi prende potresti farti male :D (è stato più forte di me, ma quello screenshot...)
    Io leggo volentieri, l'ho anche fatto diciamo semiprofessionalmente (mi pagavano in libri) per una casa editrice. Sempre compatibilmente coi miei tempi. Certo che un paio di volte gli occhi me li sarei cavati, come dici tu :P

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    1. Riconoscere un buon libro da una facciata... Non cercano una lettrice beta, ma una maga!

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    2. Che poi la prima facciata in genere è il colophon, sicuramente prenderà tantissimo :D

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    3. Giocando su qualche troncatura potrei fare una battutaccia tra facciata e colophon .... mi esimo... :)

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    4. Beh, non sembra male essere pagati in libri per questo lavoro! Certo però che non si sa mai cosa può capitarti...
      Come si fa a giudicare un libro dalla prima facciata? In alcuni casi forse puoi decidere se ti prende un minimo, ma è una bella responsabilità.

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    5. In genere ti capita il peggio :D
      Però per esperienza ti posso dire che se è pessima la prima "facciata" difficilmente si riprende dopo.

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  18. Ciao Maria Teresa,
    permettimi di spezzare una lancia a favore di quelli al di là della barricata a cui appartengo.
    Una doverosa premessa e sulla ineducazione a cui non ci sono scusanti e ne comprensione, e se aggiungiamo la dilagante arroganza diventa intollerabile e intrattabile. Spero di non essermi comportato involontariamente i questo modo, non me lo potrei perdonare.
    Vero è però che neofiti come me che scrivono per necessità psicofisica, per svuotare su fogli bianchi le storie che ci intasano il cervello frullando le poche idee esistenti e facendoci apparire un eterno sognatore ad occhi aperti distante dalla realtà che lo circonda, hanno vita dura. Lo svuotamento della materia grigia (molto poca in verità ne ho) in pagine e pagine di storia che la compongono ha i suoi benefici, poi la laboriosa e dolorosa di decine e decine di riletture nel tentativo di far arrivare le emozioni che alla trama avremmo voluto dare. Quando in fine ci pare che tutto funziona e tutto traspare ecco la vocina maligna che ci domanda “perché non lo pubblichi?” e cominciano i guai.
    Trovare qualcuno che ne sa più di noi per spiegarti, magari, che quello che tu consideri una nuova “Divina Commedia” potrebbe, forse, tappezzare i muri della cameretta dove ti sei rintanato per mesi alla ricerca di rendere il tuo scritto leggibile e comprensibile. “Dulcis in fundo” l’editoria italiana non ti viene incontro e non ti risponde (forse a ragione) e gli affanni aumentano nel cercare di capire se quello che hai scritto ha un certo valore o è solo un imbrattamento di fogli, scarabocchi .
    Non ho soluzioni e ne suggerimenti, ma mi viene da dire che oggi il mondo gira in quel verso.
    Ciao
    Rosario

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    1. La categoria dei rompiscatole (chiamiamoli così) per fortuna non abbraccia tutti gli scrittori o aspiranti tali! Come dicevo nella premessa, ci sono casi in cui fare da beta reader è un piacere. La maleducazione, l'insistenza e anche la mancanza oggettiva di tempo, invece, rendono impossibile fare questa attività per chiunque. Mi rendo conto che chiudere la porta a tutti sarebbe ingiusto, soprattutto considerato che la collaborazione tra chi scrive è un fatto auspicabile. Ed è per questo che siamo costretti a fare delle scelte...
      Poi permettimi di dirti, caro Rosario, che chi legge e rilegge come fai tu e si fa tanti scrupoli è una perla rara, l'eccezione alla regola :)

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  19. Cara MT, attendevo da ieri sera questo post, annunciato sul fatidico fb :)
    Bellissimo. Condivido il tuo disagio.
    E il fastidio più grande sono le pretese: di essere letti, di essere valorizzati, di essere piaciuti.
    Un pò narcisisti noi scrittori lo siamo, ma ogni tanto una frenata...
    L'ultimo passaggio è delicatissimo: è vero che uno scrittore tende a valutare le cose dal proprio punto di osservazione o meglio, dico piàù esplicitamente, che spesso è portato a sentirsi naturalmente in competizione e dunque i giudizi saranno sempre meno obiettivi di quanto vorrebbero.
    Ma far leggere la tua opera a uno che non h la più pallida idea di cosa voglia dire scrivere... forse non è la soluzione. Per questo ti martellano ;)

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    1. Dici che dovrei prenderlo come un complimento? :D
      In un certo senso hai ragione, chi scrive per abitudine può essere in grado di cogliere aspetti da mettere in risalto, che sfuggono a un lettore puro, così come notare eventuali difetti. Diciamo che ci sono pro e contro nell'usare uno scrittore come beta reader.

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  20. A me non è mai successo. Evidentemente faccio paura, o sono molto scarso e si capisce da distante. Preferisco credere di far paura ;)

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  21. Ahimè, ci sono caduto anch'io nei primi tempi della mia produzione, e mi è capitato di cercare opinioni dai più esperti di me.
    Ma giuste bastonate (vedi sopra) e cortesi rifiuti mi hanno persuaso a indirizzare altrove le mie richieste. Esistono numerosi forum in cui novelli scrittori possono scambiarsi opinioni e dritte, cercando di crescere assieme. Ho avuto anche modo di passare dall'altra parte e ricevere un paio di richieste di lettura. Ho dato la mia opinione più sincera e schietta, ma come te ho capito che non è questo che la maggior parte dei richiedenti cerca.

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    1. Bravo ;) a proposito, quand'è che ripassi dalle nostre parti?

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    2. Vorrei avere tempo Gri, purtroppo devo fare delle scelte, devo scrivere una cosa alla volta :(
      Prometto che m'impegno!

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    3. Crescere insieme dovrebbe essere infatti l'obiettivo di base, e in un mondo ideale si potrebbe fare. Purtroppo nella realtà si mettono in mezzo sentimenti negativi, la competizione, l'invidia, l'arroganza. O accade semplicemente che comunicare via web non è sempre il massimo e ci si fraintende. Trovare un posto sicuro dove trovare consigli e poterne dare spassionatamente è come trovare un tesoro.

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    4. Tranquillo, ti teniamo in serbo un po' di patate per quando passi ;)

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    5. Paolo: secondo me questa è una pratica profondamente sbagliata, e ti spiego il perché. Ogni volta che mi propongono di leggere un racconto dei tanti che mi inviano, e ne ricevo a decine, mi pongo sempre la stessa domanda: «Io, di uno scritto, cos’è che posso giudicare?». La risposta che spesso mi do è questa:
      1. Se l’uso della grammatica è corretto;
      2. Se il testo sviluppa fino in fondo quelle che erano, almeno all’apparenza, le intenzioni comunicative dell’autore;
      3. Se a pelle mi piace oppure no.
      Tutto il resto è ingiudicabile. Ecco, detto questo nessuno può venirti a “dare consigli”, perché nessuno scrive come scrivi tu, perché nessuno vede il modo come lo vedi tu, perché nessuno ha il tuo stesso identico immaginario, eccetera. Quello che può fare un lettore – un lettore, non un aspirante scrittore – e dirti se quello che scrivi gli piace oppure no. E, magari, sforzarsi anche di spiegare il perché.

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    6. Salvatore, hai espresso in modo chiaro una conclusione alla quale sono arrivata anche io.

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  22. Beh a me è successo di peggio. Mail ricevuta "Ciao ho visto il tuo sito, so che ti occupi di marketing editoriale, ho una proposta da farti..." Io: "Dimmi".. "Tu mi fai il sito, le campagne su Facebook, mi gestisci i social, promuovi il mio libro e il metto un link al tuo sito sul mio profilo Facebook"......... Ah certo... ci stavo proprio pensando infatti :))))

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    1. Eh posso immaginare quanto ti bombardino, senza alcun pudore! A quanto pare certe sfacciataggini ci sono in tutti i settori, purtroppo :(

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  23. Senti ma... se ti mando tre righe della mia trilogia, mi dici se secondo te mi pubblicano? :D

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    1. Ahahahah :D Guarda, per sapere se qualcuno verrà pubblicato, altro che tre righe, ci vuole la sfera di cristallo!!

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  24. Mi daresti un'occhiata al blog? POSTODIBLOGGO

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  25. Ho giusto scritto un post lievemente perfido sull'argomento che penso di pubblicare però tra un paio di settimane se va tutto bene. ;-)

    Degli autori self-centred abbiamo già parlato in svariate occasioni. L'unica per togliersi di torno i seccatori è proporre una tariffa, altrimenti non sentono ragioni: per loro è inconcepibile che tu non ti metta al loro servizio gratis e velocemente. Una volta mi capitò un'autrice di gialli che era a un passo dal chiedermi se potevo farle l'editing del romanzo. Era stato già autopubblicato, ma doveva fare una nuova edizione perché era una cosa da mettersi le mani nei capelli, e se ne rendeva conto anche lei. Peccato perché la storia era bella, ma se fai una cosa del genere perdi credibilità. Comunque l'avevo messa in fuga ventilandole le mie tariffe.

    Poi da quando ho pubblicato la mia foto e la mia breve biografia con la questione che sono un'editor professionista, sono in assetto di guerra con l'elmetto in testa e il fucile spianato!

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    1. Non vedo l'ora di leggere il tuo post lievemente perfido :D
      Certo che alcune pretese sono davvero assurde, addirittura fare l'editing a un intero libro! La tua idea delle tariffe non è male... sempre che poi non accettino! A volte i problemi nascono quando c'è incomprensione tra le parti, perché magari noi intendiamo dare un parere generale e dall'altra parte si aspettano qualcosa di più approfondito.
      Posso immaginare ora con la biografia in bella vista, quanti si faranno vivi... fai bene a stare all'erta :)

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    2. Ciao Cristiana, a me interessa!
      Fucile a parte tra circa due mesi vorrei servirmi della tua esperienza nel campo editor, ovviamente pagando, sarebbe bello capire i propri limiti, cosa che soli non si può fare, per via dell'ego, ahimè a quello non si comanda!

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  26. Hai avuto tantissima pazienza :(
    Io non sono ancora fra gli scrittori, ho un blog dedicato a tutt'altro, quindi non ho mai avuto di questi problemi. Però in passato davo vita alle mie storie in fumetti brevi, e capitava talvolta chi chiedeva aiuti e valutazioni sui disegni, ma niente di che, se confrontato a quello che ho letto nel tuo articolo e nei commenti relativi xD Quando la mia mente ha partorito una storia che mi ha appassionato come nessun'altra, ho dovuto abbandonare il disegno (che aveva raggiunto un limite) e son dovuta passare alla scrittura… Francamente però, non riuscirei mai a far leggere il mio romanzo ad altri scrittori. Sono certamente convinta e sicura di quello che ho scritto, altrimenti nemmeno ne parlerei, ma non ho tutta questa spavalderia nel farlo leggere da professionisti così alla cieca. Sto finendo la mia ultima revisione dopo migliaia…
    Per il momento ho intenzione di far leggere il manoscritto ufficialmente finito e corretto ad alcune persone selezionate che me lo hanno richiesto, amici e non dei quali conosco le inclinazioni e che si differenziano l'uno dall'altro per passioni e modi di pensare. Credo che ognuno di loro possa dare, a suo modo, dei feedback essenziali.

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    1. Ciao Ivrelia, mi ha molto colpito la genesi del tuo romanzo, questo tuo passaggio dal fumetto a un testo più ampio. Immagino che le forme di espressione debbano cambiare necessariamente a seconda del tipo di storia e delle nostre stesse esigenze.
      Far leggere a qualcuno il proprio lavoro può essere anche una cosa delicata e comprendo quello che dici sul non farlo leggere "alla cieca". Anche per me vale lo stesso. Credo sia importante cominciare dalla propria cerchia e poi ampliarla.
      Ti ringrazio molto per il commento :)

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    2. Purtroppo i miei limiti nel disegno non avrebbero potuto descrivere la trama in ogni sua parte, non ho però voluto rinunciare a una storia tanto complessa e così mi sono messa a leggere e leggere, a scrivere e riscrivere. Son passati anni e ora sono arrivata finalmente alla conclusione/revisione di un manoscritto che rende giustizia ai miei tanto amati personaggi ^^
      Grazie a te per la risposta!

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  27. Maria fatti pagare ;).
    Blog meraviglioso ;)
    Comprerò il tuo libro mi piace come scrivi ;) ciao

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    1. Ciao Calypso, grazie mille per quello che hai detto e benvenuto!
      No, non sento di avere le competenze necessarie per potermi fare pagare e questo tipo di lavoro di correzione dei testi altrui non è proprio nelle mie corde :)

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  28. L'ho fatto solo due volte.
    La prima era un romanzo colabrodo: ripetizioni fatte per riempire più pagine e personaggi (e nomi! presi da film (tralascio la trama,della quale ho capito ben poco) Ad ogni modo in qualche maniera è stato pubblicato).

    La seconda: si trattava di una specie di sinossi che voleva essere un (non ho capito bene) romanzo o racconto. Dopo aver spiegato come di poteva sviluppare, il tizio ha lasciato perdere. Anch'io. :-)

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    1. Almeno che non sia un ricettario di cucina non capisco come si faccia a scrivere un racconto senza la trama :) Forse e uno dei tanti errori di noi dilettanti?
      Io per esempio di dilungo in maniera macro maniacale nei dettagli 

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    2. Da quello che vedo ce ne sono molti in giro di racconti o romanzi senza una trama, il più delle volte sono dei collage di esperienze dell'autore messe sotto forma di storia. Sì, secondo me è proprio un errore da scrittori in erba quello di dare poca rilevanza alla trama. E poi, come ha detto Gabriele, quando si tratta di lavorarci su per sviluppare qualcosa di più organico non tutti ne hanno voglia e lasciano perdere.

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  29. p.s.: ma che casino ho combinato con le parentesi! :D

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  30. Ti do più che ragione! Non ho passato la fase in cui mi sentivo onorata di essere interpellata per un'opinione, perché fin da subito mi si è acceso l'avviso "terreno minato". Un paio di volte, però, mi sono trovata nella situazione mio malgrado. Non c'è niente di più sgradevole che passare un paio d'ore a scrivere e riscrivere una mail per renderne il contenuto accettabile e sincero al tempo stesso, con la consapevolezza che ogni critica sarà ricevuta, se va bene, come una stilettata, se va male, come il chiaro segnale che sei un essere disgustoso!

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    1. Verissimo, è un terreno minato. E' raro avere delle soddisfazioni, raro che qualcuno accolga in modo positivo quanto abbiamo detto e magari lo metta a frutto. Anche io sono sempre in tensione quando devo scrivere questo tipo di mail!

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  31. Concordo, la domanda è senza dubbio fastidiosa.
    Da esordiente, mi sono trovata da entrambi i lati della barricata: come autrice sono molto cauta, ho proposto in lettura il mio lavoro solo un paio di volte e solo dopo aver letto attentamente ogni angolo del blog in questione, per accertarmi che il padrone (o la padrona) di casa 1) fosse disponibile a leggere e recensire nuove opere; 2) fosse interessato al genere. Mi pare una questione di semplice buon senso, che fa risparmiare tempo e fastidi a tutti. Inoltre, mi pare che un bel blog vada apprezzato prima di tutto per i suoi contenuti e per il lavoro che ci sta dietro, non scambiato per un service editoriale gratuito... Per avere dei pareri sul libro ho preferito puntare maggiormente su altre strade (principalmente catene di lettura).

    La storiella riguardante l'altra parte della barricata, invece, è divertente. Benché il mio blog e i miei profili social siano puramente promozionali rispetto al mio libro, infatti, e non diano adito in alcun modo all'idea balzana che io sia disponibile a leggere e a valutare scritti altrui, sono stata contattata da un altro scrittore che mi ha proposto l'invio gratuito di una copia del suo libro in cambio di un parere. Ho ingenuamente accettato: ma sì, mi sono detta, perché no? Ho ricevuto il libro, l'ho letto e non l'ho trovato entusiasmante. Ho risposto all'autore con una lunga e articolata recensione (non una stroncatura, peraltro... alcuni giudizi erano positivi, altri erano invece piuttosto severi), precisando anche che sono una signora-nessuno e che la mia era solo un'opinione (richiesta!). Beh, indovinate come è andata a finire? Non ho più ricevuto neanche una parola, niente di niente. Scontato dire che il suddetto autore non ha mai dimostrato alcun interesse per il fatto che anch'io avessi scritto qualcosa.

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    1. Ciao Monfreina, grazie per il tuo intervento! Sì, in molti casi si tratta di semplice buon senso che manca. Io ancora non mi capacito che della gente mi contatti per chiedere una recensione anche se ho scritto chiaramente che non ne faccio su richiesta. Io non mi sognerei mai di fare altrettanto...
      Triste è invece l'esperienza dall'altra parte della barricata che hai raccontato. Purtroppo capita anche questo e lo trovo persino più grave. Dopo che hai letto il libro, ti sei impegnata per fare una recensione e poi non vedi alcuna risposta dall'altra parte, ti passa ogni fantasia.

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  32. Personalmente non cerco opinioni altrui, anche perché il primo a qui non piace quello che scrive sono proprio io :)
    Ad ogni modo, se devo pagare per ottenere una visione tecnica e professionale "per che no anche spietata" ben venga, altrimenti e inutile cercare compiacimento letterario in un mondo dove i così detti artisti "noi" non sono cosi razionali da poter esprimere giudizi, almeno credo!

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    1. Ciao Calypso :)
      Io non credo ci sia nulla di male nel chiedere un parere, anzi il confronto è sempre utile. Molti di noi utilizzano dei beta reader per avere un'opinione su quello che hanno scritto (anche io) e di solito il testo ne viene fuori migliorato.
      Quello che che contesto è il chiedere senza essere in realtà affatto disposti al confronto ma andare solo in cerca di conferme, insomma sto parlando proprio di quel compiacimento letterario da te nominato.

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  33. Io ho passato la mia "giovinezza" ad editare gratuitamente testi di perfetti sconosciuti di notte. Non so perché. A un certo punto ho iniziato a farlo di lavoro e, misteriosamente, non ho più avuto così tante richieste. Sono passata dall'essere richiestissima e "osannata" al "va be', posso farlo da solo/a se ti devo pagare".
    Quindi ti capisco bene!

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    1. Menomale che mi capisci! Tristissima questa tua esperienza, avevo il sospetto che quando si parlava di compensi poi sparivano tutti. Spero che almeno averlo fatto per tanto tempo gratis ti abbia dato qualche piccola soddisfazione.

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    2. Ho avuto tantissime soddisfazioni, che almeno in parte consolano l'amarezza della situazione. Di tanto in tanto edito ancora qualcosa gratuitamente però ora sono molto più selettiva e non mi sento più "in dovere" di farlo.

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