Il mio nuovo romanzo, tra ostacoli e sfide

La selva oscura nella quale mi sono cacciata

Dopo i vari ospiti che hanno fatto visita al blog nelle ultime settimane, ho pensato di tornare a parlare un po' di fatti miei e raccontarvi cosa sto scrivendo in questo periodo, anche se un certo timore scaramantico mi colpisce sempre quando si tratta di parlare di ciò che scrivo.

In verità non si tratta di un periodo facilissimo, tutt'altro, ma seppure a rilento sto portando avanti un romanzo, determinata (ostinata se preferite) a mettere la parola fine entro l'anno. Tuttavia, gli ostacoli che sto incontrando sono molti...

Riscrivere è peggio che scrivere

Quello a cui sto lavorando non è un romanzo nuovo: ho perso il conto di quante riscritture ha subito dal lontano 2002. Vi è mai capitato di sognare un incipit? Proprio questo mi è accaduto un mattino di tanti anni fa. Ma molto è cambiato dall'ispirazione iniziale e perfino la frase dell'incipit che avevo sognato è stata rimaneggiata e usata in altro modo.

Dopo le tante modifiche apportate alla trama e ai personaggi, oggi posso dire che l'unica cosa rimasta intatta è l'idea di base e la voglia di raccontare questa storia, voglia che si è mantenuta viva nonostante il passare del tempo.

E così da qualche mese ho ripreso in mano questo romanzo, decisa a portare a termine la versione definitiva. Tuttavia, mi sono resa conto che riscrivere significa restare invischiati nostro malgrado in ciò che abbiamo già scritto, significa lavorare il triplo per individuare ciò che non funziona e apportare le modifiche necessarie. In qualche modo, quando una storia si compone ha la tendenza a cristallizzarsi, così che diventa sempre più impegnativo riuscire a metterla in discussione.

Fino a qualche tempo fa, poi, non avevo ancora messo a fuoco l'asse portante della trama. Dopo essermi chiarite le idee, speravo che tutto procedesse in modo più rapido, ma a quanto pare non è così.

Sarebbe stato più facile abbandonare questo progetto? Indubbiamente sì. Ma la storia non mi lasciava andare... E alla fine è diventata una sfida.

Complicati intrecci da gestire

Uno degli scogli più grandi da superare è quello di una trama tutt'altro che lineare, che si snoda tra passato e presente, con situazioni che si intrecciano in vari punti. A volte ho la sensazione che più scrivo, più la trama si vada complicando, così che attualmente devo raccapezzarmi in un vero groviglio di situazioni.

La mia cattiva abitudine di non fare schemi e non appoggiarmi a nessun disegno precostituito ha reso a un certo punto le cose ingestibili. Ero arrivata a un punto che davvero rischiavo di non capirci più nulla io stessa, figuriamoci un lettore. Qualche giorno fa, sommersa da una quantità di appunti indescrivibile, mi sono imposta di creare una cronologia dettagliata e abbinarla a uno schema degli eventi così come li presento. Per fortuna questo lavoro mi ha regalato un po' di chiarezza, ma resta comunque un lavoraccio. Ma perché devo sempre complicarmi la vita con trame intricate?!

Storie nelle storie

Alla trama complessa si abbinano svariate sottotrame e altrettanti personaggi, che per quanto secondari, sono comunque necessari per il quadro complessivo. E da ciò nascono svariati dubbi. Come posso essere sicura che il lettore non si confonda? Come so se dopo cinquanta pagine non si è dimenticato di chi è Tizio e di quale ruolo ha? Riuscirà a seguire le sue vicende, anche se non riguardano direttamente il filone principale? Sarà in grado di provare empatia per lui?

Il protagonista è un “lui” che...

Sia il primo romanzo che il secondo erano raccontati da una prospettiva femminile. Da che ricordo è stato così anche per i racconti e le altre storie scritte in passato. Ovviamente mi trovo più a mio agio a identificarmi in una protagonista donna, ma questa volta ho voluto scegliere un protagonista maschile, che secondo me era più adatto. Calarsi nei suoi panni non è sempre stato facile, anzi. Spesso mi sono ritrovata a chiedermi: lo sto dotando di emozioni e reazioni troppo femminili? O al contrario mi sto aggrappando a degli stereotipi per tratteggiarlo? Cosa c'è nella mente di un uomo? Come vive certe situazioni?
Ma c'è di più. Il mio Flavio non è una persona che ha reazioni e idee comuni. Il che mi riempie di altri dubbi: chi leggerà potrà capire le ragioni del suo comportamento?

Il lato “rosa” 

Le storie d'amore hanno sempre avuto un ruolo piuttosto marginale nei due romanzi scritti finora. Qui ho deciso di dargli più importanza, e anche questa è stata una sfida perché... beh chi mi conosce sa che non sono una grande romantica e che tendo a sorvolare quando devo descrivere situazioni hot. Ma le cose hanno preso un corso tale che ho dovuto assecondare l'elemento sentimentale. A volte i personaggi prendono il timone e non c'è niente da fare.

Il titolo che non c'è

Sarà forse a causa dei numerosi rimaneggiamenti, ma dopo tanti anni questo romanzo non ha ancora un titolo. In realtà ne ha avuti tanti, tutti abbandonati strada facendo. Anche l'ultimo ormai non rispecchia più la storia e non la caratterizza. La mancanza di un titolo un po' mi scoraggia, perché sono convinta che “chiamare le cose per nome” aiuti molto. Confido davvero molto nella visita della Musa o in un'anima buona che me ne consigli uno!

In che genere rientra?

Altra sfida sarà alla fine cercare di inquadrare questo romanzo in una qualche definizione, perché un'etichetta dovrà pur averla. Parlare di thriller esoterico è probabilmente fuori luogo, perché un thriller dovrebbe avere un ritmo più serrato, forse sarebbe più adeguato dire che si tratta di un mystery esoterico, ma anche questa definizione non calza a pennello, ed è comunque poco usata.

E insomma, chissà se ce la farò a finire questo romanzo, che non sembra proprio nato sotto una buona stella...

Intanto, per non lasciare questo post troppo fumoso, ho abbozzato una mini sinossi. Una bozza su cui dovrò lavorare, ma che spero possa dare almeno un briciolo di idea del romanzo.
La tranquilla vita di Flavio – ingegnere trentenne in procinto di sposarsi – viene stravolta da un'aggressione in un parco cittadino. Si risveglia in una misera baracca, dove vive accampata una giovane, Lyra. La donna si prende cura di lui, ma Flavio sospetta che sia stata lei stessa a farlo rapire. Dopo tre giorni viene mandato via senza una spiegazione.
Tornato a casa, nulla è più come prima. Il rapporto con la fidanzata va in crisi e la sua esistenza ordinaria comincia a stargli stretta, mentre cresce l'ossessione per Lyra. Cercando di scoprire di più su di lei, apprende che a sei anni è stata vittima di un rapimento da parte di un noto scrittore dell’occulto. Ma presto Flavio viene anche a sapere che Lyra è solo la prima di una serie di persone scomparse nel nulla e forse finite in una setta.
Sempre più preso da lei e deciso a liberarla dal suo oscuro passato, Flavio comincia a rendersi conto di essere lui stesso un tassello di un gioco più grande, che lo costringerà a mettere in dubbio tutto ciò che sa della sua vita e della realtà che lo circonda.

Commenti

  1. Mi ritrovo perfettamente nei tuoi dubbi, nelle tue difficoltà e anche nell'ostinata abitudine a procedere senza schemi e ti capisco benissimo. Tuttavia, se la storia non ti lascia non hai altra strada che continuare, il titolo arriverà, vedrai, e sarà illuminante. Considerata la sinossi, direi che è obbligatorio andare avanti. Il mio consiglio è di non avere fretta.

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    1. Fretta ormai non ne ho, anche perché ho capito che quando una storia ti dà tanto lavoro, è meglio ponderare bene ogni svolta nella trama o ci si ritrova a sfasciare tutto per l'ennesima volta. E' un po' come procedere al buio, ma pian piano si comincia a vedere una lucina in fondo al tunnel! E' consolante comunque ritrovarsi nei modi di procedere :)

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  2. Ti capisco molto, molto bene. Io stessa sono schiavizzata dalla storia che sto scrivendo, e puntualmente viene fuori qualcosa di nuovo, che mi fa mettere tutto in discussione. L'ultima novità? Mi è venuto un dubbio addirittura sulla terza persona limitata! Te ne parlerò con calma nella prossima email, che dovrei scrivere fra oggi e domani. :)

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    1. Lo so, è frustrante quando ti vengono mille dubbi e sei tentata di rivedere le cose per l'ennesima volta. Su certi punti per fortuna ormai mi sento sicura, ma il resto della strada è ancora lungo.
      Sul tuo dubbio, poi ti dirò la mia ;)

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    2. La mail è stata spedita, finalmente. :)

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  3. Anche io faccio fatica, spesso, a classificare ciò che scrivo. Per esempio, il romanzo che sto scrivendo potrebbe essere un romanzo di fantascienza "alta", anche se non ha nessuno dei particolari tipici del genere. Si potrebbe classificare come cyberpunk, anche se in molti particolari si distacca dal genere. Per gli elementi che ha, potrebbe essere considerato un fantasy, un noir, un romanzo politico/sociale, e così via.

    Nonostante questo, non mi faccio tanti problemi: scrivo quello che voglio, senza pensare alle etichette. Sono convinto che i generi servano solo per inquadrare a grande linee i libri - ma anche film, dischi, ecc. - in fase di promozione, per farli comprare agli appassionati di quei generi. Inoltre, da recensore, vedo che spesso quelli che sbagliano etichetta nel descriversi (involontariamente - chi lo fa per fregarmi ovviamente non ricade in questa categoria) sono anche quelli che incidono gli album migliori. Il motivo di questo è che suonando - o scrivendo - quello che si vuole, senza mettersi paletti, porta a risultati migliori. Secondo la mia modesta opinione, quindi, le etichette con cui si chiama un'opera conta poco, se poi la sostanza c'è :).

    Comunque sia, la sinossi è interessante. Anche se non sono un fan esagerato del genere paranormale, un libro così lo leggerei volentieri :) .

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    1. Grazie Mattia, mi fa piacere saperlo! Tanto più che essendo un protagonista maschile, sono interessata alle impressioni di un uomo :)
      Sulle etichette, concordo perfettamente con te. Fosse per me ne farei a meno. Il problema è come quello di doverlo presentare poi a un pubblico. I lettori vogliono sapere in che genere rientra. E a quel punto un'idea bisogna pur dargliela...

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    2. Sono perfettamente d'accordo: come ho già detto, le etichette servono solo in fase di promozione. Per questo, io ci penserò solo quando il libro sarà pronto e finito :) .

      Ti racconto un'altra mia esperienza: qualche giorno fa il mio gruppo musicale ha pubblicato il suo primo brano in uno split album (ossia un disco diviso tra più gruppi). In fase di composizione non ho pensato a come descrivere il pezzo, e nemmeno nella fase di registrazione/mixaggio. Solo quando abbiamo cominciato a impostare la promozione è venuta fuori la questione. E visto che ci siamo auto-pubblicati, era molto importante scegliere l'etichetta giusta. Secondo me, siamo arrivati a un buon compromesso, anche se nell'unica recensione che abbiamo ricevuto fin'ora già hanno notato particolari stilistici a cui nemmeno io, che ho composto e suonato il pezzo, avevo fatto caso :D .

      Per quanto riguarda il tuo romanzo, ti darò le mie impressioni più che volentieri :) .

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    3. Immagino che anche per la musica ormai ci sia una vera giungla di sottogeneri e mescolanze, per cui definire un album diventa sempre più arduo. In ogni caso, complimenti per la produzione e in bocca al lupo per il suo successo!
      Grazie per l'offerta di darmi le tue impressioni sul romanzo :)

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  4. Embè, la mini sinossi mi piace. Potrebbe funzionare su una quarta di copertina!
    Su quel che dici, dimmi dove devo firmare...è proprio così, pari pari.
    Ho iniziato il mio NaNo estivo e c'ho già le mani sui capelli!
    Ho riscritto qualche scena del primo momento da prima in terza persona.
    E già mi chiedo dove vanno...probabilmente sono da revisionare.
    Ho deciso che per ora, ricopio tutto dal cartaceo al digitale.
    Nel frattempo, sento che mi si sblocca anche qualche dubbio su trama o un personaggio poco tratteggiato.
    Ma la strada è lunga.
    ah, io il titolo ce l'ho, m'è venuto subito....salvo poi scoprire che c'è pure un film porno con quel titolo :/

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    1. fantastico il titolo porno, ehm coscialunga :D Sandra

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    2. Se il film non è famoso, che ti importa? Però lo capisco che ti secchi, anche io vorrei qualcosa di inedito, infatti avevo pensato a vari titoli, ma poi ho visto che erano stati giù usati. Maledizione, diventa sempre più difficile essere originali!
      Grazie per l'opinione sulla sinossi, mi rincuora parecchio :)
      E buon NaNo estivo a te, forza!

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  5. Mi permetto di eliminare 2 dubbi che problemi non sono.
    Il titolo verrà poi a lavoro ultimato, e il genere… be’ basta etichette. Esistono i libri mainstream il tuo sarà tra questi.
    Sulla confusione quella credo sia l’ostacolo maggiore, dovrei rivedere scena per scena e valutare se è possibile alleggerire qualcosa, suppongo.
    Buon lavoro. Sandra


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    1. Speriamo davvero che il titolo arrivi, magari come dici a lavoro ultimato sarà più facile.
      Il genere mi preoccupa di più, ormai nel calderone mainstream ci mettono di tutto, ma non credo che il mio romanzo ci starebbe a suo agio. Voglio dire, penso che un lettore abbia bisogno di farsi un'idea precisa di cosa leggerà, altrimenti rischia di infastidirsi dopo. Resta il fatto che sono d'accordo con te: basta etichette, sono davvero limitanti!

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  6. La mini sinossi è carina, comprendo bene i tuoi dubbi in particolare per quanto riguarda la riscrittura, non sono uno scrittore però capisco come non ci si possa sentire mai completamente soddisfatti riguardo a quello che si è scritto.

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    1. Eh sì, a un certo punto bisogna trovare il coraggio di dichiararsi soddisfatti altrimenti diventa un continuo creare e sfasciare. Comunque grazie :)

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  7. Hai ragione, è molto difficile lavorare su qualcosa di già scritto, come è più difficile ristrutturare una casa che costruirla ex novo. Personalmente preferisco non farlo, perché mi sento sempre inquinata e poco libera, ma se una storia ti resta dentro a distanza di tanto tempo, forse devi proprio raccontarla. :)

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    1. Ecco sì, il paragone calza bene. Nel tempo ho abbandonato altri progetti, ma questo proprio non ci riesco :)

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  8. Ciao MT. La sinossi è accattivante. Da uomo che per natura, scelte e necessità si è trovato a saltare da un capo all'altro dei gender in tutta, e dico tutta, la mia esistenza (ragioniere prima, poi direttore commerciale, poi mammo per 15 anni e nel contempo terapeuta olistico con amore per arte letteratura, scrittura e geopolitica, quindi anche finanza ed economia), volevo darti la mia disponibilità, magari per mail, nel caso ti venissero dubbi sul pdv maschile in certe situazioni. Se ti posso essere d'aiuto nel delineare meglio il personaggio, quindi, volentieri. Per il titolo e il genere, non preoccuparti ora. Credo tu faccia meglio a concentrarti su intreccio e personaggi, lasciando poi decidere loro sul da farsi. :-)

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    1. Grazie per la disponibilità, Enrico, può darsi che io ne approfitti prima o poi ;)

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  9. Cara Maria Teresa, la sinossi mi piace moltissimo, mi viene già voglia di leggere il libro, sono curiosa di sapere cosa accadrà a Flavio e Lyra. Io capisco molto bene quello che dici, anch'io sono spesso ossessionata dai personaggi e mi sento obbligata a scrivere la loro storia. Sulla difficoltà della riscrittura sono d'accordo, io stessa ho scritto Fine dell'estate partendo da una bozza di romanzo già scritto anni prima che poi ho dovuto riscrivere quasi completamente con le oggettive difficoltà del caso. Condivido anche la scelta del pdv maschile, io mi aiuto leggendo libri di alcuni scrittori e consultando amici vari per sapere come la pensano in determinate situazioni. Il titolo verrà fuori, pensa che io ho scritto l'intero romanzo "L'amore che ci manca" con un altro titolo completamente diverso, era un titolo provvisorio e alla fine quello giusto (giusto per me) è nato verso la fine della storia. ;-)

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    1. Grazie Giulia, sono felice della tua curiosità! Sono queste le cose che spingono ad andare avanti cercando di superare gli ostacoli.
      La riscrittura è terribile, è vero, soprattutto quando si affrontano testi scritti molti anni prima, quando si aveva un approccio diverso.
      Allora confido che anche io troverò il titolo giusto alla fine :)

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  10. Legittime elucubrazioni, ma... da quello che leggo in sinossi, la storia è già tutta dentro di te, basta solo "trovarla". ;-)

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    1. Eh in certo senso è così. In realtà sono anche a buon punto, finora ho una trentina di capitoli scritti più un'altra decina progettati. Però a volte è davvero difficile passare da quello che hai in testa al testo vero e proprio...

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  11. Diciamo che sei tu l'unica a poter trovare una quadra... In effetti è difficile riscrivere e ripartire da zero, decostruire per ricostruire è complesso. Forse a questo punto potrebbe essere utile un aiuto esterno, se non un editor, almeno un beta-reader, però abbastanza esperto da poterti aiutare a sbrogliare almeno un po' la matassa.

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    1. In effetti questo romanzo, nella sua ultima stesura, è già passato sotto il vaglio di vari lettori beta e anche letto da un editor. Molte delle modifiche che ora sto facendo nascono proprio dalle loro osservazioni. Poi però ho deciso di rivedere anche altri aspetti della storia ed è così che mi sono trovata immersa in questo lavoro di riscrittura quasi totale. Purtroppo è vero che solo noi possiamo sapere come sbrogliare le matasse!

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  12. Anche per me è difficile fare schemi e scalette, perché nel procedere della storia mi trovo a cambiarli e modificarli. Nel tuo caso, però, non mi sembra una grave mancanza, visto il bel romanzo che ho letto (e per il quale troverò il tempo per dedicarti un'opinione più dettagliata).

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    1. Ormai sono arrivata alla conclusione che gli schermi e le scalette mi sono utili solo a metà strada, diciamo come controllo, per tenere sotto controllo date e personaggi. Farli a priori mi toglie creatività, quindi ti capisco bene.
      Grazie per "il ben romanzo", a questo punto sono molto curiosa della tua opinione :)

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  13. Bene, non sono il solo che non trova il titolo del romanzo :)
    A fine storia ti verrà in mente.
    Per il genere concordo col mystery esoterico, ma potresti usare sempre la parola thriller, che in fondo richiama le sensazioni e non ritmo della storia.

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    1. Speriamo che mi venga in mente e auguro anche a te lo stesso!
      Dici che "thriller" si potrebbe usare? Vedo in effetti che nei libri americani lo utilizzano spesso, anche a volte dove ci sarebbero definizioni più precise.

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    2. Ho trovato questa definizione:

      "Narrazione o spettacolo (teatrale, cinematografico o televisivo) imperniato su un tema poliziesco, parapsichico o fantascientifico, e costruito in modo da suscitare il massimo di tensione."

      Se il tuo romanzo ci rientra, allora va bene :)

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    3. Grazie Daniele :) Stando a questa definizione non ci rientra. Ci dovrò riflettere su, magari cercando romanzi simili.

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  14. Ti capisco! Anch'io devo rimettere mano al romanzo scritto l'estate scorsa e i miei dubbi sono estremamente simili ai tuoi

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    1. Allora in bocca al lupo per questo lavoro! Penso che un anno di distanza dalla prima stesura sia un buon tempo per essere obiettivi.

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  15. Trama interessante. Non so se abbia senso riscrivere un romanzo molto vecchio. So solo che serve davvero troppa energia e forse a furia di scriverlo e risciverlo dopo anni e anni, alla fine diventa tutt'altro e non è nemmeno detto che vada bene. Certe volte è più facile cominciare un nuovo romanzo, prendersi anche un anno e finirlo.
    Anche io ho un vecchio romanzo concluso ed editato più volte, ma è ancora inedito, ho preferito scrivere e pubblicarne altri tre nel frattempo, però non so se un giorno pubblicherò mai quello scritto di tanti anni prima. In bocca al lupo per il tuo.

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    1. Grazie Giovanni :) Verissimo quello che dici, ci vogliono molte energie per mettere mano a qualcosa che ci trasciniamo dietro da così tanto tempo. In effetti anche io mi sono dedicata nel frattempo ad altri progetti. Ma c'era sempre questo tarlo presente...
      Questa comunque la considero la stesura definitiva, se non va lascio perdere definitivamente!

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  16. Wow, che trama intrigante ! Anche io quando scrivo non ho mai uno schema fisso ma sviluppo gli avvenimenti durante la stesura. In pratica è come se li vivessi. Poi c'è da dire che scrivo nel tempo che mi avanza per cui se la trama fosse troppo complessa anche io mi ingarbuglierei. Per le storie d'amore fai benissimo a mettercele dentro. Sarà che i miei romanzi hanno tutti dentro storie passionali tanto che un editor mi ha detto: ma lei è romantico per caso ? Forse sì ... che intuito l'editor però, a volte questi personaggi mi sorprendono (sono ironico). Secondo me se si mettono in mezzo le storie d'amore il rischio di cadere nel genere harmony è forte. Se si trattano però approfondendo anche la parte intimista la cosa viene meglio. Se si passa al sesso allora ci ritroviamo con 50 sfumature di grigio e non mi sembra il caso. L'equilibrio è sempre nel giusto mezzo, almeno la penso così.

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    1. Wow grazie, speriamo che sia intrigante pure il libro!
      Io non rischio di scivolare né negli harmony né delle 50 sfumature, ma non so se è un bene o un male considerato che sono due generi che vanno per la maggiore :)
      Sono d'accordo sull'importanza della parte intimistica, per me è fondamentale in un romanzo, anche quando leggo.

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  17. L'idea del libro mi sembra ottima, la sinossi è affascinante. Certo tu appartieni alla scuola delle scelte difficili! Sarà dura limare e scavare la storia da un vecchio sasso grezzo, però confido nella tua abilità di saperne ricavare una scultura perfetta.

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    1. Grazie Lisa :D Sì, mi devo sempre complicare la vita... Speriamo che questa sia la volta buona, perché è frustrante avere a che fare con i vecchi sassi :) Se non va neppure questa volta, non voglio perderci altro tempo.

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  18. Riscrivere è terribile. E' come essere nel labirinto e non riuscire a trovare il bandolo della famosa matassa. Il problema con i romanzi che hanno qualche anno è che tu stesso sei cambiato, sia come autore che come essere umano.

    Per quanto riguarda il genere, non potrebbe essere un noir paranormale come "Bagliori nel Buio"? Almeno per me, poi, il titolo è fondamentale. Se non ho un titolo, non riesco a focalizzarmi sulla storia e quindi non riesco a procedere.

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    1. Hai centrato il problema, dopo così tanti anni sono cambiata anche io e infatti è anche questo il motivo di tante difficoltà nella riscrittura.
      Su titolo e genere sono ancora in alto mare, mi sarebbe piaciuto procedere con più sicurezze, ma pazienza!
      Tu pensi che "noir" andrebbe bene anche per questo? Ci rifletterò :)

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  19. Prima di tutto devi trovare la fiducia in te stessa e il coraggio di non mollare questo progetto. È una bella idea ma devi trovare la forza di fare quei cambiamenti che ti rendono titubante o fartelo piacere così com'è.
    Perchè non chiedere anche aiuto da parte di qualcuno? Fai leggere la tua creazione a un amico, marito o una persona che possa darti la tua sincera opinione. E non ti arrendere!!! ;)

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    1. Grazie Anna per il tuo incoraggiamento! E' proprio come dici, devo trovare il coraggio e la fiducia per andare avanti, soprattutto in questo periodo in cui mi costa una gran fatica, forse perché sono in un momento abbastanza cruciale della storia.
      L'aiuto di lettori esterni mi è stato molto utile nella stesura precedente per individuare i punti deboli, penso che mi servirà anche per questa versione (che spero definitiva!). Ciao :)

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