Esiste la depressione post-pubblicazione?

La pubblicazione di un libro porta con sé sempre molta gioia ed entusiasmo: si concretizza un sogno, si tocca con mano il frutto del proprio lavoro e si sperimenta l’emozione di condividerlo con altre persone. Eppure, ho spesso sentito autori raccontare di aver vissuto uno stato d'animo di abbattimento, dopo questa iniziale euforia. A volte è più che altro una sensazione di smarrimento o di disagio nell'affrontare la promozione, a volte di qualcosa di più potente e profondo.

Io stessa ricordo di aver avuto quest'esperienza dopo il primo romanzo. Un mio amico all'epoca mi disse: “Ti conosco, sarai contenta per cinque minuti, poi entrerai nella fase dell'indifferenza”. Invece non andò proprio così, perché l'eccitazione durò addirittura un paio di mesi, per poi trasformarsi in una sorta di avvilimento. Certo, è vero che quello è stato per me un periodo difficile per altri motivi (più personali della pubblicazione di un libro), ma comunque c'è stata anche questa componente di prostrazione. Questa seconda volta, invece, sta andando molto meglio, forse perché sono partita preparata o forse per ragioni che poi proverò ad analizzare.

A me sembra dunque che per alcuni scrittori esista davvero qualcosa di affine al baby blues, la depressione che alcune donne vivono dopo il parto. Certo, molto dipende dal singolo carattere, perché non tutti reagiscono nello stesso modo agli eventi.

Perché si verifica?


Uno dei motivi, secondo me, che ci porta su e giù in questa montagna russa emotiva è che abbiamo caricato di troppe aspettative il passo della pubblicazione. Magari il momento arriva dopo anni di scrittura, dopo una lunghissima attesa di una risposta dalle case editrici, così che la pubblicazione viene vista come un traguardo di grande portata, per poi rendersi conto che grossi cambiamenti nella nostra vita non ce ne sono stati. Tutto qui? ci chiediamo.

Un'altra possibile causa è l'accorgersi che la pubblicazione più che un punto di arrivo è un punto di partenza e che scrivere è stata un'oasi felice rispetto al grande lavoro da fare per far conoscere la nostra creatura. Gli esordienti non sono quasi mai consapevoli di questo, soprattutto quando pensano che debba essere l'editore a sobbarcarsi tutto il peso della promozione. Capire che non è così può rilevarsi una spiacevole doccia fredda.

D'altra parte, anche se non riponiamo così tanta aspettativa nell'editore o non crediamo di essere dei novelli Stephen King, si può provare un senso di smarrimento all'indomani della pubblicazione, in modo particolare di fronte al problema della promozione. E ora che devo fare? viene da chiedersi. Come supero il muro di indifferenza dei lettori, come faccio a pubblicizzare il mio libro?
Da qui è facile scivolare in una sensazione di impotenza, considerando quanto poco si legge oggi!

Anche la sproporzione tra risultati e impegno può essere causa di un certo abbattimento. Credo che sia normale chiedersi se il gioco valga la candela. Dietro un romanzo c'è tanto lavoro (se vogliamo dare il massimo, si intende), e una volta arrivati alla meta è logico voltarsi indietro e interrogarsi: vale la pena di continuare a scrivere?

Inoltre, assistere a successi facili altrui può essere debilitante. A chi non è capitato di guardare con occhi allucinati a romanzi scadenti e scritti male che scalano inspiegabilmente le vette del successo? E non sto parlando dell'ultimo romanzo del vip di turno o di autori famosi, ma di gente come noi.

Come superare o evitare questo disagio?


Come dicevo all'inizio, dopo la pubblicazione del mio primo romanzo ho sperimentato un certo abbattimento, sia nell'affrontare situazioni impreviste, sia nel constatare alcuni atteggiamenti da parte dell'editore. Mi aspettavo qualcosa di analogo anche questa volta, sebbene le circostanze fossero diverse,  ma in realtà non si è verificato, almeno per il momento. Sarà che non ancora avuto il tempo per fermarmi a riflettere? Comunque, provo a ipotizzare come evitare questo stato d'animo.

Avere un atteggiamento realistico verso la pubblicazione

La maggior parte degli esordienti approda nel mondo dell'editoria senza saperne nulla e aspettandosi di essere ricevuti a braccia aperte. Informarsi sulla realtà editoriale di oggi o sul mondo del self è fondamentale per evitare di cadere dalle nuvole dopo.

Pianificare il dopo-pubblicazione nel dettaglio

Cosa posso fare per promuovere il libro, una volta uscito? Prepararsi prima evita di lasciarsi sopraffare dalle incertezze o di girare a vuoto. Preparate un piano marketing o per dirla in modo semplice, compilate una lista di cose da fare.
Nei giorni scorsi Serena Bianca De Matteis e Gaspare Burgio hanno pubblicato dei post ricchissimi di suggerimenti a questo proposito.

Avvicinarsi il più possibile ai lettori

Una delle cose che sto scoprendo grazie al self è il contatto con chi legge, ed è qualcosa che dà davvero senso a tutto lo sbattimento che precede la pubblicazione. Sapere che c'è qualcuno che apprezza ti dà una grande carica. Questo aspetto mi era mancato moltissimo la volta precedente.

Ricominciare a scrivere

Qui io sono in grande difetto, infatti ormai sono quattro mesi che non scrivo. Tra editing, modifiche, questioni burocratiche e tutto il resto, in pratica non ho ancora messo mano né al nuovo romanzo né alla revisione di quello inedito. Ma credo sia importante non far passare troppo tempo prima di riprendere in mano la penna. Ehm, la tastiera. Si può entrare in crisi d'astinenza!

Accettare la scrittura per quello che può darci

Se è giusto interrogarsi sul posto della scrittura nella nostra vita, all'indomani di una pubblicazione, è altrettanto giusto capire se e come intendiamo proseguire. Ma soprattutto perché. Ognuno si darà risposte diverse, ovviamente.


A questo punto non mi resta che domandarvi: avete mai vissuto questa sorta di depressione post-pubblicazione? E, se non avete ancora pubblicato, come prevedete di reagire all'uscita del vostro romanzo (dopo i salti di gioia di rito)?

Commenti

  1. Condivido in toto!
    E soprattutto quando hai pubblicato più di qualche libro per scoprire che importa poco o niente al resto dell'universo...
    Ho letto gli articoli che hai linkato ma...ragassi...la promozione fatta in quel modo è un'attività a tempo pieno!

    ciao

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    1. Vero, l'ho detto anche io, così è troppo per chiunque. L'importante nella promozione è fare del proprio meglio, anche perché dovremmo conservarci un po' di tempo per scrivere! :)

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  2. Per me è esistita la depressione post-post pubblicazione, quando mi sono resa conto che l'editore era sbagliato! Per il resto no, ha portato una sana euforia, e sulla promozione ho fatto molto ma non tutto ciò che i grandi marketing blogger che girano in rete consigliano, quello è un lavoro, che neppure chi non lavora può portare avanti, a mio avviso, e dubito anche dei risultati concreti in termini di vendite e gloria. Forse soffro di più della depressione post fine della scrittura di un romanzo, attendo con ansia il momento in cui sarà finito e potrò finalmente inviarlo a agenti/editori e poi quando ciò avviene, come ora, scrivere mi manca, ma non scrivere in generale, scrivere quella storia e i tempi di attesa lunghi mi logorano. Sono davvero felice quando sono nel mezzo della storia, anche se spesso, in quei momenti, non arrivo a godermela appieno. Sandra

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    1. Capisco tutto, sia la CE sbagliata, sia il distacco dalla storia. Anche per me la scrittura in sé è il momento più bello, se non ci fossero quelle emozioni mi sa che avremmo già mollato... :)

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  3. Sarà la mia età non più verde, sarà la mia formazione culturale, ma io so benissimo che non mi sobbarcherò mai le fatiche di Sisifo (marketing, pubblicità ecc.) anche se le considero necessarie per raggiungere una notorietà che vada oltre al recinto delle zie, dei nipoti e dell'amica del cuore. La depressione è stata per me fortissima dopo il primo libro: pubblicato da una piccola CE con distribuzione limitata, nonostante fosse inserito nelle Biblioteche e presentato (quattro volte, non di più), ne ho ricavato uno sconcerto, uno spaesamento, un senso di vuoto fortissimo. Da qui la decisione di autopubblicarmi senza aspettativa alcuna e quindi senza depressioni. Mi sono accettata per quel che sono, una modesta narratrice di storie come piacciono a me. Ma forse, se avessi 30 anni di meno sarei più combattiva... e più depressa. Grazie per l'articolo, bello come sempre e lontano da ogni minimo sospetto di banalità.

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    1. Mi sembra che per molti la prima pubblicazione abbia comportato questo senso di spaesamento e vuoto. La consapevolezza di limiti, punti di forza e possibilità è l'unico modo per trovare un equilibrio interiore su questa strada, e mi pare che tu ci sia riuscita in pieno.

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  4. Tu ne fai un discorso molto pratico, provo a dare una lettura più psicologica, io che psicologo non sono ;)
    La depressione post pubblicazione deriva dal senso di separazione, infatti in quel momento il romanzo che a lungo hai cullato nel tuo intimo, smette in qualche modo di essere tuo, solo tuo, diventa accessibile/leggibile da tutti, pubblico, appunto.
    Capita qualcosa di simile anche a me quando finisco un quadro (anche se in realtà non li finisco mai del tutto). Ma io a un quadro dedico qualche settimana, nulla a che vedere col tempo che voi dedicate ad un libro, quindi immagino che la sensazione possa essere più intensa.

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    1. Hai ragione, questo distacco esiste, eccome. Sicuramente più tempo si dedica a qualcosa (che sia un libro o un quadro), più si soffre nel momento in cui non senti più tua l'opera o non te ne occupi più. Per un po' tutto questo ha un grande peso, ma dopo cominciano a esserci anche altri fattori "demotivanti".

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  5. Io non ho mai pubblicato nulla, ma non credo che mi deprimerò molto all'uscita del mio libro (almeno non più del solito :P ). Questo perché sono già consapevole del fatto di non avere grandi mezzi, in fatto di pubblicità, quindi mi rendo conto che il libro non girerà molto, almeno per i primi tempi. Non mi aspetto nulla, insomma: così se i risultati non arriveranno non sarò deluso, se invece farò qualcosa in più rispetto alla previsione sarà una piacevole sorpresa. Dubito però che quest'ultima situazione avrà luogo: sono consapevole che se avrò mai un minimo di successo, sarà solo tra anni e anni, dopo tanto duro lavoro e una crescita lenta e costante :) .

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    1. Un po' di sano pessimismo è sempre utile in questi casi ;)
      Voglio dire che è giusto essere consapevoli che viviamo in un'epoca in cui si legge poco e che la strada per costruire la propria nicchia di lettori è lunga.

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  6. Avendo sempre pubblicato da autoprodotto no, non ho mai avuto particolari aspettative.
    Mi capita di provare una sensazione di vuoto qualche giorno dopo aver concluso un ebook (per concluso intendo: scritto, riscritto, editato, predisposto alla pubblicazione). É come se avessi nostalgia della tensione che avevo dentro e che mi spingeva a scriverlo, come se scomparsa quella tensione dentro di me ci sia rimasto solo un irrimediabile vuoto.

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    1. E' capitato anche a me, proprio come hai descritto il processo. In più c'è la stanchezza che influisce non poco quando si fa tutto da soli!

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  7. Non avendo mai pubblicato, non so darti risposta.
    Però ricordo di aver vissuto una fase del genere dopo la Laurea: dedichi un ventennio a un progetto e, una volta raggiunto l'obiettivo, non sai cosa fare della tua vita. Spero che non mi capita lo stesso quando pubblicherò il nuovo romanzo, che prevedo richiederà diversi anni di lavoro. Per scongiurare ciò inizierò a progettare storie nuove ancora prima di iniziare la revisione. :)

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    1. Mi sembra che questo senso di smarrimento sia normale alla conclusione di qualsiasi grande progetto. Ma guardare avanti aiuta sempre, quindi pensare ad altre storie è un ottimo piano :)

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  8. Finora non ho mai pubblicato ma, conoscendomi, sono certa che cadrei nella depressione da post-pubblicazione a meno di un mese dalla data di pubblicazione.
    Ne sono abbastanza certa perché, come tutte le volte in cui raggiungo un traguardo tanto agognato, passata l'euforia, sorge la domanda: "e ora?"
    Senza contare che solo l'idea che il mio romanzo vada per la sua strada mi causa ansia...

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    1. Ciao Chiara, benvenuta!
      Purtroppo anche a me accade spesso la stessa cosa, una volta raggiunto un traguardo. C'è però da dire che l'uscita di un libro è solo la tappa di un percorso. Se sei consapevole di questo, la domanda "e ora?" non ha motivo di esistere perché le cose da fare non mancano.
      Io sono la prima a farmi prendere da mille ansie (ne ho parlato proprio prima dell'uscita del mio romanzo in un post!), quindi ti capisco bene! Non farsene travolgere è una sfida, ma ce la si può fare :)

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  9. Sai, invece, quando ho provato uno strano senso di spossatezza? Dopo le presentazioni del libro. Non so, a me ha assorbito tanta energia: il prepararmi per affrontare un pubblico che vuole conoscere ciò che hai scritto, il fatto di parlare davanti a una platea di gente, di raccontare bene l'esperienza di un concorso letterario vinto, di rispondere in modo soddisfacente a tutte le domande, di essere al centro di attenzioni e curiosità, tutto questo mi ha tanto riempito di adrenalina quanto, dopo, lasciato il classico senso di vuoto che sopraggiunge quando scarichi la tensione. Una sensazione provata altre volte, ma mai per una ragione simile.

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    1. Sono situazioni stressanti, lo capisco bene, anche se finora non ho mai avuto modo di affrontare questo tipo di esperienza. A modo loro sono simili agli esami: una volta finiti sei scarico, esausto, a prescindere da com'è andata.

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  10. Non riesco proprio a fare previsioni sul mio comportamento futuro. Del resto l'etologia predittiva è una materia difficile, che richiede molti anni di studio. Se ne riparla a tempo debito, eh? ;-)
    Intanto però posso augurarti buone vendite! :-)

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    1. Grazie, Ivano :)
      La tua pubblicazione fai sembrare una cosa lontanissima nel tempo, e invece io ho la sensazione che sia piuttosto vicina... Ma d'altra parte che ne so? Non ho mai studiato etologia predittiva ;)

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  11. Ho motivi più personali per deprimermi, per fortuna... (no, aspetta, che sto dicendo???)

    Da indie c'è talmente tanto da fare (e che sto facendo a metà nel mio minuscolo, un passo alla volta) che non hai modo di staccarti davvero da quel che hai creato. Scrivere un libro non è diverso da aprire un'agenzia assicurativa. Poi devi stare dietro ai clienti, c'è la burocrazia, ci sono le cifre, devi congegnare nuovi sistemi... E hai l'occasione di parlare dei tuoi personaggi da un punto di vista differente. Troppo lontano non vai mai. Senza contare che ...ehi, e l'altro romanzo nel cassetto? Che facciamo? Lo lasciamo là? E' il momento di scrivere. E i nuovi personaggi e i nuovi mondi di fantasia ci coccolano salvandoci dalla tragedia ironica del vivere.

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    1. Vero, tutto questo da fare ci salva dal fermarci a riflettere e un distacco totale non c'è mai :)
      Da fuori mi è sempre sembrato sospetto tutto l'entusiasmo degli autori indie, ma ora lo capisco: ti senti molto più responsabile della tua creatura e continuare a prendertene cura è bello!

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  12. Sono andata in depressione dopo la fine della prima stesura... se mai arriverò alla pubblicazione, ci vorrà la camicia di forza!

    Spero che riprenderai presto a scrivere perché noi qui stiamo già aspettando il prossimo romanzo!

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    1. Che ne sai, magari il tuo punto critico è la fine della prima stesura, e poi dopo fila tutto liscio :)

      Ho ricominciato proprio ieri a occuparmi dell'altro romanzo... ma ormai sono entrata in fissa con gli inizi, grazie a te (o per colpa tua?!). E così ho deciso di stravolgere totalmente il punto in cui comincia. Già lo so che è una follia che mi porterà un sacco di guai...

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    2. Mea culpa :D
      Hai il permesso di maledirmi ad alta voce quando incontri il sacco di guai :D
      Questo romanzo di cui ti stai occupando è pronto per la revisione? Quando l'hai scritto?

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    3. Magari fosse pronto per la revisione! Ho finito di scriverlo l'anno scorso, ma non sono convinta di nulla. Di sicuro devo dargli un finale diverso, e ora mi sto imbarcando anche in un nuovo inizio. A volte i romanzi hanno vite tormentate...

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  13. Devo dire di no, non ho mai sperimentato la fase di depressione post-pubblicazione sotto qualsiasi forma essa sia avvenuta. Magari un po' di frustrazione e nervosismo sì, per gli scarsi risultati, ma depressione nello stile di Virginia Woolf, causa senso di vuoto, mai. Quando un romanzo è pubblicato, per me si chiude un percorso e se ne apre un altro.

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    1. Temo che un po' di nervosismo sia inevitabile, ma fai benissimo a guardare avanti. E' giusto continuare a scrivere e lasciarsi assorbire da altri progetti. Forse il senso di vuoto nasce proprio quando viene a mancare questa voglia di andare avanti.

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  14. Esiste, esiste. Esiste quella pre, durante e post pubblicazione. Mannaggia la pupattola. Ansia.

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    1. Vedo che non sono l'unica a vivere queste ansie. Significa probabilmente che sono cose a cui teniamo molto. Dai, fatti coraggio!

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  15. Quando è uscito il mio primo libro ero contentissima, poi mi sono detta: e adesso che faccio, come lo promuovo? Insomma mi sono sentita persa, non proprio depressa, ma persa. Con il secondo avevo già le idee più chiare e sapevo già cosa aspettarmi e un po' più come muovermi.
    Io per fortuna ho ancora molta voglia di scrivere, anche se in questo momento sono un po' ferma, ma solo per carenza di tempo e mi manca molto...

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    1. La voglia di scrivere è vitale, non è da sottovalutare. C'è chi si scoraggia dopo il primo romanzo e molla tutto, ma l'esperienza aiuta molto ad affrontare le altre pubblicazioni e a fare sempre di meglio.

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  16. Grazie del link, cara <3 Nella depressione ci sono un po' adesso. Sono stata amorevolmente bastonata dalla mia editor, e ho visto nella storia problemi che non ha visto nemmeno lei XD, così sono un po' in stallo. No, credo che una volta che sarà finita stapperò una bottiglia di champagne. Più di così non posso soffrire, credo. Piacere a tutti, nemmeno. Ma almeno, una volta finita, si può andare avanti.

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    1. Temo che dopo la prima stesura sia fisiologico un periodo di depressione/incertezza. Io ho sempre voglia di buttare via tutto. Passata la fase di scoraggiamento, sono sicura che ti rialzerai e avrai voglia di riprenderlo in mano per sistemare i problemi che hai visto.

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  17. Ho vissuto tutti quei motivi di scoramento, soprattutto in passato. Adesso la prendo un po' diversamente, miro alto ma so che posso mancare il bersaglio, e non mi sento più così legata ai risultati per scrivere. Non ho superato quel tipo di ambizione, eh! Solo la tengo da parte, perché mi intralcia troppo, e cerco di ascoltare il piacere di scrivere, aiutata anche dal fatto di avere un agente. Tutto effetto psicologico, per ora, e niente di più, ma lo sfrutto per bene. Ora il baby-blues mi viene soprattutto perché nella pausa tra un romanzo e l'altro mi cresce la soggezione all'idea della nuova storia da scrivere, che a quel punto è già pensata e pronta a partire. E' un misto di sfiducia nelle mie capacità e pigrizia, che non mi fa affatto bene! Infatti sono ripartita... ;)

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    1. Non è da tutti raggiungere questo approccio positivo, agente o non agente. Certo magari avere accanto una figura professionale che ti incoraggia ha il suo peso, ma il tuo è comunque un buon risultato.
      Io sono ancora in cerca di un mio equilibrio, e il piacere di scrivere ne risente molto. "Sfiducia nelle mie capacità e pigrizia"... mi sa che soffriamo degli stessi problemi ;)

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  18. Non solo trovo questo post interessantissimo (e mi ci ritrovo punto per punto!) Ma mi ha fatto sentire meno sola. Grazie! :)

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    1. Ciao Emily! Sono contenta che il post ti sia stato utile. Non è facile parlare di questi aspetti della scrittura, neppure tra persone che scrivono, ma sicuramente aiuta molto confrontarsi.
      Grazie per il commento :)

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  19. Non ho ancora pubblicato niente. Ho un accordo con una CE, ma finché non ho firmato il contratto non ci credo.
    In ogni caso per me la depressione è un classico dopo ogni obiettivo raggiunto. Ho bisogno subito di un'altra sfida, se no sento il vuoto. Per questo sto scrivendo altro, così mi preparo a combattere la delusione, se mai ci sarà la pubblicazione e il conseguente calo di tensione.
    Per quanto riguarda la promozione, panico. Non dico altro. :)

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    1. Fai benissimo a buttarti subito su un nuovo progetto, anche perché più passa il tempo più è difficile riprendere a scrivere. Te lo dico perché io sto facendo tanta fatica in questi giorni, dopo una pausa troppo lunga. Per il resto ti faccio un grosso in bocca al lupo! La prima pubblicazione è comunque una bella emozione :)

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  20. Sempre attuale nonostante ormai siano passati due anni. Direi che ci sono in pieno, dopo tutta l'adrenalina della pubblicazione ecco la fase successiva quella del post che hai descritto, in cui ogni punto che hai toccato ahimè corrisponde in pieno allo stato d'ansia che si vive. Tra stanchezza e realtà vs aspettative, presto crolla quella vitalità che faceva vedere tutto a portata di mano.

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    1. Comincio a pensare anche io che sia una fase inevitabile. Rileggendo il post, ho visto che dicevo di non averla ancora sperimentata con il secondo romanzo, invece poi c'è stata, eccome. E' come dici tu, l'adrenalina, l'entusiasmo ti sostengono quando lanci il libro, ma poi la stanchezza si fa sentire. Credo che sia anche inevitabile che a un certo punto le vendite calino e l 'umore ne risenta. L'importante è sapere che è una fase fisiologica dovuta alla stanchezza e non lasciarsi abbattere troppo ;)

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