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Visualizzazione dei post da 2015

Auguri di buone feste

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Con qualche giorno di anticipo vi faccio i miei auguri di un felice Natale e vi comunico che approfitterò di questi giorni di festa per prendermi una pausa dal blog, soprattutto con l'obiettivo di riorganizzare un po' le idee su svariate cose. Nelle ultime settimane sono stata un po' assente dalla blogosfera, avevo la testa altrove per una faccenda che per fortuna sembra scongiurata, ma mi auguro di tornare al 100% per il nuovo anno. Ci rivediamo dunque a gennaio, ma non escludo di ripassare da queste parti a fine mese per farvi anche gli auguri di una “serena conclusione” del 2015, ovviamente in stile Peanuts come ormai è mia abitudine. Un caro abbraccio virtuale a tutti coloro che passano di qui e a chi viene spesso a trovarmi.

I post più gettonati del 2015

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Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla fine di questo 2015 e come l'anno scorso ho pensato di fare un bilancio di questi dodici mesi vissuti con voi sul blog, in base alle statistiche. Senza indugi, quindi vi lascio ai risultati del 2015. Guardiamo insieme com'è andata...

“La Colomba e i Leoni”: intervista a Cristina M. Cavaliere

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Oggi ho il piacere di presentarvi quest’intervista con Cristina M. Cavaliere, che molti di voi conoscono come l’autrice del blog Il Manoscritto del Cavaliere . Le domande che le ho rivolto nascono dalla lettura del suo romanzo La Colomba e i Leoni . Inquadrare questo libro non è così semplice, perché parlare di romanzo storico o d’avventura sarebbe riduttivo, data la vastità di situazioni contenute nelle sue circa 600 pagine. La trama si snoda come un lungo viaggio e presenta le vicende di un nutrito gruppo di personaggi nel periodo della Prima Crociata, percorrendo vari corridoi temporali che si intrecciano tra loro durante la lettura.

L'inizio di un romanzo (secondo Nancy Kress)

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Tempo fa vi ho parlato del saggio della scrittrice Nancy Kress   Inizio, sviluppo e finale , che mi è stato di grande utilità. Ho pensato di dedicare a questo libro altri post, con uno sguardo più approfondito sulle tre parti di un romanzo, per mettere in luce alcuni suggerimenti che ho trovato interessanti. Oggi parlerò dell'inizio, in particolare della scena d’esordio di un romanzo .

I post che vorrei non aver mai scritto

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Ci sono post che vorreste non aver mai scritto o semplicemente scritto in modo diverso? O addirittura ce n'è qualcuno di cui vi vergognate e vorreste rimuovere? Da queste domande nasce il meme proposto da Mattia del blog Hand of Doom  qualche tempo fa nel suo post Il fantasma del blog passato , e che ho pensato di riprendere oggi. In effetti ci sono dei post che sono per me un po' delle spine nel fianco...

Come creare un epub in modo semplice

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Pubblicità occulta ;) Una delle dieci fatiche del self-publishing è la creazione del formato digitale per poterlo caricare nei siti che si occupano della vendita del vostro libro. Esiste, certo, la possibilità di affidare questo compito a un esperto che lo faccia a pagamento, ma al di là della spesa, ormai sapete come la penso: meglio avere il controllo delle varie fasi e puntare all'indipendenza. Saper mettere le mani su un epub vi garantirà anche libertà di movimento dopo la pubblicazione, nel caso ci fossero da fare delle modifiche. Creare un file epub, che è il formato base per gli ebook, non è un'impresa impossibile, basta armarsi del necessario e fare tutto con calma. La strada che qui vi propongo non è però l'unica possibile, nel senso che si possono adottare altri metodi (per esempio partendo da Word); io vi esporrò questa procedura perché ne ho fatto esperienza e secondo me è la più semplice.

Blog di scrittura: temi caldi vs temi freddi

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A tavola non si parla di politica e religione, si dice. E sui blog? In teoria in rete si può parlare di tutto, e questa libertà è uno degli aspetti più affascinanti della condivisione. Eppure bisogna riconoscere che ci sono argomenti in grado di scatenare bufere, altri neutri o che mettono tutti d'accordo, un po' come quando si parla del tempo quando non si sa che dire. Proviamo a capire quali sono gli argomenti più discussi nell'ambito di libri e scrittura? E quali i più innocui? Ve ne propongo tre per parte, magari ci pensate voi ad allungare le liste.

Lettori beta: la mia esperienza

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Nirvana di Roberto Totaro Beta-reader è il nome moderno e modaiolo della figura che un tempo veniva definita lettore-cavia (termine se non sbaglio coniato da Primo Levi), ovvero la persona alla quale gli scrittori affidano le proprie creature per una valutazione preliminare e spassionata. Oggi intendo fare qualche considerazione a questo proposito sulla base delle mie esperienze. Saranno quindi tutte riflessioni personali ma mi auguro utili a chi leggerà.

Il meraviglioso mondo dell'editor di scolastica (seconda puntata)

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Secondo appuntamento in compagnia di Alice, editor che in questa serie di post ci racconta della sua esperienza nel campo dell'editoria scolastica ( qui la prima puntata ) . Come dicevo la volta scorsa, l'autrice di questi articoli ha deciso di usare uno pseudonimo, per motivi che potrete forse comprendere, ma chi frequenta abitualmente il mio e il suo blog non avrà problemi a identificarla. Eravamo arrivati al momento fatidico dell'arrivo della prima bozza nelle mani dell'editor... 

“Bagliori nel buio” recensito da Penna d'oro

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Per lo spazio domenicale ormai consacrato alle notizie relative al mio romanzo, oggi vi rubo solo pochi minuti per segnalarvi una recensione comparsa sul blog Penna d'oro. Si tratta di un commento che ho apprezzato molto perché ha individuato aspetti della storia di cui io stessa non ero consapevole. Colgo l'occasione anche per ringraziare chi ha lasciato la sua opinione sulla pagina di Amazon o Kobo. Ogni parere, buono o cattivo, è prezioso per me. Vi invito a leggere la recensione e vi auguro buona domenica. Penna d'oro - Recensione di “Bagliori nel buio”

Il meraviglioso mondo dell'editor di scolastica (prima puntata)

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L'articolo che ho il piacere di ospitare è il primo di una serie che ci racconterà le esperienze professionali di una editor. Vi segnalo che l'autrice ha scelto l'anonimato, ma si tratta di una scrittrice e blogger che frequenta da tempo questo blog e che la maggior parte di voi conosce. Sono sicura che non sarà difficile intuire di chi si tratta dalle note in fondo al post e dal suo stile di scrittura! In ogni caso, la ringrazio fin d'ora per questo suo contributo prezioso e piacevole. Vedrete in questa e nelle successive puntate che la nostra Alice ne ha di cose interessanti da raccontare, sia come editor di scolastica che come editor di narrativa. Buona lettura.

Aiuto, sono un'accumulatrice compulsiva di blog

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All'inizio di quest'anno mi ero ripromessa di sfoltire un po' la lista dei blog che seguo, visto che era diventata lunghissima. Di conseguenza ho anche eliminato due pagine statiche, “blog che seguo” e “risorse”, ripromettendomi di riorganizzarle. Non sono riuscita però a mantenere i miei buoni propositi. Non solo non ho affatto ridotto l'elenco dei siti a cui sono iscritta, ma nel corso di questi mesi ho continuato ad aggiungere blog su blog come una vera accumulatrice compulsiva!

A proposito di booktrailer

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Nella mia lista di cose da fare per la promozione di Bagliori nel buio a un certo punto c'è scritto “Booktrailer?”. Il punto interrogativo è dovuto sia al fatto che ho diversi dubbi sull'utilità di questo strumento, sia alla consapevolezza che non sarei in grado di realizzarne uno valido. In giro si vedono delle brutture inguardabili, noiosi, lunghissimi e pacchiani, che ti fanno venire voglia di dare craniate al monitor piuttosto che comprare il libro che pubblicizzano.

Le 10 fatiche del self-publishing

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Dalla mia pubblicazione in self è passato un mese. È ancora presto per fare bilanci, tuttavia – come vi avevo annunciato tempo fa – mi piacerebbe condividere la mia esperienza di auto-pubblicata con chi segue il blog, sia per il piacere del confronto, sia perché magari alcuni aspetti possono essere utili a chi vuole affrontare passi simili. Avevo previsto un vero e proprio diario di bordo, ma mi sono resa conto che il lavoro da fare per la pubblicazione del romanzo era troppo. Dunque, scrivere post in tempo reale non è stato possibile.

Narrazione in prima persona: intima o claustrofobica?

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Ultimamente mi è capitato di sbirciare molte anteprime di romanzi su Amazon per farmi un'idea di ciò che circola e sono rimasta colpita dall'enorme numero di incipit in prima persona. Non so se questo abbia a che fare con una mania degli scrittori esordienti, con una moda o cos'altro. Fatto è che mi accorgo di essere un po' prevenuta nei confronti di storie scritte interamente così. In realtà ho letto bellissimi romanzi che ne fanno uso, ma se ci ragiono su mi rendo conto che si è sempre trattato di storie che non potevano essere narrate con punti di vista diversi, a meno di perdere addirittura di senso. Spesso si parla dei limiti di questa focalizzazione dal punto di vista dello scrittore, ma in quanto lettori come la viviamo?

“Bagliori nel buio” arriva in versione cartacea

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Il testimonial del libro Dal momento che non vorrei trasformare questo spazio in uno di quei blog che parlano solo dei propri libri, ho pensato di destinare alla domenica tutti i post promozionali o comunque relativi al mio romanzo. Saranno per lo più annunci brevi. Oggi vi segnalo che Bagliori nel buio è disponibile anche in versione cartacea, facilmente ordinabile su Amazon, al prezzo di 12,50 euro più le spese di spedizione (evitabili ordinando qualcos'altro). Cari amanti del profumo della carta, non avete più scuse! Buona domenica a tutti. Bagliori nel buio in formato paperback (copertina flessibile)

Esiste la depressione post-pubblicazione?

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La pubblicazione di un libro porta con sé sempre molta gioia ed entusiasmo: si concretizza un sogno, si tocca con mano il frutto del proprio lavoro e si sperimenta l’emozione di condividerlo con altre persone. Eppure, ho spesso sentito autori raccontare di aver vissuto uno stato d'animo di abbattimento, dopo questa iniziale euforia. A volte è più che altro una sensazione di smarrimento o di disagio nell'affrontare la promozione, a volte di qualcosa di più potente e profondo.

Scrivere un romanzo esoterico

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Questa settimana sono ospite di Chiara Solerio nel suo blog Appunti a margine con un articolo dedicato alla mia esperienza nella scrittura di romanzi a carattere esoterico. Vi invito dunque a raggiungermi lì, cliccando su “Continua a leggere...” dopo l'incipit del post. Ciao! L'idea di coniugare la mia passione per la narrativa con un altro mio interesse, quello legato alla ricerca spirituale, mi ha sempre solleticato. Già dai primi tentativi di scrivere un romanzo basato su idee di carattere esoterico, però, ho potuto constatare che le difficoltà non mancavano e si andavano a sommare a quelle comuni a qualsiasi tipo di scrittura. Forse l'ostacolo principale per chi vuole scrivere un romanzo con elementi esoterici, paranormali o soprannaturali è che – a differenza di altri generi più consolidati e popolari – non si può dire che esistano vere e proprie regole a cui attenersi, così come d'altra parte non si può parlare di un tipico romanzo esoterico. La mia impres

Perché è sparito il post di martedì

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Cari lettori, sono piuttosto amareggiata di dover scrivere questo post, ma sento giusto farlo. Chi mi segue abitualmente sa che ieri ho pubblicato un guest post, ovvero un articolo che è stato scritto da una collaboratrice esterna. L'articolo in questione riguardava la figura dell'editor. Quando l'autrice me lo ha inviato, mi è subito piaciuta sia l'idea che lo sviluppo, quindi ho accolto volentieri la proposta di pubblicarlo. E mi sembra che in generale, sia risultato interessante anche per altri. Potete immaginare il mio sconcerto quando questa mattina mi è arrivata la segnalazione che il post risultava copiato. Helgaldo, autore del blog Dadovestoscrivendo, che è un pozzo di conoscenza, si è accorto che l'articolo aveva delle intere frasi prese da un testo scritto da Francesca Pacini sullo stesso argomento. Lui stesso ne ha parlato qui: Di plagi e plagiatori .

Vinci una copia di “Bagliori nel buio”

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Prima di tutto vorrei ringraziare i lettori (anzi le lettrici) che hanno inviato le prime recensioni al mio romanzo su Amazon e Kobo , tutte bellissime, tanto che qualcuno potrebbe pensare che sono false... no, sono verissime e non ho pagato nessuno! In questo periodo sono affiorate tante riflessioni sul valore della scrittura, nate soprattutto dal dialogo con altri autori, e non posso fare a meno di concludere che ciò che conta, ciò che resta nel tempo, è proprio il confronto con i lettori. Il resto è davvero troppo fugace rispetto al sapere che ciò che hai creato e che ti ha regalato tante emozioni, ha emozionato e coinvolto altre persone. Tornando a terra, vi ricordo che il romanzo sarà in offerta sui due store a 0,99 € fino a 31 ottobre, ma nel frattempo sarà possibile vincere una copia dell'ebook partecipando al giveaway organizzato in vista di Halloween da Aquila Reale sul suo blog letterario Penna d'oro .

Scrivere un romanzo di fantascienza (parte 2)

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Seconda parte dell'articolo  scritto da Gabriele Pavan   che ci conduce nel mondo della fantascienza .  Nella prima parte   del post erano emerse  quattro domande preliminari per scrivere un romanzo di fantascienza: da dove viene l’idea? come la si sviluppa? che lavoro di documentazione si rende necessario? è più facile o più difficile rispetto ad altri tipi di racconto? Oggi vedremo le ultime due.  Vi auguro buona lettura e r ingrazio Gabriele per questo suo interessante intervento.

Scrivere un romanzo di fantascienza (parte 1)

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L'autore di questo articolo è Gabriele Pavan , autore di romanzi di fantascienza e del blog Storie e fantasia . Credo che la molla che mi ha spinto a diventare prima lettore e poi scrittore di fantascienza siano state le letture giovanili dei classici del genere, in particolare i libri di Jules Verne. E fra questi classici sicuramente posso ricordare “Dalla Terra alla Luna” e “Ventimila leghe sotto i mari” che, da soli, bastavano e avanzavano per far galoppare la fantasia di ogni ragazzo… dell’epoca. Già, perché ho l’impressione che in quest’epoca di Internet, Facebook, Playstation e video giochi più veri del vero la componente visuale abbia prevalso su quella immaginativa, tant’è che in un tempo relativamente breve ho assistito a un generale impoverimento delle pubblicazioni in questo genere di letteratura.

“Bagliori nel buio” è nato

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Mi sento molto emozionata nello scrivere questo post e anche un po' a disagio. Sì, perché continuo a chiedermi: come si presenta un romanzo? Cosa scrivo? Sembra incredibile che, dopo aver trascorso tanto tempo a occuparti della tua creatura, a un certo punto ti manchino le parole per descriverla. Eppure è così. Comunque, mi schiarisco metaforicamente la gola e comincio. In questi giorni il mio secondo romanzo, che ho intitolato Bagliori nel buio , ha visto finalmente la luce.  E per rompere il ghiaccio, vi racconto subito com'è nata l'idea, tantissimo tempo fa.

Sette ansie da auto-pubblicazione

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Ieri ho iniziato a lavorare alla parte burocratico-tecnica per la pubblicazione del mio nuovo romanzo Bagliori nel buio . All'inizio ero soprattutto emozionata, poi ha preso il sopravvento la fase “fifa blu”. Mi sembrava di dover affrontare un esame, uno di quelli tosti... E così per esorcizzare le mie ansie da pubblicazione ho pensato di condividerle con voi, nell'attesa che la mia seconda creatura sia presentabile al mondo (ahahah). Ecco cosa c'è in cima alle preoccupazioni di questi giorni.

Auto-bibliografia

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Questo post nasce dal meme lanciato da Ivano Landi , che ha proposto di stilare una lista di 100 libri, sulle orme di Henry Miller e il suo I libri della mia vita . Si tratta appunto di compilare un elenco di 100 libri scelti tra quelli che più hanno segnato la nostra autobiografia. Quindi qui non troverete i libri che più mi sono piaciuti, ma quelli che in qualche modo hanno lasciato un'impronta in me (nel bene o nel male).

Perché ho scelto il self-publishing (parte 2)

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La pubblicazione della  prima parte  di questo post mi è costata alcuni follower. E io che pensavo di essere stata diplomatica! Vediamo quanti ne faccio fuori questa volta? Nel post precedente ho provato a raccontarvi di come sia nata e cresciuta in me, negli ultimi anni, una certa sfiducia verso l'editoria tradizionale, alla luce delle esperienze fatte.

Perché ho scelto il self-publishing (parte 1)

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Mi sono riproposta di inaugurare la serie di post dedicata alla mia avventura nel mondo dell'editoria fai-da-te raccontandovi come sono arrivata alla decisione di fare a meno degli editori e imboccare questa strada alternativa. Tuttavia, mi sto accorgendo che non è affatto facile scrivere questo post. Sono consapevole che si tratta di un argomento delicato e un po' infido, perché il self-publishing suscita sempre molte prese di posizione, facendo schierare le persone in modo radicale da una parte o dall'altra, o dando luogo a polemiche infinite.

Scrivere fiabe in un mondo tecnologico

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Quello che segue è un articolo scritto dall'autrice del blog Le Fiabe di Ramona , che ci conduce nell'affascinante mondo delle favole,  proponendo una riflessione su questa particolare forma narrativa ai nostri tempi. Dentro di me c’è sempre stato il desiderio di scrivere. Questo però è sempre rimasto inespresso, salvo alcuni exploit in cui mi “costringevo” a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa. Idealmente avrei voluto scrivere un romanzo. Ciò che ne risultava era sempre banale e ridicolo ai miei occhi e di volta in volta cancellavo tutto ciò che avevo prodotto. Un giorno capii che ciò che scrivevo era banale perché io volevo necessariamente scrivere di qualcosa che effettivamente non apparteneva alla mia fantasia. Così piuttosto che scrivere chiedendo uno sforzo alla mia immaginazione cominciai prima a fantasticare e poi a scrivere. Ne venne fuori una fiaba e, bella o brutta che fu, fu comunque rivelatrice: era ciò che mi piaceva scrivere e finalmente dopo anni il mio deside

La scrittura secondo Jack London

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Quando pochi giorni fa mi sono trovata davanti a  Jack London - Pronto soccorso per scrittori esordienti ( Minimum Fax 2005 ), la mia voglia di leggere un altro saggio di scrittura era pari a zero. Oltretutto ero molto diffidente verso la recente mania di raccogliere frasi scritte da autori famosi per farne dei saggi, soprattutto dopo aver abbandonato per noia acuta quello su Virginia Woolf. Tuttavia, alla fine ha vinto l'istinto e questo libretto si è rivelato una bella scoperta. Si tratta di un'ottantina pagine che si leggono con piacere tutte d'un fiato, d'una potenza e intensità che riflettono in pieno la grandezza di Jack London e il suo spirito combattivo ed energico. Se fosse vissuto di questi tempi probabilmente sarebbe stato autore di un blog di quelli tosti, che non le mandano a dire!

Anima di carta compie 7 anni

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Carissimi, che bello ritrovarsi su queste pagine dopo la pausa estiva! Mentre cerco di riambientarmi girovagando per vari blog, provo a buttare giù qualche riflessione, dal momento che – come avrete scoperto dal titolo del post – in questi giorni la mia casetta virtuale compie sette anni. Ma tranquilli, non intendo propinarvi statistiche o nostalgiche rievocazioni del passato, vorrei solo condividere qualche considerazione fatta di recente sull'esperienza e raccontarvi i progetti per i mesi a venire.

Buone vacanze!

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Come avrete notato (ma magari no), in questo periodo sono stata un po' assente da queste parti. Non è perché ho preferito starmene stesa a prendere il sole (cosa che comunque avverrà a breve), anzi in realtà sono stata super impegnata a "studiare" il mondo del self, in vista della prossima pubblicazione del mio romanzo. Cose da raccontarvi ne avrei in abbondanza. Tuttavia, la stanchezza e il caldo stanno avendo la meglio su di me, e così ho deciso di mandare il blog in ferie con un leggero anticipo rispetto a quanto avevo preventivato. Tornerò a fine agosto, spero in forma migliore. Nel frattempo non mi resta che augurare buone vacanze a quei pochi che ancora circolano nella blogosfera e che passeranno da qui.

12 cose che si vedono solo sullo schermo

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Jack e Rose si dicono addio Vi è mai capitato di guardare un telefilm e pensare: ecco, ora succederà sicuramente questo ? E magari di dare una gomitata a chi vi sta vicino, pronti a scommettere sull'esito di una situazione? Ebbene, ci sono circostanze che ormai sono del tutto prevedibili, non si scampa. Chiamarli cliché sarebbe quasi offensivo: ormai sono dei classici. Ciò che li accomuna è la ricorrenza in film o serie tv e la mancanza di logica. Molte di queste cose nella vita reale sarebbero, infatti, del tutto ridicole.

Il romanzo è finito. E ora? (parte 2)

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Come dicevo nella prima parte di questo post, una volta che abbiamo terminato di scrivere il nostro romanzo dovremo cominciare una serie di attività per preparare il nostro “figlioletto” ad affrontare il mondo. In questo periodo, io sono per l'appunto impegnata con questi passi.

Lettera delirante ai lettori

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Quello di oggi è un post molto particolare, scritto dalla mia ospite Ornella Spagnulo . Potremmo chiamarle riflessioni in forma epistolare rivolte ai misteriosi destinatari di tutte le nostre fatiche di scrittori... Della stessa autrice potete leggere anche:  Lettera improbabile di non-presentazione per una casa editrice . Se invece volete scoprire di più di lei, date un'occhiata al riquadro in fondo.

Il romanzo è finito. E ora? (parte 1)

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Il vuoto piomba all'improvviso. Hai corretto tutto quello che potevi (o almeno ci hai provato), riletto fino alla nausea, hai deciso che anche la revisione è finita ed è arrivato il momento di chiudere i lavori. Insomma, la tua creatura è pronta. Ma è proprio così? In realtà il lavoro su un romanzo concluso si sposta solo su una nuova fase, decisamente più impegnativa, poco creativa e meno entusiasmante, ma comunque necessaria. Dopo aver scritto la parola fine, in questi giorni sono stata per un po’ in crisi di astinenza. Ciò che aveva occupato a lungo i miei pensieri e il mio tempo non c'era più. Finita l’euforia e superato il distacco dalla storia e dai personaggi, è arrivata la consapevolezza che dovevo rimboccarmi di nuovo le maniche...

Io, la scrittura e il resto del mondo

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Il mago Wiz  di Johnny Hart e Brant Parker Prendo spunto da Chiara che in un post recente ha raccontato di come si rapportano alla sua scrittura le persone che la circondano. Condivido la sua premessa: questa passione ci mette in una condizione particolare, non sempre capita, non sempre approvata, spesso fraintesa. Ciò nonostante abbiamo bisogno del sostegno di chi condivide e comprende la nostra mania scrittoria. D'altra parte, se così non fosse non avremmo un blog per parlarne, no?

La mia bussola per arrivare (viva) al finale

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A volte ci si riduce proprio male a scrivere... C'è molta saggezza nel detto che sostiene che “la coda è la più dura da scorticare”. Gli ultimi capitoli di un romanzo sono secondo me i più difficili da scrivere, così come la loro revisione. Ma più ti avvicini alla meta, più senti crescere l'eccitazione. A dire il vero non credevo che avrei provato alcuna euforia questa volta, tanto che qualche giorno fa, commentando un post di Sandra , le dicevo di sentire soprattutto stanchezza. Invece ieri ho messo la parola fine con un senso di gioia mista a malinconia. Malinconia perché la storia mi ha talmente assorbita che già ne sento la mancanza.

Viaggio alla scoperta dei generi letterari #2

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Seconda tappa dei post dedicati alle tipologie della narrativa. Oggi  Veronica Possenti ci porta a conoscere attraverso le sue simpatiche slide  i romanzi di fantascienza .

I love writing #5 - Lo scrittore secchione

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Lo scrittore secchione davanti alle “d” eufoniche. ( Sheldon Cooper non è uno scrittore, ma spero renda l'idea). È il più diligente della schiera dei fissati con la scrittura. Tutti vorremmo averlo accanto far farci correggere (gratis) i nostri scritti, se non fosse che lui non ama affatto occuparsi dei testi altrui, anzi di norma guarda con un pizzico di diffidenza ciò che non ha partorito personalmente. Ecco a voi lo scrittore secchione.

Ciò che conta davvero in una storia (secondo la scienza)

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Ci sono tanti motivi che ci portano ad amare la lettura e più in generale le storie, alcuni condivisibili, quasi universali, altri personali che magari affondano le radici nell'infanzia o nel nostro personale modo di essere. Tuttavia, secondo la scienza sembra che la cosa davvero importante abbia a che fare con l'empatia che proviamo nei confronti dei personaggi. Secondo una ricerca (che potete leggere in modo più approfondito in  quest'articolo ), il motivo per cui amiamo le storie è legato alle reazioni che esse scatenano (o in alcuni casi non scatenano) nel nostro cervello. Due fattori, in particolare, sono stati individuati, quando si segue una storia con interesse: l'attenzione e l'empatia.

Viaggio alla scoperta dei generi letterari #1

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Mi ha sempre affascinato il concetto di “genere letterario ” , anzi non molto tempo fa – spinta dalla necessità di inquadrare i miei romanzi  –  ho cercato una mappa di orientamento che ne illustrasse le caratteristiche, senza trovare niente di soddisfacente.  Veronica Possenti , autrice di questo articolo, ha realizzato il mio desiderio creandone una.  Dopo la presentazione che segue dunque vi invito a cliccare sul riquadro di Prezi per scoprire tutto del romanzo storico .  Ma restate sintonizzati, perché questa è solo la prima tappa del viaggio.  Buona lettura!

Questa NON è una casa editrice

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Quella del titolo vi sembra una precisazione inutile? Anche a me lo sembrerebbe se non fosse che qualche giorno fa ho ricevuto la quarta proposta di pubblicazione. Sì, avete capito bene. E non era per uno dei miei romanzi (è più facile che ghiacci l'Inferno...), ma chiedevano proprio a me di pubblicarne uno. Finito di ridere?

Quando usare il discorso indiretto nei dialoghi?

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Diretto o indiretto,  a volte il discorso si fa noioso comunque... Rieccomi dopo una piccola pausa tutt'altro che vacanziera, anzi piuttosto caotica. Tra le brutte notizie c'è che il lettore e-book è in agonia e che si è cancellato tutto il contenuto... una tragedia! Ma bando alle ciance e passiamo al post di oggi. I dialoghi  hanno assunto nella narrativa un posto di primo piano, tanto che nei romanzi se ne fa un uso molto più ampio che in passato. Sbirciare nelle conversazioni tra i personaggi è piacevole e coinvolgente, credo non ci siano dubbi su questo. Ed è proprio per questo motivo che nei manuali di scrittura o affini viene raccomandato l'uso del discorso diretto rispetto a quello indiretto.

Chi scrive legge in modo diverso. Ma è sempre un bene?

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Fonte:  Paperpedia Il cambiamento è avvenuto lentamente. Da lettrice totalmente immersa nella storia e identificata con i protagonisti ho cominciato a diventare più distaccata e disincantata, fino a trasformarmi in una lettrice più consapevole e anche più critica. Un passaggio forse inevitabile per chi scrive, quello di guardare con occhi diversi tutto quanto scorre sotto i suoi occhi. Colpa forse dei manuali di scrittura, ma anche dell'interesse e della curiosità di sapere come altri autori hanno saputo dar vita a bellissimi o bruttissimi romanzi, a seconda del caso.

I love writing #4 - Lo scrittore brontolone

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Per la quarta puntata di questa serie che vede protagoniste le tipologie più estreme di scrittori, ho pensato ai Grinch della situazione, quelli che odiano tutto e tutti. 1) Odia il termine scrittore . 2) Odia gli autopubblicati, afferma che il selfpublishing porterà alla rovina l’editoria. 3) È un grammanazi . Ogni volta che qualcuno scrive "qual è" con l'apostrofo si strappa un capello per il nervoso. 4) Odia i social network. Sputa sul pavimento ogni volta che qualcuno nomina Facebook.

Il noir che sto scrivendo

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In questi giorni ho iniziato due post senza portarne a termine nessuno. Avevo intenzione di sviluppare un paio di idee, ma poi mi sono resa conto che la mia testa era altrove, immersa nella storia che sto scrivendo. E allora invece di cercare a fatica di concentrarmi su altro ho pensato di parlarvi proprio di ciò che mi ossessiona in questo periodo, cioè del “noir” che è nella mia fucina.

Perché dovresti usare Dropbox se scrivi

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Ho deciso di dedicare un post a questo servizio perché dalle lamentele che sento in giro di persone che perdono documenti mi sembra che ancora non sia abbastanza conosciuto, sebbene esista ormai da anni. Io invece lo sto apprezzando sempre di più e sono convinta che sia un alleato prezioso per chi scrive. In due parole, si tratta di un programmino per salvare in cloud tutti i nostri lavori, molto semplice da usare. Ci si registra sul  www.dropbox.com  con account (indirizzo e-mail) e password, poi si scarica il software e lo si installa sul computer. Viene creata una cartella chiamata "dropbox" dove terremo tutti i documenti a cui lavoriamo, oppure in alternativa possiamo scegliere una cartella tra quelle che già abbiamo creato. Quali sono i vantaggi per chi scrive?

I flashback annoiano?

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Qualche giorno fa Helgaldo (autore del blog Da dove sto scrivendo ) affermava in un suo post che i flashback annoiano. In realtà, non ha usato proprio queste parole, ma questo era il succo. Nella mia immaginazione (probabilmente malata) Helgaldo è una sorta di anziano saggio della montagna che ti bastona sulla testa se fai cavolate, e quindi ho cominciato a pormi il problema dei flashback, visto che il romanzo che sto scrivendo abbonda di salti nel passato. “Non è che sto sbagliando tutto?”, mi sono detta. Da un piccolo confronto con l'autore del post poi è venuto fuori che (forse) non tutti i salti all’indietro scatenano sbadigli e che (forse) i miei si salvano perché costituiscono parte integrante della trama. Come stanno quindi le cose? Vorrei provare a rifletterci insieme a voi.

16 cose da sapere sul climax

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Grande Giove! L'adrenalina sale, la suspense è al massimo, i protagonisti si giocano il tutto per tutto: è il momento del climax, uno dei più importanti in una storia. Se stiamo scrivendo un romanzo, va da sé che è una parte che va progettata e scritta con grande cura. Io sono alle prese con il punto culminante del mio romanzo e ho pensato di radunare un po' le idee in questo post. Niente di definitivo, solo qualche spunto di riflessione.

5 fattori che mi influenzano in un incipit

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Prima di leggere o acquistare un romanzo leggo sempre l'incipit, e credo che lo facciano un po' tutti gli appassionati di libri. Ultimamente le righe che concedo a un autore per catturarmi si vanno anche accorciando, come se mi bastassero davvero poche parole per capire se ho voglia di investire il mio tempo o passare oltre. Come dicevo, quest'abitudine è probabilmente comune a tanti, non a caso infatti si raccomanda agli scrittori di prestare la massima attenzione all'inizio della sua storia, di curare moltissimo i primi paragrafi. Eppure, sembra che i lettori non traggano tutti le stesse conclusioni dagli stessi incipit. Lo prova l'esperimento condotto la settimana scorsa da Marina Guarnieri nel suo blog Il taccuino dello scrittore , in cui proponeva sei incipit "anonimi" di autori vari, pubblicati da editori tradizionali o auto-pubblicati. I risultati sono stati piuttosto sorprendenti. Per quanto mi riguarda, le mie scelte mi hanno portato a rifl