I 7 vizi capitali degli scrittori

Gli scrittori esordienti non godono di buona fama, basta fare un giro nel web per rendersene conto. A loro si associano il concetto di spam letterario o i romanzi pieni di errori riversati impunemente su Amazon. Ma anche la categoria degli aspiranti scrittori non è esente da una cattiva nomea, basta pensare ai tramisti di Giramenti o ai tanti manoscritti illeggibili ricevuti ogni giorno dagli editori.
Ma che si tratti di aspiranti, esordienti, emergenti o affermati scrittori, nessuno di loro/noi è esente da vizi.

Vediamo nel dettaglio di quali colpe si macchiano gli scrittori o aspiranti tali.

Superbia


Dalla penna dei superbi esce solo oro puro, o almeno loro lo credono. Raramente si scomodano a rileggere quello che scrivono, ma si considerano tra i migliori autori al mondo. Sono vittime della sindrome del pavone e amano infestare tutti i social con la notizia dell'ultimo libro pubblicato. Hanno siti pomposi dedicati alle loro opere con foto gigantesche e caratteri cubitali. Nel caso peggiore abbiamo a che fare con spocchiosi insopportabili, nel migliore solo con montati a sproposito che aggiungono la dicitura "scrittore" accanto al nome su Facebook. A volte si tratta solo di una leggera tendenza a sentirsi superiori ai colleghi.

Avarizia


Ci sono due categorie di avari. I primi sono quelli che si limitano a conservare gelosamente i trucchi del mestiere. Si guardano bene dal condividere con i colleghi o con il resto del mondo le loro idee, conoscenze o quello che hanno scoperto nel mondo dell'editoria. In qualche caso rivendono a caro prezzo il loro sapere.
La seconda tipologia di avarizia si manifesta in modo curiosamente contraddittorio. Nonostante, infatti, molti siano disposti a pagare un editore pur di vedere il loro nome stampato, d'altra parte si rifiutano di spendere un solo centesimo per migliorare quello che hanno scritto, pagando editor, frequentando corsi o comprando manuali. L'avarizia si concretizza a volte nel pretendere che qualcuno corregga gratis i loro testi.

Lussuria


I lussuriosi della scrittura si gingillano con le parole, hanno una cura maniacale per i testi e vorrebbero scrivere trame perfette. Rileggono tantissime volte, a volte anche ad alta voce per sentire che bel suono hanno le parole che hanno scelto e coccolano le frasi come teneri gattini. Sono restii a pubblicare, perché significherebbe dover abbandonare la revisione del loro amato testo, che sotto sotto vorrebbero tenere solo per sé. Il piacere di scrivere si rivela qui alla massima potenza e morbosità.

Invidia


Il successo altrui è sempre fonte di grande dispiacere e turbamento per gli scrittori invidiosi. Sono convinti che tutti gli autori che pubblicano con case editrici importanti siano raccomandati o schifosamente baciati dalla fortuna. E ogni romanzo pubblicato (non loro) li getta in una nera depressione. Amano fare le pulci agli scritti altrui (amici o meno), rilevando quanti più errori è possibile. Vivono nella convinzione che se qualcuno ha più successo di loro non lo merita di sicuro e si lamentano spesso di non essere apprezzati quanto dovrebbero.

Gola


L'infodump è il loro punto debole. Si nutrono di descrizioni prolisse, diffondono informazioni inutili in tutti gli angoli delle loro storie. Scrivono, scrivono, scrivono, affamati di parole. Vanno in crisi di astinenza se un giorno non possono battere furiosamente sulla tastiera quello che gli passa per la testa. Dicono in mille parole quello che si potrebbe dire in cento. La regola del tagliare del 10% in fase di revisione è stata inventata proprio per loro.

Ira


Le recensioni negative sono il tallone d'Achille degli iracondi della scrittura, che reagiscono in modo esagerato e furibondo a qualsiasi critica o suggerimento. Detestano chi osa insultare i loro scritti con recensioni o commenti negativi, e lo dimostrano minacciando querele a destra e a manca o serbando un rancore profondo e duraturo. Meno che mai sopportano gli editori che rifiutano i loro manoscritti.

Accidia


"Lo scrivo domani" è il motto preferito degli scrittori accidiosi, quelli che hanno un romanzo in corso da anni e ogni tanto ci si dedicano scrivendo qualche riga. Inventano mille scuse per non andare avanti o non contattare gli editori. La pigrizia si fa sentire però solo quando non sono ispirati, da un momento all'altro possono scatenarsi e produrre pagine su pagine. A volte questo vizio si manifesta con la tendenza a non rileggere, nella poca voglia di correggere, revisionare o modificare ciò che hanno scritto.


Non ho il coraggio di chiedervi di svelare qui i vostri peccati, ma se volete farlo il confessionale pubblico è aperto. Intanto vi dico i miei: sicuramente accidiosa e lussuriosa, mediamente invidiosa e golosa pentita.

Commenti

  1. Ce le ho tutt'e sette! Anche se devo dire che l'invidia per la lussuria mi prende abbastanza per la gola... :P

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  2. Per la lussuria avrei detto che la maggior parte degli scrittori vuole fare lo scrittore perché crede di rimorchiare le fanciulle :P

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    1. Non sono ferrata in materia, ma ho il sospetto che ci siano metodi più efficaci per rimorchiare le fanciulle...

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    2. Divertente il tuo post, che commento più sotto. Però qui aggiungerei che lo scrittore "arrivato" si ammanta di grande potere agli occhi delle fanciulle... la copertina del libro di successo equivale al fascino della divisa. :-)

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  3. Decisamente Gola...sono una "graforroica"! Devo sempre tagliare una marea di pezzi in fase di revisione... un lavoraccio!
    Devo esercitarmi ancora molto.
    Grazie per la psicanalisi >_<

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    1. Mi sa che siamo tutti molto golosi di parole, altrimenti ci daremmo ad altre occupazioni :)

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  4. Superbia, invidia e gola sono i peggiori,
    per quanto mi riguarda invece, l'accidia è il vizio con cui mi ritrovo più a che fare :P

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    1. La superbia per me è proprio il peggiore di tutti!
      Anche io combatto contro l'accidia, in continuazione. A volte mi devo proprio forzare a scrivere, soprattutto per non pentirmi in seguito di non aver sfruttato il tempo quando ce l'avevo.

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  5. > Intanto vi dico i miei: sicuramente accidiosa e lussuriosa, mediamente invidiosa e golosa pentita.

    Trasformando al maschile, direi che coincidono con i miei. No, forse no: goloso non direi proprio.
    Accidia, lussuria e una punta di invidia, questi sono i miei peccati! Spero che i gironi relativi siano vicini, altrimenti dovrò farmi in tre... :D

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    1. Gironi? Ma no, ci siamo già all'inferno!!
      Non sei goloso di parole? Uhm... adesso vengo a controllare sul tuo blog se è vero :)

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    2. Cavolo, avvisami prima che metto in ordine: è il blog di un essere molto asociale, ci sarà porcheria ovunque... ;)

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    3. ahah :D Hai ragione, non si piomba così senza preavviso nei blog altrui! Comunque io non mi formalizzo...

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  6. credo che almeno un paio di questi "vizi" appartengano all'aspirante imbrattacarte più che allo scrittore vero e proprio.

    PS: non capisco cosa ci sia di male nel tenersi stretti i propri trucchi del mestiere. C'è gente che per tirarli su ha studiato anni e anni, perché dovrebbe sp***tanarli?

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    1. Dici che quando si diventa scrittori veri si è più virtuosi? Può darsi. Come minimo forse si è meno invidiosi! Sul resto ho i miei dubbi.

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  7. Ahimè, sono un accidioso e un lussurioso. Invece di pensare che gli altri abbiano molta fortuna però penso di essere io quello incapace e mi deprimo, diventando ancora più accidioso...

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    1. Anche io sono invidiosa in questo senso, più che arrabbiarmi o pensare male dei successi altrui, mi deprimo e penso che non ce la farò mai. Forse tutto ciò si chiama semplicemente insicurezza.

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  8. Volevo dire accidioso e invidioso: ora mi deprimo ancora di più :(

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  9. Mi riconosco nell'invidia, con qualche rischio (limitato) per l'accidia. La pubblicazione in sé non mi scatena l'invidia, quella con l'editore importante sì! Se leggo il libro e gli trovo dei difetti (e figurati se non ne ha...) mi gonfio di giusta indignazione, sblatero di scandali e ingiustizie per un po'... e poi mi faccio due risate. Davvero, quella è l'unica occasione in cui divento verde. Nemmeno le vincite alla lotteria mi fanno lo stesso effetto.

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    1. Ci credo, le pubblicazioni importanti scatenano il peggio di noi! E cercare i difetti viene di conseguenza... Se alla fine riesci a riderne, buon per te :)

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  10. Lussuria, lussuria, lussuria sopra ogni cosa! Invidia no, non quella negativa, ma un pensiero come "Beata/o lei/lui" mi rincorre spesso nelle segrete stanze.

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    1. Immaginavo che eri una lussuriosa come me, Nadia :)
      Un "beato/a" ci può stare, non si può definire neanche invidia...

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  11. Scagli la prima pietra chi è del tutto privo di invidia letteraria, magari trattenuta, ma pur sempre invidia! Gli altri sei mi appartengono poco, ma divento iraconda quando trovo pareri letterari spacciati per verità divine (tipo "gli avverbi sono il male assoluto") da chi ha un curriculum letterario praticamente nullo.

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    1. Quell'ira in effetti prende anche me, anzi in generale mi irrita qualsiasi "verità assoluta", anche spacciata da chi ha un curriculum letterario di tutto rispetto. Diffido delle formule magiche.

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  12. Grazie per il link! che bella sorpresa :)
    Mi piace un sacco l'idea dei 7 peccati capitali. Io non mi ritrovo in nessuno di questi... il che mi inquieta non poco perché probabilmente è peggio che averli tutti e sette... forse il mio peccato è l'ira e non l'ho ancora scoperto perché non ho ancora aperto la porta dell'editoria!

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    1. Quando si apre la porte dell'editoria, viene fuori il peggio di noi! Ma magari tu sei immune, chi può dirlo? Ci farai sapere :)

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  13. Io penso di essere lussuriosa e golosa all'ennesima potenza.
    Farò un breve periodo in purgatorio e spero di uscirne purificata!
    Sono ancora troppo inesperta per sentirmi invidiosa: per me chi pubblica è un dio da venerare con somma ammirazione. L'accidia, invece, è figlia dell'insicurezza. Divento pigra quando mi prende il morbo del "non sono capace", o quando mi faccio fagocitare dalle mille faccende quotidiane.
    Per ora, avarizia ira e superbia non mi toccano. Se qualcuno mi critica, lo ringrazio: sono perfettamente consapevole dei miei limiti e siccome intendo diventare MOLTO BRAVA è giusto rimanere umile e cercare di imparare il più possibile.

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    1. Vero, a volte diventiamo pigri perché non ci sentiamo abbastanza bravi. Poi la mancanza cronica di tempo non aiuta a superare questi momenti di demotivazione.
      Confermo che sei molto golosa ;)

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    2. Sto lavorando proprio per migliorare questo aspetto, e devo dire che il tuo supporto mi sta aiutando molto. Prima o poi riuscirò a "pilotare" la mia logorrea :D

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  14. Ho provato a scandagliarmi un po' e questo è quel che ne uscì:
    1) Superbia. All'inizio pensavo che dalla mia penna uscisse oro puro, poi quando ho riletto la prima stesura del mio romanzo ho capito che per la maggior parte era inchiostro.
    2) Avarizia. Mi piacerebbe ma non conosco nessun trucco del mestiere. Scrivo come mi viene.
    3) Lussuria. La cura maniacale dei testi la considero un vizio inevitabile se si sceglie, come ho fatto io, di essere oltre che l'autore anche il revisore della propria opera. La mia blog novel esiste in realtà anche allo scopo di liberarmi da tale vizio, poiché, come ti ho detto altre volte, in quel caso rileggo una sola volta prima di pubblicare.
    4) Invidia. Forse per poterla provare dovrei avere effettivamente pubblicato qualcosa e avere un metro di paragone.
    5) Gola. Questo non credo mi appartenga. Cestino mentalmente il 90% delle cose che penso. Taglio anche il 20% in fase di revisione, ma per ridondanza nella costruzione delle frasi non per infodump et similia.
    6) Ira. Vale quello che ho scritto per il punto 5.
    7) Accidia. Anche questo non la sento mio. Scrivo con metodo ogni giorno, senza preoccuparmi del mio stato psicofisico del momento.

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    1. Che analisi dettagliata, complimenti! Mi sembra che hai raggiunto un ottimo (invidiabile) equilibrio :)
      In effetti quello che dici sulla blog novel potrebbe valere in generale per qualsiasi tipo di post. Qui anche io sono meno maniaca della revisione, anche perché se rileggessi troppe volte pubblicherei meno frequentemente. Dunque, il blog aiuta a liberarsi dalla lussuria scrittoria :)

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  15. Accidia, decisamente l'accidia. "Il lavoro mi piace, mi affascina.... potrei stare ore a guardarlo". Questa frase attribuita a Jerome K. Jerome mi calza a pennello.
    Credo che anche il timore di esprimersi liberamente sia un nodo non da poco.

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    1. Bella citazione e molto calzante anche per me! Come dire che tra la passione teorica per la scrittura e la pratica c'è molto in mezzo.
      Perché parli di timore di esprimersi liberamente? In che senso?

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    2. Parlo di rivelazioni che si riferiscono a casi scottanti (vedi intercettazioni o mafia o wikileaks o Saviano). Cose che riguardano anche la società, la politica, la casta, la cultura, ma anche relative a un mondo che vedo e sento io, che magari sogno o proietto.

      Ho iniziato quest'estate a scrivere un romanzo metafisico e taoistico, ambientato in un prossimo futuro sulla Terra, così da non discostarmi troppo da quello che sono e faccio (terapia olistica, meditazione ecc.). Sapendo di cosa parlo, credo mi sarà più difficile smarrirmi per strada. E penso che per iniziare sia importante restare con i piedi per terra. Forum come il tuo me lo confermano ogni il giorno. Mi sono fermato perchè non voglio, nel romanzo, svelare troppo e perchè scrivo dell'altro, prima.

      La lettura è una passeggiata solitaria alla scoperta dell'ignoto. Ognuno cammina per sè, immerso in pensieri staminali. Dall'altro vorrei e potrei svelare tutto, perchè credo farei bene. Un altro libro nel cassetto è appunto un saggio che condensa osservazioni, esperienze e conoscenze quotidiane. Anzi ho parcheggiato il primo proseguendo col secondo, a dire il vero.

      Ah, grazie di aver sistemato gli accessi! Il tuo blog è splendido! A presto.

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    3. Guarda che devi sistemare l'ora. L'ho postato alle 16:55 e appare 7:55. :-) ciao

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    4. Credo di aver intuito i tuoi dubbi, che ho anche io in parte. Ultimamente però mi sto convincendo che quando scriviamo dovremmo essere più audaci e sentirci liberi di "rivelare" quello che pensiamo, sappiamo o sentiamo. Nei limiti del possibile e senza pedanterie, ovviamente. Mi piacerebbe approfondire l'argomento uno di questi giorni, magari lo farò in un post.
      Grazie per il complimento e per avermi detto dell'ora, non avevo idea che si potesse cambiare il fuso :)

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  16. Penso di esserne esente. Forse, anzi, "pecco" di modestia. Mi è capitato in giro per il web di incontrare qualche esempio di questi sette vizi.

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  17. Purtroppo è capitato anche a me di incontrare degli esempi, anche estremi. Tipo uno che mi ha detto, testuali parole: "Io so di essere il migliore scrittore esistente in Italia". Dunque, benvenuta la tua modestia :)

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    1. Spero che il tizio scherzasse. Che tristezza, sennò! :(

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    2. No, era molto serio. Sì, è triste, anche se dopo aver strabuzzato gli occhi davanti alla sua affermazione, mi è venuto tanto da ridere...

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  18. L'invidia e la competizione spadroneggiano in campo creativo, conosco per voci riportate moltissimi esempi in campo artistico e nel mondo dello spettacolo, sia televisivo che dei grandi teatri, nei corpi di ballo soprattutto. L'invidia addirittura furoreggia in campo letteraria, dalla bolgia dantesca dei piccoli oppure esordienti a quella massima dei nomi celebri, e i coltelli volano in tutte le direzioni.

    Di tutti i peccati capitali, non sono per nulla esente dall'invidia! Mi cospargo il capo di cenere tutte le volte che capita, ma ultimamente capita abbastanza spesso. La lussuria, cioè l'amore per le parole, non lo considero invece un vero e proprio peccato capitale, bensì uno dei piaceri della scrittura.

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    1. Insomma, l'invidia non si placa neppure quando ci si afferma in qualche campo? Invece di gioire per quello che abbiamo ottenuto, siamo sempre pronti a guardare cosa fanno gli altri... :(

      Penso che l'amore per le parole spinto all'eccesso possa essere un problema, per esempio quando diventa una scusa per non pubblicare mai o quando a furia di limare si rende il testo "artificioso".

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  19. "Non guardare la pagliuzza nell'occhio del fratello, ma la trave che c'è nel tuo"...

    Personalmente non conosco nessuno che sia così accurato da rendere il testo artificioso... anzi, spesso accade il contrario: si ha tanta fretta di pubblicare qualsiasi cosa (magari tramite autopubblicazione) che lo si lascia com'è, sciatto e impresentabile.

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  20. Molto bella l'idea alla base di questo post. E bella anche la realizzazione.

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    1. Grazie Romina. Ero convinta di averti risposto, ma vedo solo ora che il blog si è mangiato il mio commento :(

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  21. Non mi definirei lussurioso. Sto scrivendo solo per condividere la mia esperienza, i miei sentimenti. Tutto questo è per mio fratello

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    1. Un bellissimo proposito. Ce n'è fin troppa di gente che scrive solo per auto-compiacersi. Quindi, scrivi per trasmettere-tramandare qualcosa a tuo fratello?

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  22. Mio fratello è morto quando aveva 5 anni. Questo libro lo sto scrivendo per il mio amore, e se dovesse avere successo mi piacerebbe raccontare ciò che ho vissuto per mio fratello. Sono molto giovane, ma credo di potercela fare. So che mio fratello è con me comunque. Qualche consiglio particolare?

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    1. Mi dispiace molto per tuo fratello...
      Sono certa che il tuo bel proposito ti guiderà nella scrittura, ma se hai bisogno di parlare di qualcosa in particolare particolare o hai qualche dubbio specifico, scrivimi pure in privato. Ciao :)

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  23. Non riesco a trovare il modo di contattarla, se non le dispiace le do la mia mail: luca.busato99@gmail.com
    Gentilmente, potrebbe dirmi se mettere prima dell' introduzione l'obiettivo del mio scritto? O è meglio evitare?

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    Risposte
    1. Il mio indirizzo è nella pagina "contatti".
      Se per introduzione intendi una sorta di prefazione, puoi scrivere quello che vuoi e che senti come importante. Se il tuo non è un romanzo, credo che dichiarare l'intento dello scritto sia un buon modo per iniziare.

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  24. Accidia! E forse un po' di gola...
    Divertente. ;D

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    1. Grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuto :)
      Mi sa che di accidia ne soffriamo un po' tutti...

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